lunedì 30 ottobre 2017

DELITTI TRA I FIORDI

I miei romanzi preferiti di Camilla Lackberg




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Letture a tema…”, oggi vi voglio parlare di un’autrice di romanzi gialli molto famosa e che qui in Italia ha un vasto pubblico soprattutto femminile: Camilla Lackberg. È stata definita la “Agatha Christie” svedese, e non certo a torto.

Le sue storie sono ambientate nella cittadina di Fjallbacka, che sembrerebbe essere un semplice luogo di villeggiatura di provincia, ma si rivela spesso teatro di orrendi delitti: tra le casette di legno e le spiagge immacolate si nascondono antichi rancori, torti mai dimenticati e rivalità familiari e personali.

Quello che più mi piace dei romanzi della Lackberg è però l’idea di scavare di volta in volta nel passato dei protagonisti e degli indagati, facendo delle digressioni che portano il lettore, a poco a poco, a fare collegamenti ed a scoprire la verità.

Ho scelto i miei preferiti tra i romanzi dell’autrice, sperando che il mio parere possa interessarvi ed incuriosirvi.

Possiamo tranquillamente considerare questo post come "dedicato" ad Halloween: le atmosfere cupe e misteriose di questi gialli, infatti, vi terranno di sicuro con il fiato in sospeso.



LA PRINCIPESSA DI GHIACCIO



Erica, giornalista e scrittrice trentenne, torna nel paesino natale di Fjallbacka, in Svezia, dopo la morte improvvisa dei genitori in un incidente d'auto, e riprende possesso della villa dove è cresciuta.
Deve subito però lottare con il cognato Lucas, egoista e malvagio, che ha soggiogato sua sorella Anna e cerca di convincere anche Erica a vendere la villa di famiglia. Tuttavia, questo non è il principale dei problemi.

Infatti, in una casa vacanze poco distante, viene trovato il cadavere di Alex, una bellissima donna, con i polsi tagliati e in una vasca ghiacciata. Erica, che era legatissima ad Alex da bambina ed ha però poi perso ogni contatto, decide di restare informata sulle indagini.
Al commissariato di polizia ella incontra Patrik, giovane commissario, suo amico di vecchia data, da sempre innamorato di lei. Erica e Patrik, di comune accordo, iniziano ad indagare sui misteri che si celano dietro la morte di Alex...

Un giallo davvero avvincente, con un intreccio appassionante e sorprendente, ma anche con tante simpatiche ed ironiche pagine al femminile. Il primo romanzo di questa serie!



IL PREDICATORE



La convivenza tra Erica e Patrick va molto bene, ed Erica aspetta il loro primo figlio. La tranquillità della coppia è però sconvolta da un nuovo mistero: un ragazzino trova, in una conca tra i fiordi, il cadavere di una giovanissima donna. La polizia si precipita sul posto e trova, sepolti sotto la donna, altri due scheletri femminili. Vengono riportate alla luce delle misteriose sparizioni di anni prima, e si intuisce che un enigma mai risolto sta per tornare alla luce.


Le indagini ruotano intorno ad alcune famiglie insospettabili di Fjallbacka, collegate tra loro dal legame di sangue con un vecchio, morto da tempo, che si era autoproclamato guaritore e predicatore.


Questo giallo, più complesso e crudo del precedente, non delude però le aspettative dei fan di Erica e Patrick. La storia è ben costruita e, per quanto terribile, convincente.



LO SCALPELLINO



Per Erica, le gioie della maternità sono ben diverse da quello che si sarebbe aspettata. Dalla nascita della piccola Maja, infatti, è sempre stanca, si sente immobile, e, al tempo stesso, la bimba porta via tutte le sue energie ed il suo tempo libero.

Nel frattempo, un'altra tragedia sconvolge il paese: Sara, la bambina di cinque anni di una coppia di amici di Erica e Patrick, è trovata morta in mare. Ma chi può volere la morte di un esserino innocente? E con quale mostro la polizia si deve misurare? Per scoprirlo, bisognerà ripercorrere una lunga ed avvincente storia che affonda le sue radici nel passato.


