Un giro all'esposizione fotografica milanese
Cari lettori,
oggi, per le nostre rubriche "Consigli cinematografici" ed “Eventi culturali”, riesco finalmente a parlarvi di una mostra fotografica che ho visto settimane fa, e della quale poi non ho più avuto occasione di parlarvi.
Si tratta di un’esposizione dedicata a Valentina Cortese, attrice considerata una delle ultime dive del cinema italiano, nonché orgoglio milanese del cinema.
Ammetto che per me questa mostra è stata una scoperta!
L’organizzazione della mostra
Anche il luogo in cui è stata allestita la mostra è per me qualcosa di nuovo: si tratta dello spazio IsolaSET all’interno di Palazzo Lombardia. Sono poco più che due grandi stanze, collegate da un corridoio, alle quali si accede tramite ascensore.
Di certo non uno spazio immenso, ma, nel caso di questa mostra, ricchissimo, e, a mio parere, un po’ sottovalutato. Siamo tra le fermate Gioia ed Isola della metropolitana, di certo non in una periferia, ma forse si tratta di un quartiere in cui lavoro ed affari hanno la predominanza sull’arte. Mi spiego meglio: ho avuto la sensazione che l’esposizione fosse stata poco visitata, ed anche che lo Spazio IsolaSET sia ancora un po’ da valorizzare.
Forse il Comune ha voluto fare una sorta di scommessa, portare un angolo culturale al centro di un complesso di palazzi nuovi, dove ci si occupa principalmente di amministrazione e questioni lavorative. Tuttavia, uscendo dalla mostra, ho visto che nel cortile centrale (lo spazio tra i vari palazzi) si stava allestendo un evento a tema vinicolo e c’erano già un po’ di persone in coda. Forse l’enogastronomia si sposa meglio con questi quartieri di nuova generazione, mentre la cultura, a Milano, continua ad essere frequentata nei luoghi della tradizione, più vicini al centro storico… è un peccato, però, anche perché si trattava di un’esposizione gratuita!
Comunque, lamentele a parte, il modo in cui l’esposizione è stata allestita mi è piaciuto molto. L’ingresso è quasi un salottino: un paio di poltroncine, corredate da quelle che potrebbero sembrare riviste e sono invece cataloghi di vecchie foto dell’attrice, sono poste di fronte ad un televisore (ho apprezzato che fosse moderno ma non troppo, quasi un omaggio al vecchio cinema) sul quale scorrono continuamente degli spezzoni di film di Valentina Cortese. In questo modo, anche chi l’ha conosciuta poco come me può farsi un’idea più precisa di quali e quanti film ella abbia interpretato.
La mia impressione è stata quella di una personalità con i suoi cavalli di battaglia, ma anche duttile, in grado di passare dalla commedia ai film con sottofondo di guerra. I suoi personaggi mi sono sembrati quasi tutti allegri e spontanei, sia quando ha rivestito il ruolo della giovane ragazza romantica sia quando ha interpretato parti più mature, come quella di una signora che vorrebbe rifugiarsi in campagna come fanno tutte le sue coetanee, ma poi non può fare a meno di sentire nostalgia della città e rendersi conto che è diversa (credo che questo film, che se non erro dovrebbe chiamarsi Via Montenapoleone, sia piaciuto molto agli organizzatori della mostra. Anche io l’ho trovato rappresentativo del legame di Valentina Cortese con la sua città).
Superato il salottino, il corridoio e la stanza sulla destra sono dedicati all’esposizione vera e propria, mentre la sala sulla sinistra propone qualcosa di leggermente diverso.
Gli scatti dell’esposizione
La mostra si intitola Valentina Cortese: album di famiglia – Immagini inedite di una diva proprio perché, degli oltre sessanta scatti che la compongono, molti mostrano l’attrice in una chiave intima e familiare.
Ci sono ritratti della Cortese con i suoi genitori, dal sapore ancora ottocentesco; una foto – che è quasi un dipinto - della madre da giovane con il suo violino; immagini di una Valentina ragazza e quasi imbronciata.
