Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
eccoci arrivati alla fine del mese di giugno!
Dopo un aprile ed un maggio piuttosto intensi, soprattutto dal punto di vista lavorativo ma non solo, giugno mi ha concesso di rallentare un po’ i ritmi e soprattutto di rivedere il mio amato mare, che, dopo l’anno di difficoltà che noi tutti abbiamo vissuto, mi era decisamente mancato.
Oggi, come nostro solito, ricapitoliamo insieme tutto quello che mi è piaciuto nelle ultime settimane, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!
Il libro del mese
Come spesso mi è capitato nei mesi più caldi dell’anno, oggi vi consiglio una raccolta di racconti, tascabile e leggibile a poco a poco, da portare sotto l’ombrellone o ovunque voi abbiate intenzione di andare in vacanza.
Si tratta di una delle tante raccolte della Sellerio, Cinquanta in blu, realizzata in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Casa Editrice. Autori sono otto giallisti molto amati dai lettori, che hanno scelto di omaggiare, tramite un racconto, un classico della letteratura o della narrativa edito da Sellerio.
Marco Malvaldi ci fa re-incontrare il barrista Massimo Viviani, la sua fidanzata commissario Alice Martelli ed i vecchietti del BarLume, alle prese con l’inspiegabile suicidio di un professore che, nel suo lavoro, coniugava la pratica forense ad una sorta di “matematica del linguaggio”. Le abilità scientifiche del Viviani saranno, come già accaduto in altre opere di Malvaldi, la chiave per risolvere il mistero.
Santo Piazzese ci porta nella sua Palermo con il professor La Marca ed un regalo arrivato da un passato lontano: un libro fatto recapitare dalla figlia di un “contrabbandiere onesto”, che ha sempre voluto esercitare a modo suo quell’insolita professione. La ricerca del mittente e del perché di quell’inaspettato dono sarà una sorta di caccia al tesoro.
Francesco Recami ci presenta un Amedeo Consonni in un tempo diverso rispetto al quale noi lettori lo abbiamo conosciuto: non ancora in pensione, tappezziere nel pieno della sua attività, felicemente sposato con Luigina ed in procinto di spendere (troppo) per il matrimonio della figlia Caterina. Questo racconto è “la storia che non racconterà mai”, uno dei tanti guai in cui notoriamente egli si caccia perché non sa mai farsi gli affari propri e, non appena qualcosa non va, si agita saltando immediatamente alle conclusioni.
Gaetano Savatteri ci fa sognare brevemente con i dintorni di Màkari, ma poi trasporta Saverio Lamanna, il suo fedele assistente Peppe Piccionello e la fidanzata Suleima nel cuore del Salone del Libro di Torino, una fiera che, per molti motivi, è croce e delizia di tutti gli appassionati di lettura. Lì un cold case ed un’accusa di plagio stuzzicheranno la curiosità del giornalista.
Giampaolo Simi scrive una bellissima e dura storia di terrorismo fatta di vecchi regali ritrovati sulle bancarelle dell’usato ed amici ritrovati e nuovamente perduti. Sullo sfondo c’è la scottante questione dei barconi di migranti, considerati “invasori” dagli esponenti dei partiti politici più conservatori.
Gian Mauro Costa ci racconta nuovamente le storie di Angela Mazzola, giovane e determinata poliziotta palermitana. In questo episodio, ella reincontra una sua amica d’infanzia, la cui madre, una donna indigente costretta dalle circostanze a fare la prostituta, era stata uccisa barbaramente quando entrambe erano bambine. Grazie ad una lettura scovata in una biblioteca di periferia, Angela riuscirà a far luce sul vecchio caso.
Fabio Stassi ed il suo biblioterapeuta Vince Corso fanno luce sul grave problema degli “hikikomori”, i giovani ragazzi che si isolano dal mondo, rifiutandosi non solo di studiare o lavorare, ma anche di interagire con chiunque e di avere una normale quotidianità.
Alessandro Robecchi, infine, ci accompagna, insieme all’autore televisivo e detective per caso Carlo Monterossi, nella Milano del mobile e del design, sulle tracce di alcune cartoline che rivelano i segreti di un’importante azienda, dopo che i capi hanno annunciato l’imminente vendita.
