Due romanzi di Felicia Kingsley
Cari lettori,
San Valentino si avvicina e, visto che febbraio è un mese un po’ dedicato al romanticismo ed all’universo romance, ho pensato di proporvi una serie di 3 (forse anche 4) post a tema. Oggi, per le nostre “Letture...per autori”, vi parlo di due romanzi di una delle autrici rosa più amate d’Italia. Settimana prossima ci sarà spazio sia per uno dei classici più romantici e più noti che per un vero e proprio TAG di San Valentino, e forse troverò il tempo di raccontarvi altre letture romance nel corso di febbraio.
Iniziamo dal post odierno, dalle nostre “Letture...per autori” e da due amatissime uscite di Felicia Kingsley. Chi ha già letto altri miei post a tema romance sa che con questa autrice ho un rapporto un po’ altalenante: Non è un paese per single e Due cuori in affitto sono state due letture carine, Il mio regalo inaspettato mi ha decisamente deluso, ed infine Matrimonio di convenienza, il suo primo lavoro, è risultato essere il mio preferito. Almeno fino ad ora.
In questo periodo ho trovato in biblioteca due suoi grandi successi di questi ultimi anni, due titoli che – penso – per molti di noi non hanno bisogno di presentazioni. Mi sono sembrati adeguati al clima di San Valentino! Lasciate che ve li racconti…
Una ragazza d’altri tempi
Rebecca Sheridan è una ragazza di 21 anni che ha perso i suoi genitori in un tragico incidente e da allora non si è più ripresa. Iscritta all’Università di Londra ed alla Facoltà di Egittologia, ella lavora in biblioteca per mantenersi e non fa altro che sognare di essere in un fantastico “altrove”, e non certo uno qualunque. Rebecca vorrebbe essere nell’epoca regency, un periodo non solo reso immortale da Jane Austen e dalla recente serie tv Bridgerton, ma anche famoso per aver dato il via agli studi sull’Antico Egitto.
Rebecca immagina di vivere con un cugino che per lei è come un fratello e con degli zii stravaganti ma simpatici, di essere ricca sfondata, di partecipare alla “stagione” per trovare marito e di avere moltissimi pretendenti… un sogno ad occhi aperti molto dettagliato, insomma!
Un giorno, grazie ad una sua vicina (una professoressa di fisica in pensione), Rebecca riesce a partecipare ad un evento regency in biblioteca con un costume affittato per l’occasione. Ma qualcosa va storto: seguendo proprio la sua vicina, Rebecca si ritrova a correre per uno stretto e buio corridoio, quindi viene accecata da una fortissima luce e sviene. Quando si risveglia, ella ha una strana sorpresa: è ancora alla biblioteca di Londra, ma… è quella del 1816!
Rebecca è finita dentro al suo sogno: adesso è Lady Sheridan, e tutto è proprio come lo aveva immaginato, tra parenti, castelli, vestiti e balli. Non tutto, però, corrisponde ai suoi sogni: per una donna del 1816, la libertà è molto limitata; i pretendenti alla sua mano sono tutti piuttosto sgradevoli e si punta al “meno peggio”; le norme igieniche lasciano a desiderare, ed è pesante cambiarsi d’abito sei o sette volte al giorno.
Una sera, per un puro colpo di fortuna, Rebecca, ormai Lady Sheridan, riesce ad assistere ad un evento che ha a che fare con l’Egittologia: l’autopsia su una mummia. Mummia che, però, non è affatto tale. Infatti, sotto bende di fattura troppo recente, c’è il corpo di Emily, quella che nei suoi sogni era “la sua migliore amica”. La salma della donna presenta ferite ed è chiaro che ella sia stata assassinata, ma la famiglia di Emily e quella del marito non fanno che minimizzare, pensando solo all’onore ed alla rispettabilità da conservare.
Con suo grande sgomento, Rebecca si rende conto che l’unico che potrebbe aiutarla in un’indagine non autorizzata è un suo vicino, l’uomo da cui si era ripromessa di stare lontana: Reedlan Knox, ex pirata diventato cavaliere per “meriti di guerra”. L’uomo è il meno affidabile di tutta Londra, ma sembra l’unico disposto ad aiutarla…
Una ragazza d’altri tempi ha ottenuto un successo straordinario e, come sempre in questi casi, vale la pena di mettere sul piatto della bilancia i pro ed i contro.
Da un lato, la scrittura è più che piacevole, anzi, è una storia che si divora, nonostante la mole; la sottotrama mistery è quel che ci vuole per fidelizzare una lettrice di gialli come me, ed è effettivamente convincente; il personaggio di Reedlan, per quanto “piratesco”, è un vero e proprio principe azzurro, romantico ed affascinante, che credo abbia conquistato tutte le lettrici o quasi; la questione “Rebecca tornerà a casa o resterà nel 1816?” spinge ad andare sempre più avanti nella lettura; mi è molto piaciuta la dissacrazione dell’epoca regency, che negli ultimi anni è stata troppo idealizzata.
