lunedì 29 ottobre 2018

I PREFERITI DI OTTOBRE 2018

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,
anche il mese di ottobre è giunto al termine, e come sempre è giunto il momento di riepilogare le settimane appena trascorse, tra romanzi e film, tra musica e poesia!



Il libro del mese



Un anno in giallo è una raccolta alla quale hanno contribuito dodici autori, che possiamo considerare tra i più famosi della casa editrice Sellerio.
Ognuno di questi scrittori ha scelto un mese ed ha scritto un racconto con il suo personaggio più amato come protagonista.


Il commissario Montalbano di Camilleri ha a che fare con un’insolita calza della Befana a gennaio, mentre, sempre in Sicilia, Saverio Lamanna, il giornalista disoccupato di Savatteri, tenta di risolvere il mistero di un bambino scomparso in febbraio.

Marzo è il mese di Simonetta Agnello-Hornby e del suo studio di avvocatesse, mentre in aprile Fabio Stassi ci racconta le riflessioni di un originale libraio-detective.

Maggio è dedicato ai vecchietti di Malvaldi, sempre più scurrili ed al di fuori del sistema, in giugno il lettore ha a che fare con i killer professionisti di Robecchi ed a luglio Costa ci presenta un nuovo personaggio, una giovane e tenace poliziotta.

Agosto ha per protagonisti la Istanbul di Aykol ed i personaggi della sua libreria, mentre l’ispettrice Pedra Delicado dei romanzi della Giménez-Bartlett è costretta a tornare tra i banchi di scuola in settembre.

Il nostro ottobre a Milano è ovviamente affidato a Recami ed alla sua casa di ringhiera, Santo Piazzese ci propone un’insolita storia ambientata negli anni ‘90 a novembre e l’anno si chiude insieme a Manzini, con Rocco Schiavone, la sua febbre ed il suo odio per le festività natalizie.

Una raccolta davvero imperdibile per chi, come me, ama i gialli della Sellerio!



Il film del mese



So che Ottobre è il mese di Halloween (qui trovate i miei consigli di lettura dell’anno scorso per questa festività) e che sarebbe consigliabile proporre un film a tema, ma io sono una vera fifona, perciò vi propongo qualcosa che in questo periodo potrebbe piacere ai bambini...ma anche ai grandi: Hotel Transylvania 3.


La storia del vampiro Dracula che, rimasto vedovo, cresce da sola la figlia Mavis ed apre un hotel dove mostri di ogni genere e sorta possano rifugiarsi e sentirsi a casa è ormai nota a tanti.
Qualche settimana fa, però, è uscito il terzo capitolo delle avventure del vampiro e della sua “famiglia allargata”.


Ormai Dracula è diventato nonno: Mavis ha sposato un umano ed ha avuto un bambino (con cane enorme al seguito), e l’hotel Transylvania va a gonfie vele. Egli inizia a sentirsi solo e vorrebbe trovare una nuova compagna, ma non ha il coraggio di parlarne con la figlia, la quale equivoca i suoi discorsi e pensa che al padre gioverebbe una vacanza.

Così Dracula, Mavis, la loro famiglia e gli ospiti fissi dell’hotel si trovano tutti su un aereo mezzo rotto, diretti verso la prima “Mostro-crociera” della storia.
Tra un’eruzione vulcanica ed incontri ravvicinati con i mostri marini, i nostri protagonisti si dirigono serenamente verso Atlantide, la meta finale.

Dracula, nel frattempo, ha conosciuto Erica, il capitano della nave, e se n’è innamorato. Egli, però, ignora che la donna è la bisnipote di un caccia-vampiri della famiglia Van Helsing e che ha organizzato la “Mostro-crociera” con un intento malvagio…


Pur essendo decisamente cresciuta, mi piace ancora vedere film di animazione, ed ammetto di aver trovato questa pellicola decisamente divertente. Un paio di scene davvero inaspettate vi faranno ridere di cuore!

Quando una serie arriva al terzo capitolo, il rischio di ripetersi ed annoiare il pubblico inizia ad esserci, ma personalmente mi sono davvero divertita.
Credo che, in definitiva, si tratti di un’ottima scelta per il periodo di Halloween.



La musica del mese



Il 12 ottobre è uscito il nuovo singolo delle Little Mix, una girlband britannica, in collaborazione con la rapper Nicki Minaj, dal titolo Woman like me.