Ognuno di questi autori, a modo suo, omaggia un altro scrittore Sellerio, ispirandosi ad un’opera che può fare da esempio, da pretesto, da traccia narrativa o altro ancora. Purtroppo non ho letto nessuno dei romanzi citati, ma alcuni mi interessano e li terrò in considerazione.
Una raccolta ideale da portare a spasso e da leggere a poco a poco!
Il film del mese
Nel mese in cui terminano le scuole e tanti affrontano esami di vario genere, ho pensato di consigliarvi una divertente commedia in tema, dai toni un po’ amari e sarcastici, ma molto interessante sotto svariati punti di vista.
Si tratta di Smetto quando voglio, una pellicola che ha per protagonista Edoardo Leo nella parte di Pietro Zinni, un ricercatore universitario di ambito scientifico che è appena stato lasciato a casa a causa dei tagli che sono stati fatti dopo la crisi del 2008. Pietro non ha il coraggio di confessare la verità alla compagna Giulia, la quale desidera da tanto allargare la famiglia. Potrebbe guadagnare almeno qualche soldo con le ripetizioni, ma i ragazzi a cui dà lezione, degli sfaticati figli di papà che girano con macchinoni e passano le serate in discoteca, non gli danno nemmeno un centesimo. Proprio grazie a questi suoi allievi svogliati, però, Pietro concepisce una folle idea: provare ad utilizzare le sue competenze di scienziato per creare una nuova sostanza stupefacente, che però sia perfettamente legale.
Egli, non senza fatica, rimette insieme la sua vecchia compagnia di amici ricercatori: tra archeologi che si sono reinventati manovali, chimici che fanno i camerieri nel ristorante cinese, latinisti che passano le nottate alle dipendenze di un benzinaio ed antropologi che devono nascondere di essere laureati per farsi assumere da un meccanico, il panorama è piuttosto desolante. Tutti i suoi vecchi compagni d’avventura, sconfitti dai tagli all’Istruzione e pieni di sfiducia dopo aver ricevuto una porta in faccia come ricompensa per i loro studi, sulle prime sembrano persino essersi rassegnati a svolgere i mestieri di ripiego che hanno trovato, ma, allettati dall’idea di rimettersi a lavorare su quello che davvero amano, seppur in modo truffaldino, finiscono per accettare la proposta.
La pasticca “legale” viene ben presto creata e vende moltissimo… ma il successo non tarda a rivelare ai protagonisti l’altro lato della medaglia. I soldi ottenuti non sono giustificabili in famiglia, la ricchezza e la “bella vita” sono tentazioni troppo forti per chi ha sempre vissuto di precarietà e soprattutto c’è un criminale sulle loro tracce, detto “Il murena”, un boss della droga disposto a qualunque cosa pur di riprendere il monopolio.
Smetto quando voglio è la prima pellicola di una trilogia (i successivi si intitolano Masterclass e Ad honorem) che racconta in modo dissacrante ed un po’ crudele la triste realtà di tante menti brillanti del nostro paese, che nel mondo dell’Università (rimasto un po’ una gabbia dorata nonostante tutte le difficoltà e l’impegno dello studio) hanno collezionato lodi dai professori, ultimato dottorati, portato a termine dei master… e, una volta costretti ad uscire dal loro ambiente ed a rimettersi in gioco nel mondo del lavoro, si rendono conto che i loro studi brillanti nella migliore delle ipotesi lasciano indifferenti i più, nella peggiore sono considerati persino un demerito, perché, si sa, più sei qualificato e più devi essere pagato, e più hai studiato e meno sei disposto ad accettare passivamente le decisioni dall’alto del tuo capo.
Il loro desiderio di ritornare ad occuparsi delle amate materie che hanno dovuto abbandonare è molto comprensibile, è qualcosa che tutti noi giovani messi alla prova dal mondo del lavoro abbiamo sentito nel cuore almeno una volta. Il film prova a spingere fino all’assurdo questa sensazione, chiedendo allo spettatore: e se, spinti dalla disperazione e/o dalla frustrazione, si arrivasse ad una scelta così estrema? Se il desiderio di prendersi una rivincita su chi disprezza il lavoro intellettuale e lo studio portasse persino a scavalcare la legge? Vedere per credere...
La musica del mese
Il mese di giugno è stato caratterizzato dal “Summer Countdown”, il conto alla rovescia per l’arrivo dell’estate. Così, proprio come avevamo fatto in marzo per l’inizio della primavera, ho pensato a delle canzoni che possano far pensare all’arrivo della bella stagione.
