giovedì 27 febbraio 2025

I PREFERITI DI FEBBRAIO 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

penultimo giorno di questo mese di febbraio così insospettabilmente breve!

Si sa, gennaio è piuttosto lungo da far passare. Febbraio, invece, in un attimo ci ha portati a metà mese. Solitamente esso porta con sé la piccola pausa di Carnevale e qualche timido segno della stagione che in marzo cambierà.


Quest’anno, la prima delle due cose è rimandata: Carnevale, per noi in zona ambrosiana, si festeggerà tra il 7 e l’8 marzo. Quanto all’arrivo della primavera, la prima metà del mese ci siamo trasformati in funghi, e non ne potevo più; poi un po’ di sole, a sprazzi, ci ha sorpreso, ma c’è poco da fare, siamo ancora in inverno.


Personalmente però, nonostante l’assenza di “stacchi” e la stagione non sempre entusiasmante, è stato un mese più che accettabile. Intanto oggi, come al solito, ricapitoliamo insieme i miei “Preferiti”, dai libri ai film, dalla musica alla poesia alle foto del periodo!



Il libro del mese


Ostia, piena estate. L’ispettore Ferraro, a corto di finanze come sempre – ed ancor più dopo il divorzio - , è riuscito a trovare una soluzione tutto sommato indolore e non troppo dispendiosa per la sua parte di estate e vacanze insieme alla figlia adolescente Giulia.


Mentre padre e figlia si stanno godendo una bella nuotata al largo, però, accade un evento imprevedibile. Una piccola barca da pesca, che sembra non essere governata da nessuno, quasi si scontra con la ragazza. L’ispettore riesce a bloccare il mezzo ed a salirvi sopra, ma non c’è niente e nessuno, se non un portafoglio consumato dall’acqua. Non soldi all’interno, ma un biglietto che sembra la confessione di un suicida, e qualche documento che attesta la proprietà del portafoglio a Giovanni Tolusso, professionista milanese.


Ferraro contatta subito le autorità locali e le mette in guardia: nel mezzo del mare ostiense potrebbe esserci il corpo di un probabile suicida. Dopodiché, finita la vacanza, torna a Milano con Giulia, città dove anch’egli vive e lavora, e, tra una corsa in bicicletta ed una passeggiata con la figlia, inizia ad indagare sull’esistenza di Giovanni Tolusso, che effettivamente non si trova più nel palazzo dove abitava.

L’unica persona che si curava davvero di lui è la moglie, con la quale però era rimasto solo un grande affetto. Da tempo i due facevano vite separate.

Pochi giorni dopo, il mare restituisce il corpo. Sembrano non esserci dubbi: suicidio. A poco a poco, Ferraro ricostruisce la storia della vittima, che potremmo definire “banalmente tragica”.


L’esistenza di Giovanni Tolusso è quella di una persona che ha sempre voluto riscattarsi dalle umili origini della famiglia e dagli studi che le erano stati imposti. Il padre, manovale in trasferta, lo aveva infatti convinto ad intraprendere scuola e carriera da geometra, che per lui era il meglio a cui aspirare. Giovanni, invece, dopo un primo periodo di incertezza giovanile, era riuscito a seguire le sue ispirazioni creative ed a diventare sceneggiatore.


Qualcosa, però, è andato storto, a partire da una cartella di Equitalia contenente una multa esorbitante. Forse una gestione sbagliata della partita IVA. Un commercialista che da serio e preparato si è fatto sempre più sfuggente. Pagamenti e fatture continue che rendevano il totale delle sue uscite molto più alto di quello delle sue entrate. Persino le spese condominiali erano diventate un peso insostenibile. Una catena di tragedie economiche che sembrerebbe aver portato l’uomo a compiere il tragico gesto. Eppure nulla, davvero nulla è come sembra…



Fino a Cronaca di un suicidio, non avevo ancora mai letto niente di Gianni Biondillo, autore che non conoscevo affatto. A quanto ho capito, quella dell’ispettore Ferraro, squattrinato poliziotto che ama la “vecchia Milano” ed ha tanti utili contatti per risolvere le sue indagini, è una serie, ma io sono partita dal volume un po’ più stravagante.


Leggendo qualche altra trama sulle quarte di copertina, mi è sembrato di capire che altre sue indagini seguano la linea tradizionale del giallo classico. Cronaca di un suicidio, invece, per restare curiosamente in tema con quello che poi vi proporrò come film del mese, è una sorta di tragedia pirandelliana, un assurdo che però si rivela essere drammaticamente vero.


In un Paese in cui fior fior di criminali si ritrovano ad essere indagati più e più volte ma grazie ad avvocati ammanicati ed “agganci” vari riescono ad avere notevoli sconti di pena, un onesto professionista che a volte, in questi tempi di crisi, lavora pure “per la gloria” e attende un pagamento che arriverà chissà quando, commette un paio di errori burocratici accidentali… e viene travolto da una valanga di disgrazie.


Questo è un romanzo che vi stringerà lo stomaco, che ad ogni capitolo vi farà sperare che non accada esattamente quel che temete stia accadendo. E sono certa che i notevoli colpi di scena non vi lasceranno delusi.


Lo stile di Biondillo mi è piaciuto molto (non posso negare di essere stata trascinata!), ed anche il personaggio dell’ispettore Ferraro, per quanto non propriamente nuovo, potrebbe essere una nuova, discreta guida alla scoperta di un universo milanese poco conosciuto.


Per ora non so se leggerò altri gialli della serie perché tra gennaio e febbraio mi sono dedicata parecchio ad intrighi e delitti e vorrei tornare su altri generi, ma senz’altro lo terrò in considerazione per il prossimo futuro.



