lunedì 28 febbraio 2022

I PREFERITI DI FEBBRAIO 2022

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

ultimo giorno di febbraio!

Com’è andato questo mese? Io inizio a sentire un po’ di stanchezza tipica del periodo di transizione tra inverno e primavera, ma fortunatamente sono riuscita a ritagliarmi un po’ di spazi per dedicarmi a ciò che mi piace. Vediamo insieme tutto quello che mi ha colpito, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese


Palermo, anni ‘90. Il professore universitario di Biologia Lorenzo La Marca si è appena affacciato dal balcone storico del suo Dipartimento, prevedendo un’altra terribile giornata di scirocco, quando tra gli alberi spunta uno spettacolo raccapricciante: un uomo impiccato ad una delle piante secolari del giardino. Lorenzo si fa aiutare dal custode e scopre con grande dispiacere che il morto è Raffaele, figlio dello storico Direttore del Dipartimento e suo amico da molto tempo. Oltre ad essere legato al morto, egli lo sapeva in America, ed è un vero shock trovarlo lì.


Sul posto arrivano ben presto un suo amico poliziotto e Michelle, il medico legale, una donna che Lorenzo non è mai riuscito a dimenticare, ma che è ormai sposata ad un uomo insopportabile. Per il nostro protagonista è facile riallacciare rapporti almeno amichevoli con la donna, e naturale tormentare l’amico vicequestore Vittorio. Sembrerebbe, però, che ci sia ben poco da scoprire: Raffaele si è suicidato, per motivi ancora non chiari.


Lorenzo non ne è convinto. Innanzitutto ci sono dei particolari che non tornano in quella che per lui è la scena di un crimine. Inoltre, egli conosce una ragazza americana, Darline, che gli rivela di essere la promessa sposa di Raffaele e che quest’ultimo era tornato dall’America con l’intenzione di chiedere proprio a lui di essere il suo testimone di nozze.


Con arguzia e discrezione, il raffinato e spesso annoiato professor La Marca si trasforma in un investigatore non autorizzato, deciso a far luce sulla morte dell’amico che teneva così tanto a lui da volerlo coinvolgere nel suo matrimonio anche dopo anni di distanza e scarsi contatti. Ciò che lo motiva e lo preoccupa allo stesso tempo è il fatto che Raffaele, prima di trovare la morte nel giardino del Dipartimento, aveva girato tra gli studi e visionato alcuni materiali. Egli non può credere che nella sua Università si annidi un assassino, ma quando, un giorno, trova anche il cadavere dell’anziano custode di faccia nel laghetto, non ha più dubbi.


Dal punto di vista sentimentale, il suo cuore è diviso tra Michelle, che, tra una cena ed una passeggiata, risveglia in lui moltissimi ricordi, e Darline, che sta cercando di superare il dolore della sua perdita e, da brava americana di campagna, ha trovato il suo “buon ritiro” ideale nella tenuta di sua sorella e suo cognato.



Tra una raccolta Sellerio e l’altra, avevo già conosciuto Lorenzo La Marca e la sua Sicilia anni ‘90, e devo dire che, pur avendo apprezzato quei racconti, forse in poche pagine non ero riuscita a cogliere appieno la bravura dell’autore.


I delitti di via Medina-Sidonia è un romanzo che all’inizio può un po’ spaventare il lettore, perché è scritto molto più fitto di altri della Sellerio e con uno stile che necessita un po’ di confidenza. Santo Piazzese, che, oltre che scrittore, è professore di Biologia proprio come Lorenzo La Marca, è una persona coltissima, e ciò traspare da ogni singola riga.

Questo romanzo è una sorta di continuo omaggio ad alcuni mondi.

Si omaggiano, innanzitutto, la cultura e l’arte: ci sono moltissimi riferimenti ad opere culturali, talvolta citando l’autore, altre volte il personaggio, e più volte, leggendo, mi sono venuti in mente i miei studi, oppure qualche lezione che ho tenuto io stessa. Santo Piazzese paragona Lorenzo La Marca e suo cognato a Rodomonte de L’Orlando Furioso ed al protagonista del Miles gloriosus di Plauto, ma l’impressione che ha il lettore (come giustamente riportato nella quarta di copertina) è che il punto di riferimento principale sia Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.

Questo ci porta direttamente all’altro omaggio: quello alla Sicilia. Lorenzo, lento e pensoso come il Conte Fabrizio, ha una grande passione per la ricerca, ma mal tollera le regole accademiche, e, piuttosto che inseguire un avanzamento di carriera, preferisce godersi il tempo in cui è libero da obblighi: pranzi luculliani e tipici, passeggiate ed escursioni in luoghi un po’ meno turistici di altri ma molto suggestivi, ore di relax con buona musica sul balcone, weekend in campagna dalla sorella…

Non tutto, nella sua vita, lo soddisfa: a volte sente il peso della solitudine, le donne tendono a sfuggirgli, è anche un professore piuttosto antipatico e severo in sede d’esame. Egli, però, sa consolarsi come si deve…


Superata una prima fase di conoscenza dei personaggi e dell’autore, la seconda parte del romanzo diventa un vero e proprio page-turner, perché anche l’intreccio giallo arriva ad una risoluzione. Una lettura davvero splendida, che mi ha molto sorpreso!



