lunedì 8 dicembre 2025

DELIZIE DI NATALE BOOKTAG - CHRISTMAS COUNTDOWN 2025 #1

 Un libro per ogni specialità natalizia



...mancano 17 giorni al Natale!

Cari lettori, 

è con grande gioia che vi do il benvenuto al Christmas Countdown di quest'anno! 

Anche quest'anno ci terremo compagnia con consigli di letture, poesie, fotografie, racconti e altro ancora... in attesa di questa festa che ci fa tornare un po' bambini. 

L'appuntamento di oggi è il tradizionale booktag a tema prenatalizio. Quest'anno mi è venuta l'idea di creare da me più contenuti natalizi, compreso il Calendario dell'Avvento a tema libri che sto proponendo ogni giorno su Instagram (se vi va, seguitemi qui).


Anche il booktag di oggi è stato creato da me e spero che vi piacerà! Ho cercato di abbinare i piatti invernali della tradizione ai miei romanzi natalizi preferiti: spero di esserci riuscita!



Cioccolata calda


Un libro molto dolce


Cosa c’è di più dolce di una favola contemporanea?


Chloe di Leila Awad è un romance tra il contemporary e il fiabesco, la storia di una modella che si vede costretta a tornare nella sua piccola nazione d’origine per un’insolita settimana della moda.


I suoi legami con la famiglia reale – dei quali i suoi amici e conoscenti non sapevano nulla – le schiuderanno di nuovo le porte del palazzo, ma riapriranno anche una ferita mai del tutto rimarginata.


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Panettone


Un libro per un Natale a Milano


Circa due anni fa ho scoperto le raccolte di racconti Natale a Milano a cura di Fiorenza Pistocchi: piccoli volumi di storie e ricette a cura di scrittori (più un cuoco) lombardi. Racconti che narrano sogni, passioni e desideri dei milanesi, tra un passato pieno di storia e la frenesia della metropoli di oggi.


Link primo post


Link secondo post



Tisana arancia e cannella


Un libro con tante emozioni forti


A Bari sta arrivando il Natale, ma il sole è ancora estivo. 

Il Bed and Breakfast gestito da Nunzia e Carmela, la madre e la sorella di Lolita Lobosco, ha un ospite d’onore: Enrico Fasulo, uno scrittore il cui soggiorno si sta prolungando più del previsto per via di un flirt con Carmela.


Una mattina, però, l’uomo viene trovato morto in camera sua, dopo aver consumato uno scammaro (frittata di spaghetti) contenente peperoni al botulino. La sorella di Lolita rischia di essere incriminata per omicidio… e questa volta per la commissaria sono guai seri!


Lo scammaro avvelenato di Gabriella Genisi contiene anche un fornito ricettario pugliese… utile per le feste, se siete un po’ più bravi a cucinare di me (le ricette che pubblico solitamente sono più semplici, vi avviso).


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Pandoro


Un libro che ha per protagonista Babbo Natale o i suoi elfi


L’anno scorso ho letto un romanzo e una novella di Chiara Grimaldi di genere romantasy, che sono ambientate a Peakysnowy, un magico villaggio che pensa al Natale tutto l’anno, e hanno per protagonista proprio la famiglia di Babbo Natale!


Santa Claus is coming to town è la storia di Nick, l’erede dell’anziano Babbo Natale, che è stato lontano per anni e non sembra molto motivato a prendere la strada del padre, perché prendere residenza a Peakysnowy significherebbe avere di nuovo a che fare con Emily, la ragazza con la quale ha avuto un amore giovanile e che non è mai riuscita a dimenticare…


Twinkle ha invece per protagonisti l’omonima sorella di Nick, anima natalizia di Peakysnowy, e Nathan, un ragazzo che è stato affidato da giovane alla famiglia di Babbo Natale, ma non ama le festività ed ha scelto di lavorare in città, nell’azienda di giochi del suo “padre affidatario”. I due, tra i quali non corre troppa simpatia, dovranno unire le forze quando qualcuno cercherà di rovinare il Natale a Peakysnowy.


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Bombardino


Un libro con due opposti che si attraggono


Tutta colpa di New York di Cassandra Rocca è una piacevole commedia romantica che inizia proprio in quel periodo che, in America, è comunemente considerato “di transizione” tra autunno e inverno: il Giorno del Ringraziamento.


