Le più belle poesie di Arthur Rimbaud
Letteratura francese #2
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “L’angolo della poesia”, oggi ritorno a
parlarvi di letteratura francese.
L’altra
volta ci siamo concentrati su Baudelaire, un poeta sicuramente
noto ed amato da moltissimi.
Oggi,
invece, vorrei proporvi una serie di poesie di un autore molto
conosciuto ma spesso difficile da comprendere: Arthur Rimbaud.
Il
mio corso di letteratura francese all’Università era dedicato
proprio a questi due poeti, così simili, ma anche, spesso, così
distanti.
Se con Baudelaire è stato amore a prima lettura, il
secondo semestre io ed i miei compagni abbiamo faticato un po’ a
capire Rimbaud.
È
necessario, innanzitutto, entrare in confidenza con il suo
linguaggio: parole auliche, accostamenti apparentemente privi di
senso ed improvvisi cambi di tono non sono per niente infrequenti
nelle sue poesie.
Ogni
sua raccolta poetica, poi, è animata da un’idea di base
differente, quindi le tematiche sono nuove ogni volta.
Rileggendo
la raccolta che possiedo dai tempi dell’Università, ho tentato di
scegliere e di presentarvi le sue poesie più semplici e, allo stesso
tempo, più significative.
Spero
che vi piacciano!
L
A RIVOLUZIONE FRANCESE
Poesia
anonima, da “I quaderni del dolore”
Morti
del Novantadue e del Novantatré
che,
pallidi per aver abbracciato forte la libertà,
calmi,
sotto i vostri zoccoli, schiacciate il giogo che pesa
sull’anima
e sulla fronte di tutta l’umanità;
Uomini
estasiati e grandi nella tormenta,
voi
dal cuore che salutava con amore sotto gli stracci,
o
soldati che la Morte ha seminato, nobile Amante,
per
rigenerarli, in tutti i vecchi solchi;
voi
dal sangue che ha lavato la grande salita,
morti
di Valmy, morti di Flurus, morti d’Italia,
o
milioni di Cristi dagli occhi scuri e dolci;
noi
vi lasciamo dormire insieme alla Repubblica
noi,
piegati sotto i re come sotto un giogo.
I
signori di Cassagnac ci parlano di voi!
Poche
volte Rimbaud parla di tematiche politiche e civili, e, quando lo fa,
spesso utilizza un tono nostalgico, ricordando la morte di chi è
(inutilmente) caduto per la patria.
Con questa poesia egli riprende
le teorie del giornalista storico Paul De Cassagnac, che considerava
il ritorno della monarchia una diretta conseguenza del fallimento
della Rivoluzione Francese e della Repubblica del ‘92-’93.
Il
riferimento all’Italia riguarda sicuramente qualche battaglia di
Napoleone.
IL
RAPPORTO CON LA NATURA
“Sensazione”,
da “I quaderni del dolore”
Nelle
sere blu d’estate, andrò tra i sentieri,
Stuzzicato
dalle spighe di grano, per il battistrada d’erba minuta:
Sognatore,
non sentirò il freddo ai miei piedi.
Lascerò
che il vento bagni la mia testa nuda.
Non
parlerò affatto, non penserò a niente:
Ma
l’amore, infine, mi salirà nell’anima,
E
andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro
In
mezzo alla Natura, - felice come con una donna.
Questo
componimento, a mio parere, crea un interessante parallelismo con
Baudelaire, che considerava la Natura un tempio ricco di simboli.
Rimbaud è più semplice, e la paragona alla passione per una donna,
non rinunciando mai ad una delle sue tematiche preferite, quella del
sognatore che si incammina da solo verso nuove avventure.
L’AMORE
GIOVANILE
“Romanzo”,
da “I quaderni del dolore”
Non
si è seri, quando si hanno 17 anni.
-
Una bella sera, pieno di boccali e di limonata,
di
caffè chiassosi dai lampadari scintillanti!
-
Si va sotto i tigli della passeggiata.
I
tigli ci sentono bene durante le belle sere di giugno!
