Durante questo recentissimo
periodo di ferie, mi sono dedicata, come mio solito, a qualche nuova
lettura. Uno dei libri più leggeri per numero di pagine ma non certo
per contenuto è uno degli ultimi lavori di Erri De Luca, La
musica provata. Si tratta di una sorta di piccola autobiografia
in chiave musicale. Pagina dopo pagina, infatti, lo scrittore
richiama alla mente pensieri e ricordi, guidato dal suono delle sue
musiche preferite.
Mentre leggevo mi sono chiesta
più volte: quali potrebbero essere, per ognuno di noi, le musiche
provate? Quali sono i brani, di qualunque genere, che non
abbiamo soltanto ascoltato più volte, ma che abbiamo pienamente
vissuto, per i più svariati motivi?
Essendo un'appassionata di
musica, se dovessi rispondere per intero, probabilmente avrei bisogno
di un mese di tempo e scriverei un post lungo cento volte questo.
Quello che segue è semplicemente un campionario delle mie scelte, in
ordine assolutamente casuale.
La musica del déja-vu.
Nel 2006, dopo quasi quattro
anni di danza moderno-jazz, la mia insegnante ha deciso che era
giunto per me il momento di cimentarmi non soltanto nei balletti di
gruppo, bensì in una mia prima variazione, non da sola, ovviamente,
ma a tre. Sempre su consiglio della mia insegnante, mi sono ritrovata
ad eseguire un brano tratto dal musical Cats. Il costume da
gatto fatto con l'aiuto della zia era molto carino, la musica era
splendida e la variazione era riuscita bene; io però ero pur sempre
un'adolescente che aveva finito il terzo anno di superiori ed una
parte di me avrebbe tanto voluto esibirmi in shorts e top su una
canzone dance tanto di moda quell'estate.
Ho rifatto Cats due
anni fa come finale del primo tempo, quando le uniche cose rimaste
invariate erano l'insegnante ed il costume: nel frattempo, il gruppo
era del tutto cambiato ed io ero alle prese con gli ultimi esami
della Laurea Specialistica. Forse è stato l'insieme di questi
elementi, ma ho visto Cats sotto una luce del tutto nuova: mi
sono divertita dall'inizio alla fine, dal progetto all'esecuzione del
balletto. A Cats ricollegherò sempre il rumore delle nostre
risate. È stato uno di quei casi che mi ha insegnato che, in
definitiva, repetita iuvant.
La musica suonata.
Per diversi anni ho preso
lezioni di chitarra classica. Ho sperimentato diversi generi: la
musica classica, i pezzi scritti appositamente per la chitarra, gli
accordi e le melodie della musica leggera. Durante gli anni della mia
adolescenza, però, uno spartito mi è rimasto particolarmente
impresso: Se io non avessi te di Nek. Filippo Neviani è
sempre stato il mio cantante preferito, fin da quando ero una bambina
di sette/otto anni. Potete quindi immaginare la mia emozione quando
il mio insegnante mi ha portato una musica che avevo aspettato con
ansia (anche se, ripensandoci, forse io gliel'avevo chiesta così
tante volte che si è dovuto rassegnare).
Se mi concentro, riesco
ancora a rievocare l'impegno che avevo messo nell'imparare quella
melodia, tanto che, senza nemmeno chiudere gli occhi, rivedo persino
lo spartito. Dal mio punto di vista, Se io non avessi te è
“La canzone di Nek con tante note di un quarto allungate da un
punto”. Ho ricordi simili anche di altri brani di musica leggera,
ma, per ovvi motivi, questo è quello che ricordo con maggiore
affetto.
La musica sempre sfiorata.
Nel 2003, nel corso del mio
primo saggio di danza, ho assistito con stupore all'esecuzione, da
parte delle allieve grandi di danza classica, della Danza dei
cigni, brano tratto dal celeberrimo balletto Il lago dei
cigni. Si tratta di una danza particolarissima: la durata è
quella di una canzone di musica leggera, le ballerine danzano
tenendosi abbracciate dietro la schiena e compiono una serie di
piccoli ma complessi movimenti coordinati con i piedi e con le
caviglie. Io ero soltanto una principiante, ma probabilmente avrei
dato un braccio pur di essere così brava.
Nel 2009, abbiamo allestito un
medley tratto da Il lago dei cigni, e, ancora una volta, è
stata riproposta questa danza. Questa volta io facevo parte della
coreografia, ma non ho fatto né il cigno né la dama, bensì il
giullare di corte, e mi sono stati assegnati altri pezzi.