Il film del mese


L’ambientazione di West Side Story è tutt’altro che idialliaca: New York negli anni ‘50, nella zona del Lincoln Center, oggi relativamente centrale, ma al tempo periferia in via di demolizione e ristrutturazione. Tra industrie, palazzi popolari ed enormi mucchi di macerie vivono con grande difficoltà tanti immigrati che sono arrivati in America per coltivare la speranza di un futuro migliore. I giovani uomini si sono aggregati in due bande rivali: da una parte i Jets, capitanati da Riff, figli di irlandesi, italiani, polacchi ed altri europei arrivati vent’anni prima; dall’altra gli Sharks, portoricani arrivati da poco, comandati dall’ex pugile Bernardo. I due si scontrano continuamente per le strade della zona, provocando risse, danni ai negozi della fazione rivale, talvolta ferendosi persino in modo serio.


Una sera la scuola pubblica organizza un ballo, nella (forse vana) speranza di calmare gli animi. Alla festa, un po’ loro malgrado, partecipano anche Tony e Maria. Lui è il miglior amico di Riff, ex capo dei Jets, almeno finché un tentato omicidio e la galera non lo hanno spinto a vedere il mondo con altri occhi; da mesi egli si tiene fuori dai guai ed aiuta l’anziana Valentina con la sua drogheria. Lei è la sorella minore di Bernardo: 18 anni compiuti da poco, vive con fratello e cognata in un minuscolo appartamento, fa le pulizie in un grande magazzino e sogna una vita migliore.


L’incontro tra i due è esattamente come quello tra Romeo e Giulietta: colpo di fulmine alla festa, dichiarazione sul balcone, primo appuntamento in una chiesa convertita in museo dove essi si scambieranno una sorta di promessa di matrimonio.


Proprio come per Romeo e Giulietta, però, un tragico destino è alle porte: lo scandalo che crea il loro legame, un terribile scontro in cui “Mercuzio e Tebaldo” (qui Riff e Bernardo) si troveranno faccia a faccia, e tragiche conseguenze.



Sono andata a vedere West Side Story animata semplicemente dal mio amore per i musical e da una curiosità personale: nel giugno del 2019 ho eseguito al saggio una variazione tratta dal famosissimo brano America, e volevo finalmente saperne di più sulla storia e su quale personaggio avevo interpretato (si tratta di Anita, la fidanzata di Bernardo). Mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto, ma non pensavo così tanto: due ore e mezza sono volate ed alla fine della rappresentazione mi sono trovata ferma in sala con un bel po’ di groppo alla gola. Questo film è un vero spettacolo, tra canzoni, musiche, balli, costumi. Non sono esattamente una fan di Spielberg ma in questo caso devo dire che la regia monumentale ha fatto la sua parte.


La storia ricalca fedelmente quella del Romeo e Giulietta shakespeariano, ma proprio perché è un classico e lo spettatore riesce, in qualche modo, a “prevedere” alcuni eventi, le emozioni sono come moltiplicate. E poi, se non emoziona la storia d’amore più grande di tutti i tempi, anche se in un altro contesto… che altro potrebbe farlo?



La musica del mese


Restiamo in tema romanticismo, dal momento che febbraio è il mese di San Valentino (al quale ho dedicato questo booktag). Se la parola di gennaio è stata quiete, quella di febbraio è proprio amore.


Il mio “consiglio classico” questo mese è un passo a due tratto da Lo Schiaccianoci, balletto che anche io avevo visto tempo fa e che vi avevo recensito qui. Se volete, a questo link trovate un’esibizione di Roberto Bolle e Maria Eichwald.



Per quanto riguarda le canzoni di musica leggera, invece, vi propongo un brano che nelle ultime settimane ho sentito e risentito: I’ll never not love you di Michael Bublé, singolo che anticipa il suo prossimo album, che uscirà il 25 marzo. Ditemi voi se il testo non è romantico…! Trovate la canzone a questo link.


Ogni volta che la mia mano cerca la tua

Sento l’esitazione

Sono certo che ti senti insicura

Ogni volta che le tue labbra mi baciano

Assaggio l’indecisione

Mi sta creando un po’ di caos in testa


So che c’è una parte di te che ha paura di amare di nuovo

Ma ti prometto, fino alla fine


Che non scapperò mai, non ti abbandonerò,

Non ti ferirò mai come ha fatto lui,

Non ti farò mai piangere.

Ti tratterò bene, resterò con te,

E non importa che cosa succederà

Non smetterò mai di amarti



La poesia del mese


Febbraio è anche, per tradizione, il mese di Carnevale, anche se quest’anno la Pasqua cade piuttosto tardi e quindi il giorno di festa, per noi milanesi, sarà questo sabato, il 5 marzo. Per questo motivo vi lascio qui Carnevale ogni scherzo vale di Gianni Rodari, che mi sembra perfetta!


Mi metterò una maschera

da Pulcinella

e dirò che ho inventato

la mozzarella.

Mi metterò una maschera

da Pantalone,

dirò che ogni mio sternuto

vale un milione.

Mi metterò una maschera

da pagliaccio,

per far credere a tutti

che il sole è di ghiaccio.

