giovedì 3 giugno 2021

L'ESTATE DI BAUDELAIRE E RIMBAUD

Summer Countdown #1




...mancano 18 giorni all'inizio dell'estate!


Cari lettori,

bentrovati! Come vi avevo promesso nello scorso post, dedicato ai preferiti di maggio, inauguriamo giugno con una novità. 

Molti di voi conosceranno i miei “Christmas Countdown”, i post in attesa del Natale che pubblico a Dicembre da ormai qualche anno. Quest’anno, sarà che giugno è da sempre un mese di “fine percorso” per tante persone (soprattutto per chi, come me, ha lavorato soprattutto nella scuola), sarà che dopo mesi e mesi di restrizioni iniziamo a vedere finalmente un po’ di luce, sarà che amo questo periodo dell’anno e quando si tratta di attesa dell’estate divento come una bambina… in breve, ho pensato di proporvi una versione estiva di questo conteggio, un “Summer countdown”! 

Da oggi al 21 giugno vi accompagnerò con una serie di post, tra poesie, letture, booktag, consigli per le vacanze ed altro ancora. Come già vi accennavo lunedì, questo progetto è una sorta di esperimento, ma dopo tutto un anno con le nostre consuete rubriche sentivo il bisogno di un po’ di leggerezza e di sognare l’estate.


Il post di oggi, in realtà, è forse il più impegnativo del progetto, perché ho pensato di farvi entrare in argomento con due autori della letteratura francese da me molto amati: Charles Baudelaire ed Arthur Rimbaud. I due non sono nuovi su questi schermi: tempo fa vi ho parlato de "I fiori del male" e delle varie opere del “poeta maledetto”, e, in tempi più recenti, ho dedicato una serie di post ai "Piccoli poemi in prosa".


In questi giorni, però, ho riaperto le edizioni delle loro opere, che conservo sempre con tanta cura, e mi sono divertita ad immaginare come i due poeti vedano l’estate. Vi avverto: i due, di norma, non sono troppo ottimisti, quindi non sarà tutto sole, cuore, amore e vacanze da sogno. Ciò nonostante, ho trovato dei componimenti che mi sembrano davvero perfetti per la stagione che ci apprestiamo a vivere, e li condivido con voi più che volentieri!



Elevazione, Baudelaire


(Dipinto: Estate, Claude Monet)


Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,

delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,

oltre il sole e l’etere,

al di là dei confini delle sfere stellate,


spirito mio, tu ti muovi con agilità,

e, come un bravo nuotatore che si crogiola sulle onde,

spartisci gaiamente le profonde immensità

con maschio, indicibile piacere.


Fuggi ben lontano da questi miasmi pestiferi,

va’ a purificarti nell’aria superiore,

e bevi, come un liquido puro e divino,

il fuoco chiaro che riempie gli spazi limpidi.


Felice chi, lasciatisi alle spalle gli affanni ed i vasti dolori

che pesano con il loro carico sulla nebbiosa esistenza,

può con ala vigorosa

slanciarsi verso campi luminosi e sereni;


colui i cui pensieri, come delle allodole,

saettano liberamente verso il cielo del mattino;

colui che vola sulla vita e comprende senza sforzo

il linguaggio dei fiori e delle cose mute!



Sensazione, Rimbaud


(Dipinto: Campo di grano con cipressi, Vincent Van Gogh)


Nelle sere blu d’estate, andrò per le strade,

stuzzicato dalle spighe di grano, per il battistrada d’erba minuta:

sognatore, non sentirò il freddo ai miei piedi.

Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.


Non parlerò affatto, non penserò a niente:

ma l’amore, infine, mi salirà nell’anima,

e andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro

in mezzo alla natura – felice come con una donna.



Corrispondenze, Baudelaire


(Dipinto: Il bosco di betulle, Gustav Klimt)


La Natura è un tempio dove pilastri viventi

lasciano sfuggire a tratti curiose parole;

l’uomo vi attraversa foreste di simboli,

che l’osservano con sguardi familiari.


