giovedì 29 ottobre 2020

I PREFERITI DI OTTOBRE 2020

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

ottobre sta per terminare! Che ci piaccia o no, siamo nel pieno dell’autunno, e in zona Halloween. Tra un libro spaventoso e una commedia tv gialla, una ricetta alla zucca e un mare di foglie rosse, ecco a voi il consueto appuntamento con i “Preferiti del mese”! Riepiloghiamo insieme tutto quello che mi è piaciuto nelle ultime settimane, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese



Dopo tanto tempo, sono riuscita a proseguire la serie svedese di gialli-noir di Camilla Lackberg che ha per protagonisti la scrittrice Erica Falck e il poliziotto Patrik Hedström. Il nono volume della serie, Il domatore di leoni, è la lettura perfetta per questo periodo dell’anno un po’ “spooky”.


Il romanzo ha inizio con un’inquietante tragedia: poco distante dal maneggio di Fjallbacka, la titolare Marta ritrova una sua allieva, Victoria, di cui non si sapeva più nulla da settimane. La ragazza, che è mezza nuda sulla strada ed è stata appena investita, viene portata subito all’ospedale, ma le sue condizioni si rivelano disperate: oltre ai danni riportati in seguito all’impatto con l’auto, ella è stata privata di occhi e lingua e le orecchie sono state lacerate in modo che l’udito sia per sempre compromesso. Nonostante le immediate cure prestate, la povera ragazza muore ancora prima che i genitori arrivino in ospedale.


Purtroppo Victoria è solo l’ultima di una serie di ragazze che sono sparite nella zona, le cui famiglie ora iniziano seriamente a temere il peggio. Patrik cerca di ricostruire al meglio la dinamica del ritrovamento e degli altri rapimenti, ma è molto difficile far quadrare il cerchio, soprattutto perché uno dei casi sembra non avere nessuna attinenza con gli altri, che invece hanno tra loro più punti in comune.


L’ambiente del maneggio, poi, tra rivalità interne tra concorrenti, gestori non sempre collaborativi e segreti adolescenziali da conservare ad ogni costo, non sempre aiuta.


Nel frattempo, Erica, che prosegue con la sua attività come scrittrice ed ha iniziato a scrivere delle versioni romanzate di famosi casi di cronaca contemporanei, sta provando da giorni ad intervistare una donna che anni prima è stata accusata di aver assassinato brutalmente il marito, e di aver legato per anni ad una catena la figlia, come se fosse un animale. A poco a poco, nonostante le molteplici reticenze, la donna inizia ad aprirsi… ed Erica, sorprendentemente, scopre dei collegamenti con l’attuale indagine di Patrik.


Il domatore di leoni è il nono episodio della serie di Camilla Lackberg, ma, anche dopo un buon numero di romanzi, la tensione non accenna a calare. L’autrice si rivela sempre abilissima nel creare un intreccio che unisca un mistero presente ad una storia passata dalle tinte terrificanti. I colpi di scena sono moltissimi, e lo stile tiene avvinto il lettore capitolo dopo capitolo.


La vita privata dei protagonisti è cambiata moltissimo rispetto ai primi tempi: Erica e Patrik hanno ormai tre figli piccoli, la carriera di lei come scrittrice rende molto di più che agli inizi, sua sorella Anna e il suo amico d’infanzia Dan forse hanno trovato la felicità dopo tanti terribili ostacoli da affrontare (alcuni singolarmente, altri insieme) e persino l’insopportabile capo di Patrik, Bertil Mellberg, ha svelato delle insospettabili qualità, entrando a far parte di una curiosa “famiglia allargata”. Purtroppo qualcuno sta ancora vivendo gravi difficoltà, e non tutto è sempre rose e fiori, ma credo che chi è fan di questa serie sarà soddisfatto nell’osservare l’evoluzione positiva dei personaggi che ha imparato a conoscere e ad apprezzare.


Spero di poter proseguire presto la lettura con il decimo volume… vi tengo aggiornati!



Il film del mese


In linea con il mese di ottobre e le atmosfere da brividi di questo periodo, dopo il thriller svedese passiamo all’apparente tranquillità di una cittadina inglese. Vi vorrei parlare, infatti, di un film TV della serie di Miss Marple, dal titolo C’è un cadavere in biblioteca. Tempo fa, prima di aprire il blog, avevo letto il romanzo (sotto l’ombrellone, un classico per i gialli), ed ero rimasta colpita dall’intreccio. Quando ho visto che avrebbero trasmesso la trasposizione televisiva, mi sono subito incuriosita, e devo ammettere che, a parte qualche piccola sorpresa, è stata una fedele riproduzione.


