Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
ultimo lunedì di aprile, un mese che si è rivelato… davvero bello!
Tra eventi culturali, giornate di sole e delle lunghe vacanze pasquali, ho davvero tante cose da raccontarvi. Ma andiamo per ordine…
Il libro del mese
Dopo un lungo inverno, è tornata la primavera in Sicilia, ma la stagione turistica deve ancora arrivare. È quel magico momento in cui i campi siculi si coprono di verde, prima che le impietose temperature dell’estate trasformino l’erba in stoppa gialla.
Il professor Lamanna, padre di Saverio, da tempo vedovo e in pensione, decide di approfittare della splendida stagione per fare insieme all’amico Mimì qualcosa che nessuno – soprattutto il figlio – si sarebbe aspettato da lui: prendere parte alla tradizione dei cammini, diventata moda negli ultimi anni, e percorrere la Magna Via Francigena, una strada antica che taglia in due la Sicilia, da Palermo ad Agrigento.
Saverio Lamanna, chiuso a Màkari nella casa di famiglia, in perenne crisi con se stesso, il suo vecchio mestiere di giornalista ed il nuovo da romanziere, accoglie la notizia come accoglierebbe quella di un terremoto che sradica le sue certezze. Non sa davvero spiegarsi perché il padre, un uomo di Lettere e di cultura, tutt’a un tratto sia stato investito da una smania sportiva ed abbia deciso di cimentarsi in un’impresa che sarebbe impegnativa anche per un uomo ben più giovane.
Ben poco rassicurato dai discorsi del saggio (a modo suo) Peppe Piccionello, che tenta di ricordargli l’importanza del vivere e del lasciar vivere, Saverio decide di raggiungere il padre ed il suo amico e di intraprendere con lui la Magna Via. Con lui, ovviamente, ci sono il fidato Piccionello, la fidanzata Suleima (che va avanti e indietro da Palermo per impegni lavorativi) e zia Rosina, la moglie di Mimì, senza la quale l’uomo non sa nemmeno da che parte girarsi.
I primi giorni, a parte la stanchezza, le lunghe ore di cammino e i tentativi di “barare” dei due senior (che riescono a farsi accompagnare in macchina da zia Rosina per qualche tratto), sembra andare tutto bene. Saverio si rende conto di non essere l’unico folle, insieme alla sua famiglia, ad aver tentato quest’impresa: sul loro percorso c’è addirittura un gruppo di americani, capitanato da un imprenditore di origini italiane che ha sentito il bisogno di ritornare alle origini.
Ben presto, però, egli si ritrova a riflettere su una questione ed a preoccuparsi per un’altra.
Egli comprende che, negli anni in cui è stato a Roma a lavorare, l’entroterra della Sicilia si è svuotato. Già, perché, restando a Màkari, in riva al mare, dove il turismo è fiorente, non ci si rende conto che proprio lungo la Magna Via ci sono paesi abbandonati, ormai abitati quasi solo da pensionati. Figli e nipoti sono tutti fuggiti per lavorare nelle grandi città del Nord e del Centro, e chi rimane si inventa di tutto (anche un recupero degli antichi mestieri per attrarre i pellegrini in cammino) pur di sopravvivere e non doversi ritrovare a chiudere il paese definitivamente e ad emigrare.
Inoltre, man mano che il cammino procede, si verificano due morti misteriose: uno strano incidente con il trattore capitato ad un piccolo imprenditore agricolo, conosciuto durante una serata al ristorante, e l’uccisione con arma da fuoco di un pastore che aveva offerto loro vino e formaggio.
Quale potrebbe essere il mistero che sta macchiando di sangue la Magna Via?
Penso che ormai chi mi segue da un po’ lo sappia: la serie di Saverio Lamanna ambientata a Màkari e nata dalla penna di Gaetano Savatteri è una delle mie preferite della Sellerio, e mi piace anche la fiction, per quanto solo la prima serie sia effettivamente fedele ai libri. Anche se purtroppo non sono mai stata negli splendidi luoghi che vengono qui descritti, ritrovarsi a Màkari anche solo col pensiero mi fa sentire un po’ a casa.
Così come sono “di casa” i mille e più pensieri di Saverio Lamanna, che, da buon letterato (io ne so qualcosa) non può fare a meno di vedere ogni evento della sua vita tramite un filtro di overthinking misto a citazioni letterarie; è “di casa” la divertente saggezza di Piccionello, un custode delle tradizioni in chiave comica; sono “di casa” il sole e il mare, che da sempre mi riportano la serenità, anche solo tra le pagine di un romanzo.
