Spazio Scrittura Creativa: giugno 2025
Cari lettori,
benvenuti all’appuntamento di giugno con lo Spazio Scrittura Creativa!
La storia di oggi è una commedia romantica dal sapore decisamente nostalgico. Sapete che sono una fan di Taylor Swift, ma davvero non ricordavo che il suo singolo di debutto, Tim McGraw, fosse uscito in data 19 giugno 2006. La canzone racconta in retrospettiva una cotta adolescenziale avvenuta l’estate prima, presumibilmente quella del 2005.
Ho provato anche io ad immaginare “venti estati fa”, mescolando fantasia e realtà. Le estati dei primi anni Duemila, quelle della mia adolescenza, che ormai vivono solo nel mio ricordo da millennial (e nei video nostalgici sui social).
Trovate Tim McGraw a questo link, e spero che vi sarà di buona compagnia insieme al racconto. Buona lettura!
Venti estati fa
Lui diceva che il modo in cui i miei occhi blu scintillavano
facevano vergognare le stelle della Georgia, quella notte
ed io dicevo: “è una bugia!”
Era solo un ragazzo con un camioncino Chevy
che aveva la tendenza ad impantanarsi
mentre tornavamo a casa la notte
ed io ero lì, accanto a lui, tutta l'estate
...e poi c'è stato il momento in cui ci siamo svegliati
ed abbiamo capito che l'estate se n'era andata
Quando Tiziana era diventata adolescente, e più di una persona le aveva detto: “Vedrai, ci saranno delle estati che ricorderai sempre”, non ci aveva creduto subito.
Le sue estati erano di fronte al suo solito mare, con la sua famiglia, senza nessun avvenimento straordinario. Tra partite di biliardino, tuffi dalla boa, canzoni disco sparate da qualche radiolina, cabine azzurre ed ombrelloni bianchi, tavoli da bar a cui sostare tutto il pomeriggio con un gelato ed una compagnia fin troppo rumorosa. Ogni singolo giorno.
Quell’estate del 2005 qualcosa le avrebbe fatto cambiare completamente idea.
Quindici anni (quasi sedici) non erano moltissimi, ma erano anche abbastanza per smetterla di passare sempre l’estate allo stesso modo.
In particolare, Tiziana era molto curiosa di scoprire come se la passasse chi sceglieva di trascorrere le sue vacanze in qualche villaggio turistico. Sì, era incredibilmente affascinata da quei luoghi, che le sembravano, almeno da lontano, dei veri e propri paradisi del divertimento.
Così, quando quell'estate la famiglia di una delle sue più care amiche, Lea, aveva organizzato una splendida settimana di luglio in un villaggio del Sud Italia, quella di accettare il loro invito le era sembrata una bellissima idea.
Sarebbe stata, di fatto, la sua prima vacanza senza genitori (non i suoi, almeno), e proprio dove aveva sognato: in un mare che una volta tanto non era il solito (così suo, ma anche così prevedibile), in un posto dove di certo non si sarebbe annoiata.
E quando, dopo una lunga notte in treno, era entrata nel piccolo ma funzionale bungalow in legno, immerso nella pineta, ed aveva occhieggiato l'enorme spiaggia bianca che abbracciava un mare blu come forse non ne aveva mai visti, si era sentita proprio all'inizio di una grande avventura.
Di certo non aveva calcolato la sorpresa, la novità, l'imprevisto.
* * *
Si chiamava Andrea ed era uno dei più scatenati e allegri animatori. Istruttore di windsurf, carattere estroverso, già decisamente troppo più grande di lei. Tiziana aveva passato le prime sere al villaggio a tentare di farsi invitare a ballare da lui, ma aveva danzato con tutti gli animatori meno Andrea.
Fino a quando, durante la serata della festa a tema, non si era ritrovata, con sua grande sorpresa, a condividere un ballo con lui.
Avevano chiacchierato un po’: per lei era stata una scoperta del tutto nuova il rendersi conto che era in grado di passare del tempo insieme ad un ragazzo più grande senza l'imbarazzo che si sarebbe aspettata. Andrea era simpatico come l'aveva immaginato; più di ogni altra cosa, la caratteristica che lo rendeva speciale era la sua disponibilità a mettersi in gioco in ogni situazione, dall'aperitivo sotto l'ombrellone alla festa in maschera.
Tiziana sapeva che questo non era altro che il suo lavoro, eppure era ugualmente ammirata da tanta gioia di vivere, che non tutti gli animatori dimostravano allo stesso modo. Sì, le piaceva tutto di lui. I ricordi principali che, sapeva, avrebbe conservato di lui, sarebbero stati legati soprattutto alla sua voce ed alla sua risata.