Mi metterò una maschera

da imperatore,

avrò un impero

per un paio d’ore:

per volere mio dovranno

levarsi la maschera

quelli che la portano

ogni giorno dell’anno…

E sarà il Carnevale

più divertente

veder la faccia vera

di tanta gente.



Le foto del mese


Sabato 12, dopo aver visto la mostra della Disney al Mudec (di cui trovate la recensione a questo link), io e la mia amica Mara abbiamo fatto una passeggiata sui Navigli. L’atmosfera, al tramonto, era incantata… e c’erano anche dei palloncini a forma di cuore per San Valentino!



Venerdì 11 invece abbiamo festeggiato il compleanno di Otto, il meraviglioso bassotto di famiglia. Tanti tanti auguri, cagnolino del nostro cuore!



Un giorno in cui il sole era splendente e la nostalgia del mare più acuta ho preparato un secondo facile facile: filetti di sgombro in padella con pomodorini gialli!



Non è ancora marzo… ma a Cernusco qualche mimosa è già fiorita!




Ecco il mio febbraio in breve!

Come sempre mi accade a questo punto dell’anno, non vedo l’ora che arrivi la primavera. Le giornate si sono già allungate un bel po’ e inizio ad essere stanca del freddo!

Nel frattempo, fatemi sapere com’è stato il vostro mese e se avete libri, film o canzoni da consigliarmi.

Grazie per la lettura, ci rileggiamo a marzo :-)


giovedì 24 febbraio 2022

DISNEY: L'ARTE DI RACCONTARE STORIE SENZA TEMPO

 Un giro alla mostra del Mudec



Cari lettori,

benvenuti al primo appuntamento del 2022 con i “Consigli artistici”!

Tra novembre e dicembre sono riuscita a visitare un paio di mostre, poi, tra le vacanze di Natale in Liguria ed il nuovo picco di contagi, sono stata lontano da Milano per un po’. Proprio all’ultimo momento, tuttavia, io e la mia amica Mara abbiamo deciso di passare un sabato pomeriggio in zona Porta Genova/Navigli per visitare la mostra del Mudec “Disney: l’arte di raccontare storie senza tempo”. È un’esposizione che è stata super visitata in questi mesi e ci ispirava molto, così all’ultimo momento, proprio nel weekend di chiusura, siamo riuscite a prenotare due posti. Mi spiace che questo post avrà più la valenza di visita virtuale che di consiglio per i vostri weekend, perché l’esposizione ha chiuso domenica 13 febbraio, ma noi siamo uscite davvero entusiaste, io ho fatto tante belle foto ed ho pensato che avrei proprio voglia di parlarvene.

Grazie, quindi, a chi vorrà fare questa “passeggiata virtuale” insieme a me!



Una scelta narratologica


La mostra non si dipana per molte sale, ma ognuna di esse è riservata ad una tipologia di storia che il mondo Disney ha trasposto sul grande e piccolo schermo.


Il primo, grande spazio è riservato alla mitologia. Il protagonista è Hercules, tra bozzetti preparatori e disegni definitivi: stupisce constatare come nei primi disegni il protagonista assomigliasse molto di più alle statue greche, con un’aria molto più atletica e meno “simpatica”, mentre Ade sembrava ancor più cattivo e sicuramente meno ironico. Ci sono però anche opere molto meno conosciute, come una serie di “canti pastorali” degli anni ‘30 e ‘40.



Un’altra sezione, più breve, è quella delle favole, intese come storielle con morale. In questa parte della mostra ci sono gli amatissimi Topolino e Paperino, il primo con gli abiti da sarto medioevale, il secondo nei duplici panni di angelo/coscienza buona e diavolo/coscienza cattiva. Non mancano i tre porcellini, che per una volta riescono a salvarsi dal terribile lupo.



Una saletta singola è dedicata a Pinocchio, nato dal romanzo di Carlo Collodi e per tanti versi un unicum nel panorama Disney.



La mia sezione preferita è quella delle leggende, che ospita i miei due classici Disney preferiti di sempre: Robin Hood e La Spada nella Roccia. Queste due storie non mi stancano mai: anche adesso, se mi capita di rivederle, mi emoziono!



Un’ultima parte dell’esposizione, la più estesa e corposa (ben tre ampie sale), è dedicata alle fiabe, le storie che iniziano con C’era una volta… e contengono elementi fantastici come streghe, fate, folletti. Le protagoniste di questa sezione sono le amatissime principesse, dalle veterane Biancaneve e Cenerentola alle new entries come Frozen.



Mi è molto piaciuta questa divisione per generi narrativi, l’ho trovata piacevole e funzionale!



Opere Disney meno note…


L’universo Disney è un mondo che tutti noi pensiamo di conoscere, visto che da piccoli abbiamo visto buona parte dei classici più amati. Io, poi, amo i cartoni animati e negli ultimi anni ho recuperato anche i film più recenti, compresi quelli con animazione digitale della Pixar.