Come lunghi echi che da lungi si confondono

in una tenebrosa e profonda unità,

vasta come la notte e il chiarore del giorno,

profumi, colori e suoni si rispondono.


Vi sono profumi freschi come carni di bimbo,

dolci come oboi, verdi come prati,

- altri, corrotti, ricchi e trionfanti,


che posseggono il respiro delle cose infinite,

come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso;

e cantano i moti dell’anima e dei sensi.



Romanzo


(Dipinto: Moulin De la Galette, Pablo Picasso)


Link al mio racconto ispirato a questa poesia


Non si è seri, quando si hanno 17 anni.

- Una bella sera, pieno di boccali e limonata,

di caffè chiassosi dai lampadari scintillanti!

- Si va sotto i tigli della passeggiata.


I tigli ci sentono bene durante le belle sere di giugno!

L’aria a volte è così dolce, che si ferma la palpebra;

il vento carico di rumori – la città non è lontana, -

ha dei profumi di vigna e dei profumi di birra…


[…]


Voi siete innamorato. Impegnato fino al mese di agosto.

Voi siete innamorato. - I vostri sonetti la fanno ridere.

Tutti i vostri amici se ne vanno, voi avete cattivo gusto.

- Poi l’adorata, una sera, s’è degnata di scrivervi!


- Quella sera là… - Voi rientrate nei caffè scintillanti,

domandate dei boccali o della limonata…

- Non si è seri, quando si hanno 17 anni

e ci sono dei tigli verdi sulla passeggiata.



La vita anteriore, Baudelaire


(Dipinto: Mata Mua, Paul Gauguin)


Ho a lungo abitato sotto ampi portici

che i soli marini tingevano di mille fuochi

e che grandi, dritti e maestosi pilastri

rendevano simili, la sera, a grotte di basalto.


I marosi, facendo rotolare le immagini dei cieli,

mischiavano in maniera solenne e mistica

i possenti accordi della loro ricca musica

ai colori del tramonto riflessi nei miei occhi.


È la che ho vissuto in calma voluttà,

nell’azzurro, fra onde, splendori

e servitori nudi che, impregnati di profumo,


mi rinfrescavano la fronte agitando palme.

Il loro unico scopo era rendere più profondo

il segreto doloroso in cui languivo.



Testa di Fauno, Rimbaud


(Dipinto: Un Fauno mentre suona il flauto, di Pàl Szinyei Merse)


Nel fogliame, scrigno verde screziato d’oro,

nel fogliame incerto e fiorito

di fiori splendidi dove il bacio dorme,

vivo, mentre fa scoppiare lo squisito ricamo,


un fauno sconvolto mostra i suoi due occhi

e morde i fiori rossi con i suoi denti bianchi.

Brunito e sanguinante come un vino vecchio,

le sue labbra scoppiano in risa sotto le fronde.


E quando è fuggito – come uno scoiattolo -

il suo riso fa tremare ancora ogni fogliame

e si può scorgere, spaurito da un uccello,

il Bacio d’Oro del bosco che si raccoglie.



La capigliatura, Baudelaire


(Dipinto: Donna che cammina nella foresta, Henri Rousseau)


O chioma che ti svolgi fin sopra al collo!

O boccoli! O profumo carico d’indolenza!

Estasi! Per popolare stasera l’alcova oscura

dei ricordi dormienti in questa capigliatura,

io voglio sventolarla nell’aria come un fazzoletto!


L’Asia languida e l’ardente Africa,

tutto un mondo lontano, assente, quasi defunto,

vive nelle tue profondità, o foresta aromatica!

Come altri spiriti navigano sulla musica,

il mio, amor mio, naviga nel tuo profumo.


Andrò laggiù, dove l’uomo e l’albero, pieni di linfa,

godono a lungo dell’ardore del clima;

o forti trecce, siate l’onda che mi porta via!

