martedì 24 aprile 2018

ELENA: LA REALTÀ CHE RISCATTA L’ILLUSIONE DELLA GUERRA

Le donne di Euripide #3





Cari lettori,
per la nostra rubrica “Donne straordinarie”, nuovo appuntamento con le tante figure femminili cantate da Euripide.

Nei precedenti post vi ho parlato di Andromaca, l’infelice vedova di Ettore che viene portata in Grecia e considerata con sospetto in quanto straniera, e di Ecuba, la regina di Troia caduta in disgrazia e destinata a ricordare il passato ed a piangere il presente.


Oggi parliamo di Elena, la donna che è passata alla storia come la causa della guerra tra Greci e Troiani.
Anche la tradizione letteraria sembra concordare: in questo post, per esempio, vi mostro che cosa ne pensava la poetessa greca Saffo.


Ho scelto di raccontarvi il punto di vista di Euripide non solo perché rientra nel progetto che ci sta accompagnando in questi mesi, ma anche e soprattutto perché è originale ed inedito.


Prima di conoscere trama e personaggi più nel dettaglio, è necessario fare una premessa storica. Euripide, come già detto in altri post, è l’ultimo dei tre più famosi tragediografi, e proprio per questo motivo vive in un mondo diverso rispetto a quello dei suoi predecessori.

La guerra che Eschilo e Sofocle amavano raccontare (e paragonare a quella di Troia) era quella greco-persiana: ancora una volta, dunque, Oriente contro Occidente, una vittoria schiacciante e le città greche unite contro un nemico comune.

Euripide, invece, ha sotto gli occhi la guerra del Peloponneso, un conflitto fratricida che vede Sparta ed Atene l’una contro l’altra. Il poeta sente nel suo cuore che il suo popolo, un tempo così colto ed evoluto, sta per autodistruggersi a causa della sua sete di potere.
Proprio per questo motivo egli scrive questa tragedia, Elena, che ribadisce in modo netto e deciso l’inutilità di tutte le guerre.



Considerati i temi, ho deciso di dedicare questo post all’imminente festività del 25 aprile. Credo che i classici abbiano ancora tanto da insegnarci, anche per quello che riguarda la storia recente e l'attualità. Spero che troviate azzeccata la scelta!



La guerra è causata da motivazioni inconsistenti...come una nuvola



La nostra protagonista, Elena, vive ormai da diciassette anni in Egitto. Non ha mai visto Troia e si chiede da tempo se la guerra sia conclusa e quale sia stato il destino della sua famiglia. 

...proprio così. La vera Elena non è mai scappata a Troia con Paride, non ha mai causato un conflitto. Ella è stata invece rapita da Ermes, il messaggero degli dei, che su ordine di Era l’ha portata da un anziano e rispettoso re egizio, Proteo.

Sulla nave troiana è salita una controfigura creata dagli dei: un’immagine illusoria, che a tutti è sembrata la vera Elena, ma che viene definita dal poeta stesso un fantasma o una nuvola.


La metafora è chiarissima nella sua crudeltà: sono stati gli dei a volere che la guerra si scatenasse, ed hanno creato un’illusione ad hoc proprio per questo scopo. Gli uomini, accecati dalla loro stessa ambizione, hanno inseguito una nuvola credendo che fosse una valida motivazione per combattere.


Così, anche Sparta ed Atene, al tempo in cui Euripide scrive, si sono studiate per anni in cerca di qualche casus belli di relativa importanza che giustificasse il loro desiderio di entrare in guerra l’una contro l’altra.
Il poeta è categorico: anche questi pretesti hanno la consistenza di un fantasma.



La guerra distrugge i vincitori tanto quanto i vinti



In un solo giorno, Elena, ormai rassegnata a vivere in Egitto, riceve due visite davvero inattese.

La prima è quella di Teucro, un guerriero greco, fratello dell’eroico e sfortunato Aiace Telamonio.
Credendo di trovarsi davanti una donna del luogo, che solo per un caso assomiglia ad Elena, egli racconta alla protagonista le vicende relative alla caduta di Troia ed agli sfortunati ritorni in patria dei greci.

La seconda è quella tanto invocata di Menelao, suo marito, che è da ben sette anni in viaggio per tornare a Sparta e che crede di avere con sé la vera Elena (ma quella in barca con lui è la controfigura).
Non appena i due coniugi si incontrano, la falsa Elena si dissolve nel nulla, non senza aver rimproverato Greci e Troiani per la loro folle cecità.


Teucro e Menelao fanno parte della schiera dei vincitori, ma non lo dimostrano affatto. Il loro fisico è provato, la loro mente è scossa, sono più stanchi ed arrabbiati di quanto non fossero sotto le mura di Troia.

Già nel post dedicato ad Ecuba avevo scritto di come e quanto Euripide condannasse l’espediente del cavallo di legno, da lui ritenuto empio. È come se tutti i Greci “vincitori” fossero stati puniti per aver sconfitto il nemico tramite un subdolo inganno.



