giovedì 31 maggio 2018

I PREFERITI DI MAGGIO 2018

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,
eccoci all’appuntamento di maggio con i “Preferiti del mese”!
Questi sono i miei consigli, tra letture, poesie, film e musica…



Il libro del mese



Il protagonista dell’ultimo romanzo di Nicholas Sparks, La vita in due, è Russell, un trentaquattrenne del North Carolina che ha sempre desiderato una famiglia tradizionale ed affettuosa ed ora lavora come pubblicitario mantenendo la moglie Vivian e la sua piccola figlia London. 
Nonostante piccole incomprensioni e difficoltà, egli si sente realizzato e compreso, anche grazie ai suoi genitori ed alla sua affezionatissima sorella Marge.

Un giorno, però, sul lavoro inizia ad andare tutto storto e Russell comprende di essere sulla lista di coloro che potrebbero essere licenziati. 
Egli decide d’impulso di dare le dimissioni prima e di provare a mettersi in proprio, ma l’attività stenta a decollare e Vivian, insoddisfatta della situazione, riprende a lavorare, affidandogli sempre più spesso la cura della bambina.

Per Russell è l’inizio di una serie di disavventure che lo porteranno alla disgregazione della sua “famiglia perfetta”. Egli si ritroverà inaspettatamente ad essere papà single della piccola London, ed ai dispiaceri di cuore si aggiungeranno quelli familiari…


Ho già parlato di Nicholas Sparks in questo progetto a più mani e devo dire che nemmeno questa volta mi ha deluso. Conoscendo la storia personale dell’autore, ho sentito molta più autobiografia in questo suo romanzo rispetto ad altri, soprattutto considerando il recente divorzio dalla moglie Cathy (che io, dopo cinque figli e milioni di romanzi d’amore, non mi sarei mai aspettata). 

La vita in due è una storia molto struggente, ed anche una bella riflessione su cosa significhi essere un padre.



Il film del mese



Come già fatto in gennaio, vi consiglio una pellicola con Antonio Albanese (qui anche regista), dal titolo Contromano.

Questa volta egli interpreta il ruolo di Mario Cavallaro, il proprietario di un negozio di accessori – soprattutto calze – che il padre gestiva prima di lui. 
È una persona estremamente abitudinaria: beve il caffè sempre nello stesso bar, vive da solo (al massimo cena con una vicina), ha piantato un orto in terrazza che è la sua unica fonte di relax e divertimento. 

Egli mal tollera i tanti ambulanti che lo importunano per strada e, quando un venditore di calze abusivo, un ragazzo di colore, inizia a fare affari proprio davanti a lui portandogli via la già misera clientela, la rabbia prende il sopravvento.

Venuto prima alle mani e poi a patti con il suo rivale, decide di fare un viaggio insieme a lui ed alla sorella per riportarli in Africa. 

Egli è fermamente convinto di dare un esempio ai suoi connazionali (“Se facessero tutti come me il problema degli extracomunitari si risolverebbe!”), ma non sa ancora che quel viaggio attraverso l’Italia e poi il Mediterraneo sarà molto istruttivo per lui e per i suoi due compagni.


Questa pellicola mi ha molto colpito perché racconta con amara ironia tante situazioni di tipo sociale ed economico che si sono verificate in Italia in questi anni. Purtroppo è un momento di crisi e precarietà, e la diffidenza nei confronti di chi sembra venire da altri paesi a “rubare il lavoro” è spesso tangibile. 
Il film di Albanese ci invita a sorridere e ad accettare con più consapevolezza chi è diverso da noi.



La musica del mese

Come forse qualcuno di voi già sa, da quasi due anni non frequento più soltanto la mia solita scuola di danza moderna, ma il lunedì sera vado ad un divertentissimo corso che mixa i passi base dei balli di coppia più conosciuti ad un po’ di aerobica.

È abbastanza intenso e faticoso, anche per una “veterana” della danza, ma è anche un antistress pazzesco! 

Oggi vi consiglio alcune canzoni che appartengono alla coreografia dell’ultimo trimestre e che trovo particolarmente simpatiche e ballabili.



La prima è Run around Sue, il remake di una famosissima canzone della tradizione americana, che noi ascoltiamo nella versione cantata dal gruppo Human Nature. 
La balliamo come una sorta di boogie!



La seconda è La felicità di Simona Molinari, cantante bravissima e molto elegante che si era presentata a Sanremo qualche anno fa. 
Abbiamo trasformato anche questo pezzo in una sorta di ballo da sala, una specie di quickstep.



Per quanto riguarda i “latini”, non poteva mancare la salsa, e questa volta abbiamo scelto la simpatica Havana di Camila Cabello, un vero tormentone degli ultimi mesi.




