lunedì 17 luglio 2023

DUE CLASSICI SOTTO L'OMBRELLONE

 Due romanzi di Bulgakov e Garcia Marquez




Cari lettori,

oggi, per la nostra rubrica “Il momento dei classici”, ci addentriamo nel mondo della grande narrativa del Novecento.


Vi vorrei raccontare due libretti, che in pratica sono due racconti lunghi, che tenevo sulla mia scrivania da un po’ troppo tempo. Sapete quando avete poco tempo e vi dite “vorrei dedicarne anche un po’ anche ai classici sul comodino” ma va a finire che c’è sempre una novità, o un’uscita di un autore che amate che vi attrae? Ecco, è più o meno quello che è successo a me. Come già accaduto l’anno scorso ed in altre occasioni, la fine della scuola è quasi sempre il momento propizio per recuperare quello che ci si era già riproposto di terminare.


Questa volta, senza volerlo, sul mio comodino sono finite due vicende davvero stravaganti. La prima è una storia di fantascienza ambientata in Russia tra il 1928 ed il 1929. La seconda invece è una cronaca surreale di un omicidio avvenuto in America latina in un anno non meglio precisato, ma, considerato quel che si racconta, anche qui secondo me stiamo parlando di circa cento anni fa.


Questi due romanzi potrebbero essere una buona soluzione se volete approfittare dell’estate per recuperare qualche classico ma passerete i prossimi momenti di relax o in spiaggia o in viaggio e non volete portarvi qualcosa di troppo voluminoso.


Vediamoli meglio insieme!



Uova fatali, di Bulgakov


Il professor Persikov, direttore dell’Istituto di Zoologia di Mosca, è un uomo tra i più comuni. Solitario e bisbetico, affrontate da solo le ristrettezze della guerra e del regime comunista, da qualche tempo è riuscito a trovare una sua routine in Istituto con l’aiuto di Pankrat, il custode che egli chiama per qualsiasi cosa, e di Ivanov, il suo assistente. Un’altra risorsa importante per lui è Mar’ja Stepanovna, una donna anziana che lo aiuta a gestire il suo appartamento da quando la moglie lo ha lasciato per un cantante d’opera.


I suoi studi si incentrano soprattutto sulle rane – e sugli anfibi in generale – ma un giorno egli fa una strana scoperta. Lasciando un vetrino con delle amebe all’esposizione di un raggio rosso che ha creato quasi per caso, egli si rende conto che esse si riproducono a grandissima velocità e che le più feroci mangiano le più piccole. Spinto dall’entusiasmo di Ivanov, che crede che Persikov abbia inventato il raggio della vita, egli prova a creare una vera e propria generazione di rane con questo raggio, ma si rende conto che qualcosa non va: sono esemplari enormi, ferocissimi (al punto che anche Pankrat ne è spaventato e non esce dalla guardiola) ed al contempo cagionevoli di salute e dalla vita breve, tanto da morire in pochi mesi.


Considerati i pro e i contro, Persikov sarebbe più che disposto a proseguire gli studi sul raggio con cautela ed in vitro, tornando anche a dedicarsi all’attività accademica, ma ormai la notizia del “raggio della vita” è trapelata ed il poveretto si ritrova ad essere inseguito da giornalisti di ogni risma, categoria lavorativa che non è proprio quella che preferisce.


Nel frattempo, in alcune regioni della Russia tanti polli muoiono per via di una misteriosa malattia. Quando la moria diventa collettiva, a qualcuno viene l’idea di rivolgersi al celebre professor Persikov, che invano cerca di convincere l’opinione pubblica del fatto che egli sia un esperto di anfibi e rettili e non certo di uccelli.


Il governo, che ormai ha messo gli occhi sul raggio rosso della vita, invia da Persikov un funzionario che risiede in campagna fuori Mosca, e di fatto l’uomo convince il riluttante professore a collaborare.


Peccato che un errore fatale, come preannuncia il titolo, sia in agguato. Si creerà confusione tra la partita di uova di gallina destinata alla casa di campagna del funzionario e quella di uova di rettile destinata agli studi del professore, con conseguenze tragiche per la Russia e forse per il mondo.



La fantascienza è un genere che non pratico molto, anzi, quasi per niente. Avevo questo classico sul comodino da quando, l’anno scorso, non sapevo che fare per la tappa “Creature fantastiche” della challenge La donna verde (se ricordate, poi avevo scelto di iniziare la saga di Percy Jackson, di cui vi avevo parlato in questo post). Diciamo che, con il senno di poi, probabilmente avevo fatto bene, avevo scelto un titolo più coerente con il tema trattato. Le creature presenti in questo romanzo, che è più che altro un racconto lungo, innanzitutto compaiono verso la fine (fino a pag.85 non si sa bene che cosa succederà, poi grande paura), e poi non sono esattamente di fantasia, come chi vorrà leggerlo scoprirà.


Mi verrebbe da dire che Uova fatali è un tragico volo di fantasia che nasconde una riflessione estremamente realistica sulla scienza e sull’uso scriteriato che chi non ha competenze – o chi le utilizza per fini utilitaristici – può fare delle scoperte scientifiche.


Il povero professor Persikov, che all’inizio di sicuro non è molto simpatico al lettore, perché bisbetico ed appassionato di bocciature – cosa che non può restare indifferente a nessun ex studente universitario – alla fine un po’ lo diventa, perché giustamente, anche se con il suo caratteraccio, cerca di preservare una scoperta (quella del raggio della vita) che ha ancora un assoluto bisogno di essere studiata e perfezionata, e che potrebbe nascondere dei lati negativi imprevisti. Il popolo, però, è molto rapido nel dare a chiunque del “genio”… e poi nel distruggere i suoi stessi idoli.