La guerra è portata avanti dai giovani senza rispetto per gli insegnamenti del passato



Menelao ed Elena si sono appena ritrovati e vorrebbero riprendere il loro viaggio, per poter così raggiungere finalmente Sparta.
C’è però un ostacolo che potrebbe essere fatale per entrambi. L’anziano re Proteo è morto da poco, ed il nuovo sovrano, il figlio Teoclimeno, vorrebbe sposare Elena.
Quest’ultima, per evitare nozze che non desidera, non risiede più nel palazzo reale, ma si è costruita un piccolo giaciglio proprio presso la tomba di Proteo, in modo da essere considerata “supplice” e quindi intoccabile.

Elena e Menelao provano a cercare un’alleata nella sorella di Teoclimeno, la sacerdotessa Teonoe, e le fanno notare che la crudeltà e la prepotenza del fratello disonorano il padre defunto, che ha voluto bene ad Elena come a una figlia e l’ha protetta da ogni male.

Quello che, fuor di metafora, Euripide sta cercando di dire al suo pubblico è evidente: tutti i protagonisti della guerra del Peloponneso stanno letteralmente calpestando le tombe dei caduti di Maratona, di Platea, di Salamina, delle Termopili.
Il fatto che Atene e Sparta si stiano facendo la guerra tra loro equivale a disonorare la memoria di chi si è adoperato per una Grecia unita ed al sicuro da nemici esterni.



La guerra può essere scongiurata se si ascolta chi l’ha subita



Nel corso di questa tragedia, la chiave risolutrice di ogni problema è proprio la vera Elena.
È lei a convincere Teonoe a passare dalla sua parte, lei ad inventare un piano che salvi lei e Menelao, lei a persuadere Teoclimeno in modo che egli caschi nel tranello, lei ad evitare il più possibile spargimenti di sangue.

Niente male per una donna ritenuta da tutti una furia distruttrice, no?
L’ironia di Euripide è palese.


Menelao ed Elena fuggono con una nuova nave e con la benedizione dei fratelli di lei, tramutati dagli dei in stelle dopo un triste destino terrestre.

È proprio chi ha subito di più, chi ha sofferto le maggiori ingiustizie, a dare l’esempio agli altri affinché il ciclo della violenza si chiuda.

È come se Elena dicesse: un nome, una fama possono sviare, ma una persona si giudica in base ai fatti, ed è a questi che bisogna credere.




Questa è ormai la terza tragedia euripidea che commento (quarta se includiamo il mio post dedicato ad Ifigenia) e ogni volta rimango stupita dalla sua capacità di trattare temi attuali in modo quasi preoccupante.

Voi che ne dite? Condividete i pensieri del poeta?
Conoscevate questa versione che “rivaluta” positivamente Elena?

Fatemi sapere! Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


14 commenti :

  1. Ciao Silvia, conoscevo questa tragedia solo di nome, non mi è mai capitato di approfondirla, perciò è stato molto interessante leggere la tua bella analisi, complimenti perchè è proprio ben strutturata! :-)

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    1. Ciao! Io l'avevo "scoperta" ai tempi del corso di storia del teatro greco e latino. Mi è sembrato giusto riprenderla in questo percorso! :-)

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  2. Cara Silvia, questo post dovrebbero leggerlo tutti, ce tanto da imparare.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio.
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Grazie davvero per il tuo apprezzamento, buona giornata :-)

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  3. interessantissima questa prospettiva approfondita che ci mostra una Elena che va ben oltre i "pregiudizi" e i luoghi comuni-1

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    1. Ciao Angela! Anche io sono rimasta molto colpita leggendola per la prima volta, è davvero qualcosa di super originale! :-)

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  4. Conoscevo la tragedia di Euripide per sommi capi; questo tuo articolo è la bella conferma di quanto i miti classici siano attuali e fecondi :)

    La guerra distrugge i vincitori tanto quanto i vinti; è un concetto che ritrovo a ogni pagina della mia lettura di questi giorni, La pelle di Malaparte.

    Anche l'osservazione sull'ignoranza del passato e della memoria che genera mostri è attualissima, e tanto più lancinante in questo (quasi) 25 aprile del 2018, dove tutto vediamo fuorché alleanza e rispetto reciproco - tanto fra i cosiddetti governanti, quanto fra i comuni cittadini.

    Quante nuvole costruite ad arte riescono ad aizzarci l'uno contro l'altro, ancora oggi :(

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    1. Ciao! Purtroppo non ho letto il libro di Malaparte che citi. Sono perfettamente d'accordo con tutto quello che hai scritto... Tante "nuvole" sono generate da ignoranza ed odio insensato, ed ognuno di noi dovrebbe fare il possibile per scacciarle via :-)

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  5. Chi legge oppure ha studiato i classici, ha le chiavi di lettura per capire il mondo.

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    1. Ciao Patrizia, e benvenuta! Io sosterrò sempre l'importanza dei classici. Il loro studio è un regalo eterno, che nessuno potrà mai portarci via :-)

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  6. Ciao Silvia,
    che bella questa rivalutazione di Elena perchè è vero è da tutti definita come la donna che fece un sacco di danni, 10 anni per una guerra è davvero esagerato e invece viene mostrata diversamente e mi piace.
    Complimenti per questo post non sapevo ci fosse qualcosa del genere e quanto amo leggere di queste cose!!

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    1. Ciao Susy! Anche io sono rimasta decisamente sorpresa! Anche la poetessa Saffo, comunque, è stata piuttosto indulgente con Elena :-)

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  7. Molto interessante!

    https://julesonthemoon.blogspot.it

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