Summer Countdown #5
...mancano quattro giorni al Solstizio d’Estate!
Cari lettori,
17 del mese e doppio appuntamento con le nostre rubriche: “L’angolo vintage”, come ogni mese, ed il nostro “Summer countdown” di quest’anno!
Per il post odierno mi sono trovata un po’ in difficoltà, perché avrei voluto consigliarvi qualche lettura prettamente estiva, ma tra le mie ultime letture non ci sono ancora romanzi che parlino apertamente di stagione calda e vacanze. Dopo un po’ di riflessione, ho pensato di proporvi due libri che potrebbero comunque andare bene per il nostro Countdown: L’ira funesta di Paolo Roversi, un autore di cui ultimamente ho letto qualcosa ma del quale non vi ho ancora parlato, e Un cuore sleale di Giancarlo De Cataldo, autore già apparso tante volte su questi schermi.
Il primo è un romanzo ambientato durante una calda estate, in un luogo che però non è proprio turistico: la Bassa del Po in Emilia, tra pesci “siluro” e zanzare ancora più grosse dei pesci. Il secondo è la nuova indagine del pm Manrico Spinori, detto Rick, già incontrato in Io sono il castigo (di cui vi ho parlato qui) ed è una storia invernale, ma ambientata al mare, un elemento che per me porta sempre l’estate.
Spero che le mie scelte vi piacciano! Vi lascio alle recensioni…
L’ira funesta, di Paolo Roversi
Il “Piccola Russia”, borgo emiliano situato sulla Bassa del Po, chiamato così per le simpatie politiche sempre decisamente orientate a sinistra, è un piccolo paese dove tutti si conoscono, si chiamano per soprannome (anche perché ci sono dei gran bei personaggi) e basta poco e niente per rompere alcuni delicatissimi equilibri.
Un caldo giorno d’estate, l’unico farmacista del paese è costretto a chiudere bottega improvvisamente ed in pieno giorno perché sta per diventare padre. Purtroppo, proprio in quel momento, il Gaggina, un giovanotto enorme e tutto muscoli, i cui tanti sbalzi d’umore sono tenuti sotto controllo da una mostruosa quantità di pillole, finisce le sue medicine. Trovando il negozio sbarrato, egli perde definitivamente la testa, aggredisce alcune persone tra bar e Polisportiva (compresi dei vigili che cercano di trattenerlo) e, armato di una katana giapponese, si barrica in casa sua, con la nonna, reduce di guerra e amante delle divise, ed alcuni disgraziati ostaggi (personaggi capitati lì per caso e giornalisti che non sanno resistere alla prospettiva di uno scoop).
Come se non bastasse, poche ore dopo, in un fosso, viene trovato il cadavere del vecchio Giuanin Penna, un uomo che, dopo una gioventù trascorsa nella Bassa, era emigrato in America per decenni, ed era tornato a casa da pochi giorni, millantando storie di ricchezza e fortuna che avevano ben poco di vero. Le ferite sul corpo dell’uomo sembrano compatibili con quelle di una grossa spada, e la posizione del Gaggina, sempre barricato con una nonna più combattiva di lui, si fa piuttosto delicata.
Il responsabile delle Forze dell’Ordine del “Piccola Russia” è il maresciallo Omar Valdes, soprannominato “Tenente Siluro” per la sua passione per la pesca. Egli è originario della Sardegna, ha un passato difficile trascorso in alcuni speciali corpi di polizia e si era illuso di aver trovato la tranquillità in un piccolo paesino di provincia, ma si è trovato in un microcosmo di personaggi da tenere sotto controllo, tra appassionati di armi medioevali e vendicatori che si sentono nel Far West, famiglie con una storia ingombrante e segreti di Pulcinella che scatenano varie dinamiche di paese. Ad aiutarlo, però, ci sarà Giulia, una giovane reporter appena arrivata da Malta dopo mesi trascorsi a documentare gli sbarchi, una ragazza sveglia ed in cerca di un’occasione che possa dare una svolta alla sua carriera.