In questo romanzo di Camilla Lackberg c'è uno spazio molto ampio dedicato alle sfumature della psicologia femminile, e viene tratteggiato il ritratto di personaggi crudeli, sfrenati ed imprevedibili. Un intreccio ancora più interessante dei precedenti episodi, che rende questo libro davvero un ottimo giallo.



IL GUARDIANO DEL FARO



La famiglia di Erica e Patrik è sempre più numerosa: oltre a Maja, ora, ci sono due gemellini. La sorella Anna ha dimenticato il suo passato con il violento Lucas; tuttavia, la vita continua a riservare amarezze sia a lei che al suo nuovo compagno Dan, un vecchio amico di Erica.

Patrik, appena rientrato in servizio dopo un brutto infarto forse dovuto ad affaticamento, si ritrova ad indagare sull’omicidio di un direttore comunale del settore finanze, ucciso con una pistola.

Nel frattempo, una notte, una donna di nome Annie, insieme al figlioletto, fugge da casa sua con le mani sporche di sangue, diretta verso l’isola di Graskar, dove possiede una vecchia casa di famiglia. La leggenda vuole che su quell’isola si aggirino gli spettri, perché su di essa, molti anni prima, si è consumata una vicenda di odio e di sangue. Cosa nasconde Annie? Qual è il suo legame con gli spettri dell’isola?
Le indagini sembrano portare Erica e Patrik in direzione di un’associazione per donne maltrattate…


Al centro di questo romanzo c’è la disperazione di tutte coloro che sono state a lungo derise, umiliate ed oppresse dal compagno; l’autrice è molto brava nel mostrare come questo sentimento possa trasformarsi in un desiderio di rabbia e vendetta difficile da controllare.



IL SEGRETO DEGLI ANGELI



Dopo molti anni, la giovane Ebba torna con il marito Marten sull’isola di Valo, vicina a Fjallbacka, decisa a ristrutturare la vecchia casa di famiglia, che un tempo era una colonia.

Ella vorrebbe anche venire a capo del mistero che, tanti anni prima, l’ha vista protagonista: quando aveva un anno, la vigilia di Pasqua tutta la sua famiglia è sparita nel nulla, insieme agli ospiti della casa. Lei è l’unica sopravvissuta: di tutti gli altri non si è saputo più nulla.
Una maledizione sembra pendere su quella colonia, fin dal tempo in cui, molti decenni prima, c’era stato lo scandalo dell’infanticida detta “la fabbricante di angeli”. Ebba e Marten, infatti, iniziano a subire una serie di incidenti che si verificano mentre tentano di sistemare la casa e, sempre più sconvolti, chiedono aiuto a Patrik.
Erica, venuta a sapere dell’indagine del marito, non può ovviamente esimersi dal cercare la verità su questa storia piena di orrori…


Si potrebbe dire molto su questo romanzo di Camilla Lackberg, ma la verità è che, semplicemente, l’intreccio è condotto in modo magistrale. La colonia di Valo si rivela, pagina dopo pagina, una vera e propria casa degli orrori, ed ogni mistero risolto sembra portare all’apertura di un altro.




E voi…che ne dite? Conoscete questa scrittrice? Vi piace?
Quali sono i suoi romanzi che preferite? 
Fatemi sapere!
Grazie della lettura ed al prossimo post

martedì 24 ottobre 2017

TESTI DI CANZONI E FILOSOFIA DI VITA: TAYLOR SWIFT

I 10 insegnamenti più belli della cantautrice





Cari lettori,
per la nostra rubrica “Consigli musicali”, oggi parliamo della mia cantante straniera preferita: Taylor Swift.
I dati essenziali della ragazza sono noti ai più. Classe ’89 come me, in attività dal 2006, ha raggiunto la popolarità con i primi album Taylor Swift (2006) e Fearless (2008), fortemente country, e la consacrazione con i dischi Speak Now (2010) e Red (2012), ben più sperimentali. Con il quinto album 1989 (2014) la svolta pop è stata definitiva e l’ha portata ad avere un pubblico molto più ampio, specie in Italia, dove, fino a quel momento, non era mai stata molto considerata.
In questo momento, noi fan siamo tutti in grande attesa del suo sesto album, in ritardo di un anno rispetto alla sua abituale cadenza biennale. Il disco si chiamerà Reputation e sarà disponibile a partire dal 10 novembre.


