Dopo "Figlie di una nuova era", gli altri due romanzi della serie
Cari lettori,
bentrovati! Come state?
Per me… oggi è durissima! Ma sapevamo che sarebbe giunto questo momento…
Teniamoci stretti i ricordi del periodo festivo appena concluso e cerchiamo di tirarci su tornando alla nostra routine anche con il blog! Per la nostra rubrica “Letture… per autori”, come promesso, oggi riesco finalmente a concludere la recensione della trilogia di Carmen Korn.
Avevo inserito Figlie di una nuova era nei preferiti di ottobre e subito dopo avevo letto sia È tempo di ricominciare che Aria di novità, ma non ero ancora riuscita a parlarvene, perché prima c’erano stati un po’ di post imprevisti in novembre (soprattutto mostre che avevo visitato), e poi il solito programma prefestivo/festivo del blog. Credo che le recensioni di questo periodo invernale saranno soprattutto degli arretrati delle settimane precedenti, ma poco male, soprattutto se sono valide.
In particolare, vi avevo già detto che la trilogia di Carmen Korn rientrava tra le mie letture preferite del 2023, e che un’idea per il 2024 potrebbe essere leggere la sua seconda serie (per ora ferma a due romanzi su tre, che io sappia).
Oggi ve la racconto un po’ più nel dettaglio!
È tempo di ricominciare
Il romanzo riparte esattamente dov’era finito Figlie di una nuova era, nel 1949. Forse il peggio è alle spalle per la Germania: Hitler è caduto, la Seconda Guerra Mondiale è finita, è il momento di ricostruire luoghi e vite.
La nazione, però, è tra le macerie e la fame, ed Amburgo non fa eccezione. Henny, una delle quattro protagoniste, ha ripreso la sua vita da infermiera alla clinica, che ha più bisogno che mai di personale qualificato, e si è definitivamente allontanata dall’ex marito Ernst, che simpatizzava fin troppo per il regime nazista. Ha accettato di sposare il medico Theo, l’uomo che sotto sotto aveva sempre amato e dal quale era stata divisa per via di tante circostanze avverse, ed è riuscita a salvare i suoi figli dalla guerra.
L’unica sua grande preoccupazione è non sapere dove sia Käthe, la collega ed amica che per lei è come una sorella. Le è sembrato di vederla su un pullman un giorno: poi, però, ne ha perso le tracce.
Quello che non sa è che Ernst, appena prima dello scoppio della guerra, aveva denunciato il marito di Käthe, Rudi, come oppositore politico comunista. Ora Rudi è prigioniero in un campo sugli Urali, la moglie non ha sue notizie da tempo e si è rifugiata in una baracca, vivendo di espedienti e della carità dei vicini. Ella ha paura di contattare Henny, perché teme che sia stata lei la delatrice, e non vuole avere più niente a che fare con l’amica che l’ha delusa; non sa che la donna ignora il gesto meschino dell’ex marito.
Anche per le altre due componenti del quartetto protagonista la vita è cambiata, e di molto.
La non più ricca Ida è riuscita a separarsi piuttosto civilmente dall’ex marito banchiere, che aveva sposato solo per aiutare la famiglia, ed ora può coronare il suo sogno d’amore con Tian, l’uomo d’origine orientale che ama fin da quando era ragazza. Il sogno, però, si rivela dalle tinte un po’ troppo modeste per una donna abituata allo sfarzo, così, invece che fare due cuori e una capanna, gli sposini decidono di stabilirsi da Guste, una donna anziana ma forte che era stata la compagna del padre di Ida e che gestisce una sorta di albergo/comune in cui arrivano persone in difficoltà.
Un giorno, in particolare, alla porta di Guste bussa Alex, uno studente di musica che è scappato in America per tutto il tempo della guerra, ha perduto la sua famiglia ed ora, convinto di avere poco da vivere per una malattia degenerativa, è tornato in Germania per morire accanto ai suoi cari. Ida, che nonostante l’amore per Tian ama molto il flirt, non perde l’occasione di farsi notare dal giovane bello e di talento, ma nel cuore di Alex ci sarà ben presto un’altra persona: Klaus, il secondo figlio di Henny.