Era stato così che quella settimana non era trascorsa, ma volata, ed i momenti speciali erano stati davvero moltissimi.
La cena tipica del martedì sera, quando si era azzardata a provare i salumi piccanti del luogo ed aveva dovuto bere e mangiare pane per tutto il resto della serata.
La festa sulla spiaggia, con quelle musiche che i genitori di Lea avevano classificato come rintronante, abbandonandola subito, mentre loro due erano rimaste a ballare.
La “serata del dilettante”, in cui lei e Lea avevano improvvisato un intermezzo comico.
Le mattine piene di sole, quando la spiaggia non si era ancora riempita.
L'ultima serata, con la festa d'addio, la torta, un po' di inevitabile tristezza.
Sempre insieme a Lea ed alle amiche che aveva trovato al villaggio, anche se per pochi giorni. Sempre cercando un modo per passare del tempo insieme ad Andrea. Aiutandolo a portare dei drink sotto le stelle della spiaggia, partecipando ai giochi insieme agli altri animatori, seguendo il suo stesso esempio di allegria e disponibilità a buttarsi in qualcosa di nuovo.
L'ultima sera erano ormai diventati amici. Andrea aveva fatto i complimenti a Tiziana, perché, a suo dire, ella aveva imparato a ballare in coppia, il che era un’esagerazione bella e buona, ma faceva parte del suo essere gentile ed entusiasta allo stesso tempo.
Così, in una mattina calda e soleggiata come e più delle altre, prima che lei stessa potesse rendersene conto, si era svegliata presto, immusonita ed incredula, con Lea che aveva già la testa immersa tra le valigie. Aveva fatto l’ultima abbondante colazione al villaggio, e si era ritrovata di nuovo sul treno, destinazione Milano.
Aveva telefonato ai suoi genitori, dicendo loro che tutto era andato bene. E che non poteva credere che fosse già finito tutto. Eppure era così...e con quella vacanza se n’era andato un pezzo speciale di estate.
* * *
Settembre ha visto un mese di lacrime
e grazie a Dio non eri qui, a vedermi così
ma in una scatola accanto al mio letto
c'è una lettera che tu non hai mai letto
di tre estati fa
è difficile non trovare il tutto un po' dolce ed amaro
Tiziana era tornata dalla vacanza in gran forma, in tanti le avevano detto che aveva un volto rilassato e sereno: si vedeva che la vacanza l’aveva resa felice!
Quanto a lei, era combattuta tra diversi sentimenti.
Era contenta della vacanza trascorsa, certo. Aveva una gran voglia di ripartire per le sue solite vacanze in famiglia la settimana successiva, senz’altro. Tuttavia era anche piuttosto triste perché sapeva che, con ogni probabilità, non avrebbe più rivisto Andrea.
Era frastornata, come se avesse fatto indigestione di forti emozioni, ed ora che era tornata alla normale routine sentiva come un vuoto all’altezza del petto.
Dopo uno splendido agosto, il ritorno a scuola era stato un continuo alternarsi di alti e bassi. Sedici anni erano un'età complessa, e Tiziana se ne rendeva conto sempre più.
Quello che più la lasciava sconcertata era stato notare come, tra i suoi coetanei, nessuno avesse quelle qualità che aveva tanto apprezzato in Andrea. I sedicenni che conosceva erano molli, pigri, trascurati. Non avevano uno scatto di entusiasmo, non sorridevano per ogni sciocchezza, anzi, spesso si arrabbiavano per un nonnulla e passavano intere giornate a bighellonare per il centro o seduti sul divano, senza aver voglia di fare niente.
E, quando le capitava (spesso) di guardare fuori dalla finestra durante le lunghe ore di scuola, trovando solo un parchetto spelacchiato, centinaia di auto parcheggiate ed un grigiore generale, ripensava con forte nostalgia alla spiaggia dorata dove leggeva le sue riviste ed alle sere stellate in cui aveva ballato con Andrea.
Era come se avesse messo in un cassetto la sua cotta per lui. Era stata un’esperienza splendida, forse proprio perché circoscritta a quella indimenticabile settimana.
Per la prima volta nella sua vita, sapeva di aver desiderato qualcosa di diverso rispetto al suo passato. Una persona più matura, più disponibile, certo più adulta, ma anche, comunque, sempre pronta a ridere ed a giocare come un bambino. Forse la conoscenza di Andrea l'aveva aiutata a capire che non si doveva accontentare di qualche bulletto che la considerava in giorni alterni.
Quasi sicuramente non avrebbe ritrovato lui, ma, man mano che l’autunno e l’inverno si incamminavano, stava pian piano ritrovando l’entusiasmo e l’allegria che egli, in pochi giorni, le aveva trasmesso.
