sabato 10 settembre 2016

PIRANDELLO PRIMA DEL TEATRO

I temi teatrali tra le poesie dell'autore

 Letteratura italiana #2




 
Cari lettori,

per il settore “L'angolo della poesia”, oggi vorrei parlarvi di un autore notissimo a tutti, Luigi Pirandello.

Non ho però intenzione di parlarvi delle sue opere di teatro, note ormai a quasi tutti, bensì delle sue poesie, poco note, ma non per questo meritevoli di essere messe in secondo piano.




Come diverse ricerche in campo letterario hanno ormai ampiamente dimostrato, la composizione di poesie non è affatto un aspetto secondario della produzione pirandelliana.


L'autore, infatti, si ritiene in primis un poeta, almeno fino all'incontro con Capuana. Come poi sappiamo, egli scriverà le sue opere più note e significative nei campi del romanzo e del teatro. Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che è necessario soffermarsi.

Infatti, se Pirandello, quando compone le sue raccolte poetiche, è ancora ignaro del suo futuro successo come autore di teatro, è però già innegabilmente attratto da queste tematiche.




Per quanto si sia ancora lontani dall'interesse che il nostro autore riserverà poi al sistema teatrale, avvicinandosi al concetto di regia, di personaggio e di ruolo, anche un'analisi delle liriche può essere utile per comprendere come egli si ponga nei confronti di alcune questioni.
 

Ecco quali sono, a mio parere, gli importanti argomenti a tema “teatro” di cui Pirandello inizia già a parlare… molto prima di occuparsi di drammaturgia!!





LA “COMMEDIA UMANA” NELLA CITTÀ DI ROMA



Roma, città d'adozione di Pirandello, non è certo però uno dei suoi primi, immediati amori. Egli, infatti, al suo arrivo a Roma, si trova sconcertato, perché si sarebbe aspettato di trovare una città ancora gloriosa, come quella di epoca classica. 

Egli trova, invece, non solo una serie di rovine ormai inutili che hanno fatto posto a costruzioni mediocri, ma anche e soprattutto una civiltà corrotta. Ciò che più stupisce e delude il nostro autore è il fatto che gli individui pensino esclusivamente alle loro piccole - e probabilmente futili- preoccupazioni quotidiane, senza riservare alcun interesse per la città in cui vivono. I cittadini romani sono per lui dei nani, nel senso che la statura della loro anima è minuscola.


Ecco alcuni versi in cui esprime la rabbia e l'insoddisfazione nei confronti del luogo in cui si trova:



Co 'l pomeriggio le sue ferree porte

apre il giardino, e la comedia vana,

sotto le vostre nude rame torte,

d'una folla, che a voi par di certo nana,

torna a svolgersi, piena di languore

e di menzogne- umana, umana, umana!”

(Mal giocondo, sezione Romanzi, XI, vv. 10-15.)




Elemento fondamentale per lo svolgimento di questa “commedia umana” è la folla, della quale Pirandello parla ampiamente:



Ecco la folla. […]

quale strano spettacolo a lo stanco

di rimirar, non sazio, occhio offerite

così male accozzate in largo branco.

Oh viaggio curioso de le vite

sciocche d'innumerabili mortali!

Oh per le vie de la città spedite,



che retata di drammi originali!...”

(Mal giocondo, sezione Triste, II, vv.1, 10-16.)




Qualche volta, invece, Pirandello sembra più sereno, e prova ad immaginare come gli piacerebbe vedere tutta quella gente:




Vorrei veder bandiere a ogni balcone,

e de i monelli udir l'allegro coro

tra un animato andare di persone,

e per le vie, che d'una luce d'oro

l'ultimo raggio del tramonto avviva,

udir le genti a conversar tra loro:

calda su i labbri la parola e viva

sì come fiamma, e un romorio confuso,

una voce continua giuliva

correre la città, dismesso l'uso

del giornaliero traffico, e l'usato

modo di vita da ogni gente escluso,



per folle entusiasmo irrefrenato.”

(Mal giocondo, sezione Momentanee, XVI, vv. 1-13.)




In ogni caso, egli è già un ottimo osservatore della realtà, qualità che gli tornerà utilissima nelle sue opere teatrali.






