lunedì 30 giugno 2025

I PREFERITI DI GIUGNO 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese



Cari lettori,

ultimo giorno di giugno… e solito recap dei “Preferiti del mese”!


Tanti di voi ormai mi conoscono bene, e quindi sapete che per me questo mese ha una grande importanza, soprattutto la prima decade. C’è la fine dell’anno scolastico, con gli annessi e connessi più impegnativi, ma anche con quelli più divertenti; c’è il saggio di danza, dopo un anno di lavoro che – per quanto amatoriale – è stato intenso; c’è l’arrivo dell’estate ed il cambio della routine dopo un anno di certezze, per quanto precarie; ci sono degli anniversari importanti (come il trasferimento nella mia casetta, ormai 9 anni fa).


È un mese di fazzoletti, sia per la gioia che per qualche ricordo dolceamaro, sia per le soddisfazioni che per la chiusura di qualche capitolo.


Prima di raccontarvi com’è andata nelle “Foto del mese”, però, come al solito, parliamo di libri, film, musica e poesia!



Il libro del mese


La libreria Les Chats Noirs di Marzio Montecristo, ex maestro che si è dovuto reinventare dopo un grave provvedimento disciplinare, sembra non essere più quel progetto fallimentare che sembrava all’inizio.


Prima il misterioso arrivo di due gatti neri, chiamati da Marzio Miss Marple e Poirot, molto popolari sui social, ha donato visibilità ed incassi alla libreria. Poi il Bookclub di libri gialli, che si è ritrovato a risolvere un mistero reale (ed agghiacciante).


Da qualche settimana, però, la libreria langue nuovamente. Il Bookclub, per molti motivi, ha dovuto rinunciare ad alcuni dei suoi componenti, e si è ridotto. Il carattere di Marzio continua ad essere pessimo, e non di rado qualche incauto avventore, dopo essersi azzardato a chiedere se c’è in catalogo qualche commercialata, fugge spaventato dalla reazione del libraio. Patricia, la dipendente di Marzio, che di fatto gestisce il contatto con il pubblico, solitamente riesce a rimediare ai guai che combina il suo titolare, ma inizia anche ad essere stanca di doversi trovare sempre tra l’incudine e il martello.


Inoltre, Marzio ha bisogno di soldi. Le condizioni dell’anziana madre sono peggiorate, e la struttura in cui ella è ricoverata, che proponeva all’uomo una retta tutto sommato ragionevole, non è più in grado di provvedere a tutti i suoi bisogni. C’è necessità di trasferimento in un altro luogo, molto più attrezzato, ma anche più caro.


Proprio in questo momento così delicato, le necessità del nostro protagonista si ritrovano, incidentalmente, a coincidere con quelle della Casa Editrice Polpicella.


Aristide Galeazzo, giallista di punta della CE, è sulla cresta dell’onda ormai da anni per la sua serie che ha per protagonista un investigatore simil-Maigret. In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo, Maestrale di sangue, il suo team ha organizzato addirittura un viaggio promozionale: la circumnavigazione della Sardegna a bordo di una sorta di nave da crociera, con servizi di ogni tipo, eventi letterari ogni sera e l’esclusiva di una libreria di vendere le copie del nuovo romanzo a bordo. La libreria di Marzio.


Questo è quello che sa il nostro protagonista, nel momento in cui gli viene fatta la proposta. Quello che non sa è che sull’organizzazione di questo evento pendono molte ombre. La CE non naviga in buone acque da tempo, Aristide Galeazzo vorrebbe “far morire” il suo personaggio e ritirarsi e, ciliegina sulla torta, la libreria che era stata inizialmente scelta si è ritirata a seguito di un tragico imprevisto.


Marzio riflette sulla proposta e sta per rifiutare, ma una decisa spinta da parte di Patricia lo porta ad accettare. Dovendo lasciare però la dipendente alla libreria mentre egli è in viaggio, Marzio decide di coinvolgere l’ispettore Caruso, uno dei due poliziotti che aveva aiutato ne La libreria dei gatti neri.