Ultimo consiglio a tema latino: il mambo, con il pezzo anglo-spagnolo 1,2,3 di Sofia Reyes e Jason Derulo.



La poesia del mese



Per il mese di maggio, tra le prime notti un po’ più calde e l’avvicinarsi dell’estate, da sempre considerata dai poeti la stagione della passione, ho scelto questo suggestivo componimento di Sandor Petofi, dal titolo Io sarò albero.


Sarò albero se ti farai
fiore d’un albero:
se rugiada sarai mi farò fiore.
Rugiada diverrò se tu sarai
raggio di sole:
così, mio amore, noi ci uniremo.
Se, mia fanciulla, tu sarai cielo,
io diverrò, allora, una stella:
se, mia fanciulla, tu sarai inferno,
io per amarti mi dannerò.



Le foto del mese



In questa stagione, mi piace molto passeggiare. Questa foto è il ricordo di una domenica pomeriggio in campagna!




Per i milanesi è un cult, per gli appassionati di piante e fiori è imperdibile. Sto parlando di Orticola, la manifestazione che si tiene sempre nel corso di un weekend di maggio presso i Giardini Pubblici Indro Montanelli. 
Una mostra-mercato che frequento da qualche anno e che mi sorprende sempre.



In definitiva, ho passato le serate del mese di maggio… danzando! Lo spettacolo di fine anno è sempre più vicino, e queste sono le coreografie che interpreterò.




Come sempre, aspetto un vostro riscontro sul vostro mese di maggio!
Fatemi sapere se qualcosa in particolare vi ha colpito, che sia una lettura, un film, una canzone o altro.
Grazie per la lettura, ci sentiamo a giugno con i prossimi post :-)

lunedì 28 maggio 2018

MY WORLD AWARD - PARTE 2




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Premi ricevuti”, nuova nomina per il “My world award”!


Avevo già dedicato un post a questo premio, ma ho ricevuto una nuova nomination da Yashila, autrice del blog "La collezionista di parole", che saluto e ringrazio moltissimo, ed ho deciso di aggiungere un supplemento.

Ecco le mie risposte alle sue domande!




1. Qual è la tua serie TV preferita?

Devo ammettere che non sono una grande fan delle serie tv internazionali, anche se mi hanno parlato molto bene di alcune di esse.

In genere preferisco le fiction nostrane, dai classici polizieschi a quelle storiche, passando per le più romantiche.

La mia preferita in assoluto è quella dedicata al Commissario Montalbano.


2. I cinque libri che vorresti leggere nel prossimo futuro?


1) L’altra donna del re di Philippa Gregory, perché...sì, ho ricominciato a leggere i suoi romanzi e sono passata alla saga dei Tudor, con Caterina, la prima moglie.
questo link il mio post dedicato alla serie della Guerra delle due Rose;


2) Sorprendimi di Sophie Kinsella, perché adoro l’autrice e mi hanno parlato bene di questa sua ultima uscita;

3) Qualche nuovo romanzo di Lucinda Riley, che la scorsa estate avevo particolarmente apprezzato.

4) Uomini che restano di Sara Rattaro. Ho assistito alla presentazione, ma non l’ho ancora letto!

5) Dieci e lode di Sveva Casati Modignani. Ho letto quasi tutti i suoi romanzi, ma mi sono persa questo!


3. Qual è l'ultima città che hai visitato?

Purtroppo devo ammettere che è un bel po’ di tempo che non faccio un bel tour di una città in particolare. L’unica che visito sempre è Milano, che raggiungo con la metro ed è un po’ casa mia.



4. Quale quella che più vorresti vedere in questo momento?

Con queste magnifiche giornate (finalmente!) tornerei anche subito a Nizza e nel suo bellissimo centro storico pieno di colori. Diciamo che mi piacerebbe rivedere la zona Provenza/Costa Azzurra, della quale ho bellissimi ricordi.



5. Il tuo mondo immaginario preferito.

Facile, facilissimo!


Se si parla di romanzi, vado sul classico e scelgo la saga di Harry Potter.

Se invece parliamo di film, fin da quando ho visto Midnight in Paris di Woody Allen ho sempre sognato di essere nei panni del protagonista e di vivere un’incredibile avventura notturna nella Parigi del passato: chiacchierate con Hemingway, brindisi con i Surrealisti, una festa in piazza a base di charleston, e poi una fuga al Moulin Rouge insieme agli Impressionisti...cosa chiedere di più?


6. Cibo preferito?


In generale amo la pizza, le lasagne e tutti i dolci, dei quali sono veramente golosa.