Da una parte Clover, la protagonista, commessa esperta di “personal shopping” e assistenza alla clientela durante le feste, gioca in cortile con i figli dei suoi amici, vestita da tacchino gigante.


Dall’altra il suo nuovo vicino, Cade, attore in “pausa di riflessione”, si nasconde dalla folla dopo una delusione d’amore con conseguente scandalo, deciso a trascorrere qualche settimana in completa solitudine.


I due non potrebbero essere più diversi, soprattutto in prospettiva della stagione invernale e natalizia che si apprestano a vivere: Clover, che pure ha difficoltà in famiglia e tante buone ragioni per non sentirsi dello spirito giusto, freme e non vede l’ora di trasformare il suo appartamento nella casa di Babbo Natale; Cade, invece, anche se ad occhi esterni non avrebbe nulla di cui lamentarsi, si sente più solo del Grinch.


Eppure il loro incontro sarà solo l’inizio di un Dicembre speciale…


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Torrone


Un libro con una storia di Natale un po’ difficile


Soledad ha inizio nel Natale del ‘39, il primo di guerra, e per tutti l’atmosfera di festa è soppiantata dal senso di solitudine. C’è chi ha paura per i propri figli, chi per la moglie di origini ebraiche, chi osteggia da sempre il regime, e chi invece lo aveva sostenuto e ora è deluso; chi vuole fuggire da Napoli e chi, persino dall’Argentina, vorrebbe tornarvi perché ha troppa nostalgia.


Ad un’esistenza di solitudine, insieme alla madre malata, era forse condannata anche Erminia Cascetta, una donna di trent’anni che invece ha urlato al suo assassino “Egoista, lasciami vivere”.


Solo il commissario Ricciardi può sentire queste parole, a causa della sua maledizione… e solo lui può dare giustizia alla vittima.


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Gingerbread latte


Un libro natalizio con bambini o cuccioli


Il cane che arrivò per Natale di Megan Rix è la storia vera di una coppia conosciutasi e sposatasi in età già matura, che, dopo aver affrontato varie difficoltà tra percorsi di maternità assistita e tentativi di adozione, sceglie di dare una mano ad un’associazione allevando cani per ciechi e disabili, e trova una nuova ragione per essere felice.


Una storia dolce che racconta i tanti pro e contro della vita quotidiana con i cuccioli!


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Tartine al salmone


Un libro con una storia natalizia ambientata nei paesi freddi


Le incredibili luci delle stelle di Karen Swan è un romance natalizio, un genere che adoro in questo periodo.


Protagonista di questa storia è Bo Loxley, una famosa influencer che, insieme al fidanzato Zach, ha creato un popolarissimo profilo Instagram di viaggi. La sua sembrerebbe la vita dei sogni, ma non è tutto oro ciò che luccica.


Un viaggio prenatalizio in Svezia, tra neve e fiordi, le darà l’occasione di conoscere persone lontane dal suo mondo ma autentiche, di scoprire una dolorosa storia del passato e di ripensare ai suoi sogni per il futuro.


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Tortellini in brodo


Un libro che è una certezza per le feste


Sophie Kinsella è una delle mia autrici preferite dagli anni dell’Università, e la serie di Becky Bloomwood è per me sempre gioia e conforto, oltre che un divertimento.


Per questo, vedere Becky alle prese con le festività in I love shopping a Natale è stato un vero piacere. Come al solito, la compratrice compulsiva più famosa d’Inghilterra combinerà dei grandi pasticci pur di raggiungere i suoi obiettivi: ordinerà cibo in quantità eccessive, si intrufolerà in circoli per soli uomini, resterà chiusa in negozi di notte, si inventerà di tutto pur di riuscire a vendere la merce del negozietto di souvenir in cui lavora.


Il suo ottimismo e la sua determinazione, però, sono quelli che il lettore ha imparato a conoscere e ad amare.


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Panettone gastronomico


Una raccolta di racconti per un Natale… per tutti i gusti


Questa raccolta di racconti della Sellerio è una mia scoperta di qualche anno fa e da allora è rimasta tra le mie letture prenatalizie preferite.