Visitando la mostra, però, ho dovuto constatare che ci sono alcune opere che io proprio non conoscevo. Da brava studiosa dei classici, sono rimasta molto colpita dalle produzioni della sezione mitologia. The Queen of Spring, per esempio, è la storia di Ade e Persefone: la fanciulla è ritratta con un’iconografia che secondo me è stata d’ispirazione per la successiva Biancaneve, tra abiti lunghi, fiori, dolce voce canterina e amici animali. Altre due serie di disegni sono dedicate al mito di Re Mida e ad una storia che ha per protagonisti Bacco ed un asinello.



Penso anche di non conoscere tutti i cartoni che hanno per protagonisti Topolino e Paperino: sicuramente non ho mai visto L’eroico Ammazzasette, film del ‘38 in cui il topo più celebre del mondo, a causa di un equivoco, deve affrontare un terribile gigante, ma alla fine verrà premiato con l’amore della principessa Minnie.



Non sapevo, infine, che La Sirenetta, prima della versione ufficiale dell’89 (mio anno di nascita, tra l’altro!) fosse stata concepita, decenni prima, con altre modalità. La prima idea, infatti, era stata quella di un biopic di Andersen, con alcune immagini animate, molto più drammatiche e cupe. Personalmente sono felice che poi la scelta sia ricaduta su una storia più leggera, romantica ed a lieto fine!



e classici indimenticabili


Se le opere meno conosciute incuriosiscono ed affascinano, i classici preferiti dell’infanzia, rivisti “in fase di costruzione”, emozionano davvero.


La mostra propone tanti dettagli inediti dei film che tutti noi pensiamo di conoscere: statuette in 3D preparatorie, primi disegni con grafica differente da quella definitiva, studi preparatori a matita nei quali sembra di vedere i nostri personaggi preferiti di sempre che prendono forma, riproduzioni dei “libri di lettura” che spesso, accompagnati dalla voce narrante, introducono i film più vecchi e famosi.


Come già detto, ho apprezzato particolarmente i disegni ed i quadri con le due coppie Robin Hood&Little John e Merlino&Semola (anche se io e la mia amica abbiamo sentito la mancanza di Lady Cocca e di Anacleto).



Anche le altre sezioni, però, sono molto interessanti. Biancaneve, per esempio, è ispirata ad Audrey Hepburn, la diva di Hollywood di quei tempi. Malefica inizialmente doveva essere vestita di nero e rosso, poi si è preferito optare per il viola. Ci sono pure degli studi sui costumi di Anna ed Elsa, i cui abiti diventano progressivamente più scuri per la prima (in segno di maturità) e più chiari per la seconda (ad indicare la liberazione da sofferenze passate).



Ci sono anche dei filmati che ricostruiscono i vari passaggi da disegno ad animazione (sia in cartaceo che in digitale).



La mostra interattiva per i più piccoli… e non solo


Come già mi è capitato di notare visitando altre mostre, anche qui è possibile, per i più piccoli (e per gli adulti curiosi), compiere alcune simpatiche attività.



Si possono scegliere i colori giusti per comporre riproduzioni digitali, utilizzare alcuni cubetti in inchiostro ed imprimerli su carta una volta scelti i personaggi della nostra fiaba ideale, comporre la copertina del nostro libro di favole ed altro ancora.


Ho trovato i banchi per queste attività abbastanza ampi (a prova di assembramento…) e davvero ben organizzati! 



L'ultima sala, infine, è davvero spettacolare: si tratta di uno spazio in cui è stato ricreato il cielo pieno di cristalli che vede Elsa in Frozen 2!




Ecco il resoconto della mia visita alla mostra Disney!

Come avrete capito, sono davvero felice di averla visitata, anche se last minute.

Voi invece l’avete vista? Vi è piaciuta?

Vi sarebbe interessata un’esposizione di questo tipo?

Fatemi sapere che ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 21 febbraio 2022

IL PEGGIOR SAN VALENTINO DI SEMPRE

 Storytelling Chronicles: febbraio 2022




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di febbraio con la rubrica di scrittura creativa “Storytelling Chronicles”!

Il 2022 è iniziato con una piccola variazione: invece del consueto racconto, insieme alla nostra amministratrice Lara abbiamo pensato di condividere un post con i nostri buoni propositi (specie in merito a lettura e scrittura), che trovate in questo post.


Per febbraio abbiamo invece deciso di ripartire appieno con i nostri racconti, e così abbiamo puntato su una tematica coerente con il mese dell’amore. Lara ci ha chiesto di pensare ad una persona cara (partner, familiare, amico, anche noi stessi) e poi creare un racconto utilizzando come elementi il carattere e/o le passioni del nostro destinatario ideale.


Il tema scelto e la vicinanza di San Valentino mi hanno spinto a proseguire la mini-serie romance di Betty ed Enrico. Sarei dell’idea di renderla una tetralogia con un racconto per ogni stagione, quindi oggi vi propongo la terza tappa, quella invernale. Trovate quella estiva, Ricominciare, a questo link, e quella autunnale, L’unica verità che conosco, in questo post.


Questo racconto è dedicato con tanto affetto alla mia amica Mara ed a tutti i momenti in cui c’è stata per me.


Vi lascio con Il peggior San Valentino di sempre, buona lettura :-)



Il peggior San Valentino di sempre


Okay, niente panico. Niente panico.