7. Come ti vedi tra dieci anni?

Bella domanda! Spero di aver guadagnato finalmente una stabilità lavorativa, anche se, visti i tempi, ci vuole molto ottimismo.

Per il resto, tra casa, affetti e passioni...non mi vedrei troppo diversa da come sono.


Non so se avrò marito e figli, ma magari tra 10 anni sarò in grado di gestire almeno un animale domestico :-)


8. Se potessi adottare tre personaggi provenienti da libri, serie tv o film quali sarebbero?

1) Bob, il simpaticissimo bassethound protagonista del romanzo Il piccolo albergo della felicità di Lucy Dillon, del quale vi parlerò al più presto. Credo che sarebbe un ottimo “fratellone” per Otto, il bassotto degli zii a cui faccio da dog-sitter;


2) Agnes, la piccolina del cartone animato Cattivissimo me. Voglio dire, come non adorarla?

3) Il “coniglio malvagio” del film d’animazione Pets. Inutile dire che me lo porterei a casa dicendogli: “Coniglietto, ti vorrò bene per sempre!”.


9. Associa alla tua canzone preferita del momento un libro.


Una canzone bellissima che sto ascoltando in questo periodo è I’ll be there di Jess Glynne. Il ritornello recita: “Non sarai mai solo, sarò qui per te”.

Ho associato questo brano al romanzo La vita in due di Nicholas Sparks, che mi è piaciuto molto e che inserirò nel prossimo post, dedicato ai preferiti di maggio.


10. I tre film più belli che hai visto per ora quest'anno.


Lo straziante cartone animato Coco (del quale parlo qui), il magnifico musical The greatest showman (qui la recensione) e la solo apparentemente leggera commedia Come un gatto in tangenziale (ne parlo in questo post).



Grazie ancora a Yashila per la nomination!
Fatemi sapere che ne pensate delle mie risposte.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 24 maggio 2018

CINEFORUM PRIMAVERA INOLTRATA

La recensione dei film che ho visto 


Cari lettori,
per la nostra rubrica “Consigli cinematografici”, post a sorpresa!

Ero quasi sicura che non sarei riuscita a frequentare né il Cineteatro Agorà di Cernusco sul Naviglio (il mio paese) né il Cinema Teatro San Giuseppe di Brugherio a fine aprile/maggio, a causa di una serie di impegni (soprattutto con il mio sport) che ho in questo periodo.

Con mia sorpresa, sono invece riuscita a vedere tre ultime pellicole, molto diverse tra loro e davvero consigliatissime.
Vi regalo dunque un ultimo post prima della pausa estiva della rassegna!



UNA QUESTIONE PRIVATA, di Paolo e Vittorio Taviani



La Seconda Guerra Mondiale sembra essere giunta alle sue fasi finali e, sulle montagne piemontesi, i partigiani ingaggiano una lotta all’ultimo sangue contro i fascisti, in numero minore rispetto a prima ma sempre molto pericolosi.

Tra i combattenti c’è uno studente, chiamato da tutti Milton a causa della sua passione per la letteratura inglese. Nel corso di una ricognizione, egli ritrova per caso la villa di Fulvia, una ragazza che si è allontanata dal Piemonte quando è iniziata la guerra e che lui sente di amare ancora. Egli chiede informazioni su di lei alla custode della villa, ma la donna finisce per suscitare in lui un dubbio lacerante: è possibile che Fulvia, a sua insaputa, abbia avuto una storia con Giorgio, suo migliore amico e partigiano come lui?

Quando torna al quartier generale, Milton viene a sapere che Giorgio è stato catturato dai gerarchi fascisti. Preso dalla rabbia e dall’ansia di conoscere la verità, egli inizia un viaggio disperato tra le montagne per poter liberare ad ogni costo l’amico.
La guerra, però, è ancora in pieno svolgimento, ed i pericoli sono molti…


Ho visto questo film proprio il 25 aprile e credo esso sia perfettamente in linea con quello che celebra questa importante festa.
La questione privata narrata nel film (e nel romanzo di Beppe Fenoglio dal quale esso è tratto) è predominante, ma c’è anche una validissima ricostruzione storica del fenomeno della Resistenza.
Luca Marinelli si riconferma uno degli attori più bravi del panorama contemporaneo, in grado di interpretare con grande intensità dei ruoli davvero complessi.


Valutazione: quattro stelle e mezza



ELLA E JOHN, di Paolo Virzì


Ella e John sono una coppia ormai anziana. Lui è un professore di letteratura in pensione affetto da una demenza senile che peggiora di giorno in giorno; lei, dopo una vita intera dedicata alla famiglia, affronta da sola un cancro in stadio avanzato.

