giovedì 29 marzo 2018

I PREFERITI DI MARZO 2018

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,
marzo è quasi giunto al termine! Anche questo mese ho preparato un post con tutto quello che mi è piaciuto, dai libri ai film, dalla musica alla poesia.


Vi ricordo i miei precedenti post con i preferiti del mese:




...vediamo insieme che cosa mi ha portato di bello Marzo!



Il libro del mese



Le protagoniste di questo romanzo di Federica Bosco, dal titolo Ci vediamo un giorno di questi, sono due quarantenni amiche da una vita, Ludo e Cate. Dopo un’infanzia ed un’adolescenza trascorse insieme e tanti anni passati a condividere un appartamento, esse si considerano quasi sorelle.

Le loro vite, però, non potrebbero essere più diverse. Ludo è organizzata, precisa, metodica; lavora da quasi vent’anni nella stessa banca, ama la solitudine del suo appartamento e “si frequenta” con un collega che vede una volta alla settimana e per il quale non prova il minimo trasporto.
Cate invece è la mamma single di Gabriele, detto Gab (per il quale Ludo è una zia speciale), cambia in continuazione lavoro e fidanzato ed organizza tantissime feste per i suoi amici.

L’improvvisa decisione di Ludo di iniziare una convivenza con Paolo, il suo collega, incrina il rapporto delle due donne.
Cate, infatti, si accorge che la sua amica è vittima di una manipolazione, ma non riesce a farglielo comprendere.
Ludo, dal canto suo, non è intimamente convinta di quello che sta facendo, ma persevera perché spinta dalla paura di “non sistemarsi mai”.

Nonostante tutto, ella capisce che non può vivere senza la sua amica, e chiede a Cate di fare delle analisi al posto suo, per poter mentire a Paolo, del quale ha ormai paura. In quel frangente, però, la sua amica farà una scoperta che cambierà le vite di entrambe.


Ho letto tanti romanzi di Federica Bosco, ma non me ne pento mai. L’ho anche incontrata in occasione di una serie di presentazioni nel mio paese e l’ho trovata simpaticissima e molto affabile.

Ci vediamo un giorno di questi è una storia divertente e commovente allo stesso tempo: un delicato racconto di amicizia e re-invenzione di se stessi.



Il film del mese



Cristiano Caccamo e Salvatore Esposito sono Antonio e Paolo, due ragazzi italiani che vivono e lavorano a Berlino. Dal momento che le unioni civili sono state legalizzate anche in Italia, essi hanno deciso di sposarsi, ma desiderano prima l’approvazione delle famiglie.

In occasione delle vacanze di Pasqua, i due si recano a Civita di Bagnoregio, paesino laziale denominato “la città che muore” per la sua particolare conformazione, che la porta ad essere isolata rispetto al circondario.
Con loro ci sono Benedetta, una loro amica ricca e un po’ svampita, e Donato, nuovo coinquilino, un uomo di mezza età abbandonato dalla sua famiglia perché ama vestirsi da donna.

Il padre di Antonio (Diego Abatantuono) è il sindaco del paese, spesso contestato dal Consiglio Comunale per le sue idee progressiste. Quando però egli viene a sapere che suo figlio vuole sposare un altro uomo, egli abbandona tutta la sua modernità.

La madre di Antonio, però, non demorde e si mette subito ad organizzare un matrimonio in grande...addirittura con Enzo Miccio!


Puoi baciare lo sposo è una commedia davvero divertente e brillante, perfetta per il periodo pasquale che si sta avvicinando. Per una serata in allegria!



La musica del mese



Oggi torno a parlarvi di una delle mie cantanti preferite, Taylor Swift, alla quale avevo già dedicato questo post. In esso accennavo all’uscita, di lì a poco, del suo sesto album, Reputation, tanto atteso quanto discusso.

Il 12 marzo è uscito il video del singolo Delicate, una canzone che, a mio parere, rappresenta molto bene lo spirito del disco.