Tu contieni, mare d’ebano, un abbondante sogno

di vele, di vogatori, di alberi e stendardi:


un porto risonante in cui la mia anima può abbeverarsi,

a grandi sorsate di profumo, di suono e di colore;

in cui vascelli, scivolando nell’oro e nel marezzo,

aprono le loro vaste braccia per stringere la gloria

di un cielo puro in cui freme l’eterno calore.


Tufferò il mio corpo ebbro e innamorato

in questo nero oceano che l’altro racchiude,

e il mio spirito sottile, accarezzato dal rollio,

saprà ritrovarsi, o feconda pigrizia,

infiniti ondeggiamenti dell’ozio profumato!


Capelli blu, padiglione di tenebre distese,

voi mi ridonate l’azzurro del cielo immenso e ricurvo;

sui bordi vellutati delle vostre ciocche ritorte,

m’inebrio con ardore dei sentori mischiati

d’olio di cocco, di muschio e di catrame.


A lungo, sempre, la mia mano seminerà,

nella tua capigliatura greve, il rubino, la perla e lo zaffiro,

così che tu non sia mai sorda al mio desiderio!

Non sei l’oasi che sogno, e la fiasca

in cui, a lunghi sorsi, bevo il vino del ricordo?



Le sere d’estate, Rimbaud


(Dipinto: Sera d’estate nordica, Sven Richard Berg)


Le sere d’estate, sotto l’occhio ardente delle vetrine,

quando la linfa freme sotto grate oscure

irradiando ai piedi gracili castani,

fuori da questi gruppi neri, allegri e caserecci,

fumatori di pipe o baciatori di sigari,

nel chiosco di semi-pietra stretto dove mi perdo,

- mentre in alto rosseggia un annuncio d’Ibléd ,

- penso che l’inverno ghiaccerà il Tibet

d’acqua pulita che gorgoglia, placando l’onda umana,

- e che l’aspro vento non risparmia alcuna vela.



Il balcone, Baudelaire


(Dipinto: La terrazza di Sainte Adresse, Claude Monet)


O madre dei ricordi, amante delle amanti,

o tu che assommi tutti i miei piaceri, tutti i miei doveri!

Ricorderai la bellezza delle carezze,

la dolcezza del focolare, l’incanto delle sere,

madre dei ricordi, amante delle amanti?


Le sere illuminate dall’ardore dei tizzoni

e le sere al balcone, velate da vapori rosa.

Come il tuo seno m’era dolce, il tuo cuore fraterno!

Noi abbiamo pronunciato spesso imperiture parole,

le sere illuminate dall’ardore dei tizzoni.


Come sono belli i soli nelle calde sere,

come lo spazio è profondo, il cuore possente!

Curvandomi su di te, regina tra tutte le adorate,

credevo di respirare il profumo del tuo sangue.

Come sono belli i soli nelle calde sere! […]



Pensiero buono del mattino, Rimbaud


(Dipinto: La mietitura, Bruegel Il vecchio)


Alle quattro del mattino, d’estate,

il sogno d’amore dura ancora.

Sotto i boschetti l’alba svapora

l’odore della sera di festa.


Ma laggiù nell’immenso cantiere

verso il sole delle Esperidi,

in maniche di camicia i carpentieri

sono già in movimento.


Nel loro deserto di muschio, tranquilli,

preparano i pannelli preziosi

dove la ricchezza della città

riderà sotto falsi cieli.


Ah! Per questi operai affascinanti

sudditi di un re di Babilonia,

Venere! Lascia un po’ gli Amanti,

dall’anima fatta corona.


O Regina dei Pastori!

Porta ai lavoratori l’acquavite

perché si plachino le loro forze

in attesa del bagno in mare, a mezzogiorno.



Moesta et errabunda, Baudelaire


(Dipinto: Estate, Alfonse Mucha)


Dimmi, talvolta il tuo cuore fugge via, Agata,

lontano dal nero oceano dell’immonda città,

verso un oceano diverso, splendente di luce,

azzurro, chiaro, profondo come la verginità?