Insomma, ve la farete un po’ sotto, ma ne trarrete ottime riflessioni!



Cronaca di una morte annunciata, di Gabriel Garcia Marquez


Questo surreale romanzo-cronaca è ambientato in America latina, in un lunedì di febbraio che tutto il paese avrebbe ricordato per il passaggio del vescovo e la sua benedizione dal bastimento… e per un omicidio che tutti si aspettavano.


Il giorno prima della data fatidica ci sono state delle nozze molto sontuose: la famiglia Vicario, di origini umili ma dalle grandi ambizioni, ha speso molto per far sposare l’ultima delle sue figlie con un ricco forestiero, figlio di un militare di primissimo piano.


Santiago Nasar, un ragazzo di 21 anni, molto amico del protagonista che racconta la storia, ha partecipato fino a tardi alla festa di nozze, poi ha dormito solo un’ora e si è alzato presto per poter iniziare la settimana lavorativa nell’azienda paterna. L’autore descrive tutta la routine della casa padronale: le attività mattutine della madre, la preparazione della colazione e le pulizie da parte della governante e di sua figlia, la scelta degli abiti migliori da parte di Santiago, perché egli coltiva la segreta speranza che il vescovo scenda dal bastimento e decida di visitare alcune aziende, prima tra tutte la sua. Quello di cui Santiago Nasar sembra del tutto all’oscuro – e sembra anche essere l’unico – è il fatto che i due fratelli Vicario, Pablo e Pedro, ancora con i vestiti delle nozze, lo stiano aspettando nel negozio di fronte… per ucciderlo.


Il matrimonio si è concluso con la prima notte di nozze: Angela Vicario è stata riportata alla casa dei genitori da un ormai ex sposo deluso e furibondo, rea di non essere più vergine. Malmenata ed interrogata dal resto della famiglia, Angela ha confessato di aver avuto una relazione proprio con Santiago Nasar.


I due fratelli Vicario sono subito partiti per la casa del non più amico, decisi a vendicare l’onore della sorella, ma hanno presto perso il mordente. L’Alcalde (governatore) della città li ha visti e li ha persuasi a rientrare a casa, essi hanno bighellonato, infine sono tornati con delle armi diverse.


Sia come sia, il terribile delitto alla fine si compie. Ed al nostro protagonista senza nome, che forse aspira alla carriera di giornalista, non resta che ricostruire le circostanze di una fatalità che magari avrebbe potuto essere evitata.



Così come l’altro romanzo di cui parliamo oggi, anche Cronaca di una morte annunciata si potrebbe configurare più come racconto lungo che come un vero e proprio romanzo: sono circa 135 pagine, molto scorrevoli ed avvincenti.


È come se l’autore volesse compiere una sorta di “gioco di prestigio” narrativo, quasi come se, ricostruendo antefatti e motivazioni del delitto, fosse possibile riavvolgere il nastro del tempo ed impedire che l’omicidio venga commesso, cosa che effettivamente non può accadere.


La storia è un affresco impietoso sul mondo di quel tempo. Già solo il fatto che un matrimonio si possa tramutare in ripudio nel giro di poche ore per una questione di “purezza” della sposa, ed il fatto che la madre poi passi il resto della nottata a picchiare selvaggiamente la propria figlia, dovrebbe dire molto. Ma quello che più mi ha fatto specie è che Pablo e Pedro Vicario di fatto non sono assassini e non lo sarebbero mai diventati se la sorella Angela non fosse finita in un guaio del genere. Sono due allevatori di maiali, in rapporti di amicizia con il protagonista e con lo stesso Santiago Nasar fino al giorno prima. Eppure, una volta compreso che sono diventati loro i tutori della sorella perché il padre è cieco e troppo anziano, non si cambiano nemmeno, imbracciano le armi subito, vanno ad attendere l’uomo che devono uccidere come se si trattasse di un lavoro necessario, e anzi prima passano dalla casa della fidanzata di Pablo, dove li accolgono come eroi perché l’onore non aspetta.


Quanto alla vittima, c’è chi ritiene che egli meriti una fine del genere perché ha portato Angela Vicario sulla cattiva strada; chi ha ricevuto voci allarmanti ma lascia semplicemente che accada, come la governante e la figlia, che hanno paura che egli diventi un padrone ancora più severo del padre; chi cerca di fermare il delitto o di mettersi in mezzo per pietà, come la madre del protagonista, e però arriva sulla scena drammaticamente tardi. Forse però solo chi scrive cerca di far luce sulla verità, di capire se Nasar sia effettivamente colpevole oppure no… un mistero labirintico, quasi come quelli dei poemi cavallereschi.


Una sorta di non-cronaca in bilico tra la critica sociale e gli elementi di realismo magico spesso cari alla narrazione degli autori dell’America del Sud. Mi è molto piaciuto!





Ecco i miei consigli in materia di classici per queste feste!

Si tratta di due titoli decisamente famosi… li avete letti?

Vi sono piaciuti? Che ne pensate?

Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :

  1. Classici interessanti, di entrambi gli autori ho letto altro; in particolare questo che citi di Marquez mi incuriosisce maggiormente.
    Ciao Silvia (⁠◕⁠ᴗ⁠◕⁠✿⁠)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Angela! Spero che anche questi classici ti piaceranno, se avrai occasione di leggerli :-)

      Elimina