Gli autori sono quelli di punta della Casa Editrice (compreso Camilleri), ma i personaggi presentati sono nuovi e spesso sorprendenti. Anche i paesaggi descritti sono molto vari e talvolta onirici. Sono storie bellissime, non vi garantisco che non vi scappi una lacrima.


Ognuno di questi autori ha scelto il suo modo di vivere e raccontare il periodo natalizio!


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Che ne dite dei miei abbinamenti? 

Spero di avervi consigliato delle buone letture natalizie! 

Fatemi sapere se avreste scelto qualche altro romanzo, e quali sono i vostri classici del periodo! Aspetto i vostri commenti... 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 4 dicembre 2025

IL MERCANTE DI VENEZIA

 Recensioni classiche: Shakespeare #6




Cari lettori,

per il nostro “Momento dei classici”, benvenuti all’ultimo appuntamento del nostro percorso alla ri-scoperta di Shakespeare!


È stato un percorso bimestrale, quindi relativamente breve, ma per me intenso! Come sapete, ho scelto questo progetto letterario per il 2025 perché mi sono resa conto di non aver letto quasi nessuna opera per intero di questo autore, che non ha davvero bisogno di presentazioni. Ho visto rappresentati alcuni suoi drammi o commedie, ne ho letti altri “a pezzi” a scuola, altri ancora sono stati una completa novità per me.


Oggi concludiamo il percorso con una black comedy che avevo studiato per bene quando andavo a scuola e che sono stata felice di riprendere per intero: Il mercante di Venezia.


Prima di parlare insieme dell’opera, però, vi lascio i link alle “puntate precedenti”:


1) Gennaio/febbraio: Romeo e Giulietta, a questo link;


2) Marzo/aprile: La tempesta, a questo link;


3) Maggio/giugno: Molto rumore per nulla, a questo link;


4) Luglio/agosto: Re Lear, a questo link;


5) Settembre/ottobre: Le allegre comari di Windsor, a questo link.


E ora, senza altre chiacchiere, passiamo all’ “ultima puntata” del percorso!



Un ricco mercante in difficoltà


Antonio è un ricco mercante veneziano, noto a tutti in paese per la sua generosità. Egli presta soldi senza interesse e senza un vero e proprio termine, così che molti si rivolgono a lui, sapendo che ha grande disponibilità finanziaria e non solo. Quello che per lui è un servizio “di carità cristiana” si attira le ire del vicino quartiere ebraico, ed in particolare di chi pratica usura. Uno tra tutti, Shylock, il più noto tra gli strozzini della città, non fa altro che litigare con Antonio e prenderlo a male parole ogni volta che i due si incrociano per strada. Shylock, che è avido e pensa molto più ai soldi che alle persone, ignora che la sua stessa figlia Jessica non ne può più di stare sola in casa con lui e sta pensando di fuggire con il suo giovane fidanzato Lorenzo, un ragazzo cristiano della cerchia di amici di Antonio.


Il nostro protagonista, però, è una persona che ha due debolezze, due “difetti fatali” che, messi insieme, gli causano una grandissima malinconia (appartiene all’archetipo teatrale dell’uomo “malinconico”, esattamente come un importante personaggio di Molto rumore per nulla ed altri shakespeariani).


La prima è una certa spregiudicatezza negli affari, che si traduce in una scelta che potremmo considerare folle: Antonio ha messo tutte le sue ricchezze in mare, nella speranza di scambi ed investimenti che lo possano ripagare due o anche tre volte tanto. Purtroppo egli non ha avuto l’accortezza di conservare quasi nulla per le emergenze, e le notizie che arrivano da lontano non sono tra le più confortanti: le barche rischiano seriamente di affondare.


La seconda è il suo amore, che egli è molto bravo a mascherare con l’amicizia, per il giovane Bassanio, un nobile di Venezia. Egli, considerati i tempi, non può, ovviamente, vivere questo sentimento, e così, per dimostrargli il suo amore, non riesce a far altro che aiutarlo ad essere felice con la donna che ha scelto.


Per aiutarlo a corteggiare Portia, la dama di Belmonte, egli ha però bisogno di liquidità, di cui non dispone più. E quindi a chi chiedere aiuto? Chi è l’unico più ricco di Antonio in città? Purtroppo si tratta dell’odiato Shylock…



Un nemico in cerca di vendetta


Il mercante di Venezia è un’opera shakespeariana che, inaspettatamente, dà molto spazio all’antagonista.