Miss Marple, la curiosa vecchietta di St Mary Mead, viene chiamata da una delle sue più care amiche, Dolly, moglie di un colonnello in pensione, a causa di un episodio increscioso: quella mattina, la cameriera ha trovato, nel bel mezzo della biblioteca, il cadavere di una giovanissima ragazza dai capelli biondo platino e dai lussuosi abiti da ballo color argento. La polizia confronta il cadavere con le schede degli scomparsi e non trova alcuna corrispondenza, finché non riceve una telefonata dal commissariato della vicina stazione  marittima: la morta è Ruby Keene, ballerina dell’Hotel Majestic, che era lì da poche settimane per sostituire la cugina Josephine, che riconosce il cadavere. 

Jane Marple e Dolly decidono di partire per un breve soggiorno marittimo per una delle solite “indagini non autorizzate” dell’eccentrica signora. Lì all’Hotel Majestic scoprono che Ruby era entrata nelle grazie di un ricco e anziano invalido, che, avendo perso tempo fa i suoi figli a causa di un bombardamento, desiderava adottarla. Ovviamente questo sarebbe andato a ledere gli interessi del genero e della nuora dell’uomo, sopravvissuti alla bomba e rimasti legati a lui da allora… ma non solo.


Nel frattempo, in una macchina bruciata, la polizia ritrova i resti di una ragazzina scout, Pamela, ed alcuni indizi farebbero sospettare un collegamento con l’omicidio di Ruby…


Il personaggio di Jane Marple, anziana signora tanto sensibile e acuta quanto curiosa al limite dell’impiccione, ha ispirato tutta una serie di figure più o meno riconducibili a quella paradigmatica della Signora in giallo. Molto riservata sulla sua vita privata (che tutti presuppongono sia noiosa o inesistente solo perché è zitella), Jane Marple ne ha viste abbastanza da potersi considerare un’esperta dell’animo umano, comprese le zone buie. C’è un cadavere in biblioteca è un classico del giallo, non troppo lungo e molto ben ricostruito… per una serata mistery condita da un pizzico di commedia!



La musica del mese


Durante il mese di ottobre, grazie ai simpatici dance workout della ballerina e youtuber Teagan Dixon (della quale vi ho parlato nei preferiti del mese scorso), ho avuto una “prima conoscenza” con un mondo musicale di cui avevo sentito parlare spessissimo, ma al quale non mi ero mai accostata: quello del k-pop.


Dopo i primi ascolti, il mio giudizio complessivamente è positivo: diciamo che non è il mio genere preferito, ma se avete dei gusti abbastanza simili ai miei e avete sempre ascoltato/seguito le boybands e girlbands dagli anni ‘90 al 2010 e oltre, è molto probabile che queste canzoni vi piacciano, magari anche solo come sottofondo per un allenamento, perché sono molto allegre e ritmate.


La girlband di cui ho ascoltato più canzoni sono le Blackpink, un gruppo coreano composto da quattro giovanissime ragazze, molto versatili, in grado di cantare, interpretare pezzi rap e ballare. Sembra che le quattro siano state scelte dopo una durissima selezione e che, prima del loro debutto, siano state sottoposte a quella che una delle ragazze ha definito “una durissima scuola”, in stile Amici di Maria De Filippi, per intenderci, ma molto più tosta!


Il loro nuovo disco, The album, è uscito proprio questo mese, ed è composto da sole otto canzoni, tutte però decisamente orecchiabili. Per i vostri allenamenti vi consiglio il primo singolo How you like that oppure il duetto con Selena Gomez (di cui avevo parlato qui) dal titolo Ice cream. Se preferite i ritmi più lenti, invece, meglio la ballata You never know.


Se promuovo le canzoni e i look davvero spettacolari (non a caso le quattro collaborano anche con importanti aziende di moda), purtroppo devo “rimandare” lo stile di ballo: le mosse un po’ mascoline di danza hip hop/aerobica, su ragazze così piccole ed esili, risultano un po’ a scatti e forzate. È evidente che le componenti del gruppo abbiano un fisico da ballerina classica e che abbiano anche studiato qualcosa di quel genere: allora perché non proseguire per questa via invece di “forzare” verso uno stile che potrebbe piacere di più al grande pubblico? L’originalità avrebbe potuto essere una freccia al loro arco… così, invece, è un po’ un peccato. In definitiva, soprattutto per quanto riguarda la danza, le mie preferite restano le Little Mix (di cui ho parlato qui)… ma non è escluso che in futuro le Blackpink non mi stupiranno.