Dimmi, talvolta il tuo cuore fugge via, Agata?


Il mare, il vasto mare consola le nostre fatiche!

Quale demonio ha dotato il mare – dal rauco canto

che accompagna l’organo immenso dei venti rimbombanti -

di questa capacità sublime di addormentarci?

Il mare, il vasto mare consola le nostre fatiche!


Portami via, vagone, e tu rapiscimi, o nave!

Lontano! Lontano! Qui il fango è impastato delle nostre lacrime!

È vero che qualche volta il triste cuore di Agata dice:

Via dai rimorsi, dai delitti, dalle sofferenze,

portami via, vagone, e tu rapiscimi, o nave”?


Come mi sei lontano, Paradiso profumato,

dove sotto un chiaro cielo tutto è amore e gioia,

e tutto ciò che si ama è degno di essere amato,

e nella pura voluttà il cuore si sprofonda!

Come mi sei lontano, Paradiso profumato!


Ma il verde Paradiso degli amori infantili,

le corse, le canzoni, i baci, i mazzetti,

i violini vibranti dietro le colline,

con le brocche di vino, la sera, nei boschi

- ma il verde Paradiso degli amori infantili,


l’innocente Paradiso, pieno di amori furtivi,

è già forse più lontano dell’India e della Cina?

Si potrà ricordarlo con grida lamentose,

e rianimarlo con una voce argentina,

l’innocente Paradiso, pieno di piaceri furtivi?



Frasi, Rimbaud


(Dipinto: Bagnanti ad Asnières, George Seurat)


Una mattinata coperta, a luglio. Un gusto di cedri

vola nell’aria; - un odore di legno trasuda nel focolare -

i fiori bagnati – il saccheggio delle passeggiate -

la pioggerella dei canali per i campi -

perché non i giochi e l’incenso?



La musica, Baudelaire


(Dipinto: Soir bleu, Edward Hopper)


Spesso la musica mi porta via come fa il mare!

Sotto una volta di bruma o in un vasto etere

metto la vela verso la mia pallida stella;


petto in avanti e polmoni gonfi come vela,

scalo la cresta dei flutti accavallati

che la notte mi nasconde;


sento vibrare in me tutte le passioni

di un vascello che soffre;

il vento gagliardo, la tempesta e i suoi moti convulsi


sull’immenso abisso mi cullano.

Altre volte, piatta bonaccia,

grande specchio della mia disperazione!



Alba, Rimbaud

(Dipinto: Didone costruisce Cartagine, di William Turner)


Ho abbracciato l’alba d’estate.


Niente si muoveva ancora nel fronte dei palazzi. L’acqua era morta. I campi d’ombra non lasciavano la strada dei boschi. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.


La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi chiarori, un fiore che mi disse il suo nome. Risi alla cascata bionda che si svincolò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.


Allora alzai ad uno ad uno i veli. Nel sentiero, agitando le braccia. Per la piana, dove l’ho denunciata al gallo. Nella città fuggiva tra i campanili e i duomi, e, correndo come un mendicante sui sagrati di marmo, la cacciavo.


In cima alla strada, vicino a un bosco di alloro, l’ho attorniata coi suoi veli ammassati, e ho sentito un po’ il suo immenso corpo. L’alba e il bambino caddero giù dal bosco.

Al risveglio era mezzodì.



Il sole, Baudelaire


(Dipinto: La mietitura in Provenza, Vincent Van Gogh)


Lungo il vecchio sobborgo, ove le persiane pendono

dalle catapecchie, rifugio di segrete lussurie,

quando il sole crudele batte a raggi raddoppiati

sulle città e i campi, sui tetti e le messi,

io mi esercito tutto solo alla mia fantastica scherma,

annusando dovunque gli imprevisti della rima,

inciampando nelle parole come nel selciato,,

urtando qualche volta in versi a lungo sognati.