Essi hanno due figli adulti, una donna ed un uomo. È proprio quest’ultimo che una mattina decide di far visita ai suoi genitori e scopre che essi sono fuggiti a bordo del “Leisure seeker”, lo storico camper di famiglia.
L’idea è stata di Ella, che vuole mostrare a John la casa di Miami dove ha soggiornato Hemingway, uno degli idoli del marito.

Il viaggio on the road da uno Stato all’altro dell’America diventa un’occasione, per i due, di ripercorrere la storia della loro famiglia, tra segreti mai confessati e silenziosi gesti d’affetto.


Paolo Virzì dirige una pellicola davvero particolare, che ha per protagonisti due “mostri sacri” del cinema internazionale, Donald Sutherland (meglio noto come Mr Bennet ed il presidente Snow) ed Helen Mirren (conosciuta anche come la Regina Elisabetta).

Il tema cardine è la vecchiaia, che i due protagonisti non negano, ma cercano di lasciarsi alle spalle.
Essi desiderano disperatamente un’ultima vacanza insieme, lontani da tutto ciò che le loro malattie comportano e dalle tante preoccupazioni che i figli nutrono nei loro confronti.
Un film delicato e inaspettatamente divertente.


Valutazione: quattro stelle



CHIAMAMI COL TUO NOME, di Luca Guadagnino



Nord Italia, 1983. Elio ha diciassette anni, è ebreo, ha un carattere riservato ed una grande passione per la musica. Suo padre è un professore universitario ed i suoi genitori ospitano ogni estate uno studente straniero nella loro villa in campagna.

Questa volta è il turno di Oliver, un giovane ricercatore dall’aspetto atletico e dal carattere affabile, che conquista subito la famiglia di Elio ed affascina le ragazze del posto.

Elio e Oliver hanno sempre nascosto la loro omosessualità, ma conoscendosi, giorno dopo giorno, imparano ad esprimere i loro sentimenti ed a vivere la loro relazione. Elio attraversa un’età difficile ed il soggiorno di Oliver sembra più una fuga, ma essi riescono ad essere felici soltanto insieme.


Questo film di Luca Guadagnino è diventato in pochissimo tempo un vero cult su internet, non solo per la storia e l’argomento trattato, ma anche e soprattutto per la delicatezza della fotografia, la poesia dei paesaggi, i riferimenti culturali.

Effettivamente l’originalità del film non sta tanto in quel che si racconta, bensì nelle modalità utilizzate per farlo. L’occhio di Guadagnino si concentra su vizi e virtù della classe sociale più elevata, riuscendo a raccontare una sorta di storia di formazione.


Valutazione: quattro stelle




Sono molto soddisfatta di questo anno cinematografico, che mi ha permesso di vedere molti film di svariati generi, anche lontani dai miei preferiti. Devo ammettere che, a parte un paio di eccezioni un po’ deludenti, li ho apprezzati quasi tutti.


Vi lascio i link ai post precedenti dedicati al cineforum 2017/2018:








Il mio intento, se possibile, è quello di parlarvi di cinema anche durante l’estate, attraverso i preferiti del mese e/o qualche post a tema.
Vorrei tanto sapere se nel corso di questo mese avete visto qualcuno di questi film che ho consigliato e che cosa ne pensate.
Avete qualche altra bella pellicola di cui parlarmi e che potrei “recuperare” nei mesi estivi? Ditemi voi!

Colgo l'occasione per ringraziare anche chi ha condiviso alcuni di questi post a tema cineforum sul suo profilo Facebook, perché ho visto tramite gli insights di Blogger che sono stati molto letti grazie ad alcuni repost. 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

lunedì 21 maggio 2018

ROSSINI OUVERTURES

Un emozionante balletto per concludere la stagione al Carcano





Cari lettori,
ultimo appuntamento con i “Consigli teatrali” prima della chiusura estiva dei teatri milanesi.

Come ormai quasi tutti voi sapete, la danza è una mia grande passione, ed è per questo motivo che sono davvero felice di potervi parlare di un balletto.

Era da un po’ di mesi che non avevo occasione di assistere ad una rappresentazione danzata (l’ultima è stata Giulietta e Romeo, l’anno scorso) e mi ha fatto davvero piacere poter vedere Rossini ouvertures.
Oggi vi racconto nel dettaglio tutto quello che mi è piaciuto di questo spettacolo, interpretato dalla compagnia Spellbound Contemporary Ballet, per la regia di Mauro Astolfi.