Si potrebbe parlare a lungo di questo personaggio (e, credetemi, io lo farei), a partire dalla sua musica, passando dalla sua ultima tournée (che ha visto la partecipazione di ospiti di spicco) fino ad arrivare alla sua immagine pubblica. Tuttavia, io credo che quello di cui valga la pena scrivere sia il suo vero punto di forza: i testi.


Taylor è autrice di ogni sua singola canzone (anche se a volte lavora da sola ed a volte in gruppo), e si sente. Io ascolto moltissima musica, ma non ho ancora trovato una persona che descriva sentimenti, pensieri ed emozioni bene come lei. In particolare, trovo che il terzo album, Speak now, scritto esclusivamente da lei per suo volere, sia il suo capolavoro dal punto di vista testuale.

In questo post vi propongo 10 piccole perle.
Sono dei frammenti di testo tratti da tutti i suoi album, da quello di esordio a quello più recente. Ripenso spesso a queste parole, che mi hanno lasciato molto e che continuano a stimolarmi. Spero di riuscire a farvi capire il perché.



MARY’S SONG, 2006



Take me back to the house on the backyard tree, said you'd beat me up, you were bigger than me... you never did, you never did.”

Riportami alla casa sull'albero in cortile, tu dicevi che mi avresti pestato perché eri più grosso di me... ma non l'hai mai fatto, non l'hai mai fatto.


La mia canzone preferita dell’album d’esordio narra la dolce e commovente storia di due vicini di casa che, amici d’infanzia e poi fidanzati da adolescenti, finiscono per sposarsi e mettere su famiglia come nella migliore delle favole.

Ho scelto questi due versi non solo perché mi riportano alla mente un ricordo ben preciso, ma anche e soprattutto perché in poche parole è convogliato un mondo: la casa, i giochi d’infanzia, le amicizie più innocenti e sincere.

Quante volte, dietro alle minacce scherzose dei bambini che giocano tra loro, si celano affetti sinceri e poi a lungo rimpianti?



FIFTEEN, 2008


I found time can heal most anything and you might find who you're supposed to be... I didn't know who I was supposed to be, at fifteen.”

Ho capito che il tempo può guarire quasi tutto, e troverai quello che sei destinata ad essere...io non sapevo chi sarei diventata, a 15 anni.


La mia canzone preferita del secondo album. È un vero viaggio nei ricordi, dal primo all'ultimo giorno di liceo. Niente viene risparmiato, a partire dall'eccitazione e dalla speranza dei primi giorni, passando per l'allegria nel vivere da adolescente, la conoscenza di quelle che diventano le tue migliori amiche, fino ad arrivare, naturalmente, ai ragazzi.

Tutto positivo, certo. Ma l'adolescenza passa, e le prime delusioni arrivano.

Qual è l’insegnamento da trarre, allora? Io credo che sia il fatto che il liceo è solo una fase della vita. Si sogna intensamente, si spera, si ama, ma non si conosce ancora la propria vera identità, che è ancora in costruzione.
Personalmente io trovo questo testo un’analisi a posteriori della propria adolescenza molto lucida ed istruttiva.



CHANGE, 2008


Tonight we'll stand, get off of our knees, fight for what we've worked for all these years, and the battle was long, it's the fight of our lives, but we'll stand up champions tonight.”

Stanotte saremo qui, ci alzeremo dalle ginocchia, combatteremo per quello per cui abbiamo lavorato per tutti questi anni, e la battaglia è stata lunga, è la lotta della nostra vita, ma staremo qui come campioni stanotte.


Ci sono momenti della propria vita in cui ci si sente stanchi, stufi, un po' immobili. Come se tutto quello che abbiamo fatto non valesse nulla, come se noi stessimo lavorando a vuoto per un futuro che appare come un buco nero. Per tutti noi ci sono stati tanti, tantissimi momenti così!

In ogni caso, vi è una sensazione positiva che si accompagna a tutto questo: il cambiamento è vicino, si chiude un'epoca che comunque ha portato tante cose belle, ed il futuro è tutto da scrivere. Non tutti i cambiamenti vengono per nuocere, anche se qualcosa, inevitabilmente, ci farà soffrire. Forse ci sentiremo tristi, persi, dubbiosi... ma anche stupefatti e, in qualche modo, liberi.