LA MASCHERA




Un altro concetto di fondamentale importanza ai fini di una ricerca sulle tematiche teatrali in Pirandello lirico è l'idea che l'autore ha della maschera , intesa non solo come oggetto fisico, ma anche, più propriamente, come un'altra tipica condizione che caratterizza la “commedia umana” alla quale egli assiste e dalla quale vorrebbe estraniarsi, magari proprio gettandola via:



Ora, a voi: getto quanto mi rimane

in sen d'affetti: amore, odî, speranze,

desiderî, virtù, vizî,, ogni cosa,

e il vile ossequio che prestai per tanto

tempo a le vostre leggi! A voi: Dal viso

la maschera, or compunta or gioviale,

mi strappo: - e ve l'avvento: La portai

già troppo: e sol con essa vi baciai...

Raccattatela or voi – vi farà ancora

un benevolo ed ultimo sorriso

e vi dirà: «Buon dì, cari fratelli;

Dio vi conservi lungamente sani».”

(Mal giocondo, sezione Triste, VIII, vv. 35-46.)




Nel trattare il concetto di maschera, l'autore inserisce già degli indizi di alcune critiche al mondo del teatro, che rende poi esplicite nel momento in cui inizia a scrivere drammi. L'idea di Pirandello che non ci sia differenza tra il teatro e la vita, perché, in entrambi i casi, le persone indossano delle maschere, nasce qui.


Nelle poesie e poi nelle opere teatrali dell'autore, infatti, vengono messe in luce quelle maschere che le persone si impongono nel presente, che rendono gli esseri viventi gli oggetti di una farsa assurda, molto più vicina alla morte che alla vita.





ATTORI DI STRADA E BUFFONI



Nelle sue composizioni liriche, Pirandello non ha ancora una specifica attenzione per il mestiere dell'attore, inteso come professionista del teatro. 
In alcune delle sue Poesie varie, però, si può notare una prima attrazione nei confronti degli artisti di strada, dei pagliacci, dei saltimbanchi, che comunque, in un modo tutto loro, si prestano alla mimesi della realtà. 
In una lirica, I saltimbanchi, egli presenta l'arrivo in città di una compagnia itinerante:




Bum! Bum! Bum! Fuori ragazzi!

Ecco in piazza i saltimbanchi!

Spiccan salti, lancian lazzi;

vien dal rider male ai fianchi.



Bum! Bum! Tuona la grancassa,

la trombetta rauca strepe.

Ecco, fermasi chi passa,

altri accorrono e fan siepe.”

(Poesie varie, I saltimbanchi, vv. 1-8.)




In questi versi, è forte il contrasto tra la difficile vita che i saltimbanchi devono condurre e l'allegria che essi invece dimostrano nei loro spettacoli:




Questa banda pel paese

già da un mese in giro va,

con la fame ell'è alle prese

ma com'andar via non sa.”

(Poesie varie, I saltimbanchi, vv. 29-32)







"CONVERSANDO", LA VITA COME UNO SPETTACOLO



In Conversando, una sua breve lirica, Pirandello immagina di osservare il mondo e l'esistenza con l'occhio critico dello spettatore, come se si trovasse davanti ad uno spettacolo. 
Egli si rivolge ad un interlocutore, che chiama dottore (potrebbe essere un riferimento alla nascita della figura dello psicanalista, avvenuta proprio in quegli anni) e che ha un parere opposto al suo, in quanto ritiene che la vita sia da elogiare:




Dunque la vita in fondo

stimate da lodare,

la macchina del mondo

ben congegnata, dottor mio, vi pare.”
 



Il poeta, in realtà, è scettico, e contesta il parere del dottore, anche se, in un primo momento, sembra quasi dargli ragione:




Sì, sì, non dico... Oh, specie certe scene

son fatte proprio bene.

Ho assistito a mirabili tramonti,

a incantevoli aurore,

rider queste dai monti,

quelli infoscarsi ai limiti del mare.”




Ma, subito dopo, arriva il giudizio su questo spettacolo, che non può che essere intriso di rassegnazione e pessimismo:




E che sbalzi di cuore!

Anzi talvolta quasi m'è venuto

di battere le mani.

Poi mi son trattenuto.

Sarà lo stesso, su per giù, dimani.

