La versione di Alessandro Preziosi
Cari lettori,
dopo un po’ di mesi di stop (ahinoi, forzato) finalmente un nuovo post per la rubrica “Consigli teatrali”! Come credo saprete, purtroppo, questo è un momento difficile per tante realtà culturali, specie per quella teatrale: l’ingresso nei teatri è nuovamente precluso e purtroppo tante realtà più piccole hanno rinunciato alla loro consueta stagione. Io stessa, che tra ottobre e novembre ero solita vedere un buon numero di spettacoli, perché sono sempre stati mesi ricchi, quest’anno non sono proprio riuscita a tornare. Ho pensato, così, di proporvi dei post sulla falsariga di quelli che ho pubblicato per la rubrica “Consigli per gli amanti della danza”: oltre ai balletti, vi vorrei segnalare anche degli spettacoli teatrali comodamente recuperabili da casa, tra Rai 5 e la piattaforma di Rai Play.
In particolare, una sera di ottobre mi è capitato di vedere una nuova versione di un classico che non mi stanca davvero mai: Cyrano De Bergerac, di e con Alessandro Preziosi. Forse non tutti sanno che il popolare attore italiano di cinema e fiction vanta anche una longeva esperienza teatrale, ed è per questo motivo che, con questa rappresentazione, egli si è voluto cimentare per la prima volta non soltanto nell’interpretazione, ma anche nella regia.
Vediamo meglio insieme lo spettacolo!
La storia raccontata
La storia narrata nella celebre commedia di Edmond Rostand, che è stata re-interpretata e ri-raccontata moltissime volte e in svariate vesti, è nota ormai a tanti.
Il protagonista (qui interpretato, per l’appunto, da Alessandro Preziosi) è Cyrano, un abilissimo soldato e spadaccino noto anche per il suo carattere scontroso e per il suo amore per la poesia e la cultura. Da qualunque prospettiva lo si voglia considerare, Cyrano è un escluso dalla società: la sua facilità nel provocare duelli per difendere i suoi principi lo rende un pericoloso avversario; il suo saper rimare e raccontare i suoi sentimenti va di pari passo con la sua ferma volontà di non “vendersi” a nessuno, rendendolo perennemente in bolletta, mentre giovani soldati che non hanno un decimo della sua esperienza si permettono ogni genere di divertimento; il suo atteggiamento burbero e diffidente è sintomo di una grande insicurezza. In particolare, egli soffre moltissimo per il suo enorme naso, che lo ha trasformato da anni in oggetto di scherno e che, a suo parere, lo rende un mostro.
Egli, fin da quando era bambino, è innamorato di sua cugina Rossana, la dama più bella della città, che però gli vuole bene soltanto “come un fratello”, e non intuisce la reale natura dei sentimenti di Cyrano, anche perché lui fa di tutto per nascondersi.
Un giorno, all’improvviso, Rossana invita Cyrano ad un incontro segreto nel retro di una pasticceria e gli confessa di essersi innamorata. L’improvvisa speranza dell’uomo viene subito spenta: l’oggetto delle attenzioni della donna non è lui, bensì Cristiano, un cadetto giovanissimo e molto avvenente.
Cyrano, poco tempo dopo, incontra Cristiano e comprende che il sentimento che Rossana prova nei suoi confronti è ricambiato… ma c’è un problema: la donna ama sopra ogni cosa la poesia ed il corteggiamento galante, e Cristiano, uomo pratico e di spada, non è neppure in grado di scrivere una lettera.
Pur di stare vicino a Rossana, anche indirettamente, Cyrano propone a Cristiano un piano folle: egli fornirà all’incolto ragazzo tutti gli strumenti per apparire un raffinato poeta. Tra suggerimenti sotto il balcone e appassionate lettere d’amore, Cyrano, tramite Cristiano, riuscirà a confessare a Rossana un amore lungamente taciuto… ma un inganno così grande si ritorcerà non solo contro Cyrano, che dovrà sopportare che la donna che ama trovi la felicità in un rivale, ma anche contro gli altri protagonisti.