Il film del mese


La storia del biopic Eterno visionario ha inizio ad Amburgo, nella notte tra l’8 e il 9 dicembre del 1934. Luigi Pirandello sta andando a Stoccolma per ritirare il Premio Nobel per la Letteratura, che ha appena saputo di aver vinto.


Ad accompagnarlo c’è solo il suo agente letterario, una figura a metà strada tra un confidente in materia lavorativa ed un segretario particolare, l’unico che, con la sua riservatezza, possa interagire al meglio con il carattere schivo del maestro.


Mentre il treno scorre, ora dopo ora, egli, dopo aver rifiutato sia di mangiare che di dormire (con grande sconforto del suo accompagnatore), resta solo e si trova a trascorrere quel momento, di agitazione ed emozione al tempo stesso, ripercorrendo la sua vita e la sua carriera.


I momenti dolorosi, segnati soprattutto dalla scoperta della malattia della moglie Antonietta Portulano; la donna era sicuramente affetta da qualche patologia psichica che ai nostri tempi avrebbe un nome ed una terapia indicata, ma i medici di allora la bollarono come “pazza” ed invitarono il marito a farla rinchiudere. Lo spettro della pazzia inseguirà Pirandello per tutta la vita e diventerà una delle tematiche ricorrenti nelle sue opere.


Il rapporto molto travagliato con i tre figli: soprattutto la femmina, Lietta, sarà sempre molto dura con lui, anche se, da un certo punto di vista, sarà anche la più legata. Per questo Pirandello soffrirà immensamente quando, dopo sposata, ella andrà a vivere in Sudamerica.


Il periodo berlinese e l’illusione di far diventare film una delle sue opere: purtroppo il cinema resterà un sogno, ma Pirandello finirà per innamorarsi una volta di più del teatro, la sua dimensione ideale.


L’amore complesso e tormentato per la giovane attrice Marta Abba: un sentimento che Pirandello si nega più e più volte, sia per la differenza d’età che per il senso di colpa nei confronti della sua famiglia (e soprattutto della moglie).


La disastrosa serata della prima de Sei personaggi in cerca d’autore, da lui vissuta – comprensibilmente – come un grande fallimento, oggi un esempio immortale di quel che accade quando una persona è davvero artista ed anticipa i tempi.


Più ombre che luci, insomma. Eppure l’artista sta andando verso il più grande, innegabile trionfo della sua vita…



Ho già visto, abbastanza recentemente, un altro biopic su Luigi Pirandello, La stranezza (ve ne avevo parlato qui), e devo ammettere che un po’ l’ho preferito. Mi è piaciuta un po’ di più la malinconica ironia di Toni Servillo, insieme a Ficarra e Picone, con la regia di Roberto Andò, rispetto all’atmosfera decisamente più drammatica che avvolge la storia diretta da Michele Placido.


Però Eterno visionario è comunque un ottimo film, una chicca per chi è appassionato o lavora con la letteratura, e, nonostante qualche momento più lento, la visione regala delle scene molto emozionanti.


In autunno ho visto forse un po’ più film del mio solito, l’inverno è stato più nella norma (ovvero: purtroppo meno film visti di quanti vorrei), però sono contenta di aver avuto tempo e modo di vedere questa pellicola.



La musica del mese


Continuiamo il nostro giro in macchina un po’ vintage con una canzone che omaggia San Valentino! Più di vent’anni fa (eh già, siamo così anziani!) Latin lover di Cesare Cremonini, tratta dal suo primo album da solista dopo il periodo di debutto con il Lunapop, è stato un successo! La potete ascoltare a questo link.


Fidati di me, un latin lover

non canta l’amore, lo vuole per sé!

Ecco perché non sono un latin lover:

io canto l’amore sì, ma solo per donarlo a te!


Vuoi ballare con me?

Non mi dire che poi, giocherò, con te

vuoi parlare con me?

Senza dire che poi, ci proverò…


Se gli amori passati non contano niente

e sono lontani da noi

gli errori che ho fatto col senno di poi…

Baciami adesso, se vuoi!

Amore, baciami adesso, se vuoi!



La poesia del mese


Prima di passare all’atmosfera festosa del Carnevale e poi a quella primaverile, salutiamo l’inverno con Fior di neve di Umberto Saba.


Dal cielo tutti gli Angeli

videro i campi brulli

senza fronde né fiori

e lessero nel cuore dei fanciulli

che amano le cose bianche.

Scossero le ali stanche di volare

e allora discese lieve lieve

la fiorita neve.



Le foto del mese


Ogni tanto c’è voluta qualche dolce consolazione! Una piccola pausa aiuta a ritrovare concentrazione ed energia. In foto con un succo, un’ottima torta di mele!



I giorni di sole non sono stati tanti, ahinoi, ma almeno qualche volta sono capitati nel weekend. Così sono potuta tornare al parco qui a Cernusco, e mi sono goduta un po’ di luce e di verde. La terra è ancora “a riposo”, ma presto torneranno le aiuole fiorite…



Lo ammetto: il più delle volte sono stata in maglione e jeans al lavoro, e con tute sportive o pile nel weekend. Ma un paio di domeniche sono riuscita a tirare fuori qualche outfit elegante! 



Questo mese non sono riuscita ad andare nella mia cara Liguria, ma una sera mi è venuto in soccorso il polpettone della zia! Si tratta di una ricetta tipica genovese, a base di patate, fagiolini e basilico con parmigiano, uovo e pangrattato. Prima o poi imparerò a cucinarlo anche io... 



Ecco il mio tranquillo febbraio! 

Raccontatemi com'è stato il vostro, se vi va... sono sempre in cerca di consigli a tema libri, film, musica! 

Grazie per la lettura, ci sentiamo in marzo :-)



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