La Magna Via indaga il rapporto tra Saverio e il padre, sempre in qualche modo delicato, anche se possiamo dire senza paura che tra i due c’è accordo e tanto affetto. La madre di Saverio è morta proprio a Màkari, stroncata da un malore fatale proprio in quella casa dove il figlio, molti anni dopo, rimasto disoccupato, ha preso residenza.
Saverio, nel momento più difficile della sua vita, ha scelto di tornare lì, forse per stare vicino a sua madre dove ha vissuto per l’ultima volta, in quel weekend d’estate durante il quale si è trovata sola (perché il marito era in gita con la scuola ed il figlio a casa a studiare per gli esami universitari) e quindi non ha potuto chiedere aiuto in tempo. Il padre, invece, per anni ha evitato quella casa come la peste, ed ha lasciato che andasse “tutto a rotoli” (solo la cura di Piccionello ha evitato che la villetta di Màkari si trasformasse in un rudere abbandonato).
Tra padre e figlio, nonostante il rapporto sincero e spesso profondo, è rimasta una traccia di incomunicabilità: Saverio non riesce a parlare della morte della madre insieme al padre, ed il professore, dal canto suo, non può più mettere il figlio adulto di fronte ad alcune sue responsabilità, sia dal punto di vista del lavoro di romanziere che da quello sentimentale.
Questo romanzo riflette molto su questi temi. Come al solito non manca l’intreccio giallo, ma l’impressione, come talvolta mi è capitato anche con altri scrittori, è che non si tratti del cuore del libro, anzi, che l’autore scriva sì gialli, ma con l’intento di parlare di altro. In questo caso, per esempio, il mistero che Saverio svelerà gli farà scoprire i dubbi di un altro figlio confuso, che deve abbandonare le illusioni che si era fatto su suo padre e sulla sua famiglia in generale.
Mi piacerebbe che uscisse un altro volume della serie proprio in concomitanza dell’estate, per portarmelo in riva al mare, ma non credo sia possibile così a breve termine. Speriamo almeno che i mesi caldi ci portino la quarta stagione della fiction!
Il film del mese
Avevo in mente di parlarvi di questo film da un po’, ma non potevo che farlo in aprile, mese della Pasqua, in qualche modo mese dantesco, visto che la Commedia è ambientata proprio durante la Settimana Santa.
Dante ha inizio nel 1350, quando Giovanni Boccaccio, già illustre letterato, ha il compito di consegnare alla figlia del poeta dieci fiorini d’oro come ricompensa tardiva per “l’ingiustizia patita”. Ci si riferisce, ovviamente, all’esilio a cui Dante, guelfo bianco, è stato condannato dai neri. Il sommo poeta non è mai riuscito a tornare nella sua amata Firenze, e la sua tomba è rimasta a Ravenna.
Giovanni ha conosciuto Dante e ne è sempre stato un grande ammiratore. Così, prima di raggiungere la figlia del sommo poeta, considerato che il viaggio è lungo, egli decide di fare una sorta di pellegrinaggio in tutti i luoghi che sono stati importanti per Dante.
Attraverso le parole di Boccaccio, che si dimostra, una volta di più, abile narratore, scopriamo molto della vita di Dante: il suo primo incontro con Beatrice; la presenza delle “donne schermo” e il saluto che viene tolto al poeta, gettandolo nella disperazione; l’amicizia con Guido Cavalcanti, che morirà prima di lui, in modo violento ed imprevisto, facendolo sentire ancora più solo; il matrimonio della giovanissima Beatrice con messer Portinari e la malattia che la condurrà ad una morte prematura; il matrimonio di Dante stesso con Gemma Donati, un accordo combinato come tanti ce n’erano ai tempi; le guerre politiche tra bianchi e neri, l’ingresso in politica come priore, la caduta in disgrazia con la condanna all’esilio.
Una vita intensamente vissuta, che fornisce continuamente al poeta materiale d’ispirazione per le sue opere. Tutti pensano a Beatrice ed alla sua infelice fine, e parlano – giustamente – di lei come musa di Dante.
Ma questo film dimostra ripetutamente che non è stata solo Madonna Portinari ad ispirare il poeta. Le vicende più celebri dell’Inferno, per esempio, sono tratte da fatti di cronaca di cui Dante, anche nel film, si ritrova ad essere testimone. Tante liriche stilnoviste precedenti alla Commedia sono nate grazie allo stretto rapporto di amicizia che egli aveva con Guido Cavalcanti. La violenza che egli racconta descrivendo le punizioni per contrappasso della Commedia è quella in cui lui stesso era immerso, soprattutto durante gli anni di guerre intestine a Firenze: non erano certo tempi gentili.
In questo biopic Pupi Avati ci dimostra come, nel caso dei grandi artisti (anche se questa definizione per Dante è riduttiva: lui è davvero uno dei padri dell’umanità), storia personale e creazione letteraria si intreccino in modo indistinguibile.