La prima serata a bordo scorre liscia… almeno finché il nostro protagonista non ha l’occasione di condividere un bicchiere di vino insieme a Galeazzo e, come prevedibile, finisce per accapigliarsi con lui a proposito di questioni di lettura ed editoria. Niente di nuovo, considerato il carattere del libraio, ma il giorno dopo Galeazzo viene trovato morto alla scrivania della sua cabina. Morto assassinato, a quanto pare.


Per poche, terribili ore, Marzio è il primo sospettato, ma ben presto le circostanze lo scagionano. L’evento letterario viene sospeso, all’improvviso nessuno può più scendere dalla nave… e l’ispettore Caruso entra in azione per comprendere che cosa è successo. Insieme ovviamente al nostro protagonista.



Ero curiosa di leggere Se i gatti potessero parlare per almeno due motivi. Il primo è che ho letto il primo volume della serie, La libreria dei gatti neri (trovate la mia recensione a questo link), e pensavo che sarebbe stato uno stand alone. Mi ha sorpreso scoprire che sarebbe uscito un sequel! Il secondo è che, insieme alla mia famiglia, ho avuto l’occasione di conoscere l’autore in un firmacopie (vi ho parlato dell’evento qui).


Rispetto al primo volume della storia, il caso presentato è molto meno thriller/noir (l’assassino della storia precedente ci ha regalato delle pagine veramente agghiaccianti) e molto più “letterario”. Innanzitutto la situazione presentata è un grande omaggio ad Assassinio sull’Orient Express (continuano gli omaggi ad Agatha Christie, dopo Miss Marple e Poirot), con una grande nave da crociera invece del celeberrimo treno con tutti i comfort. 

Inoltre le citazioni ai romanzi gialli, dai classici ai successi contemporanei – specie a quelli di Maigret, tanto cari al povero Galeazzo – sono disseminate ovunque tra le pagine. 

Infine, al centro dell’indagine ci sono le dinamiche interne al mondo dell’editoria, che già prima della crisi nascondeva i suoi interessi dietro il baluardo della cultura, ed ora, in questi tempi di magra, ha gettato la maschera, rivelandosi più spietato che mai. Personalmente ho come la sensazione che l’autore non abbia affatto enfatizzato certe dinamiche a favore della storia raccontata, anzi, forse alcune cose nella realtà sono ancora peggio, ma mi tengo il mio pensiero.


La scrittura dell’autore è sempre super trascinante; è un giallo che si divora e che, secondo me, vista la location, è anche perfetto per la stagione estiva.

Fatemi sapere se ve lo porterete da qualche parte!



Il film del mese


La pellicola ha inizio nel febbraio del 2005. 

Gli Stati Uniti sono entrati in guerra contro l’Iraq ed il regime di Saddam Hussein. La giornalista italiana Giuliana Sgrena è a Baghdad per conto de “Il Manifesto”, ma, in uscita da una zona recintata dove ha intervistato alcuni civili, viene improvvisamente rapita da una frangia di terroristi.


In Italia vengono subito allertati sia le Forze dell’Ordine che i Servizi Segreti. Nicola Calipari, dirigente del SISMI, è costretto a tornare da una vacanza con la moglie ed i figli perché è stato scelto come persona più adeguata per questa delicata operazione.


Mentre la povera Giuliana Sgrena è chiusa in una stanza dove trascorre i suoi giorni nel terrore, Nicola Calipari fa la spola continuamente tra l’Italia, l’Iraq e Dubai, dove si sono rifugiati i politici iracheni che Saddam ha estromesso.


Unendo le forze con la redazione del giornale, con altri esponenti delle forze dell’ordine ed il compagno di Giuliana, Nicola Calipari conduce un’operazione degna degli agenti segreti dei film, in bilico costante tra trattative delicate e momenti di autentico pericolo.


Ma il destino non sarà generoso con lui.



La storia de Il Nibbio è vera, e perdonate gli “spoiler”, ma è una vicenda avvenuta vent’anni fa, quando io andavo alle superiori, e forse chi di voi è più grande di me la ricorda anche dai telegiornali (io no, lo ammetto, anche se ricordavo il nome di Giuliana Sgrena, probabilmente l’ho sentito mille volte alla tv senza capire): l’operazione di Nicola Calipari era effettivamente riuscita e l’ostaggio era stato liberato. 