Dall’altro lato, è decisamente necessaria una “sospensione dell’incredulità”. Tanto per cominciare, non è possibile che il cellulare di Rebecca resti carico così a lungo nel mondo regency. Poi, Reedlan è super, ma è difficile immaginare che a quel tempo esistessero davvero uomini così illuminati, specie degli ex pirati. Per non parlare della “pizza e patatine” ai ricevimenti, dei musici che copiano le hit di Spotify, dell’ultima parte del romanzo in generale (un bel volo pindarico).
Il mio consiglio è: non prendetelo come un historical romance, o l’eccesso di “libere interpretazioni” vi deluderà. Vi suggerisco di vederlo come un romantasy con un tocco mistery, di spegnere la razionalità e dare il via all’immaginazione.
Io comunque mi sono molto divertita a leggere questo romanzo… poi, fatemi sapere voi!
Ti aspetto a Central Park
Da Londra a New York, più precisamente nella sede della Pageturner Publishing, casa editrice che ha avuto un passato glorioso ma che ora, come tante aziende in questo settore, attende tempi migliori.
Knight Underwood è uno degli editor di punta della Pageturner e da tempo aspira al posto di direttore, che è rimasto vacante. Quando però l’editore lo convoca, egli ha una brutta sorpresa: un’altra persona è stata scelta al suo posto. Già, perché Knight è un vero esperto di letteratura e narrativa, ma una casa editrice come la Pageturner non può più permettersi di vivere solo di prodotti culturalmente elevati. In parole povere, è necessario includere i romance, genere che Knight ha sempre detestato, ma che vende molto. Per questo motivo è appena arrivata dal Texas Victoria Wender, il nuovo direttore. Ella ha una vasta esperienza nella gestione degli autori romance e porta “in dote” una scrittrice famosissima che l’ha voluto seguire: Miranda Stoller, la regina dei best-seller.
Victoria e Knight entrano subito in competizione e la tensione tra loro deflagra nel corso di una mattinata a casa di Miranda. Peccato che proprio quel giorno la scrittrice abbia la disgraziata idea di mangiare una caramella di troppo e muoia per soffocamento.
I nostri protagonisti si ritrovano impotenti, di fronte al cadavere della loro gallina dalle uova d’oro, con una casa editrice che sta colando a picco ed un file vuoto, che in teoria avrebbe dovuto essere un romanzo pronto di lì a due mesi.
È allora che ai nostri protagonisti viene un’idea folle. Miranda era sola al mondo e scriveva sotto pseudonimo: nessuno sa della sua morte. Perché non scrivere insieme questo romance, magari avvalendosi dei consigli di Blake Avery, protagonista di Due cuori in affitto e grande amico di Knight?
L’inizio non è promettente: scrivere un libro non è affatto il tipo di lavoro a cui entrambi sono abituati. Giorno dopo giorno, però, gli appuntamenti per scrivere di nascosto a Central Park diventano quasi piacevoli. Ed il fatto che il romanzo che Knight e Victoria si ritrovano a scrivere sia piuttosto “spicy” contribuisce a creare una strana chimica tra loro. L’iniziale rivalità si trasforma presto in una “amicizia con benefici”, ma si sa che queste cose sono sempre pericolose…
Potremmo definire Ti aspetto a Central Park sia un contemporary che un office romance. Ammetto che purtroppo, personalmente, ho qualche difficoltà personale con le storie ambientate nelle grandi aziende. Sarà che lavoro in un contesto diverso, ma ho sempre fatto fatica ad identificarmi in quei personaggi super ambiziosi che lottano per un posto di prestigio.
E così, Knight e Victoria, due trentenni che hanno posti da sogno (soprattutto se si pensa al mondo del lavoro qui in Italia ed all’universo editoriale) ma non si accontentano e litigano tra loro – in modo persino infantile, per essere dei temuti professionisti – per un briciolo di potere in più, all’inizio mi sono stati persino un po’ antipatici. Poi, però, la narrazione ci obbliga a conoscerli meglio, e devo dire che ho imparato ad apprezzarli. Si parla di tematiche delicate, come l’infertilità o la malattia di un genitore, il che rende il romanzo niente affatto scontato.
Da un punto di vista soggettivo, Una ragazza d’altri tempi fa sognare un pochino di più, ma Ti aspetto a Central Park è scritto meglio, sia come forma che come gestione della materia (l’autrice mostra di conoscere bene il mondo dell’editoria). Mi piace soprattutto il fatto che siano state raccontate le difficoltà nel creare un romance, genere sottovalutato e spesso bistrattato. Eppure non è una passeggiata scriverne uno!
Anche questa è una storia che si divora nonostante la mole… sono certa che non resterete delusi!
Ecco la mia recensione di questi due popolarissimi romanzi!
Che ne dite? Avete letto qualche libro dell’autrice? Vi è piaciuto?
Fatemi sapere che ne pensate!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Grazie Silvia, prendo nota.
RispondiEliminasinforosa