Due romanzi della Sellerio
Cari lettori,
per la nostra rubrica “Letture...a tema”, oggi vi propongo due romanzi della Sellerio che ho letto ormai qualche tempo fa. Il primo è un thriller sulla malavita organizzata e sul programma protezione testimoni nato dalla penna di Giampaolo Simi, l’altro è un giallo brillante che ha per protagonista uno stravagante “detective e ladro per caso”, creato da Martin Suter.
Ho pensato che entrambe queste letture, tascabili ma non proprio leggere (soprattutto la prima), fossero l’ideale per queste buie serate di novembre, un ponte tra l’atmosfera spooky di Halloween ed i mesi più freddi.
Vediamole meglio insieme!
Rosa elettrica, di Giampaolo Simi
Rosa è una giovane poliziotta dall’esistenza piuttosto solitaria.
Da piccola ella ha avuto un’infanzia felice insieme al fratello Diego, e ad un certo punto ha anche creduto di avere un superpotere: quello di riparare, o far ripartire da soli, gli oggetti elettrici. Quando poi una dimostrazione con i compagni di scuola è fallita, ella si è resa conto che il suo “superpotere” era soltanto un trucchetto del fratello. Da allora, però, le è rimasto il soprannome Rosa elettrica.
Oggi Rosa è una donna che vive in un minuscolo appartamento in cima ad un palazzo non proprio prestigioso, sente la sua famiglia solo una volta ogni tanto, vive di surgelati e precotti e ha avuto poche relazioni, che però non sono andate a buon fine. Al momento ha solo uno spasimante, un dj che la definisce “irraggiungibile”, perché Rosa non gli ha raccontato niente di se stessa.
L’unica vera novità della sua vita è uno scatto di carriera, che però comporta notevoli responsabilità: dopo anni da poliziotta “ordinaria”, Rosa sta per occuparsi per la prima volta del Programma Protezione Testimoni.
La storia ha inizio in un centro di recupero gestito da un ordine religioso, perché il “protetto” di cui Rosa si occuperà deve innanzitutto disintossicarsi.
Daniele Mastronero, noto a tutti come Cocìss, è un temibile capobanda, un uomo descritto da tutti come una crudele macchina da guerra. Ma quel che vede Rosa è ben altro: un ragazzo che ha compiuto 18 anni il mese scorso, analfabeta, abbandonato da tutti (compresa la sua stessa famiglia), in piena crisi di astinenza. Un ragazzo che fin da bambino ha compreso soltanto il linguaggio della droga e della violenza.
Cocìss, fedele soldato della causa della malavita, non avrebbe mai scelto di collaborare, tantomeno di pentirsi, se non fosse avvenuta una tragedia. Un uomo della cosca avversaria alla sua è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco di fronte ad un ristorante. L’azione, però, è avvenuta in pieno giorno, così, oltre all’uomo, sono rimaste a terra anche due bambine, figlie di civili che non c’entrano niente. Tutti hanno attribuito la paternità della sparatoria a Cocìss; egli ha negato più e più volte, dicendo di non essere stato lì quel giorno, ma nessuno gli ha creduto.
A questo punto egli si ritrova sul collo sia, ovviamente, gli uomini della cosca avversaria, sia i suoi, che non gli perdonano di aver “infranto le regole” uccidendo due bambine innocenti.
Il piano prevede un soggiorno del ragazzo presso il centro di recupero per qualche giorno e poi, quando egli starà meglio, una consegna su strada agli agenti del reparto speciale che si occuperanno di nasconderlo.
Rosa passa i giorni in comunità di recupero contando le ore e sperando di tornare al più presto alle sue vecchie e noiose mansioni.
Ma quando si mette in macchina con Cocìss, niente va come previsto. Le persone che attendono il testimone non sono quelle che Rosa si aspettava: c’è qualcosa che non va. La sensazione a pelle che ha la ragazza è che gli uomini del suo capo siano stati in qualche modo bloccati, e che al suo posto ce ne siano altri, che non vogliono certo scortare Cocìss in un luogo sicuro.
Rosa reagisce d’istinto, scappando via con la macchina e facendo perdere le proprie tracce. Per la prima notte, ella nasconde Cocìss nel suo piccolo appartamento, ma è chiaro che questa non può essere una soluzione.
Ormai, di fatto, sono latitanti entrambi… e forse c’è qualcuno che potrebbe aiutarli a far luce sull’assassinio delle due bambine…
Rosa elettrica non è una lettura per stomaci deboli. Se preferite i gialli un pochino più leggeri, in cui si fa dell’ironia o ci sono delle parentesi rosa o di costume, vi consiglio di passare direttamente all’altro romanzo di cui vi parlo oggi.
La protagonista della storia è una giovane donna che forse non ha fatto pace del tutto con l’età adulta e si sente molto sola rispetto al passato. E forse proprio in virtù di questo sentimento di solitudine riesce a vedere non solo oltre le apparenze, ma anche oltre quel lato di Cocìss che tutti vedono.
Certo, questo romanzo è tutto tranne che sentimentale o pietistico, però l’autore è molto bravo a far capire che Cocìss è un colpevole (perché ha sbagliato, e anche tanto) ma è, in un certo senso, anche una vittima dell’ambiente che lo circonda, e, si vedrà più in là, anche delle persone che avrebbero dovuto proteggerlo fin da bambino. La prima che lo protegge per davvero, in senso umano, e non solo legale, è proprio Rosa.