Il compositore e le sue opere



Il protagonista del balletto è Rossini in persona, che rivive, una coreografia dopo l’altra, tutti gli incipit della sue opere più importanti, da Figaro a La scala di seta fino a L’occasione fa il ladro.

Le trame delle storie che Rossini ha musicato diventano nella sua mente una serie di fantasie convulse, delle quali egli è a volte spettatore ed altre volte protagonista. 
L’ouverture più facilmente riconoscibile è quella di Figaro: sul palco, infatti, grazie a dei pannelli mobili e ad alcuni teli rossi, viene ricreato il negozio del celeberrimo barbiere.
La scala di seta dell’omonima opera diventa un lenzuolo che viene fatto calare dall’alto e che avvolge il compositore sempre più malato.
La simbolica valigia de L’occasione fa il ladro diventa il pretesto per la costruzione di una coreografia nella quale ogni personaggio insegue un altro.


Nei rari momenti in cui il compositore torna alla realtà, si rende conto di essere sempre più stanco, malato e debole. Nonostante egli cerchi di godersi la vita fino all’ultimo attimo, sedendosi a tavola ed improvvisando dei passi a due, non potrà evitare che il suo destino si compia.


L’unicità della danza contemporanea



I ballerini hanno una evidente impostazione classica, ma danzano senza scarpette con la punta, e ogni parte del loro corpo rivela un’espressività tipica del ballo contemporaneo.


Alcune coreografie sono veramente ricercate, soprattutto perché questo tipo di ballo, che nasce da una “costola” della danza classica, richiede la leggerezza di movimenti e la potenza di gambe di quest’ultima, ma prevede un impegno nella parte superiore del corpo che va decisamente al di là dei classici port de bras.

In questo senso, sono davvero notevoli alcuni passi a due, sia per la forza dei ballerini che sostengono le loro partner, sia per l’elasticità di queste ultime, al limite del contorsionismo.


La musica di Rossini accompagna perfettamente queste coreografie, che io ho trovato non solo espressive, ma anche emozionanti.



Gli omaggi al mondo della danza classica



Anche se Rossini ouvertures è senza ombra di dubbio un balletto contemporaneo, mi permetto di segnalare un paio di momenti particolari dello spettacolo che, secondo me, potrebbero costituire una sorta di “omaggio” ad alcuni celeberrimi balletti.


Nella prima di queste due coreografie, Rossini, improvvisamente colpito da uno dei suoi malori, resta fermo in una posizione innaturale, quasi fosse un burattino, e le altre figure in scena cercano inutilmente di muovergli gli arti e di rianimarlo.
Questa scena mi ha riportato in mente Coppelia ed il momento in cui, nel laboratorio dell’antagonista, i suoi aiutanti cercano in ogni modo di far prendere vita alla bambola che dovrà prendere il posto dell’eroina e che, all’inizio, sembra non rispondere agli stimoli.

Nella seconda, due ballerini si esibiscono un passo a due di notevole difficoltà, che prevede una parte a terra nella quale i due devono quasi intrecciare le loro figure.
Come già detto, io ho visto un paio di versioni danzate di Romeo e Giulietta, e questo momento di Rossini ouvertures mi ha fatto tornare in mente la parte in cui i protagonisti del dramma shakespeariano danzano nella cappella dei Capuleti che purtroppo diventerà la loro tomba.


Non so se si tratta di omaggi voluti o di semplici somiglianze, ma mi piace pensare che, in questo caso, il regista abbia voluto ricordare al pubblico che la danza contemporanea ha origini classiche, così come il modern jazz ed altri stili.



La scenografia ed i costumi



Rossini ouvertures punta all’essenzialità. La scenografia è composta da un grande pannello color legno, composto da finestre di varia lunghezza e larghezza che vengono aperte e chiuse all’occorrenza.
Lo stesso pannello, poi, è una somma di più parti, che vengono smontate e ricomposte.
Solo in alcune coreografie si fa uso di un tavolo, di alcune sedie e di un letto, sul quale il compositore giace malato.


Anche i costumi sono molto semplici: tra camicie e fuseaux, bianco e grigio sono protagonisti. Fa eccezione, ovviamente, la nera e mascherata figura che impersona la Morte e che tormenterà sempre più Rossini, fino a portarlo via con sé.




Purtroppo Rossini ouvertures è rimasto a Milano per soli tre giorni, ma è molto probabile che la compagnia raggiunga altre città d’Italia!

Con questo splendido balletto si chiude la stagione teatrale 2017-2018 al Teatro Carcano, che a settembre avevo presentato in questo post.


Vi piacciono i balletti?
C’è qualche opera teatrale che ho recensito nel corso di questa stagione che vi ha colpito?
Aspetto un vostro parere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)