Ho ascoltato tutti i loro dischi e sono davvero felice che questa canzone anticipi il loro quinto album, LM5, in uscita a metà novembre.
Come tanti altri loro testi, la canzone mette al centro della scena l’amore ed il girl power:


Dico sempre quello che penso
sono nata senza una cucitura sulla bocca
a volte non intendo nemmeno quello che dico
mi ci vuole un po’ per rendermene conto
mi piace il mio caffè con due zollette di zucchero
tacchi alti ed i miei gioielli preferiti,
bevo il mio drink e mi torna il buonumore.
Sono insicura ma ci sto lavorando
ci sono tante cose di cui potrei sbarazzarmi
ma non posso rinunciarvi…
...ed ancora mi chiedo, potresti innamorarti
di una donna come me?


Ho deciso di dedicare questo spazio alle Little Mix perché, come ho già scritto più volte ad alcuni “colleghi bloggers” che hanno pubblicato post a tema musicale, credo che esse siano decisamente sottovalutate.


I loro colleghi maschi One Direction e le loro rivali americane Fifth Harmony, infatti, hanno avuto molto più successo. A mio parere, però, la grande popolarità dei singoli componenti ha finito per distruggere l’unità di entrambi i gruppi.
Inoltre, se gli ex 1D hanno trovato tutti la loro strada, le Fifth Harmony spesso mi hanno dato l’impressione di sembrare le coriste di Camila (qui parlo di una sua hit).


Le Little Mix non hanno fatto questi numeri, ma, grazie all’unione armoniosa delle loro quattro voci molto diverse tra loro e ad alcuni brani molto belli, sono riuscite a rimanere insieme come gruppo per un tempo decisamente più lungo, ed a migliorare parecchio nel corso degli anni, scrollandosi di dosso l’etichetta di “gruppo per teenager”.


Dal momento che le canzoni nuove non sono ancora uscite, oggi condivido con voi una parte del testo di Good enough, un loro vecchio brano che, secondo me, merita di essere ascoltato:


Ti brucia sapere che ho fatto buon uso di tutto il dolore?
Ti ferisce sapere che sei stato benzina per il mio fuoco?
Non guardarti indietro, non mi servono i tuoi rimpianti
Grazie a Dio tu ti sei lasciato alle mie spalle il mio amore
Non avresti potuto cambiarmi, nemmeno se ci avessi provato

Rilascia la tua maledizione, perché conosco il mio valore
queste ferite che hai fatto se ne sono andate
non hai ancora visto niente
Il tuo amore è qualcosa che si deve meritare, ed io non vinco mai
tu vuoi il meglio, quindi, mi dispiace, chiaramente non sono io
questo è tutto quello che posso essere

Non vado ancora abbastanza bene?
Sono ancora di così poco valore?
Scusami tanto” per come è cambiata la mia vita
scusami tanto” per il sorriso che ho adesso
Immagino di non andare ancora abbastanza bene per te



La poesia del mese



Per il mese di ottobre ho scelto un componimento di Corrado Govani, dal titolo Autunno, che mi è sembrato perfetto!


Io canto te, o grave autunno:
con la tua frutta squisita,
che pende dai rami brulla
come una felicità compita;
le monotone piogge
che rigano le gote dei pallidi vetri
e intirizziscono l’anime;
le implacabili nebbie
che sfuman come un inodoro incenso
e restringono attorno a noi il mondo,
ed i nobili corvi
sempre vestiti a lutto stretto;
i poveri campo santi,
pieni di corone variopinte,
tristi girandole di fiori sulle tombe.
Senza rimpianti cadono le foglie.
Sonnecchia il sole
sulle deserte soglie.
Ma perché il cuore si duole?
Perché l’anima si rattrista?



Le foto del mese



La presentazione del romanzo Operazione sale e pepe di Roberto Centazzo risale agli ultimissimi giorni di settembre, ma non ho fatto in tempo a parlarvene, quindi vi pubblico qui la sua dedica e vi prometto che ben presto parlerò dei suoi romanzi!




Non può mancare la foto di rito dedicata ai colori autunnali. Questo scatto risale ad un sabato di metà mese pieno di sole, e ritrae l’ingresso del parco del mio paese.




Sabato 20 ho fatto una gita con la mia famiglia ed alcuni amici a Grazzano Visconti, un piccolo paese dell’Emilia Romagna ricostruito come un borgo medievale. Dopo la visita abbiamo fatto tappa a Bettola per un meritato pranzo a base di salumi piacentini e primi piatti tipici!





Questo è stato il mio ottobre!
Voi che cosa mi raccontate? Che avete fatto di bello?
C’è qualche romanzo, film, canzone che mi volete consigliare?

Nel frattempo vi auguro Happy Halloween! Festeggerete?
A chi, come me, non “sente” tanto questa festività, auguro invece di passare dei giorni di relax con il ponte!
Ci rileggiamo in novembre :-)

giovedì 25 ottobre 2018

CENERENTOLA - IL BALLETTO

Una delle favole più amate in scena al Teatro degli Arcimboldi




Cari lettori,
prima di iniziare il post odierno, una precisazione.

