sabato 19 dicembre 2015

BUON NATALE! CON CHARLES DICKENS

Cinque buoni motivi per (ri)leggere "Canto di Natale"

 

 

Cari lettori,


non è un mistero che ci stiamo avvicinando a grandi passi al Natale. 
Le grandi città si riempiono, le strade diventano trafficate, i centri storici sono impraticabili durante il fine settimana e, per quanto a molti di noi le feste piacciano e le vacanze siano imminenti, capita che lo stress aumenti invece di diminuire.



Fidatevi: in questi casi non c'è niente di meglio che rifugiarsi in poltrona (o sul divano, si sta ancora più comodi) con un buon libro.

Visto il periodo, mi sento di consigliarvi di cuore il romanzo per eccellenza dedicato al 25 dicembre: “Canto di Natale” (in inglese A Christmas carol) di Charles Dickens.





Questo racconto è stato usato, re-interpretato ed anche riprodotto in molte versioni cinematografiche ed animate (celeberrima quella disneyana).

Penso che la storia della redenzione dell'avaro Scrooge sia di dominio pubblico, e che persino un bambino sia in grado di poterla raccontare.


Tuttavia, mi sento, ancora una volta, di consigliare la lettura di “Canto di Natale”.

Io stessa ho perso il conto di quante volte lo abbia riletto, e, ciò nonostante, quando riapro quel volumetto che ormai conosco quasi a memoria rimango piacevolmente stupita da qualche sfumatura che precedentemente avevo dimenticato o non avevo colto appieno.


Inutile ribadire che un grande classico è tale solo quando ha qualcosa da comunicare ancora oggi e ad ogni rilettura, e che Dickens è annoverato tra di essi proprio per questa ragione.


Ecco invece una breve lista di ottimi motivi per cui dedicare un pomeriggio o una sera delle vacanze di Natale a questo libro:





1) “Canto di Natale” ci impone una pausa dai nostri affari quotidiani.  

Nel momento in cui Scrooge incontra lo spettro di Marley, è tangibile il suo stupore nel constatare che il suo amico deceduto sette anni prima sia incatenato.

Ancora incredulo, infatti, egli non comprende la ragione per cui l'anima dell'ex collega si senta tanto abbattuta e e frustrata, e gli fa notare che in vita egli è stato un ottimo uomo d'affari.

Lo spirito di Marley, però, con somma costernazione, fa presente a Scrooge che i suoi “affari” avrebbero dovuto essere gli affetti, la ricerca della felicità e, in generale, prendersi cura dell'umanità.
 

Ogni volta che rileggo questo brano, mi capita di fermarmi a pensare.

Molti tra noi svolgono dei mestieri che impongono di correre, di essere indaffarati, di essere sempre concentrati sulla mossa successiva, che sia concludere un accordo finanziario, ultimare un progetto entro la scadenza prevista, o, nel mio caso, insegnare a studiare a qualche dodicenne riluttante.

Eppure, nel momento in cui lo spirito di Marley parla a Scrooge, e dunque anche a noi, ci rendiamo conto che i nostri affari sono, come il personaggio stesso afferma, “una goccia nell'oceano”.

Le nostre carriere sono importanti e possono darci tanto, ma la gioia che può darci il sorriso di un amico, la gratitudine di una persona a cui abbiamo fatto un piccolo favore o la soddisfazione dopo una giornata in cui ci siamo dedicati ad una nostra passione sono davvero impagabili. Quale occasione è migliore del Natale per fermarci un po'?





2) “Canto di Natale” è un'esplosione di gioia, di spirito natalizio e persino di consigli per i festeggiamenti.


Tra tutti i piccoli capitoli dei quali è composto il racconto, il mio preferito è sempre stato quello dedicato allo Spirito del Natale presente.

In compagnia di quest'ultimo, infatti, Scrooge compie una lunga passeggiata attraverso il piccolo paese nel quale vive, e scopre motivi di insospettabile felicità.

Egli scopre che, se si è pervasi dallo spirito natalizio, si può essere pieni di gioia anche nel bel mezzo di un quartiere popolare, mentre si spala neve e carbone, o mentre si fa la fila in un negozio affollato e caotico, o, ancora, mentre si chiacchiera tranquillamente di fronte ad un semplice fuoco in una casa modesta.


Ogni volta che lo Spirito, come uno stravagante Babbo Natale, cosparge cose e persone con il magico contenuto della sua torcia, anche il lettore ha l'impressione di essere coinvolto.