Il testo della canzone parla di un sentimento appena nato, che però viene vissuto con difficoltà dalla protagonista, che sta attraversando un momento buio della sua carriera e si chiede se non sia rischioso conoscere meglio un uomo che le interessa:


Tutto ciò non andrà per il meglio
la mia reputazione non è mai stata peggiore, così
io ti devo piacere per quello che sono…
...va bene che io abbia detto questo?
È ok che tu sia nella mia testa in questo momento?
Perché so che è una questione delicata


La protagonista si sente molto insicura e vorrebbe essere libera di poter esprimere le sue emozioni serenamente, lontana dal tappeto rosso e dal flash dei fotografi:


A volte mi chiedo, quando dormi, se pensi mai a me.
A volte, quando guardo i tuoi occhi, faccio finta che tu sia mio,
ogni dannata volta...perché mi piaci.


Il video mette in secondo piano la storia d’amore e pone al centro della storia l’immagine da diva di Taylor, che si sente soffocata all’idea di essere continuamente inseguita dai paparazzi.

Grazie ad un magico bigliettino, però, ella riesce a realizzare il suo desiderio: essere invisibile per un po’, muoversi liberamente in uno dei tanti hotel che solitamente frequenta, danzare a piedi nudi sotto la pioggia. Alla fine del video, ella entra in un bar e si accorge di essere tornata visibile, ma è molto più serena.


Il breve filmato, di fatto, è una narrazione simbolica della recente storia dell’artista: gli incidenti mediatici che ella ha subito nel 2016, grazie alle iniziative di alcuni suoi poco esimi colleghi, l’hanno costretta a sparire per quasi un anno ed a rimandare la creazione di questo disco, che ha segnato, sì, un suo ritorno, ma senza l’eccessiva esposizione mediatica alla quale ella è prestata fino a circa due anni fa.



La poesia del mese



Questo componimento di Maria Luisa Spaziani, Il cavallo, mi è parso perfetto, perché nomina proprio il mese di marzo ed evoca delle bellissime immagini che anticipano la primavera.


Viene la primavera, presto, scrivere!
In che cosa è diverso questo marzo?
Non ha le stesse tinte né profumi
selvaggi del passato.

Ma non voglio un giardino coltivato
all’inglese o francese con zampilli
d’acque educate, statue, allegorie
e recinti di fragole e lamponi.

Vorrei quel marzo là...che anno era?
Quando a cavallo saltavo le siepi.
Dov’è andato il cavallo? Sì, le siepi
fedelmente rimangono lì.


Le foto del mese



Qui in provincia di Milano abbiamo salutato marzo con tre giorni di grossi fiocchi di neve! In foto una delle piazze del centro storico…




Non appena è uscito un po’ di sole, se l’è preso tutto Otto!




Sabato 17 marzo ho incontrato (per la seconda volta) Andrea Vitali.
Egli ha infatti presentato il suo nuovo libro Nome d’arte Doris Brilli presso l’Auditorium Bcc di Carugate. L'autografo non poteva mancare!





Colgo l’occasione per fare i miei auguri di Buona Pasqua a voi ed alle vostre famiglie! Che farete di bello? Io, come al solito, mi rilasso un po’ a Varazze!
Ci rileggiamo in aprile!
Grazie per la lettura e al prossimo post :-)

lunedì 26 marzo 2018

DÜRER E IL RINASCIMENTO ITALIANO

Un viaggio tra Germania e Italia a Palazzo Reale





Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Consigli artistici”, vi racconto una mostra che ho recentemente visitato a Palazzo Reale, dal titolo Dürer e il Rinascimento italiano.

L’esposizione si concentra principalmente sul 1400-1500 tedesco ed italiano, e l’intento dei curatori è quello di dimostrare come il famoso pittore ed incisore tedesco Albrecht Dürer si sia più volte ispirato ai più importanti artisti rinascimentali italiani, che per lui erano colleghi ed amici.
Cerchiamo di capire insieme perché!



Il soggiorno a Venezia



Fin dalla prima sala, la mostra mette in luce quanto un lungo soggiorno veneziano sia stato importante per Dürer.

Gli artisti con i quali egli è entrato maggiormente in contatto (e con i quali ha, in un certo senso, collaborato) sono Giorgione e Tiziano.
Impossibile non riscontrare alcuni tratti compositivi dei colleghi italiani nella pala che ritrae la Sacra Famiglia, o nel grande quadro della Madonna del Rosario (che, tra l’altro, ritrae un oggetto di devozione tutto nostrano).