L’ira funesta non è il primo romanzo di Paolo Roversi che leggo, ma, rispetto a quelli che hanno per protagonista l’hacker Radeschi (di cui spero di parlarvi al più presto), si tratta di un libro un po’ più lento, forse volutamente. L’autore è un giornalista e giallista e la struttura portante del romanzo ha sicuramente molti punti in comune con un giallo classico, ma il cuore dell’azione è la surreale “barricata” del Gaggina, che trasforma casa sua in un vero e proprio Fort Apache nel quale sembra che nessuno riesca ad entrare senza essere catturato a sua volta. L’autore è anche bravo a sottolineare la risonanza mediatica di un simile evento, che diventa il fulcro della vita del paese per giorni interi. Più defilato risulta il protagonista, che accetta (per quanto malvolentieri) la sua integrazione nella vita di paese con un soprannome che forse fa un po’ ridere, “Tenente Siluro”, ma è un uomo schivo, riservato, a tratti un po’ cupo, soprattutto ad un certo punto del romanzo, quando sembra che il suo difficile passato sia tornato a bussare alla sua porta.
Se dovessi definire questo romanzo, direi che è in bilico tra il giallo e la commedia, con una buona dose di surreale divertimento. Se si sospende l’incredulità (perché alcuni avvenimenti sembrano davvero il peggio del peggio delle leggende di paese), questa storia può regalare tante risate. Consiglierei questo romanzo a chi vuole sperimentare uno scenario estivo insolito: niente mare, vacanze, vita mondana, ma la provincia italiana, un sole che spacca le pietre, un bar in cui ogni piccolo imprevisto diventa un avvenimento, una piscina faticosamente conquistata.
Lo stile scorrevole di Roversi vi porterà in un mondo piccolo e stravagante…
Un cuore sleale, di Giancarlo De Cataldo
È quasi Natale e il pm Manrico Spinori soffre un po’ alla prospettiva di un periodo di feste probabilmente solitario. L’anziana madre ludopatica, il suo vero cruccio, vorrebbe andare a Montecarlo, sostenuta dal fedele maggiordomo, che almeno ha promesso a Manrico che la controllerà. Il figlio Alex, ormai cresciuto, non sa se accontentare la fidanzata o la madre, l’ex moglie di Manrico, che è da anni in America. L’unica speranza per evitare la solitudine è riposta in Maria Giulia, la donna affascinante ed appassionata di lirica con cui egli ha da poco iniziato una relazione, ma ella è piuttosto sfuggente.
La distrazione da questa atmosfera un po’ solitaria in una fredda e grigia Roma arriva da Ostia e dal consolante mare d’inverno, anche se purtroppo non si tratta di una vacanza ma di una difficile questione di lavoro: il mare ha restituito il cadavere di Ademaro Proietti, un conosciutissimo imprenditore della zona, che sembra essere caduto dal suo yacht dopo una notte di poker e alcool. Con lui c’erano i suoi tre figli ed il genero, marito dell’amatissima figlia.
La questione si presenta complessa fin dall’inizio, principalmente perché il punto della caduta non è chiaro e, per una questione di acque territoriali, i vari pm si contendono il caso, ma alla fine tocca a Manrico cercare di fare luce sulla vicenda. Grazie alla collaborazione del medico legale, una giovane donna che gli piace un po’ troppo, egli scopre che lo scontro contro un elemento di ferro della balaustra dello yacht è stato simulato, e che non si tratta di un incidente, bensì di una vera e propria botta in testa.
La squadra tutta al femminile di Manrico, benché eterogenea e tenuta insieme da fragili equilibri, riesce pian piano a ricostruire un quadro coerente della vita e delle opere della vittima, non tutte probe. Le piste da seguire possono essere molteplici, ma Manrico, quando cerca di rilassarsi e di ascoltare la sua amata opera lirica, ha come la sensazione che il tradimento sia la chiave.
