Un inedito filmato - mostra al Mudec
Cari
lettori,
siamo di nuovo alle prese con i "Consigli artistici"! Oggi vi vorrei parlare di
un luogo dove sono stata qualche giorno fa per la prima volta (in
colpevolissimo ritardo, visto che abito in provincia di Milano): il
Mudec, ovvero “Museo delle Culture” di via Tortona.
Sono
andata a vedere una mostra davvero originale, che vi consiglio di
cuore, dal titolo Klimt experience.
Essa è stata allestita in
occasione dell’imminente centenario della morte di Gustav Klimt,
stroncato da un ictus nel 1918.
Non
si tratta di un’esposizione tradizionale, con una serie di sale e
le opere dell’artista importate da ogni angolo del mondo.
Il
visitatore è invece invitato ad entrare ed accomodarsi in un unico e
grande salone buio, sulle cui pareti viene proiettato un filmato di
un’ora, che presenta vita ed opere dell’autore in modo del tutto
originale.
È
un’esperienza che forse non si comprende del tutto se non la si
vive, ma cercherò di raccontarla.
Formazione
e giovinezza dell’artista
Il
filmato mostra innanzitutto le prime opere di Klimt, che, durante gli
anni della sua giovinezza, è molto legato al fratello e ad alcuni
amici e collabora a lungo con loro.
I dipinti di questo periodo sono
interessanti perché risentono fortemente di alcune influenze
pittoriche tipiche della metà del XIX secolo, ma, allo stesso tempo,
rivelano un desiderio di sperimentazione da parte dell’artista.
La
donna amata
Alcuni
minuti del filmato sono dedicati a Emile Flöge,
compagna del poeta e sua musa per tutta la vita.
I due non si
sposeranno mai, anzi, avranno relazioni e figli con altre persone.
Ciò nonostante, la figura di Emile resta fondamentale per Klimt, ed
il visitatore della mostra può ritrovare l’intenso sguardo della
donna amata dall’artista in molti dei suoi dipinti.
La
secessione viennese e l’amore per la classicità
Il
movimento che Klimt fonda con il fratello e gli amici, chiamato
“Secessione viennese”, è allo stesso tempo un gesto di
ribellione contro la pittura accademica tradizionale e una
dichiarazione d’amore nei confronti di tutte le arti e le scienze.
Non a caso il filmato si concentra soprattutto sul dipinto dedicato a
Pallade Atena, dea della saggezza e della conoscenza e simbolo del
movimento.
Ampio
spazio è dedicato anche al Fregio di Beethoven, opera monumentale
del 1902, composta da una serie di dipinti dai colori vivaci e dai
soggetti enigmatici ed un po’ angoscianti.
Il
periodo d’oro e gli effetti speciali
I
creatori del filmato hanno utilizzato degli effetti davvero
sorprendenti per mostrare al meglio quello che, in ogni senso, è il
“periodo d’oro” dell’artista.
Giuditta,
Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I, Il bacio e
tanti altri dipinti dallo
sfondo dorato vengono scomposti, analizzati in ogni particolare e
resi protagonisti di alcuni giochi grafici davvero spettacolari.
Klimt,
ispirato dai mosaici di Ravenna, dà vita ad una serie di ritratti
(soprattutto femminili) indimenticabili, ormai entrati
nell’immaginario comune, anche per chi non è propriamente esperto
di arte.
La
figura femminile
A
proposito dei soggetti che Klimt preferisce dipingere, egli stesso
afferma:
“Di
me non esiste alcun autoritratto.
Non mi interessa la mia persona
come ‘oggetto di pittura’,
mi interessano piuttosto le altre
persone, specie se di sesso femminile”.
Klimt
ritrae con grande attenzione le donne, dando di volta in volta al suo
soggetto un’accezione diversa.
Proprio su questo gioca la mostra,
abbinando ad ognuno di questi quadri un effetto speciale apposito: le
onde, i fiori, le fiamme, persino i serpenti…
L’ultimo
periodo
Nell’ultima
parte del filmato i toni cambiano completamente. L’ispirazione data
dai mosaici ravennati fa spazio a quella donata dall’impressionismo
e dai colleghi pittori della Belle Époque.
Ne consegue una maggiore profondità delle figure, una minore carica
vitale a favore di atmosfere più modeste e soprattutto l’abbandono
dell’oro a favore di moltissimi altri colori.
Notevole
è una serie di fiori e di giardini che ricorda molto lo stile di
Monet e che testimonia un totale cambiamento di direzione da parte
dell’artista.
Le
musiche e l’arte che parla da sé
Klimt
non ama fornire spiegazioni riguardo alle sue opere.
Egli,
infatti, afferma:
“Chi
vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista,
l’unico che
vale la pena conoscere,
osservi attentamente i miei dipinti
per
rintracciarvi chi sono e cosa voglio”.
Per
questo motivo non ci sono audioguide o didascalie che accompagnano la
proiezione dei dipinti.
Ci
sono invece delle meravigliose musiche, dai classici valzer viennesi
al sempre piacevole Inno alla gioia, passando per i Carmina
burana e l’Aria sulla IV corda di Bach, che aiutano il
visitatore a rilassarsi ed ad apprezzare le opere “raccontate” in
questo insolito filmato.
La
morte di Klimt segna la fine non solo della parabola di questo
incredibile personaggio, ma anche dei circoli di artisti che egli
aveva creato, della Belle Époque
e dell’Impero Austro-Ungarico. Sicuramente, quindi, egli è stato
uno dei più rappresentativi artisti di un’epoca ormai conclusa.
La
mostra resterà al Mudec fino al 7 gennaio! Avete dunque tutto
l’autunno e le vacanze di Natale per vivere questa insolita
esperienza artistica.
Spero
di avervi incuriosito, perché credo che ne valga davvero la pena!
Vi
è mai capitato di assistere a mostre-filmati di questo genere?
Vi
piace Klimt?
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura e al prossimo post :-)
Klimt mi piace molto ma purtroppo non ho mai assistito a una mostra d'arte delle sue opere :(
RispondiEliminaCiao Angela! Anche per me è stata la prima mostra dedicata a Klimt :-)
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