È solo un biglietto d’ingresso. Uno sciocco, misero, insignificante biglietto d’ingresso. Al palazzetto del ghiaccio, lo so. Un luogo che detesto, e lui lo sa. Ma su, dai, che cosa vuoi che sia? Ci sarà andato con qualcuno dei suoi colleghi. O colleghe? Dio, che tormento. Vorrei non essere così… ma sì, diciamolo pure. Insopportabilmente gelosa.



È solo colpa di Enrico se oggi mi sento in questo modo. Oh, non che abbia combinato qualcosa di imperdonabile. Niente che io non abbia ancora scoperto, perlomeno.

Al momento, la sua unica colpa è quella di essere un tremendo sciattone. Io glielo dicevo da settimane: il tuo bolide ha bisogno di un bel bagnetto. E lui mi rispondeva sempre che ci avrebbe pensato.

Ci ho provato in tutti i modi!

Enrico, guarda che tra un po’ ti scrivono sul cofano ‘Lavami’.” “Ma sì, ci penserò.”

Enrico, non è un po’ tardi per lasciare il muschio del presepe?” “Ma sì, ci penserò.”

Enrico, questo non è più grigio, è color fango.” Indovinate un po’ la risposta?


Insomma, dopo quasi quattro mesi di – tormentata? Vi dirò, temevo peggio - relazione ho iniziato a rendermi conto che rimandare tutto ciò che è da casalingo e vagamente noioso è uno dei difetti del mio fidanzato. Così ho preso in mano la situazione, le chiavi di casa sua che ho accettato con molta riluttanza e paura un mesetto fa, quelle della macchina, secchio e stracci, e ho deciso di fare di testa mia.


Divertiti, Betty” è stato l’ironico commento di Enrico, accompagnato dalla sua solita faccia da schiaffi, prima di uscire di casa sollevato e leggero come una piuma. Se ne stava andando al giornale in pieno sabato, eppure mi è parso più felice di lavorare che di stare qui ad occuparsi dell’automobile con me.


Per Enrico la macchina è solo un mezzo: basta che lo porti a destinazione, e va bene così. Io non sono d’accordo: sono una vera e propria cultrice dell’auto, anzi, di questo tipo di auto. Sì, perché, vedete, la vecchia utilitaria è più di un mezzo di trasporto: è una vecchia amica. Lei ti capisce: sa quando sei arrabbiata e prenderai un dosso con troppa energia, quando hai un’alzata d’ingegno artistica e quindi aggiungerai qualche graffito creativo ai suoi parafanghi, quando sei triste ed hai voglia di vagare senza meta insieme a lei e ad una compilation di Sanremo 2001, quando ti devi rilassare ed allora che c’è di meglio che farle un bel bagnetto?


Ecco perché sono qui, con il giubbotto ed i guanti più vecchi che ho, a strofinare con detergenti ed acqua troppo fredda per un giorno di febbraio l’incrollabile bolide di Enrico. Per me quest’automobile ha un valore affettivo aggiunto: è quella sulla quale io, il mio attuale fidanzato ed i nostri amici Francy e Giorgio siamo andati in ottobre a fare quel fantastico weekend nel Monferrato durante il quale io e lui ci siamo baciati per la prima volta.


Oddio, fantastico. A parte la baita al gelo. Le ore di camminata. Il campeggio. Quei terribili bagni chimici. La volpe dispettosa che è sfrecciata in mezzo al pantano e poi tra le mie gambe. Lo ammetto, non sono una grande fan delle vacanze un po’ all’avventura, ma ciò che conta è il risultato, no?


Io ed Enrico stiamo alla grande. Tra un bisticcio e l’altro. Fatta eccezione per dei biglietti sospetti del palaghiaccio. Ecco, lo sapevo, il rovello non mi lascerà più per tutto il resto della giornata.


* * *


Forse farei bene a non pensare niente. Ad ascoltare le canzoni della playlist Romanticismo che ho creato io sulla app di Spotify del mio cellulare ed a far andare soltanto le mani pulendo. È solo che sono così stanca. A scuola siamo in fase di transizione tra i due quadrimestri, ieri stavo per addormentarmi nella vasca da bagno (ok, come ogni venerdì sera, ma più profondamente del solito), sono tremendamente stufa di questo freddo inverno ed allo stesso tempo non ho ancora avuto l’illuminazione per il racconto di febbraio sul mio sito.


Tra due giorni è San Valentino e mi piacerebbe tanto fare qualcosa di carino. Anche se è lunedì, anche se è una festa commerciale, anche se Enrico probabilmente lo detesta. In effetti non gliel’ho mai chiesto esplicitamente. Però insomma, lui è Enrico, l’uomo che legge solo saggistica e storia contemporanea, che ascolta vecchio rock, che in tv si rilassa con le repliche di Boris. Non proprio un tipo dai gusti romantici. Anche se, fin da quando ci siamo conosciuti, lui ha sempre mostrato di apprezzare la mia tendenza a leggere ed a scrivere rosa, a differenza di quel vendifumo del mio ex Flavio.


Rettifico: forse San Valentino gli piace. Forse con un’altra?

Okay, Elisabetta, smettila. È del tutto irrazionale.