Ultimamente mi sono resa conto che la rubrica “Consigli teatrali” è molto ricca e che al suo interno sono presenti anche alcune recensioni di balletti.
Dal momento che, come ormai molti di voi sanno, la danza è una componente importante di ciò che sono e che amo fare, ho deciso di riunire i post di questo tipo sotto una nuova rubrica, dal titolo “Consigli per gli amanti della danza”.

Spero che questa ripartizione snellisca un po’ la sezione teatrale del blog, che contiene recensioni molto diverse tra loro, e possa essere utile ad altri appassionati di ballo come me!


Il post odierno è la mia recensione del balletto Cenerentola, che ho visto al Teatro degli Arcimboldi proprio lo scorso weekend. Era qualche mese che non mi capitava di vedere un balletto e devo ammettere che per me è sempre una grandissima emozione vedere la danza rappresentata su un palcoscenico.
Ora vi racconto lo spettacolo un po’ più nel dettaglio!



Un balletto “ironico”



La storia di Cenerentola è nota a tutti: non c’è nessuno che non abbia ascoltato, almeno una volta, la storia della povera orfanella maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre, che riesce a coronare il suo sogno d’amore con il principe azzurro.

Il cartone animato della Disney è universalmente noto, ed esistono almeno due versioni cinematografiche molto conosciute (ne parlo meglio qui).


Il balletto proposto al Teatro degli Arcimboldi, con la coreografia di Giorgio Madia, riprende fedelmente questa storia, ma inserisce degli elementi che sdrammatizzano i momenti più tristi.

La crudele matrigna e le antipatiche sorellastre sono infatti interpretate da dei ballerini uomini. La loro antipatia, accentuata dal modo di danzare, risulta così caricaturale e ridicola. Molte volte, quando i tre (o le tre) entrano in scena, il pubblico non può fare a meno di ridere.
Innegabile è il talento di questi tre ballerini che si trovano a dover danzare e recitare un ruolo comico allo stesso tempo.

Molto simpatica è anche la Fata Madrina, che, proprio come nel cartone animato Disney, è “Smemorina” e rischia di andarsene senza aver aiutato la povera Cenerentola, che, con un po’ di pazienza, riuscirà a vivere la sua favola.



I costumi e l’ambientazione



Il balletto è ambientato negli anni ‘50, tra colori pastello e curiose fantasie per decorare la casa.


Non è un caso, infatti, che l’abito “da lavoro” di Cenerentola sia fatto con la stessa stoffa della tappezzeria: ella è considerata invisibile all’interno della famiglia e tenta più e più volte di nascondersi, specie quando, alla fine, il principe chiede di lei.


Bellissimo l’abito del ballo a corte, bianco dai riflessi rosa, completato da una parrucca quasi fuxia che lo sdrammatizza. In generale ho apprezzato le moltissime tonalità pastello degli invitati al ballo, tra il rosa cipria e l’azzurro chiaro delle invitate ed i discutibili giallo e verdolino delle sorellastre.


Il principe non poteva che essere azzurro, mentre non mancano i colori ai lacché ed ai camerieri della casa, pronti a tramutarsi in cocchieri e cavalli ed a portare Cenerentola al ballo.

La scena in cui la fanciulla viaggia in carrozza, tra ombrelli bianchi e rossi che fungono da ruote e “alberi” semoventi, rimane impressa allo spettatore per il suo impatto visivo.



La musica ed i passi di danza



Il balletto è in due atti e le musiche sono di Gioachino Rossini. Come ho ricordato in un post recente, nel 2018 ricorre il 150° anniversario della morte di questo compositore e proprio per questo motivo quest’anno ci sono stati così tanti spettacoli dedicati a lui.

La compagnia danzante è quella del Balletto di Milano, che mette in scena prevalentemente spettacoli di danza classica.


Tuttavia, io rimango sempre colpita dal fatto che il balletto classico tout court non sia più l’unica alternativa possibile alla danza moderna e contemporanea, ma che esistano sempre più forme di spettacolo un po’ ibride.

In questa rappresentazione, infatti, molti ballerini, pur eseguendo coreografie puramente classiche, indossano scarpette senza punta, consuetudine sempre più in uso in tanti balletti classici (per esempio in Giulietta e Romeo, uno spettacolo dell’anno scorso), forse per “alleggerire” la figura ed i passi.


Fanno eccezione la matrigna, le sorellastre e la fatina, che indossano addirittura delle scarpe con il tacchetto, probabilmente per sembrare più “donne” (nel caso dei tre ballerini) o più sexy (nel caso della fatina, che è in vestaglia con bordino di pelliccia ed autoreggenti).


La coreografia è perlopiù classica, ma trattandosi, come già detto prima, di un balletto con alcune caratterizzazioni ironiche, non mancano contaminazioni con passi più moderni.

