venerdì 27 luglio 2018

I PREFERITI DI LUGLIO 2018

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,
anche il mese di luglio è quasi giunto alla conclusione e siamo di nuovo al nostro appuntamento con i “Preferiti del mese”. Dai libri ai film, dalla musica alla poesia, ecco cosa vi consiglio!




Il libro del mese



Le prime pagine de Il metodo Catalanotti di Andrea Camilleri hanno per protagonista l’inseparabile vice di Montalbano, Mimì Augello, che, come al solito, si trova a casa di una delle sue amanti. Il marito della donna, tuttavia, rientra all’improvviso, e Mimì, per non farsi scoprire, è costretto a saltare sul balcone del piano di sotto.
Una volta arrivato lì, tuttavia, egli fa una macabra scoperta: l’appartamento del quale fa parte il balcone non è abitato e c’è un cadavere steso sul letto, con pochissimo sangue sulla testa, composto e vestito.

In preda al panico, egli informa Montalbano, che gli propone di aspettare che il cadavere venga scoperto per poter iniziare ad indagare normalmente.
In effetti il giorno dopo viene annunciato il ritrovamento di un uomo morto, ma… l’indirizzo è un altro. Come muoversi?

Montalbano inizia con cautela ad entrare nel mondo del “secondo morto”, il ragionier Catalanotti, un uomo ricco e misterioso che aveva una forte passione per il teatro e gestiva una compagnia amatoriale selezionando gli attori con un metodo alquanto insolito.

L’indagine, passo dopo passo, assume dei contorni strani e confusi, proprio come la vita privata del commissario, messo in crisi da una donna, una responsabile della Scientifica che lo attrae a dispetto del carattere duro e sfuggente.


Il metodo Catalanotti, ultimo capitolo (per ora) delle avventure del commissario Montalbano, è un romanzo che ci porta nel cuore del mondo del teatro, che, come sapete, a me è molto caro. 
È una storia tanto colta quanto malinconica, soprattutto perché il commissario prende sempre più atto dei limiti di ogni genere che gli impone la sua età non più verde.



Il film del mese



Un paese quasi perfetto di Massimo Gaudioso è ambientato a Pietra Mezzana, un piccolo paese di montagna della Basilicata nel quale risiedono 120 anime, quasi tutti ex minatori che sopravvivono con il sussidio di disoccupazione.

Per poter continuare a vivere dove sono nati, essere considerati “paese” a tutti gli effetti e soprattutto per far sì che una nuova fabbrica arrivi a Pietra Mezzana restituendo finalmente il lavoro a tutti, i nostri protagonisti hanno bisogno disperato di un medico.

Dopo una lunga ed infruttuosa ricerca, finalmente a Pietra Mezzana arriva Gianluca Terragni, chirurgo plastico di Milano amante della “bella vita”, costretto all’esilio in montagna a causa di un piccolo guaio legale.

Gli abitanti del paese hanno soltanto un mese per convincere Gianluca a restare a tempo indeterminato, e decidono di trasformare Pietra Mezzana nel paese dei sogni del giovane medico: lo sport più guardato al bar diventa improvvisamente il cricket, l’unico ristorante del posto si mette a cucinare sushi e sashimi con risultati discutibili e, per evitare che il nuovo arrivato soffra di solitudine, il sindaco del paese si occupa paternamente di lui. Basterà?


Un paese quasi perfetto è una commedia di circa due anni fa, ideale per una serata estiva, che coniuga l’importante tema di alcune realtà dimenticate del nostro Paese a tante scene divertenti. Risate assicurate!



La musica del mese



Le canzoni che ho sentito di più nel corso del mese di luglio appartengono al disco Youngblood dei 5SOS, acronimo di “Five seconds of summer”, una band composta da quattro giovanissimi ragazzi australiani, diventata famosa qualche anno fa prima su YouTube e poi come band di apertura dei concerti degli One Direction.

Il fatto che per tanto tempo siano stati accostati ad una boyband non deve tuttavia trarre in inganno chi non li conosce: la loro musica non appartiene più di tanto al pop melodico, ma ha delle sfumature decisamente più rock. 
Tanti dicono che il loro sound ricorda i Green Day… secondo me, invece, sono più considerabili come i nuovi Blink 182.