Altre canzoni “pro allenamento” che vi consiglio sono More&More delle Twice, Dynamite dei celeberrimi BTS (che forse qualcuno di voi già conosce, è la nuova colonna sonora delle pubblicità Samsung) e Monster degli EXO.


Fatemi sapere se vi piacciono!



La poesia del mese


Per il mese di ottobre ho scelto un componimento di Luciano Luisi dal titolo Anche tu mi hai lasciato, che paragona la fine di una storia d’amore al termine dell’estate e della stagione balneare.


Anche tu mi hai lasciato

che d’essermi legata come l’ombra

dicevi. Ora non ho

di te che la memoria in queste sere

d’ultima estate e solitario vado

per i campi che un tempo seguivamo

in cerca d’un rifugio.

E qui mi torna dalla tua voce il brivido

se le coppie mi sfiorano furtive nel loro fiato assorte

e dove ieri ci amavamo indugio.

Qui abbandonata contemplavi il lento

volgere delle nubi sulla luna.

Ma ora attendo invano che le nubi

passino e accenda i prati desolati

la luna: il tuo pallore

io non misuro più nella sua luce.

Porto una spiaggia in me

deserta al primo scroscio dell’autunno,

dove l’estate poco fa era in festa,

una languente spiaggia d’ombrelloni chiusi.

E senza te la mia vita divisa inaridisce

come un limone stento nell’ombra d’un balcone.



Le foto del mese


Non sono riuscita ad inserire questa foto tra i preferiti di settembre, perciò la metto qui! La settimana del mio compleanno è tornata a casa, anche se solo per poco, la mia amica Luana, che vive all’estero. Poter finalmente fare una passeggiata in centro con lei e mangiare uno degli ultimi gelati di stagione, dopo quasi 9 mesi in cui non ci siamo viste...è stato uno dei regali più belli!


Per la serie “ricette autunnali”… quest’anno, per la prima volta, ho sperimentato la zucca in versione dolce con questa morbidissima torta! Mi sono ispirata a Giallo Zafferano e ho fatto qualche modifica.


Come ingredienti ho utilizzato:

- 400 gr di polpa di zucca bollita e fatta passare nel mixer;

- 3 uova;

- 300 gr di farina integrale;

- 50 gr di burro fuso;

- 150 gr di zucchero;

- una bustina di lievito per dolci;

- scaglie di cioccolato al latte (ma sono molto meglio le gocce di cioccolato fondente).


Ho mescolato bene i tuorli con lo zucchero e aggiunto gli albumi montati a neve. Ho versato nella stessa ciotola burro, polpa di zucca, farina, lievito e cioccolato, sempre mescolando bene. Ho versato in uno stampo rotondo imburrato e infarinato a 180° per 45 minuti. Se la volete più “cioccolatosa”, meglio puntare sul fondente. Comunque è piaciuta…!


Come sempre, in autunno la natura “cambia veste”. A Cernusco, tra Naviglio e parchi cittadini, si può assistere a piccoli spettacoli davvero meravigliosi! Ecco un tratto particolarmente bello, con il muro di edera che in ottobre diventa rosso fuoco…




...ecco qui il mio mese di ottobre!

Come già fatto lunedì con il TAG, vi auguro un felice weekend di Halloween, o Ognissanti che dir si voglia.

Voi che cosa mi raccontate? Come sono state, per voi, le ultime settimane?

Quali libri, film, canzoni avete apprezzato? Qualche evento da ricordare?

Fatemi sapere che ne pensate!

Grazie per la lettura, ci risentiamo in novembre :-)

lunedì 26 ottobre 2020

30 SPAVENTOSE DOMANDE DI HALLOWEEN!

 Un TAG sulla festa più horror che c'è!




Cari lettori,

dopo un po’ di booktag, ecco un “Tag… a tema vario” per conoscerci meglio!

È ufficialmente iniziata la settimana di Halloween e per la prima volta da quando ho aperto il blog ho pensato di dedicarle uno spazietto. Su YouTube ho trovato questa lista di 30 spaventose domande a tema “31 ottobre” ed ho pensato di proporvele qui!

Non sono una grande fan di Halloween, perché ho sempre preferito altre feste, però devo ammettere che con questo TAG ho fatto anche qualche piccolo viaggio nei ricordi. 

Vi lascio alle domande!



1. Canzone preferita tra quelle horror o a tema Halloween?


Ne ho due. Una più spaventosa: Everybody wants to rule the world di Lorde, cover di un successo degli anni ‘80, ma in chiave decisamente più dark. È stata usata come colonna sonora degli Hunger Games e di una recente versione di Dracula.

