sabato 17 aprile 2021

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - APRILE 2021

 



Cari lettori,

è di nuovo il 17 del mese… ed ecco a voi un altro appuntamento con “L’angolo vintage”!

Come suggerisce l’idea stessa della rubrica, oggi “spolvero” un po’ la mia libreria (solo metaforicamente, in realtà ci vorrebbe olio di gomito) e vi racconto due romanzi di autori che, se mi seguite, avrete già sentito nominare, ma che non ero ancora riuscita a leggere. Di Leonardo Gori vi ho già parlato in un paio di occasioni, ma oggi vi aggiorno sull’ultima disavventura (almeno per ora) del colonnello Arcieri, protagonista nato dalla sua penna. Anche di Marco Malvaldi ho scritto più volte, sia a proposito dei vecchietti del Barlume che dei suoi gialli storici, e proprio di questi ultimi vorrei riparlarvi oggi.

Per me sono stati due “recuperi” super interessanti, dal momento che gli autori mi sono sempre piaciuti. Spero che potranno essere piacevoli proposte anche per voi!



La nave dei vinti, di Leonardo Gori


È il 1939 e i primi fuochi della Seconda Guerra Mondiale stanno incendiando l’Europa. Se in Italia, almeno per il momento, il conflitto non è ancora entrato nel vivo, in Spagna la Guerra Civile ha distrutto tutto o quasi. Un piroscafo pieno di profughi spagnoli, non solo oppositori di Franco in fuga, ma anche intere famiglie che hanno perso tutto, attracca a Genova in un gelido giorno di marzo.


Il capitano (non ancora colonnello) Bruno Arcieri viene spedito in città su richiesta del SIM, i Servizi italiani, per indagare sulla situazione e cercare di individuare possibili spie. Una volta arrivato al molo, però, egli si rende conto che i problemi che dovrà affrontare sono davvero senza fine: a bordo ci sono uomini che lo guardano con sospetto, bambini soli, donne allucinate e disperate che sono fuggite dalle torture dei franchisti; una signora, Irene, si comporta con lui in modo ambiguo, come a chiedergli un aiuto per qualcosa che, però, non vuole dire in modo esplicito; la zona è presidiata da una squadra di fascisti, i quali tentano immediatamente di fare i prepotenti con lui.


Il vero guaio, però, è il fatto che a bordo, in una zona nascosta e poco illuminata del piroscafo, c’è il cadavere di un uomo che è sicuramente morto per un colpo d’arma da fuoco. Il capitano della nave ha già fermato un uomo, un certo Daniele, che è stato trovato con un’arma corrispondente al bossolo ritrovato sulla scena del delitto. Arcieri prova a parlare con lui, ma si rende conto che “Daniele” è uno pseudonimo e che anche il ragazzo, come Irene, sta cercando di fargli capire qualcosa di cui egli è ancora all’oscuro.


Il capitano si ritrova così due importanti incarichi sulle spalle: come carabiniere, egli deve accertarsi che Daniele sia davvero l’assassino, ma come uomo dei Servizi non può fare a meno di notare dinamiche che lo insospettiscono. Il SIM, comunque, non lo lascia solo in questa impresa, e gli affianca due importanti aiutanti: la prima è Nanette, sua amica da anni, un’abilissima agente segreta, capace di entrare in confidenza con gli sconosciuti e di infiltrarsi in tutti gli ambienti, soprattutto i più eleganti; il secondo è un uomo di chiesa, un vescovo dalle abitudini davvero goderecce e stravaganti, che lavora per i Servizi vaticani ed è in cerca di documenti importanti che può trovare solo sulla nave spagnola.



In Non è tempo di morire avevamo lasciato il colonnello Bruno Arcieri a festeggiare con un po’ di amarezza l’arrivo degli anni ‘70, a costruire una nuova vita con la sua compagna francese Marie, ad aiutare dei suoi giovani amici, ad intraprendere una nuova attività lavorativa come chef e soprattutto a tentare di dimenticare il difficile passato. Lo ritroviamo così all’inizio de La nave dei vinti, a passeggio con Marie dopo aver lasciato i suoi amici e colleghi al ristorante. Nonostante le tante novità positive che hanno rallegrato la sua vita negli ultimi anni, egli si rende conto di non poter essere del tutto sereno se non confida a qualcuno la terribile storia del “piroscafo degli sconfitti”. Il romanzo, così, si configura come una sorta di lunga retrospezione, in cui il disilluso colonnello, in cerca di una nuova serenità, ricorda gli impeti e le amare sorprese della gioventù.


I romanzi del colonnello Arcieri descrivono sempre qualche importante pagina di storia del Novecento: l’attentato di Piazza Fontana, la Seconda Guerra Mondiale, l’alluvione di Firenze… in questo caso, il cuore del libro è la Guerra Civile Spagnola, una pagina davvero violenta della storia di questa nazione. I parallelismi tra i generali di Franco e gli squadristi italiani sono sottolineati più volte dall’autore, che mette bene in luce non solo la prepotenza di chi si muove sapendo di essere protetto da un regime totalitario, ma anche il clima di sospetto in cui Arcieri è costretto a muoversi.


Come al solito, i libri di Leonardo Gori sono a metà strada tra il giallo tradizionale e la spy story: indagini poliziesche da una parte, inseguimenti, giochi di potere e colpi di scena dall’altra. Non posso che consigliarvi, ancora una volta, questa serie che ho iniziato con un po’ di insicurezza (non ero certa che il genere fosse il mio) e che invece mi sorprende sempre più, romanzo dopo romanzo.



