Cari
lettori,
primo post di luglio dopo la piccola pausa della scorsa settimana, dovuta ad una vacanza nella mia solita Varazze!
primo post di luglio dopo la piccola pausa della scorsa settimana, dovuta ad una vacanza nella mia solita Varazze!
Ho scelto di inaugurare il mese con un nuovo
appuntamento con il nostro “Angolo della poesia”!
Dal
momento che l’estate è il periodo delle vacanze e dei viaggi, ho
pensato di presentarvi alcuni famosi componimenti che hanno come tema
principale il rapporto tra poeti e paesaggio.
Ogni
autore, infatti, ha un paesaggio “del cuore”, importante non
tanto per la sua conformazione, quanto per i ricordi e le sensazioni
che evoca in lui.
Questi
sono quelli che ho scelto!
L’infinito,
di Giacomo Leopardi
Sempre
caro mi fu quest’ermo colle,
e
questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo
orizzonte il guardo esclude.
Ma
sedendo e mirando, interminati
spazi
di là da quella, e sovrumani
silenzi,
e profondissima quïete
io
nel pensier mi fingo; ove per poco
il
cor non si spaura. E come il vento
odo
stormir tra queste piante, io quello
infinito
silenzio a questa voce
vo
comparando: e mi sovvien l’eterno,
e
le morte stagioni, e la presente
e
viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità
s’annega il pensier mio:
e
il naufragar m’è dolce in questo mare.
La
mia sera, di Giovanni Pascoli
Il
giorno fu pieno di lampi;
ma
ora verranno le stelle,
le
tacite stelle. Nei campi
c’è
un breve gre gre di ranelle.
Le
tremule foglie dei pioppi
trascorre
una gioia leggiera.
Nel
giorno, che lampi! Che scoppi!
Che
pace, la sera!
Si
devono aprire le stelle
nel
cielo sì tenero e vivo.
Là,
presso le allegre ranelle,
singhiozza
monotono un rivo.
Di
tutto quel cupo tumulto,
di
tutta quell’aspra bufera,
non
resta che un dolce singulto
nell’umida
sera.
È,
quella infinita tempesta,
finita
in un rivo canoro.
Dei
fulmini fragili restano
cirri
di porpora e d’oro.
O
stanco dolore, riposa!
La
nube nel giorno più nera
fu
quella che vedo più rosa
nell’ultima
sera.
Che
voli di rondini intorno!
Che
gridi nell’aria serena!
La
fame del povero giorno
prolunga
la garrula cena.
La
parte, sì piccola, i nidi
nel
giorno non l’ebbero intera.
Né
io… e che voli, che gridi,
mia
limpida sera!
Don...don…
E mi dicono, Dormi!
Mi
cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi!
Bisbigliano, Dormi!
Là,
voci di tenebra azzurra…
Mi
sembrano canti di culla,
che
fanno ch’io torni com’era…
sentivo
mia madre… poi nulla…
sul
far della sera.
Meriggiare
pallido e assorto, di Eugenio Montale
Meriggiare
pallido e assorto
presso
un rovente muro d’orto,
ascoltare
tra i pruni e gli sterpi
schiocchi
di merli, frusci di serpi.
Nelle
crepe del suolo o su la veccia
spiar
le file di rosse formiche
ch’ora
si rompono ed ora s’intrecciano
a
sommo di minuscole biche.
Osservare
tra frondi il palpitare
lontano
di scaglie di mare
mentre
si levano tremuli scricchi
di
cicale dai calvi picchi.
E
andando nel sole che abbaglia
sentire
con triste meraviglia
com’è
tutta la vita e il suo travaglio
in
questo seguitare una muraglia
che
ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Il
mare è tutto azzurro, di Sandro Penna
Il
mare è tutto azzurro.
Il
mare è tutto calmo.
Nel
cuore è quasi un urlo
di
gioia. E tutto è calmo.
Traversando
la maremma toscana, di Giosuè Carducci
Dolce
paese, onde portai conforme
l’abito
fiero, e lo sdegnoso canto
e
il petto ov’odio e amor mai non s’addorme,
pur
ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.
Ben
riconosco in te le usate forme
con
gli occhi incerti tra’l sorriso e il pianto,
e
in quelle seguo de’ miei sogni l’orme
erranti
dietro il giovenile incanto.
Oh,
quel che amai, quel che sognai, fu in vano;
e
sempre corsi e mai non giunsi il fine;
e
dimani cadrò. Ma di lontano
pace
dicono al cuor le tue colline
con
le nebbie sfumanti e il verde piano
ridente
ne le piogge mattutine.
Liguria,
di Camillo Sbarbaro
Liguria,
l’immagine
di te sempre nel cuore,
mia
terra, porterò, come chi parte
il
rozzo scapolare che gli appese
lagrimando
la madre.