La sorte, però, è stata davvero disgraziata: mentre Sgrena e Calipari viaggiavano in macchina, ed ormai erano a meno di un chilometro dall’aeroporto, sono stati investiti da una raffica di “fuoco amico” americano. La giornalista è sopravvissuta, per quanto ferita, mentre Calipari ha perso la vita. 

E tutti gli onori postumi che sono stati tributati in patria a quello che è stato un vero eroe nazionale non sono bastati a dargli giustizia, perché gli Stati Uniti sono riusciti ad insabbiare il processo, e non si è mai capito chi effettivamente tra i soldati avesse sparato, né chi avesse dato l’ordine da remoto. Sarebbe bastato intimare un “Alt” e controllare i documenti prima di sparare a casaccio… ma a volte l’uomo è veramente bestiale con i suoi simili.


Il film, non serve che ve lo dica, verso la fine è sofferto, e certamente si avverte un grande senso di ingiustizia. Ma buona parte della pellicola è gestita come una sorta di film d’azione/spy story, quindi, oltre ad essere un importante spunto di riflessione, è anche godibile. Ci sono anche delle prove d’attore pazzesche, secondo me.


Io ho recuperato questo film con uno dei tanti “cinema d’estate”, magari all’aperto, che stanno riproponendo un po’ ovunque con il meglio della stagione cinematografica passata. Magari lo trovate anche voi!



La musica del mese


Continuiamo il nostro “viaggio in macchina vintage” alla riscoperta della musica italiana di qualche anno fa, e per giugno non potevo non scegliere uno dei miei classici estivi, Un’emozione per sempre di Eros Ramazzotti (potete ascoltarla a questo link).


Aah, l’estate del 2003! Gli esami delle medie! Il caldo fuori norma (per i tempi, adessso purtroppo è normale)! L’agosto passato con le amiche dello stabilimento, tra tuffi dalla boa e pomeriggi ai tavolini del bar! Il viaggio a Parigi a fine mese! Mi fermo qui, se no inizio a sentirmi vecchia…


Vorrei poterti dedicare di più

Più di quel tempo che ti posso dare

Ma nel mio mondo non ci sei solo tu

Io perciò devo andare


Ci sono mari e ci sono colline

che voglio rivedere…

Ci sono amici che aspettano ancora me

per giocare insieme…


Certi amori regalano

un’emozione per sempre

momenti che restano così

impressi nella mente


Certi amori ti lasciano

una canzone per sempre

parole che restano così

nel cuore della gente…



La poesia del mese


Un mese di emozioni, dicevamo. Ho pensato a questo componimento di Nicola Gardini, dal titolo Adesso, che sembra dare voce a quello che spesso ho pensato nelle ultime settimane.


La pioggia cade e intanto è già caduta

È presente e passata nello stesso

Momento

Così il tempo

Accade adesso

Ed è pure vita già vissuta.



Le foto del mese


Partiamo subito dal selfie più “spettinato” e felice: la sera del 5 giugno c’è stata quella che per me è sempre la serata più bella dell’anno, il mio saggio di danza!

So che lo dico ogni anno (ma meglio così, no?), ma è andato tutto benissimo e, dopo tanto lavoro ed un po’ di inevitabile agitazione, siamo state davvero soddisfatte.


Il programma è stato quanto mai vario. La novità di quest’anno è il grande ritorno dei “medley a tema” alla fine di uno dei due tempi: non ci provavamo dal 2019, perché dopo il Covid abbiamo continuato, come scuola, in formato ben più ridotto. Abbiamo scelto di rappresentare i quattro elementi e personalmente ho impersonato il Fuoco (con il moderno del lunedì e questa musica) e la Terra (con il moderno del giovedì e questa musica). Poi tutte insieme, anche con i corsi delle più piccole, abbiamo concluso medley e spettacolo con We are the world (Link).


Inoltre ci siamo cimentate in una difficilissima danza araba con il corso del lunedì (non sono riuscita a trovare la musica su YouTube, non so dove l’abbia scovata la mia insegnante, ahah), in Sorprendimi degli Stadio con il corso del giovedì (Link) e in Footloose con tutte noi “grandi”, tra classico e moderno (Link).