Sfido persino i più scettici a non ritrovare la voglia di festeggiare osservando dalla finestra, proprio come fa Scrooge, il pranzo organizzato da Fred.

Molto del merito, tuttavia, è da attribuirsi allo stile di Dickens, che, in questo capitolo, ci delizia e si diverte, descrivendo con tanta precisione ed abbondanza di particolari pranzi, cene e vetrine di alimentari, al punto da far venire l'acquolina in bocca.





3) “Canto di Natale” dimostra che le festività sono per tutti, anche indipendentemente dalla religione.


La prima volta che ho letto il racconto ho amato fin da subito il discorso che Fred, il nipote di Scrooge, fa al suo recalcitrante zio per convincerlo a prendere parte ai festeggiamenti insieme a lui.

Fred ribadisce che non ha alcuna importanza chi siamo, da dove proveniamo, quale sia la nostra storia e le nostre tradizioni, anche religiose: di fronte al Natale, ogni uomo ha un'occasione straordinaria per venire incontro all'altro.


Alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca, io non posso che augurarmi che molti di noi abbiano letto con attenzione le parole di Fred.

Tutti noi sappiamo bene che l'origine del Natale risiede in un avvenimento religioso; tuttavia, si tratta di una festività che può essere comunque vissuta in modo del tutto laico, proponendo a noi stessi ed agli altri di abbattere le barriere che ci siamo costruiti e di guardare al futuro con maggiore ottimismo e solidarietà.





4) “Canto di Natale” ci insegna a non aver paura se stiamo affrontando un lutto.

Nel corso del capitolo dedicato allo Spirito dei Natali futuri, Scrooge si trova in un camera mortuaria, anche se non sa ancora che il morto è il se stesso futuro. In quel momento, Dickens compie una piccola digressione, facendo notare al lettore come la camera mortuaria di Scrooge sia spoglia ed abbandonata, e come, invece, chi è stato amato in vita venga omaggiato anche dopo la morte.


Sinceramente, credo che l'insegnamento di Dickens in queste pagine sia fortemente significativo. Quello che l'autore ci comunica è che nessuno di noi deve avere paura di una mano fredda, di due occhi chiusi, di un corpo che non accoglie più in sé la vita. Che importanza può avere, infatti, nel momento in cui quella mano è stata aperta e generosa, gli occhi hanno visto il mondo, ed i ricordi di quell'anima sono in ognuno di noi?


Secondo una tradizione anglosassone e del Nord Europa, le persone che non ci sono più devono essere ricordate con più forza ed intensità proprio nel periodo delle feste natalizie, e, forse, nel modo migliore: non piangendo la loro scomparsa, bensì festeggiando come loro ci hanno precedentemente insegnato a fare.





5) “Canto di Natale” ci fa sentire un po' tutti Scrooge.


Siamo onesti: quanti di noi hanno pensato, almeno una volta, che Scrooge non abbia poi tutti i torti?

Natale “arriva quando arriva” e noi non sempre abbiamo mente e cuore pronti per accoglierlo.

A Dicembre molti luoghi che frequentiamo abitualmente diventano una sorta di girone dell'Inferno per via dell'onnipresente – ed a volte un po' disperata – caccia al regalo.

Ci aspettano settimane di pranzi, cene, colazioni e merende, e noi, dopo il quarto o quinto giorno, cominciamo a desiderare con struggente intensità un'insalatina scondita.

La quantità di impegni presi per le feste ci fanno pensare che stiamo andando incontro, più che ad un periodo di vacanza, ad una sorta di lavoro alternativo.

In questo caso, ognuno di noi vorrebbe essere “un piccolo Scrooge” e desidera soltanto essere lasciato in pace.
 

Ecco, leggere “Canto di Natale” ci fa viaggiare insieme al nostro avarastro preferito ed ai suoi amici spiriti, e, pagina dopo pagina, ci ricorda tutti i motivi per cui vale ancora la pena di festeggiare il Natale, e di essere felici che esso sia arrivato per l'ennesima volta. Niente male per un romanzo che ha due secoli di vita, no?!?






Ringrazio di cuore chiunque abbia letto questa mia “recensione personalizzata”.

Le visualizzazioni crescono sempre di più ed io ne sono felicissima!

Sentitevi liberi di lasciare un commento, se vi va.

Nel caso siate in cerca di libri da leggere durante le vacanze (oltre a Dickens, ovviamente) e di mostre da visitare/luoghi da vedere a Milano, vi consiglio di dare un occhio ai miei post precedenti.



Vi auguro di trascorrere un lieto Natale e delle splendide feste.

A presto :-)