…
Marchio
d’amore nella carne, varia
come
il tuo cielo ebbi da te l’anima,
Liguria,
che hai d’inverno
cieli
teneri come a primavera.
Brilla
tra i fili della pioggia il sole,
bella
che ridi
e
d’improvviso in lagrime ti sciogli.
…
Ché
non giovano, a dir di te, parole:
il
grido del gabbiano nella schiuma
la
collera del mare sugli scogli
è
il solo canto che s’accorda a te.
I
pastori, di Gabriele D’Annunzio
Settembre,
andiamo. È tempo di migrare.
Ora
in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian
gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono
all’Adriatico selvaggio
che
verde è come i pascoli dei monti.
Han
bevuto profondamente ai fonti
alpestri,
che sapor d’acqua natìa
rimanga
ne’ cuori esuli a conforto,
che
lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato
hanno verga d’avellano.
E
vanno pel tratturo antico al piano,
quasi
per un erbal fiume silente,
su
le vestigia de gli antichi padri.
O
voce di colui che primamente
conosce
il tremolar della marina!
Ora
lungh’esso il litoral cammina
la
greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il
sole imbionda sì la viva lana
che
quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo,
calpestìo, dolci romori.
Ah
perché non son io co’ miei pastori?
Trieste,
di Umberto Saba
Ho
attraversata tutta la città.
Poi
ho salita un’erta,
popolosa
in principio, in là deserta,
chiusa
da un muricciolo;
un
cantuccio in cui solo
siede;
e mi pare che dove esso termina
termini
la città.
Trieste
ha una scontrosa
grazia.
Se piace,
è
come un ragazzaccio aspro e vorace,
con
gli occhi azzurri e le mani troppo grandi
per
regalare un fiore;
come
un amore
con
gelosia.
Da
quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro,
se mena a l’ingombrata spiaggia,
o
alla collina cui, sulla sassosa
cima,
una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola
ad ogni cosa
un’aria
strana, un’aria tormentosa,
l’aria
natia.
La
mia città che in ogni parte è viva,
ha
il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa
e schiva.
Come
sempre, aspetto i vostri commenti!
Quale
poesia vi piace di più? Quale di questi autori è il vostro
preferito?
Avete
anche voi un paesaggio del cuore?
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, passate la vacanze, tu ci stai premiando con queste bellissime poesie!!!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! La settimana di mare mi ha riportato ancora una volta ai bei paesaggi della Liguria cantati da Camillo Sbarbaro… così ho avuto quest'idea! Buona serata :-)
EliminaLa mia preferita è Meriggiare pallido e assorto. Descrive in poche frasi la potenza stessa dell'estate.
RispondiEliminaMoz-
Ciao Moz! Anche secondo me questa poesia fa pensare alle ore centrali del giorno in estate, quando tutto sembra fermo...
Eliminama che bello questo post, che bella idea, bravissima! Passate bene le vacanze? Sono appena tornata anche io
RispondiEliminaCiao Chiara! Dove sei andata? Io mi sono ritagliata questa settimana in attesa del periodo d'agosto che faccio di solito… sono stati giorni all'insegna del relax che hanno fatto molto bene alla mia mente ed alla mia pressione!
EliminaNegli ultimi tempi ho ripassato alcune di queste poesie con i ragazzi a cui faccio ripetizioni e ho riscoperto la grandezza di Montale!
RispondiEliminaCiao! Io ho fatto molto bene Montale in quinta superiore con un'insegnante che porterò sempre nel cuore. Avrei voluto approfondire questo autore all'Università, ma i docenti di letteratura contemporanea hanno impostato il corso su altri autori! Comunque bene anche così, ricordo ancora alcune lezioni del liceo...
EliminaChe dire, Silvia, hai scelto delle poesie meravigliose che esprimono la forza delle parole. Fra queste sceglierei quella del D’Annunzio perché mi rimanda a un tempo con un clima più accettabile, ma adoro quella di Saba. Bel post. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! In questo momento da me diluvia e dalle finestre entra un bel fresco...ho forse evocato il clima più accettabile? Trieste, invece, è una città che devo ancora visitare. Buona serata anche a te!
EliminaSe penso ad un paessaggio mi viene in mente la natura de "La pioggia nel pineto" di D'Annunzio.
RispondiEliminaSai che la imparai a memoria per l'esame di quinta elementare?
Sì, ai miei tempi si faceva ancora.. 😭😭😭
Comunque di quelle che hai citato preferisco "L'infinito".
Buona serata
Ciao! Anche "La pioggia nel pineto" sarebbe andata benissimo per questo post! Io, che sono dell'89, e mio fratello del '91 abbiamo fatto l'esame di quinta elementare. Credo che lo abbiano abolito qualche anno dopo!
EliminaSono tutte belle, l'infinito è sicuramente tra quelle che preferisco *_*
RispondiEliminaCiao Angela! Sì, L'Infinito per tanti è la più amata!
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