Questo il difetto, a parer mio, dottore:

poca varïetà...sempre le stesse

cose... - e s'annoja alfin lo spettatore.”




Il primo istinto dell'autore, quello che gli suggerisce il cuore, sarebbe quello di applaudire di fronte allo spettacolo della natura e del mondo, ma è come se la sua razionalità lo trattenesse, perché egli, in fondo, è consapevole che si tratta delle medesime scene che vengono rappresentate ogni giorno. A questo punto, dunque, subentra nel poeta – spettatore la noia per essere costretti a vivere una vita che si rivela essere uno spettacolo così poco vario.

Che sia nato qui il proverbiale pessimismo di Pirandello?





Spero che questo viaggio all'interno dell'universo di Luigi Pirandello poeta vi sia piaciuto. Ora tocca a voi!

Conoscevate queste liriche? Le avete apprezzate?

Vi piace il teatro di Pirandello?

Ditemi pure quel che ne pensate!

Grazie della lettura ed al prossimo post :-)

9 commenti :

  1. Di Pirandello ho dei bellissimi ricordi legati al corso di teatro a scuola, portammo in scena "Donna Mimma", "Il treno ha fischiato", "Lumie di Sicilia" ed altre. Andammo pure ad Agrigento al Centro Studi Pirandelliani, noi con lo spettacolo ed altri con le tesine di maturità, c'erano ragazzi da tutta Italia ed ogni sera uno spettacolo. Una sera vedemmo quello di una compagnia professionale, "I giganti della Montagna", se ci ripenso ho ancora i brividi, bellissimo... Le poesia non le conoscevo affatto, una bella scoperta! ps: anch'io ho una rubrica con lo stesso nome, anche se è una cosa molto più leggera e non sono analizzate bene come le tue, sono più che altro riflessioni personali. Sono contenta che qualcun altro parli di poesia, così ne potrò conoscere molte altre (e meglio!) ^^

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    1. Ciao! Che bei ricordi che hai condiviso... mi hai fatto sognare! Io ho conosciuto Pirandello poeta con un corso della Specialistica... diciamo che in questo post ho fatto un "riassunto" di quello che mi aveva più colpito. Andrò senz'altro a vedere il tuo angolo della poesia!! :-)

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  2. Ciao! Complimenti per la tua analisi dettagliata!In questo periodo mi sto preparando per i futuri test di abilitazione all'insegnamento e nei prossimi giorni comincerò a studiare (anzi, ripetere) Pirandello. Approfondirò di certo la tematica teatrale e lirica partendo proprio dalla tua recensione. Grazie ^_^

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    1. Ciao! Grazie mille, sono contenta che tu abbia apprezzato il post!! Spero che ti sia utile! Anche io negli ultimi due anni ho fatto la supplente precaria... il bando per l'abilitazione viene rimandato da un anno ormai... speriamo bene!!

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  3. Ciao Silvia, ho letto con piacere il tuo interessante post: mi hai fatto ripensare agli studi universitari ;-)

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    1. Ciao!! In effetti per questo post mi sono ispirata molto al corso di Elli! :-)

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  4. Ciao:) Che articolo interessante e originale! Ammetto di non aver mai considerato il Pirandello poeta (non ho un gran feeling con la poesia, lo ammetto), ma le tue proposte sono davvero interessanti!

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    1. Ciao!! Grazie mille per i complimenti! Cercherò di ampliare questo "angolo della poesia" :-)
      Mi sono accostata a Pirandello poeta per motivi di studio, ma devo ammettere di esserne rimasta affascinata!!

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  5. Non sapevo che Pirandello avesse scritto anche poesie, perciò il tuo post è stato un piacevole arricchimento.
    Alle superiori abbiamo studiato questo grandissimo autore, in modo molto approssimativo e veloce, ma ho sentito fin dal primo momento un'affinità con il suo modo di pensare.. dopo la scuola ho letto le sue due principali opere narrative ("il fu mattia pascal" e "uno nessuno centomila") e alcune sue novelle. Devo approfondire la sua produzione teatrale, ma faccio tanta fatica ad appassionarmi leggendo un testo teatrale.
    Hai letto "Biografia del figlio cambiato" di Camilleri? A me è piaciuto tantissimo, alla fine mi è sembrato come se conoscessi Pirandello di persona.

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