In Romeo e Giulietta i veri nemici sono i genitori dei due ragazzi, con il loro “farsi la guerra” a vicenda, eppure sono in scena pochissimo; Re Lear può essere moralmente grigio, ma non c’è alcun dubbio che le sue prime due figlie e uno dei generi siano crudeli fino al midollo, e dicono poche battute che li qualificano subito; nelle commedie gli antagonisti sono buffi o comunque perdonabili, visto che tutto finisce bene.


Invece questa è una “commedia nera” che indaga le differenze tra bene e male e lascia anche – secondo me giustamente – aperta qualche questione.


Shylock è senza dubbio un personaggio negativo, un uomo che quando l’unica figlia fugge pensa alle gemme che ha portato con sé, una persona che non spende nemmeno un ricordo per la moglie venuta a mancare, un usuraio che non ha nessuna compassione delle persone che stringe nella sua morsa.


Eppure Antonio, che già era nel mirino di Shylock per la sua molto apprezzabile generosità che gli faceva concorrenza, non può fare a meno di aizzarlo ancora di più con insulti ed offese, soprattutto su base discriminatoria. A quel tempo era tristemente normale essere razzisti nei confronti di persone di altre etnie o religioni, ma Shakespeare, che come tutti gli artisti era molto previdente, comprende e fa sapere al lettore che questo è sbagliato, un atteggiamento che porterà solo altro male.


Da qui il notissimo monologo in cui Shylock si chiede se gli ebrei siano poi così strani, perché se hanno fame mangiano, se hanno sonno dormono, se vengono feriti sanguinano, se vengono offesi soffrono… esattamente come tutte le altre persone.


E così, la difficoltà di Antonio, unita alla sua incapacità di dire di no a Bassanio (che ammette candidamente di aver già sperperato troppi soldi, e avrebbe potuto anche evitare, no?), diventano il casus belli perché Shylock possa vendicarsi.


L’uomo, in modo del tutto inaspettato, non chiede la restituzione di un’enorme somma di denaro. Egli si appiglia ad una legge caduta in disuso ma mai del tutto cancellata – l’equivalente dei codicilli legali che scovano oggi i nostri avvocati – e sceglie, come pattuito, una libbra della carne di Antonio. Ed è ovvio che punterà al cuore, uccidendo così l’odiato rivale.



Due donne che tornano protagoniste della loro storia


Mentre Antonio firma il patto che potrebbe costargli la vita, Bassanio, insieme al suo inseparabile servo Graziano, parte per Belmonte, deciso a conquistare Porzia.


La donna, orfana di padre, non solo non può muoversi dal castello di famiglia, ma il caro genitore le ha lasciato in eredità un gioco crudele: un indovinello che i suoi corteggiatori devono risolvere per poterla sposare.


Tre piccoli forzieri, con altrettanti lucchetti; uno d’oro, uno d’argento, uno di ferro. Soltanto uno dei tre contiene il ritratto di Porzia, solo uno consentirà al corteggiatore di sposare la ragazza (ovviamente senza nemmeno considerare la sua volontà). E c’è un ulteriore vincolo: chi perderà la gara non potrà corteggiare o sposare altre donne, ma dovrà “lasciare il cuore lì”.


È un’impresa rischiosissima, ma Bassanio non è amico di Antonio per niente, e condivide con lui la stessa spregiudicatezza. Chi è prudente e saggia, invece, è Porzia, che segretamente spera di restare da sola, perché trova che l’indovinello lasciato da suo padre attiri solo prepotenti e sbruffoni. Quando incontra Bassanio, però, per la prima volta ella vede anche qualche pregio, come la bontà d’animo di fondo e l’importanza data ai sentimenti.


Bassanio riesce a risolvere l’indovinello dei tre forzieri e c’è un doppio matrimonio, sia quello suo con Porzia che quello di Graziano con Nerissa, serva a cui la padrona è legatissima. Proprio mentre si sta organizzando il matrimonio, però, arriva la notizia che le navi di Antonio sono affondate, e soprattutto che i termini dell’accordo con Shylock sono scaduti.