C’è una grande foto di una Valentina Cortese ventenne che mi ha davvero colpito, in riva ad un fiume (o forse al mare), con i pantaloncini ed un sorriso felice. Non so perché, ma mi sono venute in mente alcune fotografie della mia prozia, quando da giovane aveva appena ottenuto “il permesso” (una volta era così…) di indossare i calzoncini corti. In quella foto mi sembra di avere rivisto la spontaneità, l’allegria positiva che ho sempre ammirato in lei, e sono sicura che queste qualità non mancavano nemmeno alla protagonista di questa mostra.
Certo ci sono anche le fotografie che ci si aspetterebbe di trovare in un’esposizione del genere: primi piani molto intensi con gioielli di pregio, foto di famiglia con il figlio vestito elegante in occasione di un evento, vestiti da sogno. Proprio a questa passione della diva è dedicata l’altra parte della mostra.
Il guardaroba della diva
Superato il corridoio con degli ulteriori scatti fotografici, si raggiunge la stanza di sinistra, ricca di testimonianze che mi hanno incuriosito tantissimo.
Si tratta di un vero e proprio sguardo nel guardaroba di Valentina Cortese, che, oltre che istituzione del cinema italiano, è sempre stata considerata un modello di eleganza dalle milanesi della sua generazione (una vera e propria sciura, come diremmo qua, non trovate?).
Anche in questa stanza c’è qualche fotografia, con particolare attenzione per il look. Io ho trovato molto fine un mezzo busto in bianco e nero che ritrae la Cortese con una sorta di colbacco, un cappotto scuro, un collier alto ed una veletta vecchio stile che secondo me fa proprio la differenza nella composizione della foto.
C’è da dire che, a quanto ho visto, se c’era qualcosa che a Valentina Cortese stava proprio bene erano decisamente i copricapi: bandane che su chiunque altra (tipo me) sarebbero sembrate piratesche e su di lei invece parevano tocchi di distratta eleganza, cappelli di design che erano un tutt’uno con sciarpe fiorate ed altro ancora…
Al centro della stanza c’è un manichino con quello che potrebbe sembrare una via di mezzo tra un vestito e una mantella, con un fondo nero ed una serie di decorazioni arabescate tra il beige ed il marrone. Il cappello di paglia che lo sormonta, con fiori e farfalle, non solo “chiama” subito la primavera, ma è anche testimonianza dell’amore dell’attrice per i copricapi e della sua estrosità, quando richiesto dalle circostanze!
Quello che mi è piaciuto di più di questa sala, però, sono due teche di vetro ricchissime di accessori appartenuti alla diva: scarpe con il tacco che sembrano quasi da ballo ma forse a lei erano servite per qualche evento, foulard di ogni genere e tipo, guanti lunghi di velluto scuro, libri di lettura che erano sul suo comodino…
L’alternanza del nero con beige e marrone dorato torna su una borsetta da sera decorata con un motivo di farfalle, che forse era abbinata alla mantella di cui vi dicevo prima.
In ogni caso, ammetto che mi sarebbe piaciuto moltissimo avere almeno una parte del suo guardaroba! A chi non piacerebbe?
Un omaggio milanese ad una delle sue dive
Purtroppo non posso consigliarvi la visita all’esposizione, perché è stata aperta solo dal 2 al 26 marzo, e per vari motivi legati al tempo (tiranno) e all’organizzazione del blog riesco a proporvi la mia recensione solo oggi.
Però ci tenevo a scrivere almeno due parole su quella che per me è stata una piccola scoperta, un ennesimo lato della mia città che non conoscevo. Davvero non si finisce mai di imparare!
Mi ha anche fatto piacere notare come questa mostra non sia stata proprio un unicum, qualcosa di isolato, bensì un’esposizione all’interno di una serie di omaggi a Valentina Cortese. Tutti i giovedì ci sono stati incontri guidati con una delle curatrici della mostra, mentre, sempre in marzo, al Museo Interattivo del Cinema c’è stata una vera e propria rassegna cinematografica, con alcune delle più importanti pellicole dell’attrice.
Non mi resta che sperare che in futuro lo Spazio IsolaSET sia un po’ più valorizzato!
Ecco il mio parere su questa piccola – ma super interessante – mostra!
Qualcuno tra voi è milanese e l’ha visitata? Oppure conoscete qualche film di Valentina Cortese? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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