“I suoceri albanesi” in scena al Teatro Carcano
Molti di voi hanno
probabilmente già letto le mie recensioni ad alcuni spettacoli della
stagione 2015-2016 del Teatro Carcano (“L'Ulisse” e “Il grande
dittatore”).
Il mio primo spettacolo teatrale del 2016 appartiene,
ancora una volta, a questa rassegna, che si dimostra costantemente
varia e ricca di sorprese.
“I suoceri albanesi” è
una commedia brillante portata avanti da un cast d'eccezione,
capitanato da Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi.
Se siete in cerca di una
rappresentazione leggera e divertente, ma che vi possa dare qualche
utile spunto di riflessione, questa è la scelta giusta.
“I suoceri albanesi” sono
uno spettacolo pieno di…
… realtà quotidiane e
familiari affrontate con un sorriso.
La
famiglia presentata nella rappresentazione è del tutto nella media.
Lucio è un assessore costantemente cercato al telefono dai suoi
consiglieri, la moglie Ginevra è una chef impegnata ogni giorno
nella creazione di nuovi piatti e la figlia Camilla è un'adolescente
in lotta con lo studio ed i genitori. Nel corso dello spettacolo, i
tre litigano per sciocchezze, inciampano nel bagno e si lamentano di
non riuscire mai a fare colazione insieme.
Non siamo davanti ad una
famiglia “da spot pubblicitario”, bensì ad un trio di persone
distratte, di corsa e – ognuna di esse a suo modo – indaffarate.
Le vite di questi personaggi
non cambieranno per un evento straordinario, bensì grazie ad un
bagno rotto.
Ciò che viene rappresentato
sulla scena, dunque, risulta così semplice e quotidiano che è
difficile non identificarsi.
… ironia riguardo a tante
“nuove mode”.
Nel corso del
primo tempo, Lucio e Ginevra conoscono un divertente individuo: si
tratta dell'inquilino del piano di sotto, Corrado,
un ex-colonnello ritiratosi a vita più tranquilla dopo una serie di
viaggi ed avventure.
Corrado è un grande
appassionato di thai-chi, ed ama praticare quest'arte all'aperto ed
alle prime ore del mattino, ma, come lo spettatore ben presto noterà,
l'idea non è ritenuta propriamente geniale dagli abitanti del
quartiere.
Ugualmente incompresa è
Ginevra, la madre di famiglia, che, forte della sua fama da chef,
cerca di insegnare il suo amore per il cibo sano e la nouvelle
cuisine al marito ed alla figlia, mentre questi ultimi si abbuffano
calzoni e supplì di nascosto.
La commedia, in definitiva, si
fa beffe di alcune delle più popolari fissazioni di questi ultimi
anni, in modo particolare quelle riguardanti l'alimentazione e la
salute. Assistendo allo spettacolo, lo spettatore non può fare a
meno di sentirsi come Lucio, che, ad un certo punto, si chiede
sconsolato se offrire un caffè sia diventato qualcosa di strano ed
inusuale.
… osservazioni
intelligenti riguardo alla tematica del razzismo.
Lucio
accoglie con gioia l'idea di far lavorare operai albanesi per
riparare il suo bagno, ma lo spettatore ha la fondata idea che si
tratti di una manovra politica per mantenere il consenso.
Ginevra
asseconda il marito, ma poi
si ritrova perplessa davanti alla prospettiva di lasciare le chiavi
di casa agli operai.
Questi
ultimi si offendono se il padrone di casa fa qualche osservazione
sulla loro origine, ma non risparmiano commenti meschini nei
confronti di altre minoranze
etniche.
Attraverso questi personaggi,
lo spettacolo ci consente di osservare ed analizzare molto da vicino
il tema del pregiudizio razziale, cogliendone sfumature spesso nuove
e presentando diversi punti di vista.
… una morale
sull'integrazione culturale!
Secondo
gli autori della commedia, per quanto difficile possa essere
l'incontro tra due differenti culture e tradizioni, vale comunque la
pena fare un tentativo.
La stretta frequentazione tra i “borghesi
piccoli piccoli” ed i modesti operai che sistemano il loro bagno
darà vita, infatti, ad una sequenza di avvenimenti destinata a
cambiare l'esistenza di tutti i personaggi.
Senza contare che Camilla ed
il ragazzo di cui si innamora danno una notevole lezione sui
sentimenti alla generazione adulta, troppo impegnata ad organizzare
cene e ad esplorare siti di appuntamenti per accettare un sentimento
nato con naturalezza.
… risate!
Questo
elemento non manca mai nel corso delle due ore di rappresentazione.
“I suoceri albanesi” sono uno spettacolo che fa ridere, spesso
anche parecchio.
Senza dubbio buona parte del merito va agli
interpreti, davvero eccezionali ed estremamente spontanei.
Lo
spettacolo scorre rapidamente ed arriva quasi inaspettatamente alla
conclusione, lasciando lo spettatore soddisfatto e divertito.
Lo spettacolo resterà in
scena fino a domenica 24 gennaio!
Spero che questa mia
recensione possa avervi interessato ed incuriosito.
Grazie a chi ha avuto la
pazienza di leggere fin qui, e, come sempre, vi invito a lasciare un
vostro parere nello spazio sottostante. Sarei curiosa di conoscere
altre opinioni di chi ha visto lo spettacolo!
A presto :-)