L'originale monologo di Ascanio Celestini in scena al Teatro Carcano
Cari
lettori,
nuovo
appuntamento con i nostri “Consigli teatrali”! Oggi sono contenta
di presentarvi uno spettacolo di Ascanio Celestini, scrittore ed
autore teatrale piuttosto impegnato.
La rappresentazione s’intitola
Barzellette ed è tratta dal suo omonimo libro.
Vediamo meglio
insieme di che cosa si tratta!
Parole,
musica, scenografia
Ascanio
Celestini è l’unico attore di una scena piuttosto essenziale. Con
lui c’è un bravissimo musicista che alterna la tastiera alla
fisarmonica, e che accompagna il suo monologo, che talvolta si
trasforma in una sorta di canto.
Al
centro della scena c’è una panchina incorniciata da tante piccole
luci, e sullo sfondo c’è un quadro con un paesaggio.
La
scenografia richiama simbolicamente la “cornice” dello
spettacolo: Ascanio Celestini, infatti, si presenta come un ragazzo
in cerca di un impiego presso le ferrovie. Il capostazione gli
propone un patto: egli dovrà raccogliere una serie di barzellette su
un brogliaccio, rispondere ad una domanda apparentemente assurda
(“Qual è il punto più alto da cui puoi lanciare un uovo su un
piano d’acciaio senza che esso si rompa?”) ed avrà il lavoro.
Le
barzellette
Il
giovane aspirante al lavoro in ambito ferroviario, entusiasta, si
siede alla panchina, inizia a raccogliere le barzellette sul
brogliaccio (da lui definito “la sua unica ricchezza”) ed a
riflettere sulla domanda, e dialoga con un misterioso interlocutore,
da lui apostrofato “geometra” ed interpretato dal musicista, che
continua a suonare e ad ascoltarlo silenzioso.
Le
barzellette portate sul palcoscenico sono tra le più varie: dai
preti in confessione alle suore non sempre virtuose, dalle splendide
donne agli ingegneri sempre in cerca del wi-fi, dall’eterno
ritornello dell’uovo e della gallina alla classica situazione
dell’uomo perduto su un’isola deserta.
Si
ride molto, anche se l’atmosfera è piuttosto irreale: sembra che
il protagonista ed il misterioso “geometra” siano in attesa di un
capostazione che non arriva mai. L’omaggio a Beckett e ad
Aspettando Godot è facilmente intuibile, ma è
re-interpretato con grande originalità.
Storie
di attualità
Tra
una barzelletta e l’altra, Ascanio Celestini racconta tre storie
dal tono piuttosto onirico e fantasioso. Lo spettatore non afferra
subito l’argomento trattato, ma lo comprende a poco a poco, grazie
all’incredibile capacità di raccontare dell’interprete.
La
prima storia è quella di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico
sospettato di aver messo la bomba di Piazza Fontana nel 12 dicembre
1969, morto cadendo da una finestra del commissariato dove lo stavano
interrogando. Ad oggi l’ipotesi di un suo suicidio è stata
smentita, la sua innocenza provata, ed è considerato una delle
vittime della strage.
La
seconda è quella di una famiglia ebraica deportata in un campo di
concentramento in seguito ad un blitz dei fascisti in Istria e
costretta a dolorose separazioni e ad un destino drammatico.
La
terza ed ultima è un tragico ricordo dell’attentato nella
stazione di Bologna, avvenuto il 2 agosto 1980.
Il
filo conduttore delle tre storie è il mondo ferroviario, ma esse
sono raccontate con tecniche narrative piuttosto diverse (un dialogo
immaginario, una sorta di pagina di diario, una descrizione
dettagliata) e con un linguaggio poetico che affascina lo spettatore.
Il
messaggio dello spettacolo
Mi
sono accostata alla visione dello spettacolo convinta che avrei
assistito ad una sorta di cabaret, gradevole e divertente ma
piuttosto leggero. Mi sono invece ritrovata piacevolmente sorpresa
dalle storie raccontate, dalle belle musiche, dalla delicatezza con
cui sono state presentate le tematiche.
L’attesa
del giovane aspirante ad un lavoro alle ferrovie, che, con il passare
del tempo, si rende conto di non essere poi più tanto giovane,
diventa una sorta di metafora esistenziale: anche nel corso della
vita ci si può ritrovare ad aspettare qualcosa che si desidera
tanto, a fare i conti con le frustrazioni, a ricordare qualcosa che
si preferirebbe dimenticare per sempre, ad essere delusi da una
persona che ci aveva fatto tante promesse, a confidarsi con uno
sconosciuto se ci si sente soli, a raccontarsi qualche storia che
aiuta a rendere la vita un po’ più piacevole o divertente, anche
solo per qualche minuto. Eppure, nonostante tutto, come dice lo
stesso Celestini, sarà una bella vita.
Lo
spettacolo è rimasto al Teatro Carcano soltanto per pochi giorni,
dal 24 al 26 febbraio! Tuttavia, dal momento che Ascanio Celestini è
piuttosto noto, non escludo che questo spettacolo possa venire
replicato in altre città d’Italia.
Se siete interessati, vi
ricordo che egli è anche autore di alcuni libri, tra cui proprio
Barzellette, quello da cui è stato liberamente tratto questo
spettacolo.
Voi
conoscete l’interprete? Avete visto questo o altri suoi spettacoli?
Spero
di avervi incuriosito!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, spesso per dimenticare oppure per distrarsi, si cerca delle barzellette, qualcosa che fa dimenticare certi problemi.
RispondiEliminaCiao e buona settimana con un abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Hai ragione… a volte si cerca di ridere anche delle difficoltà! Non è sempre facile, ma se si riesce fa bene al cuore! Buona settimana anche a te :-)
EliminaSovente si associano le barzellette a leggerezza o al solo puro divertimento, questo spettacolo che ci hai raccontato è molto di più, anche perché tratta di tre fatti che fanno parte della storia buia del nostro Paese. Grazie Silvia.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Vero, in questo spettacolo la leggerezza delle barzellette è accostata a brevi monologhi di teatro civile. Grazie a te che leggi sempre le mie recensioni!
EliminaNon conosco Ascanio, ma il suo spettacolo mi piacerebbe.
RispondiEliminaAdoro le barzellette e la leggerezza, ma se si riesce a far riflettere pur conservando uno stile easy, per me è il top.
Bravo lui e tu a recensirlo.
Ciao Claudia! Nemmeno io lo conoscevo… i miei genitori, invece, sì. In questo spettacolo un po' si ride ed un po' si riflette… ed a me ha fatto piacere recensirlo!
EliminaCiao,amo Ascanio Celestino e il suo teatro,lo ho appena visto in questo spettacolo nella mia città,Trieste.
RispondiEliminaEccezionale come sempre.
Un saluto da fulvio
Ciao Fulvio! Sono proprio contenta che questo spettacolo sia arrivato anche a Trieste e che tu sia andato a vederlo! :-)
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