Non vi nascondo che sono stata veramente felice che a fine giugno sia uscito questo disco, che è il terzo della loro carriera. Il loro secondo album, Sounds good feels good, era uscito nell’autunno del 2015, e ricordo di averlo ascoltato quasi quotidianamente per settimane. Non vi pare che abbiano fatto aspettare un po’ troppo noi fan?


Questo disco non mi ha ancora convinto tanto quanto il precedente ma devo ammettere che ci sono dei pezzi davvero interessanti, a partire dall’energica traccia che dà il titolo al disco, alla trascinante Moving along, alla malinconica The ghost of you. Assolutamente consigliata l’edizione deluxe, con la bellissima Babylon.


Non conosco ancora bene i testi, quindi oggi vi cito la fine di Carry on, una loro vecchia canzone. È un messaggio bellissimo che mi fa sempre riflettere!


Tieni duro, sconfiggi l’ignoranza
ed andando avanti, conserva l’innocenza
e non durerà tanto
...tu sai che presto andrà meglio.



La poesia del mese



Questo componimento di Pablo Neruda, dal titolo Abbiamo perso anche questo tramonto, mi ha fatto pensare alle sere d’estate, alle feste, alle fughe d’amore.


Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.

A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.

Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perché mi investirà tutto l’amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?

È caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.

Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.



Le foto del mese



I primi giorni del mese è tornata dall’Inghilterra la mia amica Luana! Eccoci a Milano, più sorridenti che mai!




Cena con vista suggestiva a Varazze!




Io e la mia amica Mara siamo state alla mostra dedicata ad Harry Potter e...siamo state ammesse a Hogwarts! Anche se io guardavo con sconcerto i rami del Platano Picchiatore.




Come al solito, aspetto i vostri commenti!
Com’è stato il vostro luglio?
Avete qualcosa da consigliarmi? O qualche news da raccontarmi?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, ci sentiamo ad agosto :-)


martedì 24 luglio 2018

IL POETA MALEDETTO

Le più belle poesie di Arthur Rimbaud

Letteratura francese #2



Cari lettori,
per la nostra rubrica “L’angolo della poesia”, oggi ritorno a parlarvi di letteratura francese.

L’altra volta ci siamo concentrati su Baudelaire, un poeta sicuramente noto ed amato da moltissimi.
Oggi, invece, vorrei proporvi una serie di poesie di un autore molto conosciuto ma spesso difficile da comprendere: Arthur Rimbaud. 


Il mio corso di letteratura francese all’Università era dedicato proprio a questi due poeti, così simili, ma anche, spesso, così distanti. 
Se con Baudelaire è stato amore a prima lettura, il secondo semestre io ed i miei compagni abbiamo faticato un po’ a capire Rimbaud.


È necessario, innanzitutto, entrare in confidenza con il suo linguaggio: parole auliche, accostamenti apparentemente privi di senso ed improvvisi cambi di tono non sono per niente infrequenti nelle sue poesie.
Ogni sua raccolta poetica, poi, è animata da un’idea di base differente, quindi le tematiche sono nuove ogni volta.


Rileggendo la raccolta che possiedo dai tempi dell’Università, ho tentato di scegliere e di presentarvi le sue poesie più semplici e, allo stesso tempo, più significative.
Spero che vi piacciano!



L A RIVOLUZIONE FRANCESE

Poesia anonima, da “I quaderni del dolore”


Morti del Novantadue e del Novantatré
che, pallidi per aver abbracciato forte la libertà,
calmi, sotto i vostri zoccoli, schiacciate il giogo che pesa
sull’anima e sulla fronte di tutta l’umanità;

Uomini estasiati e grandi nella tormenta,
voi dal cuore che salutava con amore sotto gli stracci,
o soldati che la Morte ha seminato, nobile Amante,
per rigenerarli, in tutti i vecchi solchi;

voi dal sangue che ha lavato la grande salita,
morti di Valmy, morti di Flurus, morti d’Italia,
o milioni di Cristi dagli occhi scuri e dolci;

noi vi lasciamo dormire insieme alla Repubblica
noi, piegati sotto i re come sotto un giogo.
I signori di Cassagnac ci parlano di voi!