Ed allora è giusto lavorare, è giusto dedicarsi a quello che desideriamo, con passione, senza la necessità di ipotecare sempre il futuro. Perché qualche riconoscimento arriverà, anche soltanto nel nostro cuore.



NEVER GROW UP, 2010


Take pictures in your mind of your childhood room, memorize what it sounded like when your dad gets home, remember the footsteps, remember the words said, and all your little brother's favourite songs. I just realized everything I have is someday gonna be gone.”

Scatta foto nella tua mente della tua cameretta da bambina, memorizza com'era quando tuo padre tornava a casa, ricorda i passi, ricorda le parole dette, e le canzoni preferite del tuo fratellino. Ho appena capito che tutto quello che ho un giorno se ne andrà.


Una delle canzoni più dolci e commoventi scritte da Taylor. Tutto, a partire dalla melodia, che sembra quasi una ninna-nanna, fino ad arrivare allo splendido testo, mette alla prova anche il cuore più di pietra.

La canzone sembrerebbe dedicata ad un bimbo di cui la protagonista si sta prendendo cura, ma, a partire dalla seconda strofa, ella inizia a rivolgersi a un'adolescente. I destinatari di questa meravigliosa lettera potrebbero essere dunque tutte quelle persone nate dopo di noi, delle quali, in qualche modo, ci occupiamo.

C'è, inoltre, un altro aspetto: insieme a loro, siamo cresciuti anche noi! Quante volte ci è capitato di dirci, durante questi tumultuosi ed un po' imprevedibili anni da ventenni, “vorrei non essere mai cresciuta”? Purtroppo – o per fortuna! - nulla di questo si può evitare.



LAST KISS, 2010


Hope it's nice where you are...and I hope the sun shines and it's a beautiful day, and something reminds you you wished you had stayed. You can plan for a change of weather or town, but I never planned on you changing your mind.”

Spero che sia bello dove sei... e spero che il sole brilli e che sia una bella giornata, e che qualcosa ti ricordi che avresti voluto restare. Puoi programmare un cambiamento di clima o di città, ma non avrei mai pensato che avresti cambiato idea così.


Tra tutte le canzoni di Taylor che hanno come argomento la rottura di una relazione, ho scelto questa perché credo che la terza strofa sia un assoluto capolavoro, un misto di emozioni e di maturità.

Una storia, all’inizio, può sembrare meravigliosa, coinvolgente, la migliore possibile, ed anche l’intesa con la persona in questione può essere perfetta. La vita, però, inevitabilmente divide, ed è così che ci si trova davanti a qualcuno di cui non si conoscono più le reali aspirazioni ed i veri desideri.

Se una persona amata prende un’altra strada – magari una che da lui non ci saremmo mai aspettati – è difficile non cedere alla rabbia, al rancore ed al senso di abbandono. Tuttavia, con tempo e pazienza, si può arrivare ad augurargli il meglio.




LONG LIVE, 2010


Can you take a moment? Promise me this: that you’ll stand by me forever, but If God forbid, Fate should step in, and force us into a goodbye, if you have children someday, when they point to the pictures, please tell them my name…”

Potete aspettare un momento? Promettetemi questo: che starete con me per sempre, ma se Dio lo impedisse, se il Fato si mettesse in mezzo, e ci forzasse ad un addio, se avrete dei bambini un giorno, quando punteranno il dito sulle foto, per favore, dite loro il mio nome…


Taylor ha scritto questa canzone per la sua band e per poter ricordare per sempre l’emozione dei concerti.

Personalmente, questa per me sarà sempre la canzone da dedicare alla mia scuola di danza ed alle compagne che hanno vissuto e continuano a vivere con me quest’avventura. Facendo un discorso generale, io credo che questo testo sia dedicato a tutti coloro che si esibiscono per mestiere o anche solo per hobby: le luci, l’eccitazione, il buio che nasconde la folla sono i grandi protagonisti di questa storia.

Condividendo queste emozioni si diventa come fratelli e rimangono dei ricordi preziosi che nessun ostacolo, a parere mio, potrà mai cancellare.




ALL TOO WELL, 2012


Hey, you called me up again just to break me like a promise, so casually cruel in the name of being honest. I'm a crumbled piece of paper lying here, 'cause I remember it all, all, all... too well.”