Amore di forma e amore di sostanza
Cyrano De Bergerac è una tragicommedia che indaga i diversi tipi d’amore che si possono provare nella vita, dei quali, però, uno solo è quello vero.
Rossana, nel corso della rappresentazione, è voluta e desiderata da tre uomini.
Il primo è il nobile di turno, il potente De Guiche, che si è invaghito della donna perché è la più bella della città ed egli non vuole in alcun modo rinunciare ad avere il meglio per sé. Il suo è un amore di facciata, puerile, inutilmente possessivo e meschino: definirlo amore è già di per sé uno sbaglio. Egli arriva persino a mandare in guerra Cristiano, e con lui tutti i cadetti (che in una prima fase del conflitto erano stati risparmiati), pur di dividere i due amanti.
Il secondo è Cristiano, che, a differenza di De Guiche, ama, o almeno crede di amare sinceramente Rossana. Egli indubbiamente le vuole bene e la desidera, ma il suo amore non è profondo, perché non riesce ad esprimerle in nessun modo quanto la apprezzi e la stimi, anche solo con parole semplici. Il legame tra Rossana e Cristiano potrebbe sembrare amore, ma con il tempo si rivela un’attrazione legata principalmente all’aspetto fisico e ad alcune circostanze romantiche (favorite da qualcun altro). Una storia che ha un difficile epilogo solo perché “d’altri tempi”, e che oggi probabilmente sarebbe etichettata come una classica relazione giovanile, di cui magari si conserva anche un buon ricordo, ma ben diversa dall'amore vero.
L’ultimo, infine, è Cyrano, l’unico che ama Rossana da sempre e per davvero. Egli desidera talmente tanto la sua felicità che è persino disposto ad aiutare il suo rivale pur di vederla sorridere. Edmond Rostand ha creato questo escamotage narrativo del “nasone”, ma si tratta di un semplice simbolo dell’insicurezza e della bassa autostima di un uomo che si fissa su un dettaglio dell’aspetto fisico per mortificarsi e negarsi una vita piena e soddisfacente. In questa versione, poi, i complessi di Cyrano risaltano ancora di più: non serve dire che vedere Alessandro Preziosi che si definisce “brutto”… fa pensare ancora di più a quante volte noi tutti trasformiamo dei nostri difetti in complessi che poi, di fatto, sono di grande ostacolo alla nostra serenità. Cyrano si nega quella che sarebbe la più autentica gioia della sua vita, e purtroppo resterà fedele a questo suo folle proposito fino alla fine.
Le scenografie e i costumi
Per la sua prima regia, Alessandro Preziosi lascia perdere le scenografie che cercano di rendere più contemporanei i classici e resta fedele alla tradizione.
Lo spettacolo è diviso in due atti: uno più lungo relativo ad un periodo di pace ed un altro più breve in piena guerra.
Nel primo atto, sullo sfondo ci sono ricchi tendaggi dipinti che fanno intuire che la vicenda si svolgerà in un quartiere agiato della città, alcune scale in legno e l’immancabile balcone, simbolo di una scena che sicuramente gli amanti di quest’opera ricorderanno. Una pedana rialzata in legno funge prima da palcoscenico improvvisato per alcuni aspiranti attori che vengono sbeffeggiati dai cadetti (in una sorta di originale “teatro nel teatro”), poi da sede di uno dei tanti duelli di Cyrano, infine da tavolo della pasticceria. Il personaggio del pasticcere, che si sente anche lui un po’ poeta come il protagonista e che nella prima parte della commedia fa quasi da narratore, è un omaggio ad una delle caratteristiche fondamentali della commedia: i personaggi secondari curati e quasi “tipizzati”.
