giovedì 5 ottobre 2017

KLIMT EXPERIENCE

Un inedito filmato - mostra al Mudec




Cari lettori,
siamo di nuovo alle prese con i "Consigli artistici"! Oggi vi vorrei parlare di un luogo dove sono stata qualche giorno fa per la prima volta (in colpevolissimo ritardo, visto che abito in provincia di Milano): il Mudec, ovvero “Museo delle Culture” di via Tortona.

Sono andata a vedere una mostra davvero originale, che vi consiglio di cuore, dal titolo Klimt experience.
Essa è stata allestita in occasione dell’imminente centenario della morte di Gustav Klimt, stroncato da un ictus nel 1918.


Non si tratta di un’esposizione tradizionale, con una serie di sale e le opere dell’artista importate da ogni angolo del mondo.

Il visitatore è invece invitato ad entrare ed accomodarsi in un unico e grande salone buio, sulle cui pareti viene proiettato un filmato di un’ora, che presenta vita ed opere dell’autore in modo del tutto originale.
È un’esperienza che forse non si comprende del tutto se non la si vive, ma cercherò di raccontarla.



Formazione e giovinezza dell’artista



Il filmato mostra innanzitutto le prime opere di Klimt, che, durante gli anni della sua giovinezza, è molto legato al fratello e ad alcuni amici e collabora a lungo con loro. 

I dipinti di questo periodo sono interessanti perché risentono fortemente di alcune influenze pittoriche tipiche della metà del XIX secolo, ma, allo stesso tempo, rivelano un desiderio di sperimentazione da parte dell’artista.



La donna amata



Alcuni minuti del filmato sono dedicati a Emile Flöge, compagna del poeta e sua musa per tutta la vita.

I due non si sposeranno mai, anzi, avranno relazioni e figli con altre persone.

Ciò nonostante, la figura di Emile resta fondamentale per Klimt, ed il visitatore della mostra può ritrovare l’intenso sguardo della donna amata dall’artista in molti dei suoi dipinti.



La secessione viennese e l’amore per la classicità



Il movimento che Klimt fonda con il fratello e gli amici, chiamato “Secessione viennese”, è allo stesso tempo un gesto di ribellione contro la pittura accademica tradizionale e una dichiarazione d’amore nei confronti di tutte le arti e le scienze.

Non a caso il filmato si concentra soprattutto sul dipinto dedicato a Pallade Atena, dea della saggezza e della conoscenza e simbolo del movimento.

Ampio spazio è dedicato anche al Fregio di Beethoven, opera monumentale del 1902, composta da una serie di dipinti dai colori vivaci e dai soggetti enigmatici ed un po’ angoscianti.



Il periodo d’oro e gli effetti speciali



I creatori del filmato hanno utilizzato degli effetti davvero sorprendenti per mostrare al meglio quello che, in ogni senso, è il “periodo d’oro” dell’artista.

Giuditta, Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I, Il bacio e tanti altri dipinti dallo sfondo dorato vengono scomposti, analizzati in ogni particolare e resi protagonisti di alcuni giochi grafici davvero spettacolari.

Klimt, ispirato dai mosaici di Ravenna, dà vita ad una serie di ritratti (soprattutto femminili) indimenticabili, ormai entrati nell’immaginario comune, anche per chi non è propriamente esperto di arte.



La figura femminile



A proposito dei soggetti che Klimt preferisce dipingere, egli stesso afferma:

Di me non esiste alcun autoritratto.
Non mi interessa la mia persona come ‘oggetto di pittura’,
mi interessano piuttosto le altre persone, specie se di sesso femminile”.


Klimt ritrae con grande attenzione le donne, dando di volta in volta al suo soggetto un’accezione diversa.
Proprio su questo gioca la mostra, abbinando ad ognuno di questi quadri un effetto speciale apposito: le onde, i fiori, le fiamme, persino i serpenti…




L’ultimo periodo



Nell’ultima parte del filmato i toni cambiano completamente. L’ispirazione data dai mosaici ravennati fa spazio a quella donata dall’impressionismo e dai colleghi pittori della Belle Époque.

Ne consegue una maggiore profondità delle figure, una minore carica vitale a favore di atmosfere più modeste e soprattutto l’abbandono dell’oro a favore di moltissimi altri colori.

Notevole è una serie di fiori e di giardini che ricorda molto lo stile di Monet e che testimonia un totale cambiamento di direzione da parte dell’artista.



Le musiche e l’arte che parla da sé



Klimt non ama fornire spiegazioni riguardo alle sue opere.
Egli, infatti, afferma:


Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista,
l’unico che vale la pena conoscere,
osservi attentamente i miei dipinti
per rintracciarvi chi sono e cosa voglio”.


Per questo motivo non ci sono audioguide o didascalie che accompagnano la proiezione dei dipinti.

Ci sono invece delle meravigliose musiche, dai classici valzer viennesi al sempre piacevole Inno alla gioia, passando per i Carmina burana e l’Aria sulla IV corda di Bach, che aiutano il visitatore a rilassarsi ed ad apprezzare le opere “raccontate” in questo insolito filmato.

La morte di Klimt segna la fine non solo della parabola di questo incredibile personaggio, ma anche dei circoli di artisti che egli aveva creato, della Belle Époque e dell’Impero Austro-Ungarico. Sicuramente, quindi, egli è stato uno dei più rappresentativi artisti di un’epoca ormai conclusa.




La mostra resterà al Mudec fino al 7 gennaio! Avete dunque tutto l’autunno e le vacanze di Natale per vivere questa insolita esperienza artistica.
Spero di avervi incuriosito, perché credo che ne valga davvero la pena!

Vi è mai capitato di assistere a mostre-filmati di questo genere?
Vi piace Klimt?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura e al prossimo post :-)

2 commenti :

  1. Klimt mi piace molto ma purtroppo non ho mai assistito a una mostra d'arte delle sue opere :(

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    1. Ciao Angela! Anche per me è stata la prima mostra dedicata a Klimt :-)

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