(Link video per l'ascolto)

Un’altra, più simpatica e ironica, è I’m in love with a monster, delle Fifth Harmony, soundtrack di Hotel Transylvania. 

(Link video)


In questo post ne parlo meglio.



2. Nomina qualcosa in cui non vorresti imbatterti quando ti trovi in una foresta buia o in un edificio abbandonato.


Non sono molto fantasiosa… quello che mi farebbe veramente paura sarebbe incrociare uno o più criminali in carne e ossa. Fantasmi e vampiri, in confronto, non mi spaventerebbero poi molto...



3. Hai mai giocato con la tavola Ouija?


Ho dovuto googlarla. Per gli ignari come me: è una specie di tavola con lettere e numeri che prevalentemente viene usata dalle cosiddette “medium”.

Per carità!



4. Cattivo o mostro horror preferito?


Voldemort, per me, resta il più temibile ed interessante dei cattivi (qui parlo meglio del mio rapporto con la saga di Harry Potter).

Devo ammettere, però, che ultimamente ho visto con grande ritardo la trilogia de Il Signore degli anelli e che anche Smeagol/Gollum è un personaggio complesso e drammatico che fa venire i brividi (in questo post racconto che cosa mi è piaciuto maggiormente dei tre film).



5. La cosa più inquietante che ti è successa quando eri da sola?


Vivere da sola significa sentire spesso “rumori inquietanti”, ed io ormai ci sono abituata. Le volte che mi sono spaventata veramente, però, sono state: la sera in cui è suonato un allarme della palazzina alle 4.42 (scattato per errore, fortunatamente); quando in piena notte il “corpo” dell’aspirapolvere si è staccato dalla testina pulente ed è franato a terra; la mattina in cui stavo rifacendo il letto e il box doccia si è letteralmente sfasciato da solo con uno schianto (non era più notte ma mi sono agitata lo stesso); la mitica volta in cui si sono sollevate le piastrelle del bagno (qui la racconto meglio).



6. Se fossi sfidato a restare in una “casa stregata”, lo faresti?


Razionalmente risponderei “se mi pagano sì”.

Emotivamente, però, credo che alla fine scapperei…

Come direbbe mio fratello, sono un pollo!



7. Sei superstizioso?


Direi di no.



8. Vedi mai figure nella tua visione periferica?


Credo che qualche volta sia capitato a tutti,

ma se non erro c’è una spiegazione scientifica.



9. Quale dolcetto di Halloween ti piace di più?


I miei preferiti del periodo sono il Pan dei morti e la torta paesana, due dolci tipici delle mie parti. I primi sono dei mega biscotti con cacao, mandorle, uvette, canditi e spezie assortite, la seconda è una torta “del riciclo” con pane secco messo a mollo nel latte, cioccolato, uvetta e pinoli. Apprezzo anche i vari biscotti di frolla a tema Halloween che si trovano in questo periodo (per esempio quelli a forma di zucca ripieni di Nutella). Mi piacerebbe provare qualche variante di pumpkin pie, o una soffice all’italiana, o una frolla ripiena di crema alla zucca come nella tradizione americana… per ora ne ho fatta una del tipo "da colazione" ed è venuta molto buona!



10. Preferisci i libri/film sanguinosi o i thriller?


Decisamente i thriller, soprattutto i libri! Sul blog vi ho già parlato di Donato Carrisi (a questo link), di Camilla Lackberg (qui) e di altri autori che mi hanno regalato un brivido...



11. Credi nelle dimensioni multiple o in altri mondi?


La loro esistenza non è mai stata dimostrata…

diciamo che sono dei bei pretesti per viaggiare con la fantasia e creare libri/film interessanti! Quando la scienza scoprirà una nuova dimensione, ci crederò...



12. Hai mai fatto una pozione di qualche sorta?


Alle scuole medie, io e le mie amiche del cuore eravamo grandi fan di Harry Potter, e, se non ricordo male, in alcuni sabati pomeriggio piovosi e un po’ lunghi da passare abbiamo provato a riprodurre delle pozioni nominate nei romanzi della Rowling. Avevamo mescolato sciroppi, coloranti e zucchero… poi però le avevamo imbottigliate e lasciate a casa della mia amica! Nessuno di noi aveva avuto il coraggio di assaggiarle...



13. Ti spaventi facilmente?


Abbastanza!



14. Hai mai bevuto Bloody Mary?


No, preferisco altri cocktail. Non amo molto il concept del “succo di pomodoro”.

Per me coi pomodori frullati si fanno sughetti, salse per arrosto e ragù…!