Personalmente ho aggiunto anche la mia variazione singola sulle note di Incanto di Tiziano Ferro (Link) e un duetto con una mia compagna con Runnin’ di Beyoncé (Link). Un programma ricco e vario… per me soddisfacente!



Altro evento di giugno altrettanto importante: tutti i rituali di fine anno scolastico! Dagli ultimi giorni di scuola alla cena di classe, dal rush finale di adempimenti di giugno allo spettacolo degli studenti. È sempre un periodo ricco, certo un pochino faticoso, ma a volte sei talmente felice di raccogliere i frutti dell’anno scolastico che nemmeno senti la stanchezza!



Nonostante questo mese sia stato ancora piuttosto pieno per me (specie la prima metà), i due weekend centrali di giugno – complice il bolide di mio fratello, io probabilmente mi sarei fatta prendere dalla pigrizia – sono riuscita a raggiungere il resto della famiglia a Varazze… primo sole estivo e primi bagni! L’acqua è ancora ghiacciata, ma pazienza…



In riva al mare sono riuscita a prendere parte a ben due firmacopie. Il primo è stato alla Libreria tra le Righe con Roberto Centazzo, autore che avete visto più volte su questi schermi, e che scrive delle “commedie gialle”, come egli stesso le definisce, ambientate proprio lungo la Riviera. Il suo ultimo romanzo è L’inconveniente della morte!



Il secondo è stato il venerdì successivo, nel cortile della biblioteca, per la rassegna organizzata dal Comune “Parole al femminile”. Ho conosciuto un’autrice per me nuova, Francesca Pongiluppi, ed ho portato a casa il suo esordio, Come le lucciole! Vi farò sapere…



Giugno è ormai da anni anche il mese dei ricordi. Questi erano i miei nonni materni, venuti a mancare in giugno, 15 e 10 anni fa. Qui io e mio fratello Stefano eravamo… piccolini!




Questo è il mio giugno (più o meno) in breve!

Mi piacerebbe sapere come sono andate per voi queste settimane, se siete stati bene, se anche per voi è stato un periodo di eventi importanti o se state aspettando il cuore dell’estate per fare qualcosa di bello per voi. Raccontatemi un po’, se vi va!

Noi ci faremo ancora compagnia in luglio; poi in agosto ci sarà la solita “chiusura estiva” del blog.

Quindi grazie per la lettura, ci risentiamo in luglio :-)


giovedì 26 giugno 2025

VENTI ESTATI FA

 Spazio Scrittura Creativa: giugno 2025




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di giugno con lo Spazio Scrittura Creativa!


La storia di oggi è una commedia romantica dal sapore decisamente nostalgico. Sapete che sono una fan di Taylor Swift, ma davvero non ricordavo che il suo singolo di debutto, Tim McGraw, fosse uscito in data 19 giugno 2006. La canzone racconta in retrospettiva una cotta adolescenziale avvenuta l’estate prima, presumibilmente quella del 2005.


Ho provato anche io ad immaginare “venti estati fa”, mescolando fantasia e realtà. Le estati dei primi anni Duemila, quelle della mia adolescenza, che ormai vivono solo nel mio ricordo da millennial (e nei video nostalgici sui social).


Trovate Tim McGraw a questo link, e spero che vi sarà di buona compagnia insieme al racconto. Buona lettura!



Venti estati fa


Lui diceva che il modo in cui i miei occhi blu scintillavano

facevano vergognare le stelle della Georgia, quella notte

ed io dicevo: “è una bugia!”


Era solo un ragazzo con un camioncino Chevy

che aveva la tendenza ad impantanarsi

mentre tornavamo a casa la notte

ed io ero lì, accanto a lui, tutta l'estate


...e poi c'è stato il momento in cui ci siamo svegliati

ed abbiamo capito che l'estate se n'era andata


Quando Tiziana era diventata adolescente, e più di una persona le aveva detto: “Vedrai, ci saranno delle estati che ricorderai sempre”, non ci aveva creduto subito.