Bassanio, pochi minuti dopo il matrimonio, parte alla disperata, deciso a salvare l’amico. E ancora non lo sa, ma sarà la novella moglie, insieme alla cara Nerissa, a prendere in mano le redini della situazione, dopo tanti anni di reclusione e di sottomissione alle scelte altrui.



Un legal thriller prima del tempo


Porzia e Nerissa si travestono da uomini e arrivano a Venezia presentandosi come “un giovane giudice e il suo segretario”.


Tutti cascano nel tranello (e qui il dramma si fa di nuovo commedia), ma più di tutti ci casca Shylock, che accoglie con gioia un giudice “straniero e fresco di studi”, perché egli sa bene che sia il Doge che tutti i notabili di Venezia sono apertamente a favore di Antonio.


E in effetti, all’inizio, “il giudice Porzia” sembra dare tutte le ragioni a Shylock, perché se c’è scritto che la libbra di carne dev’essere, così sarà. Ma… c’è un ma: sul contratto non c’è nessuna menzione del sangue. Se Shylock farà cadere anche solo una goccia di sangue, passerà dalla parte del torto. E così, l’uomo che sperava di vincere con l’applicazione indiscutibile della legge si ritrova beffato dalla legge stessa…


E c’è ancora un altro appiglio contro Shylock: egli è un cittadino straniero e ha attentato alla legge di un veneziano, quindi sarebbe punibile con la pena di morte. Ma Antonio non vuole versare sangue, così chiede due condizioni alternative: la consegna dei beni di Shylock a Jessica e Lorenzo, che sono ufficialmente marito e moglie, e la conversione dell’uomo al cristianesimo.


Che dirvi? Non so voi, ma a me un po’ di amarezza resta. Il passaggio dei beni a figlia e genero avrebbe potuto essere anche una richiesta ragionevole (lasciando però almeno qualcosa all’uomo per sopravvivere), ma la conversione al cristianesimo significa che Shylock non potrà far parte né della comunità ebraica – che era casa sua – né di quella cristiana – che comunque lo disprezza. 

Sarà un indigente respinto da tutti per tutta la vita (anche se possiamo supporre che la figlia avrà pietà di lui). È di fatto un’uccisione dell’anima: sarebbe bastata la restituzione dei beni ottenuta tramite usura.


E poi l’opera si conclude con uno “scherzo” che Porzia e Nerissa fanno ai novelli mariti a proposito degli anelli nuziali. Bassanio e Graziano ci cadono come due pere cotte e non fanno proprio la parte degli sposi affidabili.


In definitiva, c’è una risoluzione serena e senza spargimento di sangue (persino le ricchezze per mare di Antonio si salvano miracolosamente), ma tutti sono ingranaggi di una società comunque corrotta, e la serenissima Venezia non fa proprio la migliore delle figure, anzi, mostra tanti dei suoi punti deboli.


Forse è questo il motivo principale per cui quest’opera, insieme a Measure for measure (che dovrei ancora leggere), è considerata, come già dicevo, “commedia nera”…




E così siamo alla fine!

Mi dico sempre che questo genere di post è abbastanza impegnativo per me… ma ad essere sinceri, una volta che mi concentro, mi sembra quasi che si scrivano da soli. Ogni tanto è proprio un sollievo tornare nella propria “comfort zone” di quel che si è studiato, visto che per lavoro dobbiamo tutti reinventarci, chi poco e chi tanto.

Non ho ancora pensato a un progetto letterario che potrebbe farci compagnia l’anno prossimo… per ora sono contenta di aver concluso questo!

Vi ringrazio moltissimo per avermi seguito fin qui e vi invito a scrivermi tutto quello che mi va.

E da settimana prossima… si parte con i post prenatalizi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 1 dicembre 2025

APPIANI: NEOCLASSICISMO A MILANO

 Un tour della mostra di Palazzo Reale




Cari lettori,

diamo il benvenuto a dicembre con i nostri “Consigli artistici”!


Come già vi anticipavo nei Preferiti di novembre, questo mese, com’è ormai tradizione, sarà speciale. Questa settimana ci saranno ancora post ordinari (oggi questo percorso artistico, giovedì l’ultima tappa del progetto su Shakespeare); dall’8 al 22 dicembre avremo cinque post del nostro tradizionale "Christmas Countdown"… e poi ci daremo appuntamento a dopo Natale per la solita classifica di fine anno ed i preferiti di dicembre.