Il borghese Pellegrino, di Marco Malvaldi


Pellegrino Artusi, illustre professore ed esperto di gastronomia d’inizio Novecento, famoso ancora ai giorni nostri per la sua guida, già protagonista di Odore di chiuso (di cui vi ho parlato qui), torna in questo romanzo insieme ad un suo amico, il dottor Mantegazza, insegnante universitario e noto fisiologo.


I due sono stati invitati da Secondo Gazzolo, un industriale davvero all’avanguardia, per un weekend di affari. Il loro ospite, infatti, pochi anni prima ha rilevato un podere agricolo e lo ha trasformato in un’azienda in grado di fabbricare e vendere non solo prodotti alimentari di successo, ma anche di fare esperimenti ai quali gli italiani guardano ancora con diffidenza. La sua ultima invenzione è la carne di manzo in scatola, che, nei suoi progetti, potrebbe presto diventare l’alimento base dei soldati dell’Impero Ottomano.


Per questo motivo, Secondo Gazzolo e la sua signora hanno pensato bene di organizzare un fine settimana risolutivo e, oltre ad Artusi ed al Mantegazza in qualità di esperti di gastronomia e scienza, hanno invitato altri importanti personaggi: un diplomatico che si occupa dei rapporti tra Italia e Turchia, un corpulento banchiere che sembra occuparsi più delle pietanze servite in tavola che di quelle che finiranno in scatola, un giovane turco funzionario del Consiglio, un ragioniere che si potrebbe definire (restando in tema alimentare) simpatico come un carciofo dove non batte il sole e la sua bella figliola, in perenne - comprensibile – conflitto con il padre. Considerato che anche il podere ha i suoi “personaggi”, tra maggiordomi di estrema pignoleria e cameriere piene d’iniziativa, il materiale umano per una serie di situazioni bizzarre ed esilaranti c’è tutto.


Ad un certo punto, però, il weekend si tinge di giallo: uno degli ospiti viene trovato morto nella sua stanza, che è chiusa dall’interno. Le condizioni di salute dell’uomo, nelle ultime settimane, si erano rapidamente deteriorate, e l’ipotesi di una morte naturale, sulle prime, sembra la più credibile. Artusi e Mantegazza, però, grazie alle loro competenze riescono a capire che la vittima è stata avvelenata.


Pellegrino Artusi, aiutato dall’amico professore e da un ufficiale di polizia che aveva già incontrato in un’altra occasione, si ritrova così ad essere nuovamente protagonista di un’indagine, per risolvere la quale ci vorranno tutte le sue abilità di gastronomo e scienziato. Per lui l’alimentazione è soprattutto una questione fisica e chimica e, inaspettatamente, questa sua convinzione si rivelerà la chiave per risolvere il mistero.



Odore di chiuso è da sempre uno dei miei romanzi preferiti di Malvaldi, quindi immaginatevi la mia felicità nel ritrovarmi tra le mani una nuova indagine di Pellegrino Artusi. Marco Malvaldi, come già dimostrato anche in "Buchi nella sabbia" e "La misura dell'uomo", riesce a svecchiare la tradizionale atmosfera dei romanzi storici, dissacrando senza pietà i suoi personaggi, dei quali mostra più i vizi che le virtù. Così, un patinato weekend di affari e mondanità del “jet set” del tempo viene presentato come un circolo di sospetti reciproci, malignità, piccoli tornaconti personali, ma anche gag comiche, imbarazzanti segreti ed amori clandestini.


Per quanto riguarda, invece, il lato giallo del libro, egli resta fedele ai suoi studi scientifici, che portano il lettore a scoprire insoliti collegamenti tra i piaceri della tavola ed i dogmi della chimica.


Leggere questo autore, per me, è sempre istruttivo, oltre che piacevole e divertente. 

Vi consiglio di non perdervi Il borghese Pellegrino!




Questi sono i miei consigli “non troppo vintage”, visto che si tratta di uscite recenti, per il mese di aprile.

Come al solito, attendo un vostro parere: conoscete questi autori?

Che cosa ne pensate? Quali sono, tra i loro romanzi, i vostri preferiti?

Avete letto La nave dei vinti o Il borghese Pellegrino?

Non perdetevi il post dell'altra partecipante alla rubrica di questo mese, Dolci, sul suo blog "Le mie ossessioni librose"!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


8 commenti :

  1. Ciao Silvia, non ho letto nulla di Gori: non è molto il mio genere, dato che sono più orientata verso i thriller (oltre ai rosa, ovviamente), ma mi incuriosiscono i suoi approfondimenti storici! Di Malvaldi, come sai, ho letto e apprezzato tutta la serie del BarLume, magari potrebbe piacermi anche questa ;-)

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    1. Ciao! Penso che, magari con un po' di calma, i libri di Gori ti potrebbero piacere :-) So che "i vecchietti" ti piacciono!

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  2. Malvaldi mi piace moltissimo, Gori non l'ho mai letto

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    1. Ciao Dolci! Eh sì, so che Malvaldi è popolare! Magari anche Gori ti piacerà :-)

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  3. Voglio leggere quello di Malvaldi, avevo adorato Odore di chiuso!

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    1. Ciao Chiara! Se hai adorato "Odore di chiuso", anche Malvaldi ti piacerà! :-)

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  4. Entrambi gli autori purtroppo non li conosco ma devo affermare che le tue recensioni mi fanno scoprire nuovi autori anche se fuori dalla mia zona confort

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    1. Ciao Floriana! Spero che prima o poi vorrai provare a leggerli, allora!

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