Vorrei soltanto non averlo sentito fare quella lunga telefonata con la sua nuova collega Gloria, qualche sera fa. Sì, parlavano solo di lavoro. Ma lo hanno fatto per più di un’ora, dannazione. Nessuna persona di buonsenso parlerebbe delle possibili riforme elettorali per più di dieci minuti, dai. Nessuno che non sia un conduttore di talk show in seconda serata, almeno. E Gloria decisamente non ne ha l’aspetto. Sì, ho cercato i suoi profili Facebook ed Instagram, non ho resistito. Me ne sono pentita cinque secondi dopo.

Non so cosa mi abbia sconvolto di più. Forse i capelli lunghi, biondo chiaro, fini fini: si può discutere quanto si vuole sul fatto che gli uomini preferiscano capigliature ribelli, ma prima o poi a tutti piacciono i capelli in stile Barbie. Oppure, ancor di più, gli occhi azzurrissimi e quel sorriso aperto. Ma ciò che mi ha fatto davvero provare una fitta intercostale è il fatto che i suoi scatti testimoniano tanti, forse troppi punti in comune con Enrico: vacanze a New York (città che il mio fidanzato sogna da anni e che sicuramente vedrà con i suoi amici perché io mediamente non vado oltre la Costa Azzurra), serate nei locali, birre e sigarette in contemporanea.

Maledetta curiosità! Quei fotogrammi mi hanno fatto rigirare nel letto fino a notte fonda, ed anche ora, a distanza di giorni, mi provocano un tuffo al cuore.

Io so che Enrico tiene davvero alla nostra relazione. Una parte di me lo sa: lui mi ha cercata, voluta, sostenuta. Mi sta anche aiutando a realizzare il sogno di scrivere. Ma un’altra parte, quella che proprio non riesco a mettere a tacere, si chiede: con un’anima gemella così a disposizione, perché ostinarsi con una come me, in tutto e per tutto diversa da lui?


* * *


La macchina di Enrico è uno splendore, ed io, dopo un parcheggio di fortuna nel suo garage, una camminata verso casa nel freddo, una cenetta casalinga con Francy ed una tisana bollente, sono sdraiata con la mia amica per il mio appuntamento del sabato sera: C’è posta per te.


Enrico non uscirà dal giornale prima delle dieci (ed io sto cercando di non figurarmi Gloria in una delle sue luccicanti tenute da sera) e Giorgio è a calcetto. Io e Francy ci stiamo godendo la nostra serata al femminile, compreso il programma tv che entrambi i nostri uomini detestano, e sto giusto per alzarmi a prendere una copertina aggiuntiva quando squilla il telefono.


Ciao Betty. Volevo dirti soltanto di salutare Francy e di non consumare tutti i fazzoletti.”

In che senso, scusa, Enrico?”

Mi sposto in camera per non disturbare Francy. Ho la sensazione che, a breve, mi ritroverò ad alzare la voce.

Dai, lo sappiamo entrambi che alla prima busta aperta piangi, alla seconda singhiozzi, alla terza inizi ad accasciarti sui cuscini ed alla quarta tu e Francy state ronfando dalle due parti del divano.”

Odio quando ha ragione.

E poi come fai a sapere che c’è Francy e che stiamo guardando C’è Posta per te?

Lo sento ridere. “Giorgio è a calcetto, e poi… dai, ti conosco.”

Odio ancora di più quando non fa neanche il minimo sforzo per avere ragione. È come se sapesse tutto di me, ormai.

Mi conosci e non perdi occasione di prendermi in giro. Fin da quando ci siamo conosciuti!”

Eh sì. La strada che si era rotta ci ha condotti insieme.

Per un attimo resto senza parole.

Solo ieri gli ho girato il video di The Joker and the Queen, la nuova canzone di Taylor Swift ed Ed Sheeran. Pensavo che, dopo avermi risposto “Carina!”, se ne sarebbe dimenticato nel giro di cinque minuti. Ed invece non solo l’ha ascoltata con attenzione, ma ora mi cita pure il testo. Non posso crederci!

Sai com’è” gli rispondo. “Sono stata ingannata prima, quindi ho tenuto le mie carte nascoste nel mio giubbotto infallibile” continuo a citare la canzone.

Per un momento so che entrambi stiamo pensando a quella fava del mio ex fidanzato, come lo chiama sempre Francy. Poi lo sento nuovamente ridere.

Beh dai, immagino di aver smascherato il tuo bluff, modestamente. Hai da fare lunedì sera?”


* * *


Okay, niente panico. Niente panico.

In fondo, se tanta gente si diverte a pattinare, un motivo ci sarà, no?

Non c’è alcuna ragione per cui io mi faccia prendere dal panico ed inizi a sudare sotto la pianta dei piedi. Perché il ghiaccio deve essere così dannatamente scivoloso? Lo detesto!

Enrico mi guarda conciliante: “Betty, dovresti vedere la tua faccia!”

Piantala, tu!” lo rimbecco. “Tu e le tue idee assurde!”


Eppure era iniziato tutto così bene. Sabato sera, dopo che ci siamo salutati, sono tornata in salotto da Francy con un sorriso estatico e le ho raccontato tutto. Nemmeno lei poteva credere che Enrico il cinico avesse dei programmi per San Valentino. Programmi riservatissimi, tra l’altro.