Il che ci porta dritti all’altro tema importante del libro: la corruzione all’interno delle forze dell’ordine ed il fatto che, in alcuni reparti (come quello super delicato della protezione testimoni), una persona onesta e alle prime armi come Rosa non sappia davvero di chi potersi fidare.
È una lettura da pugno nello stomaco, ma se siete degli amanti di questo genere di giallo/thriller… sono sicura che non vi deluderà!
Allmen e le libellule, di Martin Suter
Nel cuore della Svizzera, tra palazzi antichi e distese di campi che d’inverno si coprono di neve, i nobili vivono proprio come ai vecchi tempi.
Johann Friedrich von Allmen, da tutti chiamato per cognome, è uno di essi, anche se ha un segreto, quello che probabilmente nascondono molti altri suoi colleghi nobili: è al verde.
Non è stato facile dilapidare l’eredità paterna, ma Allmen, prima con costosissimi studi all’estero – per il puro gusto di vivere un’esperienza altrove, visto che egli non pensava di certo al lavoro – e poi con uno stile di vita molto opulento, ci è riuscito.
Anche ora che egli ha quarant’anni ed i soldi rimasti sono pochissimi, Allmen continua a vivere al di sopra delle sue possibilità… con qualche accortezza.
Per esempio, tutte le mattine passa delle ore al solito bar dei nobili del luogo, scroccando il giornale, e ordinando solo una tazza di caffelatte, sulla quale il barista gli fa un prezzo di favore. Oppure, per permettersi una costosa vita notturna, egli si fa mantenere da donne ricche ed annoiate.
Persino il castello è suo solo formalmente: ormai gli è rimasta solo la dépendance, che condivide con Carlos, il suo maggiordomo e amico. Ma di lasciare la casa paterna… ovviamente non se ne parla.
Allmen, ovviamente, non vuole farsi vedere dagli altri nobili mentre lavora e si guadagna il pane. Ma da tempo ha trovato un escamotage per niente legale: furti d’arte in giro per l’Europa, con la complicità di un ricettatore/antiquario. Ne ha bisogno, perché non è soltanto al limite dell’indigenza: egli deve pure molti soldi ad un usuraio.
Una sera, Allmen incontra Joëlle, la figlia di un ricchissimo finanziere. Ella solitamente vive in America, dov’è cresciuta con la madre, ma per un periodo ha deciso di sfruttare la casa paterna e di visitare la Svizzera.
Allmen passa la notte a casa della donna e ne approfitta per vagare indisturbato mentre lei dorme. Si imbatte subito in un’opera d’arte straordinaria: cinque coppe di vetro soffiato di Émile Gallé, impreziosite da delicate libellule.
Allmen non resiste e si impadronisce di una delle coppe, ripromettendosi di completare il furto in una notte successiva. Infatti Joëlle, piuttosto dimentica anche di se stessa, non si occupa certo di andare in quelle sale marginali del suo palazzo dove il padre custodisce le opere d’arte.
Nei giorni successivi, però, accadono due avvenimenti sconvolgenti. Il primo è che, durante la seconda notte trascorsa dalla donna, Allmen va a controllare nella sala delle coppe e… trova quella che aveva rubato perfettamente a posto. Come è possibile? Si tratta di una copia identica o l’antiquario suo complice ha restituito la coppa al padre di Joëlle?
Il secondo è un triste ritrovamento. Entrando nel negozio dell’antiquario per chiedere spiegazioni in proposito, Allmen trova il suo corpo ormai senza vita sulla poltrona. Temendo di essere incriminato non solo per i furti d’arte, ma anche per l’omicidio, Allmen fugge di nascosto, e, insieme a Carlos, che è clandestino ed ha avuto una vita difficile, elabora un piano non solo per trovare l’assassino del suo complice, ma anche per riuscire a uscirne pulito…
Come dicevo prima, se invece di un thriller senza fiato sulla malavita organizzata preferite un giallo più leggero e brillante, Allmen e le libellule è quello che fa per voi.
Questo dandy quarantenne che vive tra i castelli in Svizzera è quanto di più lontano da un commissario di polizia – e infatti commette anche dei reati , ma è comunque un personaggio molto acuto e, anche se a modo suo, sta comunque dalla parte dei buoni. È un furbo che vuole, come dice egli stesso, “marinare la vita” e guadagnarsi qualche soldo beffando chi è ancora ricco per davvero (e magari lo deride perché lui invece è ricco per finta…), ma non farebbe del male a nessuno.
Sua saggia controparte è Carlos, che ha vissuto una vita davvero amara in gioventù, sa cosa vuol dire lottare per sopravvivere, ed è un ottimo amico per il suo ex datore di lavoro, che, per quanto si creda chissà chi come tanti nobili, dentro di sé non si stima affatto, perché sa che avrebbe potuto fare una vita dorata senza esagerare e invece non è stato in grado di fermarsi.
Il giallo coglie di sorpresa il lettore, che è a già a metà libro, ma è comunque un intreccio interessante.
Ho visto che ci sono altri “casi” con Allmen protagonista (ormai questo primo volume è di circa 15 anni fa). Non escludo di leggerne qualcun altro in futuro!
Queste sono le due letture a cui ho pensato per questo periodo novembrino!
Che ne dite? Conoscete gli autori? Avete letto i romanzi?
Cosa ne pensate? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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