Ehi, mi hai chiamato di nuovo, solo per spezzarmi come si fa con una promessa, così disinvolto e crudele in nome dell'essere onesti. Sono un pezzo di carta stropicciato, e resto qui, perché mi ricordo tutto, tutto, tutto... troppo bene.


Ho inserito questo estratto perché credo che All too well sia uno degli assoluti capolavori di Taylor dal punto di vista testuale. Il pretesto è, ancora una volta, il racconto di una storia d’amore, ma sarebbe riduttivo limitare a questo l’analisi della canzone.

Questo testo, infatti, è una vera e propria ode al ricordo, che, anche se apparentemente amaro, è Dolce per sé, come scriveva Dacia Maraini, proprio perché appartiene alla nostra storia.
Per capire quello che intendo, vi consiglio caldamente di ascoltare il brano. Personalmente, ogni suo verso mi fa tornare in mente qualcosa di diverso.

Forse per questo motivo questa canzone, mai stata singolo, è diventata comunque così amata e popolare che Taylor l’ha presentata ai Grammy del gennaio 2014.



OUT OF THE WOODS, 2014


Remember when we couldn’t take the heat, I walked out and said: I’m setting you free… but the monsters turned out to be just trees.”

Ricorda quando non potevamo sopportare la pressione; me ne sono andata ed ho detto: “Ti lascio libero!”…ma i mostri si sono rivelati essere soltanto alberi.


Questo estratto ed i due successivi sono tratti da 1989, ultimo album di Taylor e, come spesso dico io, guida perfetta per noi ragazzi tra i 25 ed i 30.

Il brano Out of the woods è una vera e propria presa di coscienza di una persona che, spaventata dalla provvisorietà e dalla fragilità delle relazioni e di ogni altro aspetto dell’esistenza, si fa prendere dal panico ed attende con ansia il momento in cui sarà fuori dal bosco, ovvero al di fuori dei guai. Giorno dopo giorno, però, ella si rende conto di essersi semplicemente affacciata alla vita adulta con tutta la sua precarietà.
In definitiva, il suo errore è stato quello di considerare dei mostri spaventosi quelli che erano dei semplici alberi, ovvero degli ostacoli sorpassabili che spesso aiutano a restare nella giusta direzione.

Consiglio caldamente a tutti di vedere il video, molto poetico e dotato di una simbologia semplice ma efficace.



THIS LOVE (2014)


When you're young, you just run, but you come back to what you need.”

Quando sei giovane, corri e basta, ma poi torni indietro a quello di cui hai bisogno.


This love è la mia canzone preferita di 1989. I protagonisti di questa struggente ballata sono i molti tipi di amore che una persona può incontrare nella vita, lasciati volutamente indefiniti dall’autrice.

I sentimenti tornano come una marea; restano accesi nella notte come una lanterna; vengono espressi con urla silenziose e sogni selvaggi; tramutano un sorriso in un fantasma che ci fa cadere in ginocchio senza parole; possono essere buoni e cattivi e, soprattutto, possono ritornare.

This love ci insegna che non perdiamo mai un sentimento, perché esso ritornerà da noi anche se la persona amata non c’è più. Quando si è giovani è facile rincorrere ogni novità, ma si finisce sempre per tornare da ciò che è parte di noi.



YOU ARE IN LOVE, 2014


You understand now why they lost their minds and fought the wars, and why I spent my whole life trying to put it into words.”

Ora capisci perché hanno perso la testa e combattuto le guerre, e perché ho passato tutta la mia vita a provare a metterlo in parole.


Taylor è del mio anno e forse è presto per parlare di un “testamento spirituale”, ma io credo che questa canzone, in parte, lo sia. Il brano è stato scritto per il matrimonio di due amici e parla dell’amore adulto.

Basta con le favole, i boschi, le casette sul cortile, i sogni: ci sono toast bruciati alla mattina, foto da mettere sulla scrivania in ufficio, maglioni da condividere se fa freddo. C’è un amore molto più semplice e quotidiano, che però si svela in tutta la sua potenza ed importanza.

È la stessa autrice che, prendendo esempio dai suoi amici, comprende finalmente perché ha tentato tutta la vita di mettere in parole l’amore.