Ho passato ieri e oggi su una sorta di nuvola ed ho pure messo degli abiti nuovi: pantaloni eleganti ed un bel maglione rosa antico, che a San Valentino è un colore perfetto. Ho pure perso tempo a sistemare i boccoli ed a truccarmi come si deve, ed ora delle gocce gelate di condensa stanno colando sulla mia testa e sulle mie guance.


Perché, perché?” lo guardo appesa alla balaustra con entrambe le mani, fissando con terrore la lastra di ghiaccio.

“…...tu la domenica mi lasci sempre sola? Andiamo Betty, era sabato, e poi dovevo lavorare, non ero mica allo stadio” mi canzona lui, a braccia incrociate sul ghiaccio, con il suo solito sorriso ironico.

Non ho voglia di scherzare!” rispondo, sull’orlo di una crisi isterica. “Che cosa ti ha fatto svegliare la mattina pensando: wow, la mia fidanzata odia il palazzetto del ghiaccio, ce la porto per San Valentino?”

In tutta risposta, lui si avvicina a larghe falcate, appoggiandosi alla balaustra di fianco a me. La cosa non mi piace. Ha lo stesso sguardo di quando ci eravamo conosciuti da poco e mi studiava da lontano per trafiggermi con qualche battuta pungente delle sue.

Sai, Betty. Ho pensato parecchio al nostro primo San Valentino. Non volevo essere banale. E quale modo migliore di farsi ricordare… se non proporti quello che detesti?”

Lo guardo a metà tra l’indignato e lo stupefatto. Non può dire sul serio.

Ammetterai che mesi fa detestavi anche me, e adesso… Chissà, magari con il pattinaggio sarà lo stesso!” prosegue con quel tono di chi sa benissimo di essere irritante.

Certo, come no. Io, amante di quelle maledette lame sul ghiaccio. Spoiler: né ora né mai.



Coraggio, vieni fino a qui!”

Enrico ha abbandonato l’aria ironica ed ora mi sorride incoraggiante, ma io non riesco a muovere un muscolo. La balaustra è il mio rifugio sicuro, non posso certo abbandonarlo e lanciarmi nell’ignoto.

Prova solo a fare un piccolo movimento alla volta.” mi ripete Enrico, paziente. Maledetti occhi azzurri sorridenti. Mi fregano sempre, e lui lo sa.

Con grandissima cautela, stacco piano una mano guantata dalla balaustra, poi un’altra. Ora, il punto è che io non so che diavolo fare. Come si scivola sul ghiaccio? Ci sarà pure una tecnica. Ma io non la conosco. Quindi?

Ho pochi secondi per decidere, ma alla fine la risolvo. Cammino. Un passo dopo l’altro, ondeggiando come se fossi ubriaca, spostando un piede prima da una parte e poi da un’altra. Mi sento come se mi avessero infilato degli pneumatici facendomeli passare dalla testa, tra collo e gambe, ed io dovessi camminarci senza cadere. A giudicare dalla faccia di Enrico, anche lui sta pensando la stessa cosa, ma stranamente non si lascia sfuggire una delle sue solite frasi tranchant.


Mi sembra che sia passata un’era geologica da quando mi sono staccata dalla balaustra, ma finalmente riesco ad afferrare la mano di Enrico.

Brava, Betty” mi dice subito. Mi sta guardando con insolito orgoglio. “Anche se sembravi la mamma dell’omino Michelin.” Ah ecco, appunto.


* * *


Tra una camminata da pinguino ed un’altra, in qualche modo sono riuscita a sopravvivere al palazzetto del ghiaccio. Non sono mai caduta di sedere (...okay, non è proprio vero. Una volta sola. Ma piano.) e ci siamo fatti anche qualche inaspettata risata. E in più Enrico ha ammesso di essere già passato di lì qualche giorno prima, ma da solo. “Volevo vedere se c’erano abbastanza balaustre per te, sai com’è, un chilometro di ringhiera mi pareva il minimo.”

Lo dice scherzando, tanto per cambiare, ma il pensiero che abbia preparato in anticipo il nostro sconclusionato San Valentino mi fa venire le lacrime agli occhi.


Alla fine della nostra oretta sui pattini, pensavo che Enrico l’avrebbe fatta finita con le sue stravaganze e che ci saremmo rilassati con una cenetta degna di questo nome, ma, a quanto pare, le sorprese non sono ancora finite.


Così ora siamo in uno dei bar interni al multisala del nostro paese, a condividere la cena romantica più stramba di sempre: pop corn e barrette al caramello salato. In perfetto stile Enrico, io invece lo trovo del tutto contro natura.

Al di là dei pop corn che sono praticamente cotone commestibile, ma il caramello salato? Non dovrebbe essere una cosa dolce? Io mi chiedo chi abbia partorito una simile idea. Chiunque sia, scommetto che è amico di Enrico.

Allora, con che cosa mi torturerai stavolta?” tento di sondare il terreno mentre addento l’innaturale barretta.

Betty, non hai alcuna fiducia in me?” mi risponde con tono fintamente bonario.

Guarda che non nutro alcuna speranza sul fatto che tu mi porti a vedere una commedia romantica.”