È però nell’opera Gesù Cristo tra i dottori che c’è una perfetta fusione tra ritrattistica italiana e tedesca. Se il giovane Cristo potrebbe sembrare dipinto da uno degli amici veneziani dell’artista, i vecchi dottori, dall’aspetto fortemente caricaturale, rimandano decisamente all’arte nordica. La tela è dunque un perfetto esempio delle “due anime” di Dürer.



Le geometrie e l’anatomia



Un aspetto del Rinascimento che l’artista fa sicuramente suo è l’attenzione per le scienze, dalla geometria all’architettura, dalla biologia alla medicina.

Per questo motivo non sorprende l’accostamento di alcune piccole tele di Dürer, che ritraggono uomini in età avanzata, al celebre San Girolamo di Leonardo da Vinci, un’opera incompiuta ma comunque molto famosa.
Entrambi gli artisti, infatti, dedicano una speciale attenzione al corpo umano ed alla sua conformazione, riproducendo con esattezza muscoli, espressioni facciali ed altri dettagli.


La mostra espone anche dei codici illustrati di architettura e tecniche artistiche, da Vitruvio a Leon Battista Alberti, ai quali sicuramente Dürer si è ispirato.



La natura, tra soggetti sacri e pagani



L’osservazione dal vero della natura e la sua riproduzione nei dettagli è un’altra importante caratteristica della pittura rinascimentale.

La mostra dedica una sala anche a questo aspetto, sottolineando come spesso, in alcune tele di questo periodo, il paesaggio sembri prevalere sulla figura umana, che non è più protagonista, ma diventa uno dei tanti elementi di un’armonica composizione.

Davvero notevole, in questo senso, un quadro di Tiziano che ritrae Orfeo ed Euridice, ed altre tele che rappresentano fauni, ninfee ed altri soggetti mitologici all’interno di paesaggi boschivi.




Se in Italia, però, l’attenzione per la natura va spesso a braccetto con l’interesse per i personaggi della tradizione classica, non è certo così per Dürer, che preferisce ritrarre San Girolamo (un santo, come si evince, molto amato in periodo rinascimentale) immerso nella natura insieme al suo fedele leone.
La tela è molto piccola, ma l’attenzione per i particolari naturalistici è incredibile.



La ritrattistica


Uno dei ritratti più famosi di Dürer è quello di una bella e ricca nobildonna, con un vestito dall’elegante scollatura ed una collana molto preziosa.

Il dipinto risale al periodo veneziano dell’artista, ma presenta già molte delle caratteristiche di Dürer ritrattista, come la tendenza a dipingere busti a tre quarti, l’attenzione per i particolari del viso, la delicatezza dei colori.


Oltre ai già citati Tiziano e Giorgione, un altro modello italiano per questo ed altri ritratti può essere Lorenzo Lotto.
La mostra, infatti, ospita un ritratto di fanciulla di questo artista che sicuramente Dürer conosceva, ed al quale ha forse reso omaggio dipingendo a sua volta un’opera simile.



Le incisioni, tra Passione ed Apocalisse


Dürer ha dedicato gli ultimi anni della sua attività artistica a quelle tra le sue opere che, forse, hanno maggiormente contribuito alla sua fama: le incisioni in bianco e nero.


Due sono i cicli monumentali che ospita la mostra: la Passione di Cristo, dal tradimento di Giuda alla Resurrezione, e l’Apocalisse di San Giovanni.

Del primo ciclo colpiscono la forza espressiva ed il pathos sui volti, che, considerato il soggetto, costituiscono una vera e propria novità per il tempo.




L’Apocalisse, invece, è notevole perché, nonostante la complessa simbologia dell’opera scritta, le immagini riescono ad essere, ad un tempo, analitiche e sintetiche, coniugando la chiarezza del messaggio ai tanti particolari rappresentati.


Dürer, scrivendo a proposito della sua attività nella pittura e nell’incisione, quasi si pente di non essersi dedicato quasi esclusivamente alla seconda, perché sente di riuscire ad esprimersi meglio. Personalmente, non credo che un tale risultato sarebbe stato possibile senza lo studio pittorico ed i contatti con gli artisti italiani.

L’esposizione, dunque, si rivela un vero e proprio viaggio alla scoperta di un artista che non ha avuto paura di mettersi in gioco e di reinventarsi, anche grazie allo spirito di conoscenza e condivisione che ha caratterizzato il Rinascimento.