Vi ringrazio per la pazienza nella lettura di questo lungo post. Ho ridotto ad un decalogo gli estratti selezionati perché, probabilmente, se avessi dovuto inserire tutto quello che mi piace, sarebbe venuto fuori un post interminabile. Ho scelto dei brani che, secondo me, contengono consigli ed idee oggettive, lasciando perdere quei testi che mi sono rimasti nel cuore per motivi strettamente personali (come, per esempio, Cold as you, Breathe, Enchanted, Begin again, I wish you would…)


Dal momento che l’uscita del nuovo disco si avvicina, vi faccio sapere anche che cosa penso delle nuove canzoni finora presentate in anteprima.

Look what you made me do mi ha convinto al 100% fin da subito. La sonorità è del tutto nuova ed il testo è audace ed inedito… un vero proprio inno contro tutti i maltrattamenti e le ingiustizie che spesso si è costretti a subire.

...Ready for it? Mi piace molto dal punto di vista musicale, un po’ meno da quello testuale, perché sembra riprendere la tematica di un’altra sua canzone famosa, Wildest dreams (l’incontro romantico con un uomo misterioso e non troppo affidabile).

Gorgeous, infine, riprende un po’ il sound del suo disco 1989, ha tutte le carte in regola per essere un tormentone ed il testo nel complesso è piacevole.


Rileggendo i testi, e considerando quella che sembra essere la tematica chiave del disco, a me e ad altri fan è venuto il sospetto che essi siano scritti in chiave satirica/ironica, e che “prendano in giro” rispettivamente la sua immagine come diva, la sua fama di “mangiauomini” e l’indole romantica che ha spesso dimostrato nelle sue canzoni.
Se così fosse, da un lato mi spiacerebbe non riascoltare quella semplicità genuina che caratterizza molti suoi testi, ma dall’altro sarei ancora più incuriosita, perché un disco in chiave autoironica sarebbe davvero unico nel suo genere.
Comunque scopriremo tutto il 10 novembre :-)




Fatemi sapere se conoscete quest’artista, se vi piace, quali sue canzoni preferite.
Spero anche di avervi fatto conoscere (meglio) una cantante della cui unicità, secondo me, non si parla ancora a sufficienza in Italia.
Ancora più del solito, aspetto i vostri pareri!
Al prossimo post

giovedì 19 ottobre 2017

FILUMENA MARTURANO

Il teatro di Eduardo De Filippo in scena al Carcano




Cari lettori,
il post odierno è dedicato ai “Consigli teatrali”, e, in modo particolare, al primo spettacolo della stagione di prosa 2017-2018 al Teatro Carcano di Milano: Filumena Marturano.


Come vi avevo anticipato in questo post di presentazione, l’offerta del Carcano di quest’anno è davvero variegata ed interessante, ed il capolavoro di Eduardo De Filippo, in bilico tra il dramma e la commedia, è una conferma della validità delle proposte.


Vediamo insieme lo spettacolo nel dettaglio!



La storia di Filumena e Domenico



Domenico Soriano, personaggio di spicco della Napoli benestante, convive da anni con Filumena Marturano, una ex prostituta che lo assiste, giorno dopo giorno, come se fosse la sua legittima moglie.

Nel momento in cui, però, Domenico tenta di allontanare Filumena per sposare una giovanissima ragazza, la donna, vistasi in difficoltà dopo aver sopportato per anni molte disavventure, architetta uno stratagemma per far valere i suoi diritti. Ella, infatti, si finge in punto di morte e costringe Domenico, come ultimo desiderio, a sposarla.

L’uomo cade nel tranello, ma, quando scopre che la donna non è affatto in pericolo di vita, si infuria e cerca degli avvocati per l’annullamento.


Filumena, che non si rassegna, decide di rivelare a Domenico il suo segreto: ella ha avuto tre figli, che ora sono uomini adulti e non sono a conoscenza né dell’identità della madre né della loro fratellanza, ed uno di loro ha come padre biologico proprio Soriano.

Quale sarà dei tre? E che ruolo avrà questa storia nel destino di Filumena?

Eduardo De Filippo ce lo racconta, con grande arguzia e delicatezza.



Indimenticabili attori principali...