L’aria
a volte è così dolce, che si ferma la palpebra;
il
vento carico di rumori – la città non è lontana, -
ha
dei profumi di vigna e dei profumi di birra…
[…]
Voi
siete innamorato. Impegnato fino al mese d’agosto.
Voi
siete innamorato. - I vostri sonetti la fanno ridere.
Tutti
i vostri amici se ne vanno, voi avete cattivo gusto.
-
Poi l’adorata, una sera, s’è degnata di scrivervi!
-
Quella sera là… - Voi rientrate nei caffè scintillanti,
domandate
dei boccali o della limonata…
-
Non si è seri, quando si hanno 17 anni
e
ci sono dei tigli verdi sulla passeggiata.
Rimbaud,
con “Romanzo”, diventa insolitamente leggero e racconta la gioia
di due diciassettenni nel vivere un breve ma intenso amore estivo.
Sia
la città, luogo della festa con gli amici di sempre, che la campagna
poco distante, dove i due si danno appuntamento, sono descritti con
la precisione di un quadro.
L’IMMAGINAZIONE
“Vocali”,
da “Poesie 1870-1871”
A
nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io
un giorno vi racconterò le vostre origini lontane:
A,
nero corsetto avvolto da mosche incandescenti
Che
ronzano crudeli intorno alle pozzanghere,
Golfi
d’ombra; E, candore dei vapori e delle tende,
Punte
dei fieri ghiacciai, re bianchi, tremolio di ombrella;
I,
porpora, sangue sputato, riso delle belle labbra
Nel
colera o nelle ebbrezze penitenti;
U,
cicli, vibrazioni divine dei mari verdastri,
pace
dei pascoli cosparsi di animali, pace delle rughe
che
l’alchimia imprime alle grandi fronti studiose,
O,
Supremo Chiaro pieno di strani rumori,
Silenzi
attraversati dai mondi e dagli angeli:
-
Oh, l’Omega, il raggio violetto dei Suoi Occhi! -
“Vocali”
è uno dei più celebri esperimenti linguistici di Rimbaud.
Egli,
infatti, associa alla A, alla E, alla I, alla U ed alla O non solo un
colore, ma anche una serie di immagini, che possono essere gradevoli
e placide quanto inquietanti, a volte addirittura disgustose.
Per
Rimbaud le parole, anzi, le singole lettere, hanno più di un
significato, e con questa poesia lo dimostra pienamente.
L’ESISTENZA
DEL POETA
“Il
battello ebbro”, da “Poesie 1870-1871”
Come
scendevo dai Fiumi impassibili,
Non
mi sentivo più guidato dagli alzari:
Dei
Pellerossa urlanti li avevano presi come bersaglio
E
li avevano inchiodati nudi ai pali colorati.
Io
non mi curavo di tutti gli equipaggi,
Portatore
di grano fiammingo o di cotoni inglesi.
Quando
i miei trasportatori hanno finito con queste storie
I
Fiumi mi hanno lasciato scendere dove volevo.
Nello
sciabordare furioso delle maree,
Io,
lo scorso inverno, più sordo dei cervelli dei bambini,
Ho
corso! E le Penisole salpate
Non
hanno mai subito un caos più trionfante.
La
tempesta ha benedetto i miei risvegli marittimi.
Più
leggero di un tappo, ho danzato sui flutti
Che
si chiamano eterni trasportatori di vittime,
Dieci
notti, senza rimpiangere l’occhio stupido dei fari!
[…]
Ma,
ahimé, ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti,
Ogni
luna è atroce ed ogni sole è amaro:
L’acre
amore mi ha gonfiato di torpori inebrianti.
Che
la mia chiglia esploda! O che vada al mare!
Se
desidero un’acqua d’Europa, è la pozzanghera
Nera
e fredda dove, verso il crepuscolo profumato
Un
bambino raggomitolato e pieno di tristezza, lascia
Un
battello fragile come una farfalla di maggio.
Non
posso più, bagnato dai vostri languori, o lacrime,
Elevare
la loro scia ai portatori di cotone,
Né
attraversare l’orgoglio dei drappi e delle fiamme,
Né
navigare sotto gli occhi orribili dei pontili!
Il
battello ebbro è, a mio parere, il capolavoro di Rimbaud.
