lunedì 3 febbraio 2020

BARZELLETTE

L'originale monologo di Ascanio Celestini in scena al Teatro Carcano




Cari lettori,
nuovo appuntamento con i nostri “Consigli teatrali”! Oggi sono contenta di presentarvi uno spettacolo di Ascanio Celestini, scrittore ed autore teatrale piuttosto impegnato. 
La rappresentazione s’intitola Barzellette ed è tratta dal suo omonimo libro. 
Vediamo meglio insieme di che cosa si tratta!



Parole, musica, scenografia


Ascanio Celestini è l’unico attore di una scena piuttosto essenziale. Con lui c’è un bravissimo musicista che alterna la tastiera alla fisarmonica, e che accompagna il suo monologo, che talvolta si trasforma in una sorta di canto.

Al centro della scena c’è una panchina incorniciata da tante piccole luci, e sullo sfondo c’è un quadro con un paesaggio.


La scenografia richiama simbolicamente la “cornice” dello spettacolo: Ascanio Celestini, infatti, si presenta come un ragazzo in cerca di un impiego presso le ferrovie. Il capostazione gli propone un patto: egli dovrà raccogliere una serie di barzellette su un brogliaccio, rispondere ad una domanda apparentemente assurda (“Qual è il punto più alto da cui puoi lanciare un uovo su un piano d’acciaio senza che esso si rompa?”) ed avrà il lavoro.



Le barzellette


Il giovane aspirante al lavoro in ambito ferroviario, entusiasta, si siede alla panchina, inizia a raccogliere le barzellette sul brogliaccio (da lui definito “la sua unica ricchezza”) ed a riflettere sulla domanda, e dialoga con un misterioso interlocutore, da lui apostrofato “geometra” ed interpretato dal musicista, che continua a suonare e ad ascoltarlo silenzioso.


Le barzellette portate sul palcoscenico sono tra le più varie: dai preti in confessione alle suore non sempre virtuose, dalle splendide donne agli ingegneri sempre in cerca del wi-fi, dall’eterno ritornello dell’uovo e della gallina alla classica situazione dell’uomo perduto su un’isola deserta.


Si ride molto, anche se l’atmosfera è piuttosto irreale: sembra che il protagonista ed il misterioso “geometra” siano in attesa di un capostazione che non arriva mai. L’omaggio a Beckett e ad Aspettando Godot è facilmente intuibile, ma è re-interpretato con grande originalità.



Storie di attualità


Tra una barzelletta e l’altra, Ascanio Celestini racconta tre storie dal tono piuttosto onirico e fantasioso. Lo spettatore non afferra subito l’argomento trattato, ma lo comprende a poco a poco, grazie all’incredibile capacità di raccontare dell’interprete.


La prima storia è quella di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico sospettato di aver messo la bomba di Piazza Fontana nel 12 dicembre 1969, morto cadendo da una finestra del commissariato dove lo stavano interrogando. Ad oggi l’ipotesi di un suo suicidio è stata smentita, la sua innocenza provata, ed è considerato una delle vittime della strage.

La seconda è quella di una famiglia ebraica deportata in un campo di concentramento in seguito ad un blitz dei fascisti in Istria e costretta a dolorose separazioni e ad un destino drammatico.

La terza ed ultima è un tragico ricordo dell’attentato nella stazione di Bologna, avvenuto il 2 agosto 1980.


Il filo conduttore delle tre storie è il mondo ferroviario, ma esse sono raccontate con tecniche narrative piuttosto diverse (un dialogo immaginario, una sorta di pagina di diario, una descrizione dettagliata) e con un linguaggio poetico che affascina lo spettatore.



Il messaggio dello spettacolo


Mi sono accostata alla visione dello spettacolo convinta che avrei assistito ad una sorta di cabaret, gradevole e divertente ma piuttosto leggero. Mi sono invece ritrovata piacevolmente sorpresa dalle storie raccontate, dalle belle musiche, dalla delicatezza con cui sono state presentate le tematiche.

L’attesa del giovane aspirante ad un lavoro alle ferrovie, che, con il passare del tempo, si rende conto di non essere poi più tanto giovane, diventa una sorta di metafora esistenziale: anche nel corso della vita ci si può ritrovare ad aspettare qualcosa che si desidera tanto, a fare i conti con le frustrazioni, a ricordare qualcosa che si preferirebbe dimenticare per sempre, ad essere delusi da una persona che ci aveva fatto tante promesse, a confidarsi con uno sconosciuto se ci si sente soli, a raccontarsi qualche storia che aiuta a rendere la vita un po’ più piacevole o divertente, anche solo per qualche minuto. Eppure, nonostante tutto, come dice lo stesso Celestini, sarà una bella vita.




Lo spettacolo è rimasto al Teatro Carcano soltanto per pochi giorni, dal 24 al 26 febbraio! Tuttavia, dal momento che Ascanio Celestini è piuttosto noto, non escludo che questo spettacolo possa venire replicato in altre città d’Italia. 

Se siete interessati, vi ricordo che egli è anche autore di alcuni libri, tra cui proprio Barzellette, quello da cui è stato liberamente tratto questo spettacolo.

Voi conoscete l’interprete? Avete visto questo o altri suoi spettacoli?
Spero di avervi incuriosito!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

8 commenti :

  1. Cara Silvia, spesso per dimenticare oppure per distrarsi, si cerca delle barzellette, qualcosa che fa dimenticare certi problemi.
    Ciao e buona settimana con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

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    1. Ciao Tomaso! Hai ragione… a volte si cerca di ridere anche delle difficoltà! Non è sempre facile, ma se si riesce fa bene al cuore! Buona settimana anche a te :-)

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  2. Sovente si associano le barzellette a leggerezza o al solo puro divertimento, questo spettacolo che ci hai raccontato è molto di più, anche perché tratta di tre fatti che fanno parte della storia buia del nostro Paese. Grazie Silvia.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Vero, in questo spettacolo la leggerezza delle barzellette è accostata a brevi monologhi di teatro civile. Grazie a te che leggi sempre le mie recensioni!

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  3. Non conosco Ascanio, ma il suo spettacolo mi piacerebbe.
    Adoro le barzellette e la leggerezza, ma se si riesce a far riflettere pur conservando uno stile easy, per me è il top.
    Bravo lui e tu a recensirlo.

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    1. Ciao Claudia! Nemmeno io lo conoscevo… i miei genitori, invece, sì. In questo spettacolo un po' si ride ed un po' si riflette… ed a me ha fatto piacere recensirlo!

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  4. Ciao,amo Ascanio Celestino e il suo teatro,lo ho appena visto in questo spettacolo nella mia città,Trieste.
    Eccezionale come sempre.
    Un saluto da fulvio

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    1. Ciao Fulvio! Sono proprio contenta che questo spettacolo sia arrivato anche a Trieste e che tu sia andato a vederlo! :-)

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