15. Credi nei demoni/o nel diavolo?


Diciamo che, essendo cristiana, credo più nel “male”, che sembra assumere tante forme ma che secondo me si ripete in schemi sempre uguali (l’invidia, la gelosia, la paura della solitudine, gli istinti di rabbia e violenza…). Secondo me dovremmo cercare di allontanarlo il più possibile, non solo per motivi religiosi, ma soprattutto per essere persone almeno decenti e fare una vita felice.


Restando più in tema “Halloween”, io non ho mai creduto a storie di persone possedute o esorcismi. Le persone che in passato si credeva fossero “tormentate dal diavolo” erano sicuramente affette da qualche patologia psichiatrica che oggi sarebbe curata al meglio dai nostri medici specializzati.



16. Sei a casa da sola ma senti passi nella tua casa, che fai?


A volte, mentre stavo per dormire, mi è capitato di avere questa impressione, ma erano sempre i vicini nei loro appartamenti, per fortuna!



17. Se dovessi essere intrappolato in un film di paura, quale sceglieresti?


Hotel Transylvania (di cui parlo qui).

Lo so, non si può definire un film di paura… ma ci sono mostri, vampiri e fantasmi, anche se fanno ridere. Potendo scegliere...



18. Se potessi indossare solo un costume di Halloween per il resto della tua vita, quale sarebbe?


Come sapete, grazie alla danza ho potuto indossare costumi di ogni genere e tipo. Quelli a tema più “Halloween” credo che siano stati due: le streghette con calzamaglia rotta e gonna nera e viola nel lontano 2005 (uno dei miei primissimi saggi) e i diavoletti in rosso con tanto di corna nel 2011. In tempi più recenti non mi pare di ricordare travestimenti “spaventosi”!

Dovessi sceglierne uno, forse una versione adulta delle streghe potrebbe essere interessante.



19. Andresti mai in un cimitero di notte?


Forse in compagnia sì. Non mi spaventano poi molto i cimiteri… purtroppo pure quelli, in un certo senso, fanno parte della vita.



20. In un’apocalisse zombie quale sarebbe la tua arma?


La “letteratura di genere” consiglierebbe proiettili d’argento per distruggere il loro cervello, ma a me sembra un po’ una scemata uccidere qualcuno già morto.

Tex Willer, invece, mi ha insegnato che bisogna risalire alla fonte: chi sta “manovrando” l’uscita dalle tombe dei mostri?

Quasi sempre è la “Tigre Nera”, un abilissimo stregone… e quindi conviene darsi alla fuga! Non tutti siamo abili come Tex nel rendere inoffensivo un nemico così potente… In questo post parlo della mostra dedicata al ranger della Bonelli.



21. Preferiresti andare a una festa di Halloween oppure a fare dolcetto o scherzetto?


Decisamente la prima delle due, per mangiare e chiacchierare con calma. Non amo né importunare la gente né stare fuori casa a lungo in una serata a cavallo tra ottobre e novembre che di sicuro inizierà ad essere più fredda rispetto a quelle fresche di inizio autunno.



22. Sei in un film horror. Sei la ragazza che resiste fino alla fine, la prima a morire, la spalla comica, quella scettica, quella intelligente o il killer?


Mi piacerebbe fare la spalla comica, ma mi sa proprio che sarei la prima a morire.



23. Devi guardare qualcosa di allegro dopo aver visto un film dell’orrore così puoi andare a dormire?


Non li guardo proprio così risolvo il problema alla radice!



24. Guardando film di paura, sei la persona che grida istruzioni ai personaggi, che sta tutto il tempo a occhi chiusi, o la persona che si addormenta?


Ero quella che stava tutto il tempo con gli occhi chiusi, così quando è arrivata l’età della ragione ho smesso di provare a vedere simili cose!



25. Sei quella che si spaventa, o quella che spaventa gli altri?


Non riuscirei mai a spaventare gli altri.

Quindi mi sa che sono quella che si spaventa.



26. Libro di paura preferito?


Oltre ai già citati Carrisi e Lackberg, anche i gialli/thriller di Giancarlo De CataldoMassimo Carlotto mi hanno spesso dato un brividino.

Non sono del genere “fantasy/di paura”, ma descrivono situazioni tanto terribili quanto reali, e questo, a mio parere, è particolarmente inquietante.



27. Quanti anni avevi quando hai visto il tuo primo film di paura?


Scary Movie alle scuole medie vale lo stesso? So che è una parodia degli horror, però, in un certo senso, è un classico del genere...