Poche volte Rimbaud parla di tematiche politiche e civili, e, quando lo fa, spesso utilizza un tono nostalgico, ricordando la morte di chi è (inutilmente) caduto per la patria. 

Con questa poesia egli riprende le teorie del giornalista storico Paul De Cassagnac, che considerava il ritorno della monarchia una diretta conseguenza del fallimento della Rivoluzione Francese e della Repubblica del ‘92-’93. 

Il riferimento all’Italia riguarda sicuramente qualche battaglia di Napoleone.



IL RAPPORTO CON LA NATURA

Sensazione”, da “I quaderni del dolore”


Nelle sere blu d’estate, andrò tra i sentieri,
Stuzzicato dalle spighe di grano, per il battistrada d’erba minuta:
Sognatore, non sentirò il freddo ai miei piedi.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.

Non parlerò affatto, non penserò a niente:
Ma l’amore, infine, mi salirà nell’anima,
E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro
In mezzo alla Natura, - felice come con una donna.


Questo componimento, a mio parere, crea un interessante parallelismo con Baudelaire, che considerava la Natura un tempio ricco di simboli. 

Rimbaud è più semplice, e la paragona alla passione per una donna, non rinunciando mai ad una delle sue tematiche preferite, quella del sognatore che si incammina da solo verso nuove avventure.



L’AMORE GIOVANILE 

Romanzo”, da “I quaderni del dolore”


Non si è seri, quando si hanno 17 anni.
- Una bella sera, pieno di boccali e di limonata,
di caffè chiassosi dai lampadari scintillanti!
- Si va sotto i tigli della passeggiata.

I tigli ci sentono bene durante le belle sere di giugno!
L’aria a volte è così dolce, che si ferma la palpebra;
il vento carico di rumori – la città non è lontana, -
ha dei profumi di vigna e dei profumi di birra…

[…]

Voi siete innamorato. Impegnato fino al mese d’agosto.
Voi siete innamorato. - I vostri sonetti la fanno ridere.
Tutti i vostri amici se ne vanno, voi avete cattivo gusto.
- Poi l’adorata, una sera, s’è degnata di scrivervi!

- Quella sera là… - Voi rientrate nei caffè scintillanti,
domandate dei boccali o della limonata…
- Non si è seri, quando si hanno 17 anni
e ci sono dei tigli verdi sulla passeggiata.


Rimbaud, con “Romanzo”, diventa insolitamente leggero e racconta la gioia di due diciassettenni nel vivere un breve ma intenso amore estivo. 

Sia la città, luogo della festa con gli amici di sempre, che la campagna poco distante, dove i due si danno appuntamento, sono descritti con la precisione di un quadro.



L’IMMAGINAZIONE

Vocali”, da “Poesie 1870-1871”


A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io un giorno vi racconterò le vostre origini lontane:
A, nero corsetto avvolto da mosche incandescenti
Che ronzano crudeli intorno alle pozzanghere,

Golfi d’ombra; E, candore dei vapori e delle tende,
Punte dei fieri ghiacciai, re bianchi, tremolio di ombrella;
I, porpora, sangue sputato, riso delle belle labbra
Nel colera o nelle ebbrezze penitenti;

U, cicli, vibrazioni divine dei mari verdastri,
pace dei pascoli cosparsi di animali, pace delle rughe
che l’alchimia imprime alle grandi fronti studiose,

O, Supremo Chiaro pieno di strani rumori,
Silenzi attraversati dai mondi e dagli angeli:
- Oh, l’Omega, il raggio violetto dei Suoi Occhi! -


Vocali” è uno dei più celebri esperimenti linguistici di Rimbaud. 

Egli, infatti, associa alla A, alla E, alla I, alla U ed alla O non solo un colore, ma anche una serie di immagini, che possono essere gradevoli e placide quanto inquietanti, a volte addirittura disgustose. 