Questo padre fecondo, nemico di clorosi,

sveglia nei campi i vermi e le rose,

fa svaporare gli affanni verso il cielo,

immagazzina miele nei cervelli e negli alveari.

È lui a ringiovanire coloro che vanno con le grucce

e a renderli allegri, dolci come i fanciulli,

lui a ordinare alle messi di crescere e maturare

entro il cuore immortale che vuol sempre fiorire!


Quando, simile a un poeta, egli scende nelle città,

nobilita le cose più vili

e si introduce da re senza rumore, senza paggi,

entro tutti gli ospedali e tutti i palazzi.



Che ne dite di questo primo assaggio d'estate in poesia? 

Fatemi sapere quali componimenti avete preferito, chi tra i due autori vi ho affascinato di più, che cosa ne pensate della mia idea di un piccolo progetto estivo. 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

8 commenti :

  1. Ciao Silvia come stai?
    Io ti dico subito la verità: ho drizzato le orecchie subito quando ho letto il nome di Rimbaud.
    Te lo dico sinceramente, lo conosco perché è uno dei poeti assieme a Lautréamont più amati da un blogger che seguo .
    Il quale ha scritto un romanzo , il suo primo, di cui ho scritto una recensione pubblicata da poco su un blog di cinema.
    Questo giro di parole per dirti che mi farebbe piacere linkarti il post perché in questo romanzo il mio amico blogger parla spesso di Rimbaud e di altre sue passioni giovanili..ma mi pare brutto approfittar di questo tuo post per farti conoscere il suo libro e lui oltre alla mia “meravigliosa recensione “.
    Okay l’intento era quello ma poi ho letto tutto il tuo bel post e ne son rimasto davvero affascinato.
    L’associazione delle poesie ai dipinti è veramente azzeccata.
    Li conosco poco entrambi ma evidentemente qualcosina di più so di Rimbaud.
    E la mia preferenza va a lui.
    Anche se pure Baudelaire non scherza.
    In queste tue scelte ..parlo per Rimbaud soprattutto l’ho trovato meno poeta maledetto.
    Il poeta dalle suole di vento è in questi componimenti più “ leggiadro” , sarà per l’amore o per l’estate.
    Complimenti ancora e ho letto pure il tuo romanzo associato alla poesia Romanzo ma il commento te lo lascio di la.
    Ciao

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    1. Ciao Max! Io sto bene grazie e tu? Se vuoi linkarmi l'articolo di cui parli per me va bene, do un'occhiata volentieri. Sì, ho scelto le poesie meno "maledette" di Rimbaud, di fatto... soprattutto perché quelle più provocatrici hanno dei passaggi davvero complessi e vorrei che in generale questo progetto avesse un tono abbastanza leggero 🤗🤗

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    2. Grazie mille ti scrivo il link allora:

      http://ilbuioinsala.blogspot.com/2021/05/recensione-del-libro-di-ivano-landi.html?m=1

      Mi farà piacere se leggerai la mia umilissima “recensione”.
      Buona giornata🤗

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Hai scelto due poeti che adoro. Mi ci ritrovo nelle loro poesie, soprattutto in quelle di Baudelaire. Sento mie le sue poesie, le sue corrispondenze, le sue sinenstesie. Un abbraccio

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    1. Ciao! Sono felice che il post ti sia piaciuto. Anche io mi ritrovo molto in Baudelaire. Con Rimbaud dipende, talvolta è più criptico... altre, invece, sembra leggerti dentro. Ricambio l'abbraccio!

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  4. wow, un bel progetto che sono certa sarà ricco di stimoli interessanti!
    "Le sere d'estate" di rimbaud è forse la mia preferita, per quanto ogni poesia sia meritevole; tra i dipinti - tutti belli! - mi piacciono soprattutto quello di Berg e Monet (che adoro).

    Buona domenica, cara!

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    1. Ciao Angela! Spero proprio che questo progetto vi piacerà :-) "Le sere d'estate" è molto suggestiva, quasi naturalistica, direi! Buona domenica anche a te!

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