Si
tratta di un lungo componimento nel quale, con una complicata ed
efficacissima metafora, viene raccontata la condizione del poeta e
dell’artista.
La
voce narrante di questa storia è proprio il battello, che, dopo anni
interi trascorsi all’interno di un circuito prefissato, riesce a
fuggire dal percorso sicuro nel quale si trovava e si avventura in
direzione del mare aperto.
Egli vive incredibili avventure, ma scopre
in sé una sensibilità del tutto nuova e si rende conto di essere
fiaccato e che per lui è impossibile tornare a vivere l’esistenza
di prima.
Così
anche il poeta cerca di sfuggire da una vita convenzionale e dalle
regole della società, imparando a vedere ogni cosa con occhi nuovi.
Questo suo dono, però, è anche la sua maledizione, perché egli,
per quanto ci provi, non riesce più a tornare alla normalità.
LA
REALTÀ CHE SI FA SOGNO
"Frasi", da “Illuminazioni”
Una
mattinata coperta, a luglio. Un gusto di cedri
vola
nell’aria; - un odore di legno trasuda nel focolare -
i
fiori bagnati – il saccheggio delle passeggiate -
la
pioggerella dei canali per i campi -
perché
non i giochi e l’incenso?
[…]
Ho
teso delle corde da campanile a campanile;
delle
ghirlande da finestra e finestra;
delle
catene d’oro da stella a stella, e danzo.
[…]
L’alto
stagno fuma continuamente.
Quale
strega si vestirà sul bianco imbrunire?
Quali
fronde violette scenderanno?
È
molto difficile fornire una spiegazione per queste frasi.
Illuminazioni è una raccolta di piccoli brani in prosa che
prendono spunto dalla realtà per poi sfociare nel sogno e nella
visione.
Le atmosfere nebulose e rarefatte del primo e del terzo
frammento sono molto care al poeta.
Il secondo, invece, racconta uno
dei tanti tentativi dell’artista di estraniarsi dalla realtà.
Questi
sono i miei personalissimi consigli, nel caso vogliate provare a
leggere qualcosa di Rimbaud!
Spero
che le poesie che ho scelto siano di vostro gradimento.
Quale
avete preferito? Ne conoscevate già qualcuna?
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
RispondiEliminaE anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
– Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!
Ciao! Anche questo è un suo grande classico :-) :-)
EliminaCiao Silvia, non conosco bene la letteratura francese, ma ricordo di aver studiato "Vocali"! Bella panoramica di quest'autore, complimenti :-)
RispondiEliminaCiao! Contenta che ti piaccia :-) Spesso "Vocali" si fa a scuola :-)
EliminaLeggo le poesie di Rimbaud molto volentieri, proprio come quelle di Baudlaire. Ottima scelta!
RispondiEliminaCiao Claudia! Anche io amo questi due autori :-)
EliminaQuesta rubrica è molto utile a chi come me conosce poco la poesia, brava Silvia!
RispondiEliminaCiao Beth! Sono contenta che la rubrica piaccia :-)
EliminaHai dato una bella e variegata immagine di questo autore poliedrico. Vocali mi tocca in modo particolare. Grazie Silvia e complimenti per la presentazione.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Contenta che il post ti sia piaciuto...poi, si sa, ognuno ha la sua poesia preferita :-)
EliminaCarrellata affascinante e utile, tanto più per chi come me non ha grande dimestichezza con i poeti francesi!
RispondiEliminaCiao Angela! Spero che la letteratura francese ti abbia conquistata :-)
EliminaCiao Silvia.
RispondiEliminaE' bello che tu parli di tanti autori in generale e non solo dei tuoi preferiti.
Per quanto mi riguarda questo è meno famoso di altri, non dico che è il mio preferito ma ha un certo non so che. Belle la poesie che hai selto
Ciao Susy! Ti ringrazio, diciamo che cerco di estendere il campo il più possibile :-)
EliminaRimbaud ha bisogno di un po' di tempo… anche se è indubbiamente un autore affascinante!
non sono da poesie ma Rimbaud ha un fascino tutto suo
RispondiEliminaCiao Chiara! Vero, lui è unico :-)
Elimina