Al Teatro Carcano, il dramma delle migrazioni dall'antichità ad oggi
Cari
lettori,
nuovo
appuntamento con i nostri “Consigli teatrali” e con la stagione
di prosa 2017-2018 al Teatro Carcano!
Lo
spettacolo che vi voglio presentare oggi si intitola Il viaggio di
Enea ed è tratto da un testo di Olivier Kemeid, che a sua volta
si ispira all’Eneide virgiliana.
Sono
rimasta molto colpita da questa rappresentazione, dai toni intensi e
drammatici, ma, allo stesso tempo, pieni di speranza.
L’Enea
contemporaneo
Una
delle caratteristiche più interessanti di questa rappresentazione è
il fatto che la storia raccontata è, ad un tempo, classica e
contemporanea: possiamo immaginare che gli eventi si stiano svolgendo
a Troia, così come in uno dei molti Stati tuttora devastati da un
conflitto.
Qualunque
sia la città che noi immaginiamo, la vicenda non cambia. Tutti gli
abitanti sono appena andati a letto dopo una festa, stanchi ma
sereni. Nemmeno un’ora dopo, però, essi sentono dei forti rumori,
si svegliano in preda al panico ed assistono ad un vero e proprio
incubo: la città è in fiamme ed i loro concittadini stanno fuggendo
per non essere torturati o uccisi.
Il
protagonista, Enea, non ha, come nel poema classico, un dio che gli
indichi la strada giusta da percorrere. Egli pensa solo alla sua
sopravvivenza, a quella della moglie Creusa (che perderà quasi
subito), del figlio Ascanio, del padre Anchise; riuscirà ad
andarsene dalla città ormai semidistrutta solo grazie alla sua
lucidità, al suo spirito di sopravvivenza ed alle circostanze che lo
favoriscono.
Se
nell’Eneide virgiliana l’immagine di Enea con il figlio in
braccio ed il padre sulle spalle è simbolica, e
rimanda alle molte generazioni che si sono susseguite dopo la
fondazione di Roma, in questo spettacolo è solo il ritratto di un
uomo disperato, che non ha certezze a parte quella di essere vivo e non sa per quanto tempo
ancora potrà esserlo.
I
ricchi ed i poveri: il metateatro
Appena
fuggiti, Enea ed i suoi riescono ad approdare su una spiaggia
utilizzata come luogo di svago per persone di classe agiata.
Essi
raggiungono l’albergo di lusso che ospita i turisti e chiedono
aiuto, ma i proprietari, terrorizzati all’idea che i nuovi arrivati
possano portare via le provviste e spaventare la clientela, non si mostrano disponibili. Enea ed i suoi compagni, allora, prendono da soli quello di cui hanno bisogno e fuggono.
A
questo punto della storia, la narrazione si interrompe, sul palco si
accendono le luci di servizio e tutti gli attori espongono al
pubblico i dubbi che hanno sulla scena che hanno appena recitato. Essi sottolineano che
non è colpa né di Enea e dei suoi concittadini, che sono
incattiviti a causa delle disgrazie patite, né dei proprietari
dell’albergo, che non sono sostenuti dalle autorità.
Questo
originale ed interessante momento di meta-teatro serve allo
spettatore per comprendere il messaggio di fondo dello spettacolo: la
tragedia delle migrazioni è corale e non ha né “buoni” né
“cattivi”. L'unica protagonista è soltanto una grande disperazione che toglie umanità
sia a chi è costretto ad andarsene sia a chi si ritrova a ricevere i
migranti, ma non ha i mezzi per farlo.
Didone
e la tragedia dei centri d’accoglienza
Un
personaggio sicuramente fondamentale per questo spettacolo, così
come lo era nell’Eneide virgiliana, è quello di Didone.
Esattamente
come nel poema epico, ella è una regina che è stata spodestata dal
fratello e che è stata costretta ad andarsene, insieme ai sudditi
che le erano fedeli.
Una
volta arrivata in terra straniera, però, ella non deve confrontarsi,
come la sua omonima del mondo classico, con il re di quel luogo,
bensì con i responsabili dei centri d’accoglienza, che
rappresentano lo Stato e le sue (troppe) regole.
Didone
si trova in trappola: da mesi è costretta a restare al centro ed a
vivere di espedienti; non riesce ad ottenere un permesso di
soggiorno, né tantomeno un lavoro; l’unica possibilità di uscita
le viene fornita dalla malavita organizzata, che vorrebbe inserirla
nel mondo dello spaccio o in quello della prostituzione.
La
rappresentazione, pur non appartenendo alla categoria del teatro “di
denuncia”, riesce comunque a mostrare le molte difficoltà di
gestione degli Stati più ricchi nei confronti della tragedia dei
migranti, le cui fragili speranze si affievoliscono giorno dopo
giorno.
Il
ritrovamento della pace
Più
la rappresentazione prosegue e più lo spettatore ha l’impressione
che Enea si ritrovi in una sorta di guerra contro i suoi simili.
Egli,
infatti, lotta per tutta la durata dello spettacolo: contro i
rappresentanti dello Stato, contro gli abitanti delle città che lo
ricevono, perfino contro altri
disperati come lui.
L’Enea
contemporaneo non raggiunge la nuova patria perché guidato dagli
dei, non dà inizio ad una nuova guerra, non fa l’impossibile per
diventare il nuovo re del luogo e non fonda nessuna grande città.
Egli,
insieme a quei pochi amici che sono riusciti a sopravvivere, chiede
semplicemente di poter lavorare e di dimenticare le morti ed il
sangue. Dignità e pace sembrano gli unici desideri del nostro
protagonista e di ogni migrante dei giorni nostri.
Nello
scrivere questa storia, Olivier Kemeid si è ispirato alle
disavventure dei suoi genitori, costretti a viaggiare dall’Egitto
fino al Canada.
Questo
spettacolo dà un’interpretazione del tutto nuova al personaggio di
Enea ed alle sue vicende, molto originale ed indubbiamente attuale.
Lo
spettacolo resterà in scena fino al 3 dicembre!
Spero
di avervi interessati ed incuriositi. Credo che valga la pena di
riflettere, almeno per una sera, su queste tematiche così delicate e di
forte attualità.
Avete
già sentito parlare dello spettacolo? L’avete già visto a
Pordenone o a Roma?
Ci
sono altri spettacoli sul tema delle migrazioni che vorreste farmi
conoscere?
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Mi affascinano sempre queste cose legate alla mitologia, deve essere stata una bella esperienza
RispondiEliminaCiao Susy! Si può tranquillamente dire che l'interazione tra classico e contemporaneo sia "il mio pane"...la mia tesi della specialistica è stata su una versione contemporanea dell'Odissea! :-)
EliminaLo spettacolo comunque è molto bello...spero che la compagnia venga a Napoli, così potrai vederlo anche tu!