Nonostante un po’ di stanchezza dovuta al periodo prefestivo ed ai tanti impegni, creare contenuti in questo periodo mi diverte particolarmente e non vedo l’ora di condividerli con voi!


Tornando a oggi, in questo autunno sono riuscita a ritagliarmi dei pomeriggi liberi per andare nella mia sempre amata Milano e vedere qualche mostra a Palazzo Reale.


In ottobre vi ho parlato dell’esposizione monografica su Leonora Carrington a questo link e della mostra gratuita a tema arte e informatica qui.


Oggi invece vi porto in una bellissima sezione del Palazzo per la mostra monografica su Andrea Appiani, uno dei nomi più importanti del neoclassicismo italiano, diventato persino il “pittore di Napoleone”.


Facciamo una gita insieme!



Il ritratto ed i soggetti sacri


Il primo amore di Andrea Appiani è il ritratto, sia degli altri che di se stesso. 

Una sua opera giovanile lo ritrae in scala di grigi, con pochi tratti essenziali e le parti del corpo inferiori e superiori che sembrano quasi scomparire. Anche se egli è passato alla storia come pittore, questo ritratto, considerato l’aspetto, i modi e l’atteggiamento pensoso, sembra collocarlo tra i pensatori illuministi del suo tempo.



Uno dei suoi maestri, fonte anche di un fidato confronto nel corso dell’età adulta, è stato proprio Giuseppe Parini, letterato di punta del Secolo dei Lumi. Appiani lo ritrae sia in veste tradizionale…



che in versione allegorica. In questa tela Atena, dea della razionalità, ed Apollo, patrono delle Arti e delle Muse, lo incoronano insieme ad un angelo alato. Il Pegaso in secondo piano è simbolo di uno spirito libero e creativo, di un genio che non si può controllare. È curioso che una simbologia molto simile (il cavallo selvaggio) sia presente anche in tante opere di Leonora Carrington, artista che, per tanti motivi, non potrebbe essere più diversa da Appiani, ma che per puro caso si ritrova a “condividere” con lui Palazzo Reale e, a quanto pare, non solo…



Altri soggetti per lui importanti nel primo periodo della sua formazione artistica sono quelli di carattere religioso. Infatti, anche se la mostra propone moltissime tele di Appiani, è necessario precisare che egli è stato un artista stimatissimo anche per i suoi affreschi. 

Ho scoperto, con mia grande sorpresa, che ci sono resti di sue opere di genere religioso in molte chiese e ville della mia zona, da Monza a Cinisello. Altri suoi affreschi sono stati purtroppo distrutti dai bombardamenti che Milano ha subito negli anni ‘40, ma la mostra conserva molti schizzi preparatori. Angeli e santi sembrano essere il soggetto più gettonato.



Tra le tele di carattere religioso, invece, mi ha colpito molto questa Madonna con Bambino. Fin qui abbiamo parlato di Illuminismo, ma la delicatezza di questi volti mi fa quasi pensare ad un anticipo di Romanticismo (che comunque, come vedremo, ci sarà, dal momento che l’artista è vissuto tra Settecento e Ottocento).



Mitologia e letteratura greca


Da buon artista neoclassico, Appiani considera come soggetto privilegiato le storie della mitologia e della letteratura greca e latina. Anche se negli ultimi anni egli si dedicherà molto di più a ritrarre persone importanti per la storia e per la politica, egli non abbandonerà mai del tutto la sua passione per il mondo classico. L’esposizione mette in luce il suo grande amore per le storie dei grandi protagonisti della mitologia.


In una bellissima sala della mostra ci sono quattro dipinti che ritraggono dei momenti della vita di Ares e Afrodite, da quelli più importanti e drammatici, dal tradimento con Adone alla rabbia del dio tradito…



a quelli più quotidiani, come la toeletta della dea della bellezza, attorniata dalle sue ancelle ed amiche.



Quattro (per me splendidi) dipinti rettangolari hanno per protagonista Europa, la principessa di Tiro e regina di Creta per la quale Zeus si tramutò in un toro.