Ma certo che no, da Natale ad oggi ne abbiamo già viste tre, che giorno speciale sarebbe?”

E come ti sbagli! “E quindi? Non dirmi che hai puntato quel documentario sulle elezioni presidenziali da Washington ad oggi, perché sappi che tra tre minuti dormirò, ed allora come potrai tormentarmi?”

Le labbra di Enrico si schiudono in un lento sorriso. “Oh, sapevo che l’avresti detto.” E con un cenno della testa indica la locandina alle nostre spalle.



Posso accettare tutto, ma questo no!

Pattinare sul ghiaccio è una sana attività fisica, anche se la aborro. E poi, anche su Instagram c’è pieno di dietisti che consigliano il cheat day con cibo spazzatura dopo tante giornate di insalatone ed avocado toast.

Però un film di fantascienza no, va proprio oltre i miei limiti di comprensione.

Enrico ha visto tutti i classici del genere, li trova rilassanti e divertenti. A quanto pare non poteva perdersi nemmeno questa nuova uscita.

Io invece ho provato a leggere qualche romanzo, per entrare a poco a poco nell’atmosfera, ma ogni volta che ci provavo chiudevo le pagine con uno scatto secco e mille domande. Non ho mai nutrito grandi speranze sull’esistenza degli alieni: già il fatto che noi siamo i soli abitanti del Sistema Solare non depone a favore delle tesi di tanti scrittori di fantascienza. Ma poi, ammesso e non concesso che esistano, perché dovrebbero essere verdi, bitorzoluti e con gli occhi grandi? Non potrebbero semplicemente assomigliare a noi e passare le giornate nei loro uffici marziani, oppure essere ancora ad una sorta di Età della Pietra ed imparare l’allevamento dei bovini e delle carote venusiane? E poi perché dovrebbero essere così aggressivi ed invaderci? Se davvero possono muoversi con le navicelle spaziali, siamo sicuri che non si accontenterebbero di una vacanza sulla costiera amalfitana? E soprattutto, che ha il pianeta Terra da offrire loro, a parte foreste disboscate, speculazione edilizia, oceani pieni di liquami?

Per dirlo con parole non mie, ai posteri l’ardua sentenza. Tanto avrò due ore e mezza per scoprirlo.


* * *


Mille esplosioni e duemila lotte intergalattiche dopo, sono pienamente convinta che questo sia stato il San Valentino più strano della mia vita.

La prossima volta andiamo a vedere Animali fantastici” borbotto ad Enrico mentre stiamo uscendo dalla sala.

Vuoi vendicarti con quasi tre ore di bacchette magiche, castelli in Scozia e draghi sputafuoco? Beh, me lo sono meritato” risponde.

All’improvviso sento il bisogno di ridere, e ridere forte.

Mi piego proprio nel bel mezzo del corridoio del multisala, mentre la gente intorno a noi butta sacchetti di patatine nei bidoni, mi scarta e mi guarda come se fossi pazza.

Che… giornata… senza capo… né coda.” balbetto tra una risata ed un’altra.

Enrico non ride. Mi sembra incredibilmente serio.

Ti avevo promesso che sarebbe stato un San Valentino memorabile.”

Ha ragione, lo è stato. Tra mille imprevisti, come qualsiasi cosa da ottobre a questa parte. Ma in questo momento non ricordo di essere mai stata più felice. Tra una scivolata sul ghiaccio ed un film di alieni, credo di aver capito che al ragazzo di cui mi sto innamorando non dispiace affatto che io sia così diversa da lui. Anzi, scherza su tutto ciò che non abbiamo in comune. Non mi cambierebbe mai: me lo ha dimostrato più volte, anche se a modo suo.

Sai, Enrico” gli dico prendendolo per mano, colta da un’ispirazione improvvisa “Credo proprio che il mio racconto di febbraio sarà dedicato ai peggiori San Valentino di sempre. O forse ai migliori. Potremmo scriverlo a quattro mani. Tu che ne dici?”

Dico che potremmo intitolarlo Il burlone e la regina” mi risponde lui con il sorriso da furfante che adoro, accompagnandomi fuori dal cinema.


E so che pensi che ciò che rende un uomo un re

sia l’oro, un palazzo ed anelli di diamanti,

ma quando mi sono chiusa in me stessa,

tu hai visto il meglio in me

...il burlone e la regina.



FINE



Anche oggi mi sono un po’ dilungata, ma, come successo le altre due volte, è come se Betty ed Enrico scrivessero la loro storia da soli! Il personaggio di Betty era nato con la duplice funzione di omaggiare la Kinsella e di fare autoironia su alcune mie nevrosi e fissazioni, ma ha finito col vivere di vita propria e suggerirmi continuamente nuove idee. Anche Enrico si sta rivelando più variegato e ricco di sorprese di come l’ho immaginato all’inizio, e credo che abbia ancora qualcosa da raccontarmi!

Non so ancora quale dei mesi primaverili ospiterà la quarta e credo ultima tappa di questa storia – molto dipenderà dalle tematiche della rubrica – ma vi terrò aggiornati!

Nel frattempo fatemi sapere che ne pensate di questo San Valentino sconclusionato!

Trovate il video di The Joker and the Queen a questo link.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)