Quanto a Lina, gli anni di indottrinamento nazista fin dentro alla scuola le hanno fatto perdere qualsiasi passione per l’insegnamento. Con grande dispiacere, ma anche voglia di reinventarsi, ella decide di aprire una libreria con la compagna Louise. Il negozio delle due donne, esattamente come la pensione di Guste, diventerà un luogo di ritrovo per persone che vengono da un passato lontano o che faticano a costruirsi un futuro.
È tempo di ricominciare, esattamente come Figlie di una nuova era, racconta un pezzo di storia del Novecento della Germania attraverso un coro multiforme di voci dell’epoca, dagli appartenenti alla classe lavoratrice al personale sanitario, dal mondo dell’arte e della cultura a quello politico, dalle classi sociali più agiate che assistono alla fine del loro mondo a quelle più umili in cerca di nuove opportunità.
Se il primo romanzo della trilogia di Carmen Korn racconta gli anni tra 1919 e 1949, e quindi la Germania del Kaiser, il primo Dopoguerra, la crisi che porta all’elezione di Hitler, il nazismo e la Seconda Guerra Mondiale, questo secondo racconta gli anni Cinquanta e Sessanta, un ventennio in cui tutto cambia.
Scoppia la pace in Europa, e con essa una progressiva unione del mondo occidentale. Pagina dopo pagina, vediamo i protagonisti superare le grosse ferite che erano state inferte alla fine del primo libro: persone divise si ritrovano, i lutti si superano, ci sono nuove nascite, e poi tanti posti nuovi da visitare, carriere che prima non si potevano nemmeno immaginare, il boom economico, il benessere.
Ci sono ancora tanti momenti di paura e di angoscia: le tensioni tra Stati Uniti e URSS, la corsa agli armamenti, il delitto Kennedy, la costruzione del muro di Berlino. E poi moltissime novità, dai canali radio con dei programmi fissi – la nuova carriera di Alex – alla nascita della tv, dalla possibilità di fare carriera nella moda – la fortuna di Ida e sua figlia – al moltiplicarsi del mercato editoriale – di cui profitteranno Lina e Louise, e tanto altro ancora.
Il mondo cambia completamente, e, almeno in questo romanzo (nel prossimo non sarà sempre così), i protagonisti, affamati di vita e di novità, vanno incontro a questo stravolgimento con energia ed entusiasmo.
Oltre che alle quattro protagoniste, grande spazio viene dedicato anche ad Alex e Klaus, coppia stabile in anni in cui gli artisti omosessuali vivevano ancora sotto copertura, ed al padre biologico di Rudi, un italiano che farà il possibile per ritrovare il figlio perduto.
L’ultima parte del romanzo segue la crescita di quelle che saranno le protagoniste principali del prossimo libro: le figlie e le nipoti del quartetto…
Aria di novità
Il romanzo ha inizio nel 1970. Henny, nata nel Novecento, ha lasciato la clinica – che nel frattempo è cambiata molto, decretando la fine di un’epoca – e occasionalmente dà ancora una mano nello studio ginecologico privato che hanno aperto Theo, il marito che non vuole saperne di smettere di lavorare, e la figlia che ha avuto dal primo marito, Marike, ormai medico a sua volta. Käthe ed il suo Rudi si sono ritrovati, hanno realizzato il loro desiderio di diventare genitori grazie all’adozione, e potrebbero occuparsi solo della pensione, ma qualche preoccupazione li consuma. Ida ha concluso i suoi ultimi anni di lavoro nel mondo della moda quando si è resa conto che l’astro nascente della figlia è diventato una stella brillante che non ha più bisogno della madre. Lina e Louise stanno progressivamente lasciando la libreria ai loro ottimi collaboratori, e se la prima delle due è serena, la seconda è sempre più agitata all’idea di invecchiare.
Mentre le quattro protagoniste, sempre unite nonostante le tempeste della vita, affrontano una nuova fase delle loro esistenze, una giovane generazione si appresta a creare un nuovo gruppo di amiche.