Per Rimbaud le parole, anzi, le singole lettere, hanno più di un significato, e con questa poesia lo dimostra pienamente.



L’ESISTENZA DEL POETA

Il battello ebbro”, da “Poesie 1870-1871”


Come scendevo dai Fiumi impassibili,
Non mi sentivo più guidato dagli alzari:
Dei Pellerossa urlanti li avevano presi come bersaglio
E li avevano inchiodati nudi ai pali colorati.

Io non mi curavo di tutti gli equipaggi,
Portatore di grano fiammingo o di cotoni inglesi.
Quando i miei trasportatori hanno finito con queste storie
I Fiumi mi hanno lasciato scendere dove volevo.

Nello sciabordare furioso delle maree,
Io, lo scorso inverno, più sordo dei cervelli dei bambini,
Ho corso! E le Penisole salpate
Non hanno mai subito un caos più trionfante.

La tempesta ha benedetto i miei risvegli marittimi.
Più leggero di un tappo, ho danzato sui flutti
Che si chiamano eterni trasportatori di vittime,
Dieci notti, senza rimpiangere l’occhio stupido dei fari!

[…]

Ma, ahimé, ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti,
Ogni luna è atroce ed ogni sole è amaro:
L’acre amore mi ha gonfiato di torpori inebrianti.
Che la mia chiglia esploda! O che vada al mare!

Se desidero un’acqua d’Europa, è la pozzanghera
Nera e fredda dove, verso il crepuscolo profumato
Un bambino raggomitolato e pieno di tristezza, lascia
Un battello fragile come una farfalla di maggio.

Non posso più, bagnato dai vostri languori, o lacrime,
Elevare la loro scia ai portatori di cotone,
Né attraversare l’orgoglio dei drappi e delle fiamme,
Né navigare sotto gli occhi orribili dei pontili!


Il battello ebbro è, a mio parere, il capolavoro di Rimbaud. 

Si tratta di un lungo componimento nel quale, con una complicata ed efficacissima metafora, viene raccontata la condizione del poeta e dell’artista.

La voce narrante di questa storia è proprio il battello, che, dopo anni interi trascorsi all’interno di un circuito prefissato, riesce a fuggire dal percorso sicuro nel quale si trovava e si avventura in direzione del mare aperto. 
Egli vive incredibili avventure, ma scopre in sé una sensibilità del tutto nuova e si rende conto di essere fiaccato e che per lui è impossibile tornare a vivere l’esistenza di prima.


Così anche il poeta cerca di sfuggire da una vita convenzionale e dalle regole della società, imparando a vedere ogni cosa con occhi nuovi. 
Questo suo dono, però, è anche la sua maledizione, perché egli, per quanto ci provi, non riesce più a tornare alla normalità.



LA REALTÀ CHE SI FA SOGNO

"Frasi", da “Illuminazioni”



Una mattinata coperta, a luglio. Un gusto di cedri
vola nell’aria; - un odore di legno trasuda nel focolare -
i fiori bagnati – il saccheggio delle passeggiate -
la pioggerella dei canali per i campi -
perché non i giochi e l’incenso?

[…]

Ho teso delle corde da campanile a campanile;
delle ghirlande da finestra e finestra;
delle catene d’oro da stella a stella, e danzo.

[…]

L’alto stagno fuma continuamente.
Quale strega si vestirà sul bianco imbrunire?
Quali fronde violette scenderanno?


È molto difficile fornire una spiegazione per queste frasi. 

Illuminazioni è una raccolta di piccoli brani in prosa che prendono spunto dalla realtà per poi sfociare nel sogno e nella visione. 

Le atmosfere nebulose e rarefatte del primo e del terzo frammento sono molto care al poeta. 

Il secondo, invece, racconta uno dei tanti tentativi dell’artista di estraniarsi dalla realtà.




Questi sono i miei personalissimi consigli, nel caso vogliate provare a leggere qualcosa di Rimbaud!
Spero che le poesie che ho scelto siano di vostro gradimento.
Quale avete preferito? Ne conoscevate già qualcuna?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)