Per questo motivo il suo ricordo era dolce e amaro allo stesso tempo.
* * *
E sono tornata, per la prima volta da allora
e sono sulla tua strada
e c'è una lettera lasciata sulla tua porta
e la prima cosa che leggerai è...
“Quando pensi a Tim McGraw
spero che tu pensi alla mia canzone preferita,
quella che abbiamo ballato tutta la notte
la luce della luna come un riflettore sul lago.
Quando pensi alla felicità
spero che tu pensi a quel vestitino nero,
che pensi alla mia testa sul tuo petto
ed ai miei vecchi e sbiaditi jeans blu.
Quando pensi a Tim McGraw, spero che pensi a me”
Il 2005. Venti estati fa.
Giugno era arrivato di nuovo. Il lavoro, la casa, le incombenze, la vita adulta… a volte svanivano in un attimo di fronte all’intensità di un ricordo.
Ritrovarsi a pensare a quella lontana vacanza al mare scaldava ancora il cuore di Tiziana. Con il tempo, le emozioni avevano ceduto il passo alla razionalità, ed al dolce ricordo di una cotta adolescenziale.
Dentro di sé, però, ella sapeva che incontrare Andrea proprio in quell’estate era stato importante per lei. Le aveva aperto gli occhi, aveva insegnato al suo cuore di sedicenne ribelle a ridere dei piaceri più semplici, quelli che lei, in lotta con il mondo e con la sua stessa crescita, aveva finito per mettere in un angolo.
Non era più tornata al villaggio. Non che fossero mancate le occasioni: la verità era che, in un certo senso, non aveva avuto il coraggio di tornare lì.
Dentro di lei era nata l'idea che tornare proprio in quel luogo, dove era stata tanto felice per una settimana soltanto, le avrebbe, in qualche modo, guastato il ricordo.
Forse avrebbe guardato quel mare e si sarebbe detta: ma perché mi sentivo così follemente libera? Che ha poi questo posto di speciale?
Preferiva che quella spiaggia, quella pineta, quei suoni e quei profumi le rimanessero nel cuore, come una sorta di luogo dell'anima, come uno dei ricordi più belli e profondi della sua adolescenza. Qualcosa di cui non si sarebbe mai più scordata.
Le bastava un attimo per ritrovarsi ancora lì, con i piedi su quella sabbia bianchissima, con la luna puntata come un riflettore sul mare, con la sua minigonna di jeans di giorno ed il suo vestitino preferito la sera. Risentiva ancora la musica che usciva dalle casse, lo scalpiccio dei piedi sulla pista da ballo, la risata di Andrea.
Sì, senza dubbio, per sempre, una delle sue estati più belle.
FINE
Come dicevo nell’introduzione… la parola chiave è “nostalgia”, o sbaglio?
Lo raccontavo un po’ anche nelle mie poesie del post del mese scorso: non è più estate com’era una volta. C’è chi è sommerso dallo studio o dal lavoro ed ha ben poche ferie, chi affronta un tempo sospeso dopo un anno pieno e si chiede dove e come lavorerà da settembre (sapete che sono parte di questa categoria), chi deve seguire bambini piccoli e/o genitori poco autosufficienti, chi approfitta dell’estate per fare grandi lavori a casa o cambiamenti di vita… e fin qui ho solo parlato di ordinaria amministrazione, c’è anche chi ha problemi grossi.
Eppure basta una gita in un posto che ci era piaciuto tanto anni prima, un weekend in riva al “nostro mare” (o in cima alla “nostra montagna”, come preferite), o anche semplicemente riaprire un album di foto analogiche di vent’anni prima, ed eccole qui, più nitide che mai, le estati della nostra infanzia e adolescenza.
Con tutto il carico di cose che non ci sono più: scommetto che gli adolescenti di oggi mi riderebbero in faccia se mi mettessi a nominare le schede telefoniche con i 1000 SMS per il fidanzato, i lettori CD con le compilation del Festivalbar, gelati Algida che si sono estinti come i dinosauri da più di un decennio, le hit da discoteca che ormai passano solo alle serate a tema e così via… Anche il “villaggio vacanze” di vent’anni fa è una formula che ormai si è rinnovata, forse perché (almeno, questa è la mia impressione) in vacanza abbiamo bisogno molto di più di fermarci, rilassarci e respirare che di essere coinvolti da qualche animatore in molteplici esperienze. La vita si è fatta di anno in anno più frenetica…
Papiro nostalgico a parte, spero che l’estate che è appena iniziata vi permetterà comunque di collezionare bei ricordi. Imperfetti e tra un rovescio della vita e l’altro, come spesso va a finire, ma pur sempre momenti da non dimenticare.
Fatemi sapere che ne pensate del racconto, se vi va.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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