Quando ho visto di recente il
film Scoop, ho capito subito che per me esso non sarebbe mai
stato “Il film di Woody Allen”, o “Il film con Scarlett
Johansson”, e nemmeno “Il film con Hugh Jackman” (anche se è
stato difficile mettere lui in secondo piano, lo ammetto). Per me
Scoop sarebbe stato sempre e solo “Il film con la Danza
dei cigni come colonna sonora”. Ascoltando questa musica a me
arcinota, mi è sembrato strano non assistere ad un balletto, ed è
curioso, dal momento che questo è uno dei brani che in effetti io
non ho mai eseguito. Si tratta di una musica che ho sempre
rincorso, sempre sfiorato, ma mai, in un certo senso, afferrato.
La musica di un film e di
un'epoca.
Leggendo l'introduzione di un
romanzo rosa ancora sulla mia wishlist, “Innamorarsi a Notting
Hill” di Ali McNamara, mi ha immediatamente colpito una
considerazione dell'autrice, la quale afferma di aver sempre adorato
il film Notting Hill e di ritenere gli anni delle commedie di
Hugh Grant e Julia Roberts “i migliori della sua vita”.
Anche se
nella seconda metà degli anni '90 io ero decisamente troppo piccola
per apprezzare le commedie romantiche, film come Notting Hill sono
i primi che ho visto crescendo e, con il passare del tempo, mi sono
resa conto che hanno contribuito non poco a far nascere la mia
passione per i romanzi rosa. La mia canzone preferita è da sempre
When you say nothing at all, colonna sonora portante del film
e, a mio parere, simbolo di quella fortunata serie di commedie.
Mi è capitato, dando
ripetizioni a ragazze delle superiori, di sentirmi chiedere quale
fosse la mia canzone preferita. Più di una volta, la reazione alla
mia risposta è stata: “Ma dai, una canzone del '99? è il mio anno
di nascita!” A volte basta poco per capire che certe epoche sono
irrimediabilmente concluse.
La musica che si traveste
da silenzio.
Uno dei balletti che ricordo
con particolare piacere è il Coro a bocca chiusa,
appartenente all'opera Madama Butterfly. È un brano
straordinario, unico nel suo genere: la melodia è lenta, quasi
ipnotica, e non è presente il testo, ma soltanto un accompagnamento
vocale, eseguito, appunto, a bocca chiusa.
Una simile musica richiede un
ascolto attento e, se danzata, movimenti precisi e trattenuti; ciò
nonostante, è sorprendente il senso di tranquillità e quasi di
libertà che essa riesce a trasmettere.
Il Coro a bocca chiusa è
la musica più vicina al silenzio che noi possiamo immaginare, eppure
risulta molto più emozionante di tanti brani “urlati”.
La musica che ispira un
nuovo stile di vita.
Nel corso della vita, specie
se si è piuttosto giovani, può accadere di ritrovarsi al termine di
un'esperienza che è stata a lungo il centro della propria esistenza.
Che cosa si prova quando le circostanze ci spingono a cambiare?
Anche quando una determinata
fase della propria vita si avvia verso il naturale termine, spesso la
nostalgia è fortissima e, in molti casi, non è mai del tutto
sopita.
Personalmente, mi è venuto in
aiuto lo splendido testo della canzone dei Negramaro e di Jovanotti
Cade la pioggia, e, in modo particolare, i seguenti versi:
Dimmi che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione non
muore ma cambia colore
tu fammi sperare
ché piove e senti pure
l'odore
di questa mia pelle che è
bianca e non vuole il colore
Queste parole mi hanno
insegnato che, come saggiamente dice la scienza, nulla si crea e
nulla si distrugge, ma qualsiasi cosa cambia semplicemente aspetto.
Se davvero amiamo qualcosa
(nel mio caso, le Lettere) il nostro stesso modo di essere ci porterà
a non abbandonarla mai; la vita ci può costringere a toglierle un
determinato colore, ma noi, ben presto, gliene daremo un altro.
Inoltre, qualunque cosa ci succeda, abbiamo sempre la possibilità di
diventare una pagina bianca e ricominciare.
Quest'idea mi è piaciuta così
tanto che ho intitolato il blog come uno di questi versi.
Grazie di cuore per tutte le
letture ed i commenti sui social! Aspetto i vostri commenti su quali
siano le vostre musiche provate. A presto!
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