È il momento dei vostri commenti!
Conoscete questo artista? Avete altre mostre sul Rinascimento da consigliarmi?
Verrete a fare un giro a Milano?
La mostra resterà a Palazzo Reale fino al 24 giugno!




Con un po' di ritardo, ringrazio la mia amica Francesca/Ariel del blog "L'angolo di Ariel" per la nomina "Blog fantasiosi"!

Le regole del gioco prevedono che io nomini a mia volta 5 blog, così ecco le mie scelte:

Al paradiso dei libri

Daily Connor

Nel dì di Demetra e delle Muse

Volevo essere Jo March

Furbizia e tanti libri


Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

giovedì 22 marzo 2018

LA PRIMAVERA...IN POESIA

Il ritorno della bella stagione per i grandi autori




Cari lettori,
finalmente primavera...almeno secondo il calendario!
Dalle mie parti marzo è iniziato con giornate di gelida nevicata e le piogge non sono mancate… speriamo in un miglioramento!


Ho sempre amato la primavera e, da qualche anno a questa parte, essa sta diventando il periodo dell’anno che preferisco.
Amo la temperatura gradevole ma non eccessiva, il ritorno dell’ora legale che regala più luce, la colorata esplosione delle fioriture. In questo periodo dell’anno, inoltre, ricomincio ad andare un po’ più spesso a Varazze, passo più tempo all’aria aperta e preparo lo spettacolo annuale di danza.


Oggi, come ho già fatto per l’estate, l’autunno e la stagione natalizia, vi propongo una serie di poesie e di dipinti a tema primavera, che spero vi possano piacere!

Che cosa rappresenta questa stagione per i grandi autori? Vediamolo insieme!



Il risveglio della natura e delle passioni amorose



(Dipinto: Primavera, Sandro Botticelli)


In primavera”, di Ibico

In primavera, i meli cidoni
irrorati dalle correnti dei fiumi,
- là dov’è il giardino incontaminato
delle Vergini – e i fiori della vite,
che crescono sotto i tralci ombrosi,
ricchi di gemme, germogliano. Per me Eros
in nessuna stagione si posa:
ma come il tracio Borea,
avvampante di folgore,
balza dal fianco di Cipride con brucianti
follie e tenebroso, intrepido,
custodisce con forza, saldamente,
il mio cuore.



Il momento di esplorare nuove terre



(Dipinto: Primavera, Arcimboldo)


È primavera”, di Catullo

È primavera, tornano i giorni miti
e la brezza leggera dello zefiro
spegne nel cielo la furia dell’inverno.
Lasciamo i campi della Frigia, Catullo,
le pianure fertili e afose di Nicea;
via in volo per le città luminose dell’Asia.
Irrequieto ti brucia una febbre di andare
e nel desiderio ritrovi la tua forza.
Addio, dolce compagnia di amici:
partiti insieme dalla patria lontana,
ognuno per strade diverse ritorneremo.



L’occasione per dedicarsi a feste sacre e profane



(Dipinto: Giardino fiorito a Sainte-Adresse, Claude Monet)


Si scioglie l’inverno”, di Orazio

Si scioglie l’inverno aspro nel gradito ritorno della primavera e del Favonio
e gli argani trascinano le carene asciutte in mare
e il bestiame non gode più delle stalle o l’aratore del fuoco
e i prati non biancheggiano delle candide brine.
Già Venere Citerea conduce le danze al chiaro di luna
e le Grazie leggiadre congiunte alle Ninfe
scuotono la terra con piede alterno, mentre l’infuocato Vulcano
visita le officine soffocanti dei Ciclopi.
Ora conviene cingere il capo rilucente con un verde mirto
o con fiore, che producono le terre sciolte dal gelo,
ora conviene anche nei boschi ombrosi sacrificare al Fauno,
sia che richieda agnelli sia che preferisca un capretto.
La pallida Morte bussa con piede imparziale ai tuguri dei poveri
e alle torri dei re. O beato Sestio,
il breve volgere della vita ci impedisce di concepire una lunga speranza
già peserà su di te la notte e i Mani del mito
e la casa squallida di Plutone; dove, una volta che sarai entrato,
né potrai tirare coi dadi il titolo di re del simposio
né potrai ammirare il tenero Licida, per il quale arde la gioventù
tutta ora, e presto sospireranno le fanciulle.