28. Qual è stato il tuo primo costume di Halloween?


In seconda media, nel lontano 2001, una mia compagna di classe (una delle appassionate di Harry Potter di cui vi ho appena parlato) aveva voluto fare una festa di Halloween con noi amiche e dei suoi vicini/amichetti del quartiere. Ricordo distintamente che tanti nostri compagni, soprattutto maschi, ci avevano un po’ preso in giro, perché ai tempi era una festa che praticamente non esisteva: “Ma che cosa fate? Halloween? Non siamo mica in America! Perché non andate al cinema o a mangiare la pizza come gli altri?” In effetti è un po’ sconcertante che in meno di vent’anni sia diventata una festa così praticata anche qui in Italia!

Comunque ho un bel ricordo della serata, e forse proprio in quell’occasione mi ero mascherata per la prima volta: però mi pare di ricordare che mi fossi semplicemente vestita di nero con un cappello da strega...



29. Chi sarai questo Halloween?


Sarò la signora che sta guardando la tv a casa sua, viene visitata dai ragazzini che fanno “dolcetto o scherzetto” e dà loro i cioccolatini. Un po’ di anni mi è capitato di essere a Varazze e di vedere, nel pomeriggio, i bambini travestiti che andavano per i carrugi passando di negozio in negozio a chiedere qualche “omaggio”, ma quest’anno non c’è un vero e proprio ponte e non so se riuscirò a fare una scappata.



30. Se potessi avere uno spaventoso animale di Halloween (gatto nero, gufo, pipistrello, topo, lupo) quale sceglieresti?


Sinceramente credo che siano tutti improponibili ad eccezione del gatto nero, che sarebbe anche assai carino. Però passo: ho un fratello super allergico, un bassotto e due conigliette part-time e una palazzina che sembra uno zoo anche senza il mio contributo.




Insomma, leggendo questo TAG si evincono due cose: 1) Non ho una grande esperienza in materia di letteratura/cinematografia tipica di Halloween; 2) l’ho festeggiato alle scuole medie quando ancora non andava di moda e poi praticamente mai più.

Pazienza, mi sono divertita lo stesso a rispondere a queste domande!

Sentitevi liberi di riprodurre in settimana questo TAG sui vostri blog, o di dirmi la vostra nei commenti. Fatemi sapere che rapporto avete voi con questa festa!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

giovedì 22 ottobre 2020

RITRATTO IN SEPPIA

 Recensioni classiche #4




Cari lettori,

per la nostra rubrica “Il momento dei classici”, oggi vi propongo una nuova recensione di un pilastro della narrativa e della letteratura. Dopo aver inaugurato la serie con Anna Karenina ed aver omaggiato Jane Austen con Orgoglio e pregiudizio e Emma, ho compiuto un piccolo salto temporale ed un enorme salto spaziale ed ho deciso di parlarvi di una delle più importanti autrici viventi sudamericane: Isabel Allende. Ritratto in seppia, un romanzo che purtroppo non avevo ancora avuto occasione di conoscere, è il prequel de La casa degli spiriti, che quasi sicuramente sarà l’oggetto della prossima “recensione classica”.

Se la storia di Clara ed Esteban Trueba è nota ai più ed è diventata anche soggetto di un bellissimo film, Ritratto in seppia è, a mio parere, meno noto e piuttosto sottovalutato. Parliamone meglio insieme!



San Francisco nel XIX secolo ed il crogiolo delle culture


La protagonista e voce narrante di questa storia, che è raccontata alternativamente in prima ed in terza persona, è Aurora Del Valle, la sorellastra maggiore (di quasi una generazione) della molto più celebre Clara, la protagonista de La casa degli spiriti.


Ella racconta di essere venuta al mondo nel 1880 a San Francisco, e di essere il frutto di una lunga e tormentata storia di famiglia. La prima parte del romanzo narra queste vicende nel dettaglio, ed è così che il lettore scopre subito una delle caratteristiche principali per cui questo romanzo è davvero incredibile: i personaggi sono indimenticabili. Ognuno di essi ha un suo fascino, e resta nel cuore e nella memoria di chi legge.


Il bisnonno materno di Aurora, il capitano della Marina John Sommers, che ha vissuto per mare tutta la vita tra Europa ed America e si è rovinato il fegato con l’alcool.


Sua sorella Rose, una figura materna per la figlia di John: una donna moderna ed emancipata che ha finto di occuparsi unicamente della famiglia per tutta la vita ma, sotto falso nome, è diventata una scrittrice di successo, anche e soprattutto di romanzi a luci rosse.


La figlia Eliza, prima tormentata da uno sfortunato primo amore, poi amica fedele del medico orientale Tao Chi’en, infine moglie felice di quest’ultimo e pasticcera di successo.