Nel secondo, le grate di metallo poste a più livelli, l’una al di sopra l’altra, danno quasi l’idea di un carcere, e in effetti questo atto racconta due diversi imprigionamenti: quello, non voluto e temuto, della guerra a cui si è costretti a partecipare, e quello volontario del ritiro in convento. L’onnipresente pedana, già tavolo della pasticceria, è diventata il rifugio, quasi la trincea dei soldati, che, per un crudele contrappasso, ora soffrono la fame.
Anche i costumi sono tradizionali e ci fanno immediatamente pensare ad un’altra epoca. La prima rappresentazione dell’opera è del 1897, ma è sempre stata portata in scena con costumi dalla foggia del XVI-XVII secolo. Solo una curiosità: Alessandro Preziosi ha rinunciato al “nasone” di gomma che solitamente tutti i Cyrano indossano. Non credo che si tratti proprio di una vanità del bello delle fiction, quanto piuttosto di un tentativo di sottolineare maggiormente quanto le insicurezze del protagonista provengano dal suo animo, al di là degli effettivi difetti fisici.
Il mito di Cyrano oltre lo spettacolo
Quasi tutti i miei coetanei (io per prima) hanno sentito nominare Cyrano De Bergerac per la prima volta in occasione della divertente commedia Chiedimi se sono felice di Aldo, Giovanni e Giacomo. L’omaggio al classico, in quel caso, era scherzoso e ironico, ma, a mio parere, dà comunque l’idea di quanto la figura di Cyrano sia diventata popolare, non solo nel mondo teatrale, ma anche in altri ambiti artistici.
Per quanto riguarda il cinema, l’anno scorso ho visto con piacere una commedia storica intitolata Cyrano mon amour, che raccontava la genesi dell’opera. L’ho davvero apprezzata, perché, pur essendo una pellicola che affronta temi culturali importanti, non è per niente pesante, anzi, è davvero divertente! A questo link trovate la recensione.
A proposito, invece, di musica italiana, penso che tanti di voi conosceranno la canzone Cyrano di Francesco Guccini, che ha messo in musica una rielaborazione dei tanti discorsi che il protagonista fa nel corso della commedia. Ve ne lascio un breve estratto:
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz’ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d’essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perché Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi…
Infine vi lascio il link a questo post di qualche anno fa, in cui recensisco un interessante spettacolo teatrale intitolato Cyrano sulla Luna, una sorta di “sequel” contemporaneo.
Spero di avervi incuriosito!
Fatemi sapere se anche voi vedrete questo spettacolo, magari su Rai Play, o grazie alle repliche su Rai 5! Quante fan di Alessandro Preziosi ci sono qui? Dai tempi del Conte Ristori, credo che qualcuna ci sia :-)
Aspetto i vostri commenti!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Non riuscirei a guardare uno spettacolo teatrale in tv. Non sarebbe la stessa cosa.
RispondiEliminaA tuo contrario, frequento pochissimo i teatri, ma spero davvero che possano riaprire al più presto, anche perché, con gli opportuni distanziamenti, sono luoghi sicurissimi.
Ciao Claudia! Anche a me spiace moltissimo che i teatri abbiano chiuso, perché, come hai detto tu, erano stati appena resi sicuri da tante precauzioni :-) Comunque anche guardare gli spettacoli dalla tv per me non è male!
EliminaMi piace molto quest'attore bravo non solo in tv ma anche in teatro, complimenti come sempre per i tuoi articoli diversi e ricchi di interesse
RispondiEliminaCiao Susy! Eh sì, conosciamo Alessandro Preziosi soprattutto per la tv ma ha fatto anche teatro! Grazie mille, sono contenta che il post ti sia piaciuto :-)
Eliminaamo la storia di Cyrano. Ti segnalo anche il film Roxanne, che io ho molto apprezzato. La canzone di Guccini è una delle mie preferite dell'autore
RispondiEliminaCiao! Anche a me piace tanto la canzone di Guccini :-) Non conosco il film, grazie per il consiglio!
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