Un cuore sleale è la seconda indagine del pm Manrico Spinori, Rick per gli amici, uno degli ultimi rappresentanti di una Roma di origini nobiliari ormai decaduta. Recensendovi Io sono il castigo vi avevo parlato del fascino del personaggio, che resta intatto anche in questo secondo romanzo. Come tutti i donnaioli, egli si porta dietro una certa dose di insicurezze, ma in questo libro, per la prima volta dopo tanto tempo, è lui a cercare ripetutamente una donna che ha certamente qualche segreto da nascondere. L’impressione è quella che egli sia rimasto più deluso dal fallimento del suo matrimonio di quello che vorrebbe ammettere, e che quindi tenda a cercare donne come lui, che hanno un po’ di paura di impegnarsi nuovamente.
Di sicuro l’aspetto più interessante della sua personalità è la sua passione per il mondo della lirica, che lo porta a fare inedite riflessioni, spesso risolutive per il caso.
In questo romanzo conosciamo meglio anche la squadra della polizia giudiziaria, composta da Deborah, un’ispettrice decisa ed un po’ mascolina, proveniente dalla Roma borgatara ed in costante conflitto con Manrico, da Gavina, una giovane poliziotta molto efficiente e riservata, e da Sandra, la voce dell’esperienza del gruppo, che ultimamente però sembra piuttosto distratta.
Come già vi ho detto più volte, mi piace molto anche lo stile di De Cataldo, che, rispetto alle prime opere, mi sembra diventato meno tecnico e più lirico e creativo.
Consiglio questo romanzo a chi preferisce il mare invernale a quello estivo… ed a chi preferisce la musica classica e la lirica ai tormentoni di giugno, of course.
Questi sono i miei consigli “quasi estivi” per l’appuntamento di giugno con la rubrica! Fatemi sapere se conoscete questi autori, se questi romanzi vi sono piaciuti, se vi ho incuriosito.
Trovate i nomi delle altre partecipanti alla rubrica nel banner in alto!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
ho letto un libro di Roversi e mi è piaciuto, mi segno anche questo. De Cataldo invece non conosco, ma adoro il mare d'inverno...
RispondiEliminaCiao Chiara! Che cosa hai letto di Roversi? Io per ora tre suoi romanzi, anche se ne devo ancora recensire due...
EliminaPurtroppo in questo inverno di difficoltà negli spostamenti il mare mi è mancato parecchio, mi rifarò quest'estate! :-)
Di De cataldo ho letto soltanto romanzo criminale ma mi sono ripromessa di leggere altro!
RispondiEliminaRoversi lo "conosco" di nome, ma finora ancora non mi approccio a lui.
chissà che l'estate non sia il periodo giusto per recuperare qualcosa ;)
grazie per i consigli!!
Ciao Angela! Io ormai ho letto un po' di romanzi di De Cataldo, mi piace molto! Roversi è un autore che sto conoscendo meglio adesso... Comunque sono contenta che i miei consigli ti siano stati utili! :-)
EliminaConosco entrambi gli autori per fama ma ancora non mi ci sono avvicinata, consiglieresti di partire da questi due romanzi per cominciare a conoscerli? :)
RispondiEliminaCiao Nicole!
EliminaPer quanto riguarda Roversi, è interessante la sua serie con l'hacker Radeschi come protagonista, ma "L'ira funesta" è una bella storia estiva per iniziare a conoscerlo.
Quanto a Giancarlo De Cataldo ed al pm Spinori, questa è la sua seconda avventura. La prima si intitola "Io sono il castigo". :-)
Roversi lo conosco di nome ma non l'ho mai affrontato. Di Cataldo ho un libro in casa da un po' di tempo, magari gli darò una possibilità
RispondiEliminaNon ho letto nulla di questi due autori: mi segno i titoli chissà che trovi l'occasione di leggerli!
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