Il locale di Eliza è frequentato fin dall’apertura dalla donna che sarà più importante in assoluto nella vita di Aurora: Paulina Del Valle, la sua nonna paterna.


Aurora nasce in seguito ad una vicenda vergognosa e dolorosa che vede protagonisti Lynn Sommers, la figlia di Tao Chi’en ed Eliza, Matìas, il primogenito di Paulina, e Severo, il nipote da lei tanto amato.


Le origini di Aurora sono miste: in parte è una Del Valle, una nobile cilena, ultima esponente di una delle più importanti stirpi sudamericane di imprenditori e di proprietari terrieri; in parte è americana e di origine anglosassone; in parte, infine, appartiene ai “celestiali”, come venivano chiamati gli orientali della California.


La scrittura di Isabel Allende è fortemente simbolica: quello che ella vuole esprimere, fuor di metafora, è che Aurora è il prodotto di ciò che era la California in quel difficile secolo: un mix di culture che convivevano l’una a fianco dell’altra, talvolta pacificamente e quasi con collaborazione, altre volte invece con estrema difficoltà.


Paulina, per esempio, in gioventù, soffre molto per il tradimento del marito con un’americana, una donna completamente diversa da lei; e Tao Chi’en cerca di approfittare il più possibile della sua posizione di medico e di uomo stimato per salvare bambini e ragazzine in difficoltà, che, nelle zone più povere di Chinatown, rischiano di sparire e di fare una brutta fine.



Paulina Del Valle ed il Cile


Per i primi cinque anni della sua vita, Aurora, ribattezzata Lai Ming dall’affettuoso nonno materno, vive con Tao Chi’en ed Eliza, dividendosi tra la pasticceria della nonna e le vie della Chinatown di San Francisco.


Un evento terribile, però, fa sì che anche i nonni materni debbano rinunciare alla sua custodia e che la piccola Lai Ming venga affidata a Paulina Del Valle, quella nonna paterna che aveva insistito tanto per occuparsene quando era neonata e che si era ormai rassegnata a non vederla più se non occasionalmente.


Interessante, innanzitutto, notare come, prima ancora della nascita della bambina, Paulina del Valle fosse già stata legata da un evento curioso alla famiglia di Eliza: al capitano John Sommers, infatti, molti decenni prima, era toccata l’incombenza di consegnare alla famiglia Del Valle un pesantissimo letto istoriato, una sorta di “regalo-beffa” che la donna aveva fatto al marito per comunicargli che aveva scoperto della sua amante. Il fatto che le due famiglie abbiano maneggiato materialmente il medesimo letto, e che decenni dopo abbiano generato la medesima prole, è nuovamente una scelta metaforica.


Lai Ming viene subito ribattezzata Aurora Del Valle dalla donna, che è ancora piuttosto giovane ed in salute e decide di crescere la piccola come una vera nobile cilena.


Dopo pochi anni, Paulina, che è vedova e non ha più amicizie a San Francisco, decide di tornare in Cile: si risposa con il suo vecchio maggiordomo inglese (che per Aurora sarà sempre “Zio Frederick”) e torna a vivere vicino all’amato nipote Severo, padre putativo della nostra protagonista, alla sua nuova moglie Nivea ed ai loro numerosi figli (l’ultima dei quali sarà Clara).


La seconda parte del romanzo, che narra infanzia e giovinezza di Aurora in Cile, è quella che più di tutte racconta gioie e sfortune del paese della Allende.


La figura di Paulina Del Valle, innanzitutto, rappresenta appieno vizi e virtù delle nobildonne cilene di più vecchia generazione: ella, pur non avendo mai studiato molto, è sempre stata dotata di intraprendenza e di spirito d’osservazione, e, nel corso degli anni, ha convinto il primo marito Feliciano a commerciare e ad investire nei prodotti più disparati, a seconda delle esigenze del mercato. Nemmeno il ritorno in Cile, l’età avanzata ed il suo status di nonna la fermano: anno dopo anno, prendendo esempio da quello che ha imparato quando era in California, riesce a mettere in piedi un’attività vinicola. Una donna intraprendente e decisa, dunque, ma anche piuttosto capricciosa, rigida sulle sue posizioni, spesso incapace di scendere a compromessi.


La maestra privata di Aurora, che la nonna le assegna perché la bambina non vuole saperne dei collegi di suore, rappresenta invece il desiderio delle donne cilene nate tra XIX e XX secolo di istruirsi, di ribellarsi al sistema per mezzo dello studio, di votare (anche la matrigna di Aurora, Nivea, insiste molto su questi argomenti). I desideri di queste donne così indipendenti e coraggiose, però, sono destinati a cozzare più volte con la censura e con tanti tentativi di repressione.