Per quanto riguarda la musica classica, l’Estate di Vivaldi è sempre un’ottima idea! La trovate a questo link.
Tra le musiche che abbiamo utilizzato nei vari saggi di danza, nel 2018, in occasione del 40esimo anno della scuola, abbiamo concluso lo spettacolo con la Suite de L’Arlesiana, un brano che, secondo me, porta proprio la felicità… nel nostro caso, la soddisfazione di aver concluso un saggio particolarmente impegnativo e di avere davanti a noi tutta l’estate! Qui trovate la musica.
Non potevo non concludere questa carrellata con il mio adorato Filippo, in arte Nek, e la sua ultima canzone, Un’estate normale, che trovate a questo link:
C’è un cielo azzurro e un asfalto rovente
c’è bisogno di te e di un mare di gente
c’è una spiaggia ora deserta
che si riempirà tra poco
e ogni cosa all’improvviso
ricomincerà di nuovo
c’è un incendio nel cuore e nessuno lo spegne
e qualcuno di sopra ascolta musica sempre
c’è un pallone che vola e un bambino che grida
ma anche questa volta non è ancora finita
E lo sai che c’è tutta la vita davanti stanotte
e il futuro dipende da dove lo guardi a volte
voglio ancora cantare e guardarti ballare
niente di eccezionale, voglio un’estate normale...
La poesia del mese
Per il mese di giugno ho scelto un componimento di Gesualdo Bufalino dal titolo A chi lo sa, che coniuga atmosfere estive e romanticismo:
S’io sapessi cantare
come il sole di giugno nel ventre della spiga,
l’obliquo invincibile sole;
s’io sapessi gridare
gridare gridare gridare come il mare
quando s’impenna nel ludibrio d’aquilone;
s’io sapessi, s’io potessi
usurpare il linguaggio della pioggia
che insegna all’erba crudeli dolcezze…
oh allora ogni mattino,
e non con questa roca voce d’uomo,
vorrei dirti che t’amo
e sui muri del mio cieco cammino
scrivere la letizia del tuo nome,
le tre sillabe sante e misteriose,
il mio sigillo di nuova speranza,
il mio pane, il mio vino,
il mio viatico buono.
Le foto del mese
Serietà, sobrietà e… lacrime esaurite! L’8 giugno è stato l’ultimo giorno di un anno di scuola che per tanti versi è stato davvero speciale. E così… benvenuta estate!
Venerdì 18, dopo quasi 10 mesi in cui, per mille motivi legati soprattutto al Covid ma non solo, ero sempre rimasta a casa, sono riuscita a partire… ed a rivedere la mia casetta ed il “mio mare” della Riviera ligure! Ci sono stati giorni di mare mosso, ma è stato lo stesso un vero piacere. Ammetto che al pensiero di poter finalmente tornare mi sono quasi commossa.
Ho rivisto la passeggiata Europa, tra Varazze e Cogoleto, in un pomeriggio un po’ nuvoloso… ma la gioia di essere tornata era lo stesso grandissima!
Ecco il mio giugno in breve!
Come avrete notato, è stato davvero ricco di emozioni… da tanti punti di vista. Ora che ho smaltito un po’ di stanchezza riesco a rendermi conto con maggiore lucidità di che razza di annata difficile abbiamo dovuto affrontare tutti quanti, compreso chi, come me, è stato decisamente fortunato. Speriamo davvero che l’estate appena iniziata porti sollievo e buone notizie a tutti quanti.
Fatemi sapere com’è andato il vostro giugno e che cosa avete di nuovo da raccontarmi. Grazie per la lettura, ci risentiamo in luglio :-)
Smetto quando voglio? Geniale film e geniale trilogia ;)
RispondiEliminaHai riabbracciato il tuo mare, sono contento per te :)
Ciao Pietro! Eh sì, il film ha qualcosa di geniale 🤗🤗 sono felice anche io per il mare! 🌊💙
EliminaUn giugno bello, positivo e carico di avvenimenti, ricordi ed emozioni. Grazie Silvia, grazie per questo post che mette di buon umore. Buon luglio.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Sono contenta che questo post ti sia piaciuto :-) Ho vissuto tante emozioni in giugno, fortunatamente positive, e sono contenta di averle condivise con voi! Buon luglio :-)
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