Le sue estati erano di fronte al suo solito mare, con la sua famiglia, senza nessun avvenimento straordinario. Tra partite di biliardino, tuffi dalla boa, canzoni disco sparate da qualche radiolina, cabine azzurre ed ombrelloni bianchi, tavoli da bar a cui sostare tutto il pomeriggio con un gelato ed una compagnia fin troppo rumorosa. Ogni singolo giorno.


Quell’estate del 2005 qualcosa le avrebbe fatto cambiare completamente idea.


Quindici anni (quasi sedici) non erano moltissimi, ma erano anche abbastanza per smetterla di passare sempre l’estate allo stesso modo.


In particolare, Tiziana era molto curiosa di scoprire come se la passasse chi sceglieva di trascorrere le sue vacanze in qualche villaggio turistico. Sì, era incredibilmente affascinata da quei luoghi, che le sembravano, almeno da lontano, dei veri e propri paradisi del divertimento. 

Così, quando quell'estate la famiglia di una delle sue più care amiche, Lea, aveva organizzato una splendida settimana di luglio in un villaggio del Sud Italia, quella di accettare il loro invito le era sembrata una bellissima idea.


Sarebbe stata, di fatto, la sua prima vacanza senza genitori (non i suoi, almeno), e proprio dove aveva sognato: in un mare che una volta tanto non era il solito (così suo, ma anche così prevedibile), in un posto dove di certo non si sarebbe annoiata.


E quando, dopo una lunga notte in treno, era entrata nel piccolo ma funzionale bungalow in legno, immerso nella pineta, ed aveva occhieggiato l'enorme spiaggia bianca che abbracciava un mare blu come forse non ne aveva mai visti, si era sentita proprio all'inizio di una grande avventura.


Di certo non aveva calcolato la sorpresa, la novità, l'imprevisto.


* * *


Si chiamava Andrea ed era uno dei più scatenati e allegri animatori. Istruttore di windsurf, carattere estroverso, già decisamente troppo più grande di lei. Tiziana aveva passato le prime sere al villaggio a tentare di farsi invitare a ballare da lui, ma aveva danzato con tutti gli animatori meno Andrea.


Fino a quando, durante la serata della festa a tema, non si era ritrovata, con sua grande sorpresa, a condividere un ballo con lui.


Avevano chiacchierato un po’: per lei era stata una scoperta del tutto nuova il rendersi conto che era in grado di passare del tempo insieme ad un ragazzo più grande senza l'imbarazzo che si sarebbe aspettata. Andrea era simpatico come l'aveva immaginato; più di ogni altra cosa, la caratteristica che lo rendeva speciale era la sua disponibilità a mettersi in gioco in ogni situazione, dall'aperitivo sotto l'ombrellone alla festa in maschera.


Tiziana sapeva che questo non era altro che il suo lavoro, eppure era ugualmente ammirata da tanta gioia di vivere, che non tutti gli animatori dimostravano allo stesso modo. Sì, le piaceva tutto di lui. I ricordi principali che, sapeva, avrebbe conservato di lui, sarebbero stati legati soprattutto alla sua voce ed alla sua risata.


Era stato così che quella settimana non era trascorsa, ma volata, ed i momenti speciali erano stati davvero moltissimi.


La cena tipica del martedì sera, quando si era azzardata a provare i salumi piccanti del luogo ed aveva dovuto bere e mangiare pane per tutto il resto della serata.


La festa sulla spiaggia, con quelle musiche che i genitori di Lea avevano classificato come rintronante, abbandonandola subito, mentre loro due erano rimaste a ballare.


La “serata del dilettante”, in cui lei e Lea avevano improvvisato un intermezzo comico.


Le mattine piene di sole, quando la spiaggia non si era ancora riempita.


L'ultima serata, con la festa d'addio, la torta, un po' di inevitabile tristezza.


Sempre insieme a Lea ed alle amiche che aveva trovato al villaggio, anche se per pochi giorni. Sempre cercando un modo per passare del tempo insieme ad Andrea. Aiutandolo a portare dei drink sotto le stelle della spiaggia, partecipando ai giochi insieme agli altri animatori, seguendo il suo stesso esempio di allegria e disponibilità a buttarsi in qualcosa di nuovo.