Tramite la figura di Severo, infine, conosciamo le sofferte vicende politiche del Cile: sanguinose guerre per l’indipendenza, giochi di potere nel palazzo presidenziale, inflessibilità dei conservatori e fragilità dei progressisti. Isabel Allende, prima di parlare del colpo di Stato di Pinochet ne La casa degli spiriti, anticipa già in questo romanzo le tante difficoltà di un paese che per secoli non ha trovato pace.



Aurora adulta, tra l’amore per la fotografia ed il matrimonio


La terza ed ultima parte del romanzo, infine, racconta le vicende principali dell’età adulta di Aurora. La ragazza, che, al di là dei preziosi insegnamenti della sua maestra, non ha una reale attitudine per lo studio, si avvicina quasi per caso ad un laboratorio fotografico della sua città e trova la sua vera, grande passione, che le permetterà di lavorare e di rendersi indipendente.


Aurora non ama molto ritrarre la nobiltà ed i suoi stanchi divertimenti: preferisce indossare abiti da uomo, andare a cavallo e raggiungere fabbriche, cantieri, miniere. L’idea di fotografare (e quindi documentare) disperazione e povertà, che per quei tempi era rivoluzionaria, viene compresa soltanto dal suo maestro e da pochi altri, ma la ragazza, cocciuta come sua nonna, prosegue per la sua strada.


Un viaggio in Europa per motivi di salute di Paulina le permette di conoscere Diego, giovane esponente dell’aristocrazia campagnola cilena. I due si sposano ed Aurora inizia una nuova vita in un’ampia tenuta, lontano dalla capitale e dai suoi affetti.


Sia in questa sezione che nelle precedenti le descrizioni (merito anche dell’ottima traduzione di Elena Liverani) lasciano il lettore senza fiato: il Cile, con le sue montagne, le sue foreste inesplorate, persino i suoi deserti rocciosi, sembra un luogo, al tempo stesso, incontaminato e molto pericoloso.


Il matrimonio, comunque, non è l’ultima importante tappa per Aurora: ella farà ancora fare nuovi, fondamentali incontri, e soprattutto scoprirà il motivo di una serie di incubi e di paure che la tormentano fin da quando era piccola.



Il “ritratto in seppia”


Il titolo del romanzo rimanda chiaramente all’attività di Aurora come fotografa, ma, a mio parere, sottolinea anche alcuni importanti aspetti dei personaggi.


Aurora stessa, nel raccontarsi, si ritrae “in seppia”: lei non è come la sua piccola sorellastra Clara, destinata, crescendo, a sviluppare abilità di veggente e, di conseguenza, ad agire con decisione. Per quest’ultima il mondo è in bianco o in nero, senza gradazioni intermedie; per Aurora, invece, esistono moltissime sfumature. Ella non vede gli spiriti, ma avverte solo, in modo vago, la presenza di chi le vuole bene, anche nel momento in cui non c’è più. È una personalità molto meno portata per l’azione e più riflessiva: l’osservatrice attenta di un mondo che sta cambiando, sta invecchiando, assume inevitabilmente il colore giallastro di una fotografia datata.


In questo romanzo il Cile va in guerra contro altri Stati, ma ben presto le sue intrinseche fragilità lo costringeranno ad una dolorosa guerra intestina; l’America si considera ancora una nazione “bianca” ed i problemi delle altre etnie non sono ritenuti responsabilità dello Stato, ma tra XIX e XX secolo inizierà un percorso di integrazione; in Sudamerica, i proprietari terrieri lavorano con i loro contadini, ma di lì a pochi decenni si arricchiranno al punto da creare vere e proprie aziende agricole, sulle spalle di decine di famiglie poverissime; a Santiago, l’imprenditoria ed il settore terziario sono fiorenti, ma la crisi delle città incombe, e la successiva “fuga in campagna” della nobiltà porterà come conseguenza la prima vittoria del partito comunista e poi il terribile colpo di Stato militare.


Come dice Aurora stessa, l’unica cosa a cui si può attingere a piene mani è la memoria che ognuno di noi ha vissuto.




Siamo arrivati anche alla fine di questa “recensione classica” e, come avrete capito, questo romanzo è davvero tra i migliori che io abbia letto quest’anno.

Voi lo conoscete? Avete letto qualcos’altro dell’autrice?

Spero davvero di avervi incuriosito ed interessato!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)