lunedì 25 marzo 2024

RODIN E LA DANZA

 Un giro della mostra al Mudec





Cari lettori,

iniziamo la settimana che ci porta a Pasqua con i nostri “Consigli artistici”!

Dopo aver rimandato un po’ di volte a causa della stagione gelida, del maltempo e degli impegni, sono finalmente riuscita a fare qualche giro a Milano come mi ripromettevo da tempo, ed ho ben tre esposizioni da raccontarvi… una alla volta e con calma, però!


Parto da una mostra non molto ampia e purtroppo già conclusa – anche perché sono riuscita a vederla last minute – ma davvero emozionante per me. Sto parlando di Rodin e la danza, che è rimasta al Mudec di Milano fino a domenica 10 marzo. Conoscete il mio amore per l’universo della danza, e credo possiate immaginare quanto sono stata felice di perdermi tra le sale insieme ad un artista che l’ha omaggiata così tanto.


Oggi vi porto a fare un tour virtuale!



Le statue dei danzatori


La mostra non è molto ampia: si tratta, essenzialmente, di quattro grandi saloni, ognuno dei quali affronta il legame tra Rodin e la danza dal punto di vista di una tematica diversa.


Il salone introduttivo è grande, dalle pareti scure e luminescenti e con figure di danzatori proiettati sulla parete di fondo.


Si tratta della sala che più dà spazio alle sculture dell’artista. Le più grandi sono agli angoli e riproducono figure danzanti in pose plastiche.



Al centro della sala c’è una lunga e stretta teca con statuette di dimensioni medio-piccole che riproducono ballerini in diverse posizioni, alcune più classiche, altre più acrobatiche.



In un angolo del salone è stato dato spazio anche ad alcuni disegni che ritraggono ballerine. In questa prima parte della mostra, lo stile è ancora tradizionale e l’ispirazione per l’artista è il mondo della danza nostrano.



Il teatro e la danza extraeuropei


Il secondo salone della mostra, dalle tinte rossastre, è quello che mi ha colpito di più. Esso è dedicato ai rapporti di Rodin con la danza ed il teatro extraeuropei.



Alcuni disegni ed opere hanno per protagonista il Corpo di ballo Reale della Cambogia. Rodin incontrò le danzatrici del re nel 1906 e ne rimase folgorato. C’è anche il leggendario copricapo delle ballerine, in oro e pietre preziose.



Rodin si interessò anche ad altre forme d’arte provenienti dal mondo. Diventò amico di Hanako, un’attrice del teatro Kabuki giapponese, e la ritrasse più volte.



Questa parte della mostra ha suscitato in me una certa nostalgia: ci sono immagini sulle ombre di Giava, sul balletto asiatico, sulle rappresentazioni giapponesi… tutti universi che avevo scoperto studiando Storia del Teatro all’Università, che, come forse qualcuno di voi sa, al tempo era una delle mie materie preferite (anche se per le mie due tesi di laurea ho finito per parlare del mondo greco).



Il museo di Rodin ed i danzatori


Le altre due sale presentano ancora qualche scultura di Rodin e un buon numero di fotografie.


Ci sono scatti bellissimi che ritraggono ballerine che quasi iniziano un passo a due con le statue di Rodin.



Uno dei tanti mini player nelle stanze riprende proprio una bellissima performance artistica di qualche anno fa: tra le sale del Musée Rodin di Parigi, dei ballerini riproducono con il loro corpo le opere dell’artista, mettendosi nelle medesime posizioni.



Rodin omaggia la danza… la danza omaggia Rodin


Ognuno dei mini player riproduce un balletto o una performance differente, tutti in qualche modo legati ad Auguste Rodin ed al suo amore per la danza. C’è anche uno schermo grande davanti al quale ci si può sedere, e non vi nascondo che mi sono accomodata tranquillamente e me li sono visti quasi tutti.


Dal balletto d’ispirazione classica che racconta la storia di come Rodin creò delle sue opere all’esibizione di danza contemporanea che celebra l’energia delle sue figure. Dai costumi più insoliti sul palcoscenico alle performance naturiste en plein air. È davvero incredibile vedere come l’amore di Rodin per il mondo della danza sia stato ampiamente ricambiato da coreografi e ballerini di ogni angolo del pianeta, ed in differenti momenti storici.



Nell’ultima sala c’è un’installazione con uno specchio, della musica e delle impronte su cui poggiare i piedi. Se il visitatore ha voglia di danzare, basta farlo dove ci sono le impronte e partirà una musica di stampo classico, che varierà a seconda dei movimenti di chi sta ballando. Mi sono divertita proprio tanto!





ed è stata la degna conclusione di un percorso intenso, che mi ha divertito ed emozionato! Mi spiace davvero essere andata nell’ultimo weekend disponibile e quindi non poter mandare voi, ma chissà, forse l’esposizione toccherà altre città d’Italia, e poi l’importante è esserci stata, così ho potuto raccontarvelo.

Qualcuno di voi c’è stato? Vi è piaciuta la mostra?

Fatemi sapere le vostre impressioni!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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