La vera star di questa rappresentazione è Mariangela D’Abbraccio, la cui interpretazione conferisce grandissima intensità al personaggio di Filumena.
Ciò che, secondo me, affascina maggiormente lo spettatore è la capacità di raccontare e di tenere legato a sé il pubblico con il potere della parola.

Quando Filumena rivela ai suoi tre figli di essere la loro vera madre, cerca di spiegare loro il motivo del suo silenzio durato molti anni, e rievoca la sua gioventù fatta di miseria e desideri frustrati e le circostanze che l’hanno portata ad essere una prostituta. La sua storia è piena di dolore e di rimpianti, eppure ella, con pochi dettagli e gesti significativi, lascia intendere che molto di quello che le è successo sia stato semplicemente frutto del caso, oppure l’unica alternativa di fronte al rischio di morire di fame e di stenti.


Ottima anche l’interpretazione di Geppy Gleijeses, che riesce a rendere convincente un personaggio come Domenico Soriano, che non sempre è facile da comprendere.

All’inizio dello spettacolo, infatti, potrebbe sembrare che sia Filumena a dipendere dall’uomo, e così è dal punto di vista della posizione sociale.
Più lo spettatore osserva Soriano, però, e più si rende conto che egli non potrebbe vivere serenamente senza Filumena.
Egli, infatti, coltiva l’irragionevole illusione di essere ancora giovane e di poter continuare a condurre una vita fatta di eccessi e di divertimenti; l’inaspettata paternità e la graduale rivalutazione della donna con cui ha vissuto per oltre vent’anni, però, fanno sì che egli apra gli occhi e scelga ciò che per lui è realmente importante.



...e straordinari attori secondari



Se Filumena è un personaggio prevalentemente drammatico, e Domenico alterna momenti più seri ad altri più divertenti, sono i due personaggi di “spalla” a regalare un’inaspettata comicità alla narrazione: il tuttofare di Soriano e la cameriera della Marturano.

Essi sono interpretati, rispettivamente, da Mimmo Mignemi, già visto in serie tv come Il commissario Montalbano e La mafia uccide solo d’estate, e da Nunzia Schiano, conosciuta da tanti come l’arcigna mamma napoletana di Alessandro Siani in Benvenuti al Sud.

Entrambi rendono pienamente giustizia ai due servitori di casa, indecisi tra il desiderio di continuare a servire i loro padroni e l’esasperazione nel vedere che Filumena è disperata e Soriano è convinto di essere ancora un ragazzo.

Per questo motivo, forse, quando la vicenda inizia a risolversi per il meglio, lo spettatore li vede molto sorridenti, persino più dei protagonisti.



La crisi della famiglia e la sua ricostruzione



Lo scontro tra i due protagonisti è soprattutto ideologico e riguarda le due diverse concezioni di famiglia che essi hanno.

Domenico Soriano, infatti, è un uomo che si ritiene moderno, ma è ancora intimamente ancorato all’ideale antiquato della famiglia borghese, secondo il quale una relazione con una donna come Filumena non ha alcuna importanza ed è necessario, dunque, formare una nuova famiglia sposandosi con una donna giovane e con una buona posizione sociale.

Filumena, invece, fa capire a Domenico che egli ha già avuto una famiglia per tutta la vita e non l’ha apprezzata come avrebbe dovuto.


Con questa commedia, Eduardo De Filippo restituisce dignità anche alla figura dei “figli della prostituta”, tradizionalmente disprezzati dalla società, che invece mostrano di essere dei rispettabili professionisti e padri di famiglia, molto comprensivi nei confronti della madre che si è rivelata loro in età adulta.

Quest’opera, scritta nel 1946, è una delle più significative del grande drammaturgo, proprio perché sembra voler segnare un cambiamento di società e di mentalità del popolo italiano. È come se Eduardo De Filippo invitasse i suoi spettatori, a guerra finita, a tenere stretto quel che resta della propria famiglia e dei propri affetti, di qualunque natura essi siano.




Lo spettacolo, già molto applaudito al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2016, resterà al Teatro Carcano fino a domenica 29 ottobre!
Avete già visto questa rappresentazione?
Vi è capitato di vedere altre versioni di questa grande opera di Eduardo De Filippo?
Spero di avervi interessato!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)