Una serie di immagini incantevoli



(Dipinto: Alberi di melo, John Leslie Breck)


La primavera”, di Grazia Deledda

L’inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d’argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell’erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti. E tutto era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.



Una lunga attesa e nuove speranze



(Dipinto: Un lago del Long Island, Chase William Merritt)


La primavera ritorna”, di Emily Dickinson

La primavera ritorna sul mondo.
Guardo l’aprile, che non ha colori
per me, finché tu venga,
come prima del giungere dell’ape
restano inerti i fiori,
destati all’esistenza da un ronzio.



Una stagione attesa a lungo



(Dipinto: Primavera, Alphonse Mucha)


Dall’inverno alla primavera”, di Edmondo de Amicis

Quando l’inverno muore lentamente
nella primavera, nelle sere di quei bei giorni limpidi,
lieti, senza vento, su cui si tengono spalancate
per le prime volte le finestre e si portano sulle
terrazze i vasi dei fiori, le città offrono uno
spettacolo gentile e pieno di allegrezza e di poesia.
A passeggiare per le vie si sente, di tratto
in tratto, sul viso,
un’ondata d’aria tiepida, odorosa.
Di che? Di quali fiori? Di quali
erbe? Chi lo sa!



Un desiderio nel cuore



(Dipinto: Mezzogiorno sulle Alpi, Giovanni Segantini)


Non è ancora primavera”, di Ada Negri

Primavera? Siamo ai primi di febbraio
e ancora ne ha da cadere, di neve:
ancora pungere di freddo.
Pure, adesso che ci penso
e mi guardo meglio in giro,
l’annuncio della primavera non è solo
sulla bocca della fioraia
lasciata all’angolo della strada.
Forse nelle nubi, forse nel vento;
o nell’ombra dei giardinetti che hanno
il cancello sul marciapiede; o fra le
connessure delle pietre; ma, insomma, è.
Gioca con me a nasconderello: dove
si appiatti non potrei dire né donde
sbuchi per tornare a rintanarsi; non dice,
promette e poi fugge.



Una gioia per i più piccoli



(Dipinto: Primavera, Claude Monet)


Quando si sente ridere sulla collina”, di William Blake

Quando si sentono sul prato le voci dei bambini
e si sente ridere sulla collina
il mio cuore, qui dentro, è in pace
e tutt’intorno è tranquillo.
«Bambini venite in casa, il sole è andato giù
e sale la rugiada della notte.
Venite, smettete di giocare e andiamo via
finché nel cielo non tornerà il mattino.»
«No no, lasciaci giocare, è ancora giorno
e non possiamo andare a dormire;
poi in cielo volano gli uccellini
e le colline son tutte piene di pecore!»
«Va bene, continuate a giocare finché c’è luce
e poi venite a letto.»
I bambini saltavano e gridavano e ridevano
e tutte le colline risuonavano.



Una festa corale



(Dipinto: Iris, Vincent Van Gogh)


Maggiolata”, di Giosué Carducci

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e gli usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel gli augelli;
le donne han nei capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama:
canta, germoglia ed ama
l’acqua, la terra e il ciel.



Il risveglio insieme alle rondini



(Dipinto: La passeggiata, Pierre-Auguste Renoir)


Sveglia”, di Luigi Pirandello

Guizzò la prima rondine dal nido
sotto la mia grondaia,
vibrando al cielo il breve acuto strido;
e già ne strillan cento in frotta gaia.

Filan gli aerei stridi, intanto pare
che nei tetti vicini,
salterellando, col lor cianciugliare
bezzichin l’aria i passer piccini.

Giù, nel cortile, ostinasi un galletto
nel suo verso arrocchito.
Zitto, signor Dovere, ho già capito:
è ora di lasciare il letto.



Una rinnovata esplosione di colori



(Dipinto: La lavanderia, Edouard Manet)


Primavera”, di Cesare Pavese

Sarà un volto più chiaro.
S’apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra…
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.



Un improvviso cambiamento



(Dipinto: Giardino a fiori, Gustav Klimt)


Primavera”, di Pablo Neruda

Ancora non se n’è andato l’inverno
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.




Conoscete queste opere? Vi piacciono?
E che cosa ne pensate della stagione primaverile?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)