Anche lo stesso Boccaccio, che come narratore è impeccabile, come persona ha le sue ombre, e trova il coraggio di affrontarle proprio ripensando a che grande esempio sia stato Dante per lui.
Un film intenso e talvolta non facile, ma di certo non riservato solamente agli “addetti ai lavori” della letteratura. Per me, da vedere!
La musica del mese
Pronti a proseguire il nostro viaggio in automobile con musica un po’ vintage? Dopo i mitici 883, Cesare Cremonini e Nek passiamo ad un altro autore che mi ha sempre accompagnato: Tiziano Ferro.
Per aprile, mese primaverile di promesse ed attesa della bella stagione, ho pensato ad uno dei miei brani preferiti (e più ottimisti) di questo amatissimo cantautore. Si intitola Già ti guarda Alice e potete ascoltarlo a questo link.
E parlerà il destino e ciò che dice
è che da poco già ti guarda Alice
e forse ti dirà ciò che non sai ancora
e quello che non sa lo imparerà da ora…
E forse non sarà come credevi
perché sarà anche meglio di ciò che speravi
Nessuno è solo finché di notte
anche lontano ha chi non dorme
per pensare a lui
e penserai a lei ancora
rimani e pensa a questa notte
a quelle cose dette e fatte
a tutto il tempo ancora senza rimpianti
che avrai davanti insieme a lei…
La poesia del mese
Per questo mese ho pensato a Filastrocca di primavera di Gianni Rodari.
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
Le foto del mese
Il primo weekend di aprile è stato all’insegna di quelle attività culturali che tanto mi piacciono. Uno dei due giorni sono riuscita a tornare a Milano: era tanto tempo che desideravo perdermi nuovamente nella città, e, visto che da qualche anno lavoro in provincia, ormai capita più raramente di quanto vorrei, soprattutto in inverno.
Ho visitato la mostra a Palazzo Reale sull’Art Déco (molto bella, sicuramente sarà protagonista di un post a maggio), ho visto un’installazione contemporanea nella Sala delle Cariatidi e ho girato un po’ per negozi!
Sempre in quel weekend c’è stata anche l’occasione di trascorrere un bellissimo pomeriggio cernuschese, grazie all’iniziativa “Un the con Jane Austen”! Il ritrovo per noi partecipanti era al Parco Uboldo di Cernusco sul Naviglio, tutti vestiti con qualcosa di bianco (io avevo semplicemente un cardigan panna e pantaloni bianchi, ma ci sono persone che si sono presentate vestite in stile regency). Per quasi due ore siamo stati in compagnia di bravissimi attori che ci hanno proposto delle letture animate tratte dalle opere di Jane Austen, ci hanno insegnato come danzare sulle note di un minuetto d’epoca ed infine ci hanno offerto un the!
La primavera è la stagione delle fragole! La mia colazione del weekend in questo periodo sono stati i pancake (non fatti da me, lo ammetto…) con miele e fragole a pezzetti…
Sabato 12 aprile sono andata alla biblioteca di Vignate per un incontro con l’autrice Amalia Frontali, una scrittrice dell’universo self di cui vi ho parlato più volte su questi schermi. È stato bellissimo poterla finalmente conoscere e portare a casa una copia di Maria – Nata per la libertà!
La sera di martedì 15 invece ho accompagnato i miei genitori alla Libreria Tarantola di Sesto per un firmacopie con Piergiorgio Pulixi, uno dei giallisti preferiti di famiglia! Eccoci tutti e tre insieme a lui!
Dal 17 al 26 ho passato le lunghe vacanze pasquali nella casetta di Varazze, ed il tempo è stato molto più bello del previsto…
...al punto che c’è stata occasione di trascorrere le prime giornate in spiaggia del 2025!
Un gran bel viaggio questo aprile! Sono stata proprio contenta, e spero sia stato un buon mese anche per voi. Fatemi sapere!
L’agenda di maggio, tra doveri e piaceri, si presenta già pienissima… giorno per giorno, vi aggiornerò come mio solito!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo in maggio :-)
Non so cosa siano i Pancake, ma le fragole sempre deliziose ;)
RispondiEliminaE il film un po' troppo "letterato" per i miei gusti.
Ciao Pietro! I pancake sono come delle focaccine dolci su cui puoi mettere miele, frutta, marmellata, Nutella... puoi anche mangiarli con la colazione salata, se ti piace!
EliminaQuanto al film, giusto avere gusti diversi :-)
Un mese ricco di cultura, viaggi e tante belle e buone cose. Ciao Silvia.
RispondiEliminasinforosa