lunedì 3 gennaio 2022

GIÀ, INFATTI, È COSÌ…

Lo spettacolo natalizio di Andrea Vitali a Cernusco sul Naviglio



Cari lettori,

benvenuti nel 2022… con il primo post dell’anno sul blog!

Ho pensato di concludere il periodo festivo con un “Consiglio teatrale” molto speciale: uno spettacolo natalizio dello scrittore Andrea Vitali, a cui ho assistito ormai un mesetto fa, domenica 5 dicembre, alla Casa delle Arti del mio paese, Cernusco sul Naviglio. Purtroppo, in zona Milano, eravamo in pieno ponte di S.Ambrogio e la sala non era piena come immaginavo, quindi ho pensato di parlarvene qui sul blog. Andrea Vitali è lombardo, gira parecchio in zona e, per sua stessa ammissione, preferisce i luoghi della cultura di provincia e gli incontri nelle biblioteche cittadine alle fiere nelle grandi città… quindi non è escluso che ci saranno delle repliche invernali in giro per l’Italia, o almeno spero!



Il tipo di spettacolo


Andrea Vitali ci propone uno spettacolo del genere teatro-racconto. Non ci sono dei veri e propri personaggi in scena, bensì narratori e musicisti.


Lo scrittore, insieme al direttore artistico Francesco Pellicini, legge un suo testo, un racconto inedito a tema natalizio che ha riservato proprio per questo spettacolo. I due musicisti Fazio Armellini e Max Peroni, con fisarmonica, chitarra e voce, accompagnano la lettura talvolta con brani di accompagnamento, altre volte con vere e proprie canzoni, che non conoscevo ma che mi sono piaciute molto.



Inutile girarci troppo intorno: con questo tipo di teatro, è la bravura dello scrittore di affascinare con le sue parole a fare la differenza. Qualche volta, con monologhi un po’ troppo pretenziosi, può capitare che gli spettatori perdano il filo e che si appesantisca la rappresentazione.


Posso rassicurarvi: non è un rischio che si corre con questo spettacolo. Avevo già visto Andrea Vitali a qualche incontro di presentazione dei suoi libri in biblioteche della zona, ed ho sempre avuto l’idea che, oltre che un narratore, fosse anche un bravo intrattenitore. “Già, infatti, è così...” ha confermato la mia impressione.



La storia raccontata


Il racconto è ambientato in un paesino italiano come tanti; probabilmente Bellano, il paese natale di Vitali dove egli ambienta tutti i suoi romanzi. L’anno non è specificato, ma alcuni dettagli fanno pensare che non si tratti proprio della contemporaneità: ancora una volta siamo in linea con i libri dell’autore, che sono ambientati soprattutto negli anni ‘30, ma anche, talvolta, tra i ‘50 ed i ‘70.


Il protagonista è un maestro elementare in pensione che ha esaurito tutti i motivi per festeggiare il Natale: sua madre è morta da poco, non ha una sua famiglia, non può più neppure dedicarsi alla gara dei presepi a scuola. La sera della Vigilia egli è andato a letto molto presto per evitare di sentire le festose campane della Messa, ma finisce per svegliarsi nel cuore della notte. Prima pensa di aver lasciato accesa la radio; poi, con suo grande sconcerto, si rende conto di non essere solo.


Sono venuti a trovarlo i suoi personali “tre spiriti”: la mamma, che rappresenta un passato fatto di tradizioni e ricordi che il maestro proprio non riesce a lasciar andare; la donna a cui da giovane non è riuscito a dichiararsi, e che ha sposato un altro, simbolo di un presente in cui si sente solo; il suo amico d’infanzia Angelo, annegato nel lago per una sciocca gara di apnea, che è rimasto bambino nel cuore e lo invita a guardare al futuro.



Due fonti d’ispirazione


Nello scrivere questo racconto, credo che Andrea Vitali abbia seguito due filoni tra loro abbastanza diversi, ma che in questa storia riescono a trovare un loro incastro.


Il primo salta all’occhio anche a chi non è fan dell’autore: questa storia è una versione personalizzata del Canto di Natale di Charles Dickens, e, in generale, omaggia la tradizione dell’Inghilterra e dei paesi del Nord Europa che vuole il periodo prenatalizio, e la Vigilia di Natale in particolare, come momento di passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In alcune zone di Svezia e Finlandia si usa addirittura preparare la tavola del pranzo di Natale la sera prima, in omaggio a quella parte di famiglia che non c’è più.



Il secondo sono invece le storie di paese della tradizione italiana, che costituiscono anche la linfa portante dei romanzi dell’autore. Andrea Vitali è stato medico di base per tanti anni a Bellano, conosce molto bene la sua città e di sicuro ha tante storie da raccontare…



Lo “spirito natalizio” del maestro


Come tutte le storie natalizie, anche questa suscita nello spettatore sentimenti positivi, di allegria e di speranza, in vista delle feste in arrivo. Tuttavia questo racconto non manca di trasmettere anche un certo spirito pratico, non nuovo a chi conosce già il lettore. La gioia del Natale si può trovare semplicemente nella chiacchierata con la vicina che era tanto amica di mamma, nel bere un digestivo al bar con gli amici che ci sono ancora, nell’uscire nella notte fredda e nel meravigliarsi ancora di tutto quello che c’è di bello intorno a noi.

Il maestro non è un avarastro come Scrooge, né un criminale da redimere o un uomo disperato come i protagonisti di tanti altri racconti natalizi: è un personaggio in cui ci potremmo facilmente identificare, attanagliato dalla noia e dalla malinconia che purtroppo spesso vengono a farci compagnia nella vita di tutti i giorni. Per questo motivo non c’è bisogno di grandi rivoluzioni per apprezzare al meglio il periodo delle feste (e la vita che verrà): “basta” - ed è già sufficientemente difficile – imparare ad apprezzare quello che si ha.





Con questo spettacolo natalizio termino – un po’ mio malgrado – il periodo festivo sul blog. Giovedì sarà l’Epifania, quindi mi prendo un piccolo break dai post, e ci rivediamo settimana prossima con le nostre rubriche abituali. Vi auguro una buona continuazione di vacanze, per chi – come me – è ancora in ferie!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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