L'ultima sera erano ormai diventati amici. Andrea aveva fatto i complimenti a Tiziana, perché, a suo dire, ella aveva imparato a ballare in coppia, il che era un’esagerazione bella e buona, ma faceva parte del suo essere gentile ed entusiasta allo stesso tempo.



Così, in una mattina calda e soleggiata come e più delle altre, prima che lei stessa potesse rendersene conto, si era svegliata presto, immusonita ed incredula, con Lea che aveva già la testa immersa tra le valigie. Aveva fatto l’ultima abbondante colazione al villaggio, e si era ritrovata di nuovo sul treno, destinazione Milano.


Aveva telefonato ai suoi genitori, dicendo loro che tutto era andato bene. E che non poteva credere che fosse già finito tutto. Eppure era così...e con quella vacanza se n’era andato un pezzo speciale di estate.


* * *


Settembre ha visto un mese di lacrime

e grazie a Dio non eri qui, a vedermi così

ma in una scatola accanto al mio letto

c'è una lettera che tu non hai mai letto

di tre estati fa

è difficile non trovare il tutto un po' dolce ed amaro


Tiziana era tornata dalla vacanza in gran forma, in tanti le avevano detto che aveva un volto rilassato e sereno: si vedeva che la vacanza l’aveva resa felice!


Quanto a lei, era combattuta tra diversi sentimenti.


Era contenta della vacanza trascorsa, certo. Aveva una gran voglia di ripartire per le sue solite vacanze in famiglia la settimana successiva, senz’altro. Tuttavia era anche piuttosto triste perché sapeva che, con ogni probabilità, non avrebbe più rivisto Andrea.


Era frastornata, come se avesse fatto indigestione di forti emozioni, ed ora che era tornata alla normale routine sentiva come un vuoto all’altezza del petto.


Dopo uno splendido agosto, il ritorno a scuola era stato un continuo alternarsi di alti e bassi. Sedici anni erano un'età complessa, e Tiziana se ne rendeva conto sempre più.


Quello che più la lasciava sconcertata era stato notare come, tra i suoi coetanei, nessuno avesse quelle qualità che aveva tanto apprezzato in Andrea. I sedicenni che conosceva erano molli, pigri, trascurati. Non avevano uno scatto di entusiasmo, non sorridevano per ogni sciocchezza, anzi, spesso si arrabbiavano per un nonnulla e passavano intere giornate a bighellonare per il centro o seduti sul divano, senza aver voglia di fare niente.


E, quando le capitava (spesso) di guardare fuori dalla finestra durante le lunghe ore di scuola, trovando solo un parchetto spelacchiato, centinaia di auto parcheggiate ed un grigiore generale, ripensava con forte nostalgia alla spiaggia dorata dove leggeva le sue riviste ed alle sere stellate in cui aveva ballato con Andrea.


Era come se avesse messo in un cassetto la sua cotta per lui. Era stata un’esperienza splendida, forse proprio perché circoscritta a quella indimenticabile settimana.


Per la prima volta nella sua vita, sapeva di aver desiderato qualcosa di diverso rispetto al suo passato. Una persona più matura, più disponibile, certo più adulta, ma anche, comunque, sempre pronta a ridere ed a giocare come un bambino. Forse la conoscenza di Andrea l'aveva aiutata a capire che non si doveva accontentare di qualche bulletto che la considerava in giorni alterni.


Quasi sicuramente non avrebbe ritrovato lui, ma, man mano che l’autunno e l’inverno si incamminavano, stava pian piano ritrovando l’entusiasmo e l’allegria che egli, in pochi giorni, le aveva trasmesso.


Per questo motivo il suo ricordo era dolce e amaro allo stesso tempo.


* * *


E sono tornata, per la prima volta da allora

e sono sulla tua strada

e c'è una lettera lasciata sulla tua porta

e la prima cosa che leggerai è...


Quando pensi a Tim McGraw

spero che tu pensi alla mia canzone preferita,

quella che abbiamo ballato tutta la notte

la luce della luna come un riflettore sul lago.

Quando pensi alla felicità

spero che tu pensi a quel vestitino nero,

che pensi alla mia testa sul tuo petto

ed ai miei vecchi e sbiaditi jeans blu.