La coppia composta da Apollo e Artemide, fratello e sorella, sole e luna, è sempre fonte d’ispirazione per Appiani, anche se, nei dipinti che li vedono protagonisti, spessi essi cedono ai loro istinti peggiori e non danno certo il buon esempio. Mentre Artemide punisce Atteone, cacciatore reo di averla osservata mentre faceva il bagno…



Apollo cerca di catturare la povera Dafne, che di lì a poco verrà tramutata in una pianta dal padre.



Appiani ama riprodurre su tela soprattutto le dee, e proprio per questo motivo, in età più matura, non può mancare la più importante di tutte: Era/Giunone, la regina, moglie di Zeus/Giove.



Napoleone ed altri notabili dell’epoca


Come già detto, la maturità dell’artista è caratterizzata da un sostanziale cambio di soggetto: dalla materia religiosa e classica alle figure di potere. 

Ci sono alcuni quadri in cui personaggi militari, come, ad esempio, questo generale, vengono ritratti con delle fattezze che sembrano quelle degli antichi condottieri greci, dalla postura al naso importante.



La figura che più affascina Appiani, quella a cui si dedicherà con passione, è quella di Napoleone… e forse non dovrebbe sorprenderci! L’ambizione e il desiderio di conquista di questo generale arrivato dalla periferia della Francia, che in pochi decenni diventa imperatore e padrone di mezza Europa, lo avvicinano molto a figure di rilievo dell’antichità, come i re di Atene o di Sparta, o Alessandro Magno. 

Questi due ritratti giovanili di Napoleone e della sua prima moglie Giuseppina sono diventati così celebri che io stessa sono sicura di averli visti su diversi libri di scuola…



...così come di sicuro tutti voi avete visto questo ritratto di “Napoleone Re d’Italia”. 

Forse, però, non sapete che Appiani ha dipinto questo quadro come parte di una coppia. Accanto a Napoleone prende posto Francesco Melzi d’Eril, viceré d’Italia. Ora che ho visto entrambi i dipinti dal vivo, posso dirvi che secondo me Appiani ha colto perfettamente lo spirito dei due personaggi. 

Con tutto il rispetto per il viceré Melzi, è evidente che si tratti di un solerte funzionario, e niente di più. Un uomo certamente stimato da alcuni suoi contemporanei, ma non destinato a passare alla storia. Nello sguardo di Napoleone, invece, c’è proprio la furia di chi ha un disegno di potere e non ha nessuna intenzione di fermarsi… nel bene e nel male. E infatti, tra i due, noi studiamo il secondo…



Oltre a generali e politici, Appiani ritrae molti nobili di epoca napoleonica. Personalmente mi sono piaciuti molto i ritratti femminili, tra vesti delicate e preziosi gioielli.



Appiani a Palazzo Reale


Come già vi dicevo, la mostra ha luogo in un’ala di Palazzo Reale che forse non avevo mai visto e che mi ha stupito moltissimo, tra le ricchissime tappezzerie…



e i soffitti da lasciare senza fiato!



Non poteva esserci luogo migliore per ospitare un’esposizione di Andrea Appiani, che ha lavorato anche a Palazzo Reale. Egli, infatti, ha creato degli affreschi a mo’ di arazzo che possiamo ammirare ancora oggi...



ed altre opere che purtroppo sono state distrutte da un bombardamento a Milano nel ‘43. Sfortunatamente sono rimasti solo disegni preparatori di questo grande affresco di “Napoleone in trono”, con l’imperatore assiso sul trono, ritratto con l’iconografia solitamente utilizzata per Zeus/Giove. I suoi due grandi amori (l’epoca classica e quella napoleonica) in un’opera sola… e possiamo solo immaginarla.



Non c’è più traccia nemmeno dei “Trionfi di Napoleone”, che un tempo ornavano la Sala delle Cariatidi. Gli allestitori della mostra, però, li hanno riprodotti su dei pannelli con retroilluminazione, così, per chi visita la mostra, è possibile almeno farsi un’idea di com’era la sala prima del ‘43.





Avete tempo fino all’11 gennaio per visitare la mostra!

Ci sono ancora tutte le vacanze di Natale, se pensate di fare un salto a Milano… spero proprio di avervi incuriosito!

Sono molto contenta di questa “stagione di mostre” autunnale e spero che anche l’inverno e la primavera mi porteranno dei bei pomeriggi a tu per tu con l’arte.

Fatemi sapere se siete stati alla mostra o se vi piacerebbe andare!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)