Katja, figlia di Marike e nipote di Henny, ha studiato da fotografa e per anni, insieme al suo primo fidanzato, insegue il sogno di fare la reporter di guerra. Il desiderio si realizza grazie al suo duro lavoro, ma ben presto ella si rende conto di essere più coinvolta e preoccupata da quello che sta accadendo alla sua nazione, anche perché si innamora di un ragazzo della Berlino Est. Non solo il legame tra i due è proibitissimo e la fuga impossibile, ma l’uomo è anche vincolato dal fratello epilettico, che non può lasciare solo.
Florentine, figlia di Ida e Tian, è una fotomodella di grido abituata a girare il mondo, con Parigi come seconda casa. Da tempo è fidanzata con Robert, un collega di Alex e Klaus, che non vede l’ora di mettere su famiglia con lei. Florentine ha sempre preferito la carriera, ma quando rimane incinta in modo inaspettato decide di riconsiderare le priorità della sua vita, anche perché c’è un segreto che la tormenta: il bambino potrebbe non essere di Robert.
Infine Ruth, la figlia adottiva di Käthe e Rudi, come i genitori ha una grande passione politica, ma l’estremismo rischia di metterla nei guai. Ella lavora come giornalista, ma ben presto abbandona i quotidiani generalisti a favore di giornali e riviste schierate con l’estremismo di sinistra, e soprattutto non riesce a liberarsi dalla relazione violenta con un uomo pericoloso.
Aria di novità racconta una nuova generazione di donne, mentre quella vecchia si sta spegnendo. Devo dire che sono stata contenta di trovare un romanzo in cui si raccontano così a lungo e nel dettaglio le tante fasi della vecchiaia, un’età che talvolta si tende ad evitare come se non esistesse, ed i differenti modi di viverla.
Lina sarebbe abbastanza serena, se non fosse tormentata dalle insicurezze di Louise, che insegue l’eterna giovinezza e scarica le sue angosce su di lei. Ida, che fino ai settant’anni ha conservato qualche atteggiamento da bambina viziata e ha sempre fatto in modo che qualcuno l’aiutasse o addirittura provvedesse per lei, ha un ultimo grande slancio di maturità, quando si rende conto che Tian non sta bene, che Florentine la renderà nonna, che insomma è il momento di crescere. Käthe, a differenza di Rudi, che ha ritrovato una grande gioia nella paternità, si è piuttosto inasprita, e solo l’amica del cuore riesce ancora a comprenderla. In definitiva, quella che più si è adattata ai cambiamenti del secolo ed alle diverse età della vita è Henny, che conserva un cuore da ragazzina. Mi piace pensare che l'autrice veda in lei una metafora della Germania, o magari dell'Europa, nel XX secolo, che ha indossato molte vesti e vissuto molte fasi, ma si è sempre reinventata.
Quanto alle giovani, le vicende che attraversano sono sicuramente meno gravi, dal punto di vista storico, di quelle che hanno dovuto affrontare le madri o nonne, però sono comunque complesse, parte di un tempo che cambia in modo sempre più veloce.
Anche lo sfondo storico, specie nella seconda metà del romanzo, accelera sempre più: la guerra in Vietnam e il terrorismo cedono presto il posto agli anni Ottanta ed alla caduta del muro, e poi arrivano gli anni Novanta, i computer, il millennium bug.
Non vi nego che gli ultimi capitoli sono difficili da leggere perché sì, non tutti i nostri protagonisti riescono ad arrivare a cent’anni ed a vedere le soglie del Duemila. Le ultime pagine sono un lungo commiato a personaggi che ci hanno fatto emozionare in tutti i modi, e per più di 1500 pagine.
È stato un viaggio stupendo… e per me ne è valsa proprio la pena.
E così dobbiamo salutare Henny e le sue amiche!
Mi è dispiaciuto un po’, però, considerando che ho recuperato questa serie così amata con un discreto ritardo, va bene così.
Voi che ne dite? L’avete letta? Vi è piaciuta? Che ne pensate?
Fatemi sapere i vostri pareri!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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