Tutto
quello che mi è piaciuto dello spettacolo al Teatro Leonardo
Cari
lettori,
dal
momento che è maggio e tra non molto le stagioni teatrali si
concluderanno, anche oggi mi sento di consigliarvi uno spettacolo
davvero imperdibile, così da poter restare soddisfatti prima della
pausa estiva.
Sto
parlando di “Cyrano sulla luna”, splendida rappresentazione in
scena al Teatro Leonardo di Milano.
Ecco
tutto quello che ho apprezzato di questo spettacolo!
L'originalità
dell'impostazione.
Molti
di voi probabilmente conosceranno già la storia di Cyrano, e
sapranno che, nella maggior parte dei casi, il dramma che lo vede
protagonista viene rappresentato in maniera tradizionale, con diversi
attori sulla scena.
Questa
volta, invece, abbiamo a che fare con l'eccezionale monologo di un
bravissimo attore, Pietro De Pascalis, il quale, partendo da un unico
punto di vista, riesce a rappresentare tutti i personaggi coinvolti.
Si
immagina, infatti, che Cyrano sia morto e che, invece di andare
nell'Aldilà, sia atterrato sulla Luna.
È
proprio a quest'ultima che lo sfortunato cadetto di Guascogna
racconta tutta la sua storia, immaginando di interagire con lei e
ricostruendo ogni singolo dialogo importante del suo passato.
La
scenografia.
Come
si può rappresentare un ambiente lunare?
Non
è certamente facile, e possono venire in mente diverse
rappresentazioni. Questo spettacolo sceglie una semplicità che si
rivela davvero poetica.
Sullo
sfondo scuro vengono proiettate delle piccole luci, che indicano le
stelle. Inoltre, sul palcoscenico sono disseminati palloni e
palloncini bianchi, che diventano azzurri nel momento in cui la Luna
si avvicina maggiormente alla Terra (che è, per l'appunto, il
pianeta azzurro).
L'effetto
ricercato non è quello di un'ambientazione fantascientifica, bensì
quello di un sogno quasi fanciullesco, in pieno accordo con la
romantica fantasia del protagonista.
I
dettagli della narrazione.
La
bravura dell'autore Luca Chieregato e dell'attore sulla scena
consiste nel raccontare tutta la vicenda con abbondanza di
particolari.
Si
ripercorre, infatti, tutta la storia di Cyrano, a partire dal suo
innamoramento per Rossana quando era piccolo, passando per l'incontro
con Cristiano e per la folle idea di donargli le sue parole, e poi la
guerra, la vedovanza di Rossana e l'ingiusta e prematura fine.
Grazie
alla straordinaria capacità narrativa di cui si fa uso in questa
rappresentazione, lo spettatore non vede solo l'unico attore in
scena, ma riesce a visualizzare anche tutto quello che racconta.
Il
romanticismo.
Quella
di Cyrano è forse una delle storie più romantiche di tutti i tempi.
Il protagonista, infatti, perdutamente innamorato della cugina, non
se la sente di svelare i propri sentimenti a causa del suo ritenersi
brutto, soprattutto per via del suo naso.
È
la storia di un amore mai ricambiato, o almeno vittima di un
equivoco, al quale viene resa giustizia solo quando è troppo tardi.
Credo
che questa storia sia un vero esempio di costanza, di dedizione e di
amore sincero, ma penso anche che celi un invito a non commettere gli
stessi errori del protagonista ed a rivelare se stessi e le proprie
reali intenzioni.
L'amore
per la parola.
Quello
di Cyrano è un dramma scritto con parole ed in onore delle parole.
Il protagonista ci gioca e crea dei mondi interi; le usa come armi al
posto della spada, disciplina nel quale è espertissimo; ci si
diverte con ironia più o meno sottile nel deridere quanti hanno
fatto dell'ignoranza un vanto; ne fa, infine, il cuore dell'inganno
amoroso che coinvolge lui, Rossana e Cristiano.
È
delle parole che la donna si innamora, ed ella commette l'errore di
legarle per tutta la vita all'uomo sbagliato. Cristiano e Cyrano,
infatti, sono riusciti a creare un eroe immaginario con il meglio di
entrambi e l'hanno fatto diventare reale.
Poche
altre storie raccontano con tanta efficacia l'effettiva vastità del
potere della parola.
La
canzone di congedo.
“Per
dirti ciao!” di Tiziano Ferro strappa sempre un applauso. Il testo
affronta con delicatezza la tematica della scomparsa di una persona
cara, e si adatta perfettamente all'ultima parte dello spettacolo.
Cyrano è andato incontro al suo destino, ed a noi non resta che
salutarlo volgendo gli occhi alla Luna.
Lo
spettacolo resterà in scena al Teatro Leonardo solo fino al 13
maggio, quindi… affrettatevi a prendere un biglietto per questa
settimana, perché ne vale davvero la pena!!
Come
sempre, grazie per l'attenzione.
Al
prossimo post :-)
Ciao Silvia, sono sempre molto interessanti le tue recensioni teatrali, perchè ricche non solo di particolari, ma anche di passione!
RispondiEliminaGrazie Fra! :-)
EliminaCiao Silvia, ti riscrivo per dirtiche ti ho nominato qua: https://langolodiariel.blogspot.it/2016/05/liebster-award-2016.html?showComment=1462972075113#c8767009749520518878
EliminaAmmetto, e me ne vergogno un po', che di teatro non ne capisco molto, però la tua descrizione di questo spettacolo mi ha incuriosita molto. Io sono una grande amante delle idee originali e quindi non ho potuto fare a meno di apprezzare il fatto che questo dramma, pur mantenendo fedeltà alla storia di Cyrano, sia stato destrutturato per essere interpretato come monologo. Mi ha incuriosito davvero tanto e mi dispiace molto non aver avuto l'occasione di vederlo. Continuerò però a leggere volentieri le tue recensioni perchè le trovo molto interessanti ed esaustive! :)
RispondiEliminaCiao! Grazie mille per tutti i complimenti! In effetti anche io credo che uno dei punti di forza di questo spettacolo sia l'originalità :-)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
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La commedia di Rostand è una delle più belle mai scritte.
RispondiEliminaIo ne ho vista una rappresentazione con scenografie che assomigliavano a un cantiere, il protagonista fu un ottimo Gianluigi Pizzetti. Rimasi stregata da quello spettacolo.
Questa versione narrata ha dell'interessante, in questi casi occorrono attori veramente di eccellenza per poter fare emergere una drammaturgia di questo tipo. E questi due interpreti che descrivi parrebbero essere molto bravi.
Prima o poi anch'io voglio portare questa magnifica storia sul palcoscenico.