Quando pensi a Tim McGraw, spero che pensi a me”


Il 2005. Venti estati fa.


Giugno era arrivato di nuovo. Il lavoro, la casa, le incombenze, la vita adulta… a volte svanivano in un attimo di fronte all’intensità di un ricordo.


Ritrovarsi a pensare a quella lontana vacanza al mare scaldava ancora il cuore di Tiziana. Con il tempo, le emozioni avevano ceduto il passo alla razionalità, ed al dolce ricordo di una cotta adolescenziale.


Dentro di sé, però, ella sapeva che incontrare Andrea proprio in quell’estate era stato importante per lei. Le aveva aperto gli occhi, aveva insegnato al suo cuore di sedicenne ribelle a ridere dei piaceri più semplici, quelli che lei, in lotta con il mondo e con la sua stessa crescita, aveva finito per mettere in un angolo.


Non era più tornata al villaggio. Non che fossero mancate le occasioni: la verità era che, in un certo senso, non aveva avuto il coraggio di tornare lì.


Dentro di lei era nata l'idea che tornare proprio in quel luogo, dove era stata tanto felice per una settimana soltanto, le avrebbe, in qualche modo, guastato il ricordo.


Forse avrebbe guardato quel mare e si sarebbe detta: ma perché mi sentivo così follemente libera? Che ha poi questo posto di speciale?


Preferiva che quella spiaggia, quella pineta, quei suoni e quei profumi le rimanessero nel cuore, come una sorta di luogo dell'anima, come uno dei ricordi più belli e profondi della sua adolescenza. Qualcosa di cui non si sarebbe mai più scordata.


Le bastava un attimo per ritrovarsi ancora lì, con i piedi su quella sabbia bianchissima, con la luna puntata come un riflettore sul mare, con la sua minigonna di jeans di giorno ed il suo vestitino preferito la sera. Risentiva ancora la musica che usciva dalle casse, lo scalpiccio dei piedi sulla pista da ballo, la risata di Andrea.


Sì, senza dubbio, per sempre, una delle sue estati più belle.



FINE




Come dicevo nell’introduzione… la parola chiave è “nostalgia”, o sbaglio?

Lo raccontavo un po’ anche nelle mie poesie del post del mese scorso: non è più estate com’era una volta. C’è chi è sommerso dallo studio o dal lavoro ed ha ben poche ferie, chi affronta un tempo sospeso dopo un anno pieno e si chiede dove e come lavorerà da settembre (sapete che sono parte di questa categoria), chi deve seguire bambini piccoli e/o genitori poco autosufficienti, chi approfitta dell’estate per fare grandi lavori a casa o cambiamenti di vita… e fin qui ho solo parlato di ordinaria amministrazione, c’è anche chi ha problemi grossi.


Eppure basta una gita in un posto che ci era piaciuto tanto anni prima, un weekend in riva al “nostro mare” (o in cima alla “nostra montagna”, come preferite), o anche semplicemente riaprire un album di foto analogiche di vent’anni prima, ed eccole qui, più nitide che mai, le estati della nostra infanzia e adolescenza.


Con tutto il carico di cose che non ci sono più: scommetto che gli adolescenti di oggi mi riderebbero in faccia se mi mettessi a nominare le schede telefoniche con i 1000 SMS per il fidanzato, i lettori CD con le compilation del Festivalbar, gelati Algida che si sono estinti come i dinosauri da più di un decennio, le hit da discoteca che ormai passano solo alle serate a tema e così via… Anche il “villaggio vacanze” di vent’anni fa è una formula che ormai si è rinnovata, forse perché (almeno, questa è la mia impressione) in vacanza abbiamo bisogno molto di più di fermarci, rilassarci e respirare che di essere coinvolti da qualche animatore in molteplici esperienze. La vita si è fatta di anno in anno più frenetica…


Papiro nostalgico a parte, spero che l’estate che è appena iniziata vi permetterà comunque di collezionare bei ricordi. Imperfetti e tra un rovescio della vita e l’altro, come spesso va a finire, ma pur sempre momenti da non dimenticare.


Fatemi sapere che ne pensate del racconto, se vi va.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)