La rappresentazione resta così una chicca per gli amanti del balletto classico tradizionale, ma risulta anche godibile per un occhio meno esperto.



Il Balletto di Milano



In conclusione, mi sento di segnalare agli altri appassionati di danza come me le molteplici attività del Balletto di Milano.


Non conoscevo affatto questa compagnia, ma sono rimasta piacevolmente stupita dalla bravura di questi ballerini, che, pur danzando in modo eccezionale, mi hanno dato anche l’impressione di essere molto autoironici.

Visitando il loro sito, si può notare che i loro ultimi spettacoli soddisfano davvero i gusti di tutti: Anna Karenina, Il lago dei cigni, Romeo e Giulietta, Carmen, Lo Schiaccianoci…

Il loro prossimo spettacolo, che è in calendario a novembre, si intitola La vie en rose...Bolero, è accompagnato dalle musiche di Edith Piaf e Ravel e promette di essere un curiosissimo incrocio tra due mondi diversi.




Vi faccio questa segnalazione perché purtroppo Cenerentola è rimasto al Teatro degli Arcimboldi solo per un weekend, ma è già stato messo in scena a Parma e non è escluso che possa andare altrove. Se vi interessa, tenete d’occhio il sito!

Sono sempre felice di parlare con voi della mia passione per la danza e di condividere recensioni di balletti! Aspetto un vostro parere e spero di avervi incuriosito!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)




lunedì 22 ottobre 2018

CINEFORUM INIZIO AUTUNNO 2018

La recensione dei film che ho visto





Cari lettori,

insieme alla stagione autunnale ritorna il nostro appuntamento con i “Consigli cinematografici”, e, in particolare, con i film che ho visto in questo periodo tra il Cineteatro Agorà di Cernusco sul Naviglio ed il Cinema Teatro San Giuseppe di Brugherio.


Come al solito, la mia recensione riguarda film per tutti i gusti, dallo storico al contemporaneo, dal dramma alla commedia. Ecco il mio parere sulle pellicole viste nelle ultime settimane!



HOTEL GAGARIN, di Simone Spada



Il protagonista di questa divertente e delicata commedia è Nicola, un professore di storia di origini armene che ha da tempo scritto ed inviato una sceneggiatura per un film sul passato della sua famiglia.

Un giorno, in modo del tutto inaspettato, egli viene a sapere che il copione del film è piaciuto ad un impresario e che la pellicola si farà. In brevissimo tempo egli viene spedito in Armenia con un gruppo davvero stravagante, composto da una “prima attrice” che in realtà è una prostituta, da un tecnico con problemi di droga, da un elettricista solitario e da una misteriosa “responsabile” (che è una truffatrice). Tutti, tranne quest’ultima, ignorano che il film è stato comprato da un affarista senza scrupoli che lo ha finanziato per motivi politici, ma che non ha alcuna intenzione di portarlo a termine.

Così, quando un colpo di Stato sconvolge l’Armenia, il gruppetto di sprovveduti si ritrova bloccato all’Hotel Gagarin, senza la possibilità di muoversi. Saranno gli abitanti dei villaggi vicini a far loro visita ed a consentire loro di vivere per davvero il sogno del cinema.



Hotel Gagarin è un film poetico ed ironico sui sogni e sul mito del cinema. Mi è piaciuto l’atteggiamento imbranato dei protagonisti, che sembrano essere stati sconfitti dalla vita, ma poi trovano inaspettate risorse dentro di sé.

Trovo anche che la pellicola sia una sorta di elogio delle “piccole cose”, della semplicità, del riuscire a sognare in grande pur avendo pochi mezzi a disposizione.

Per questo motivo la promuovo a pieni voti.


Valutazione: cinque stelle



COSA DIRÀ LA GENTE, di Iram Haq



Questo film narra una storia, ispirata a fin troppe vicende reali, avvenuta all’interno di una comunità pakistana residente in Norvegia.

La protagonista Nisha ha sedici anni e rende molto orgogliosi i suoi genitori con i suoi ottimi voti, ma una sera commette l’errore di far entrare il suo fidanzato nella sua camera, facendolo passare dalla finestra.

Il padre li scopre e per Nisha è l’inizio di un incubo: lui viene picchiato ed allontanato, lei viene portata via dalla polizia (chiamata dai vicini spaventati) e viene affidata ai servizi sociali.

Dopo qualche giorno, la ragazza riceve una telefonata dai genitori, che si mostrano benevoli e desiderosi di perdonarla. Nisha cade nella trappola, lascia da sola l’Istituto dei servizi sociali e si ritrova ad essere letteralmente rapita dalla sua famiglia, che la obbliga a tornare in Pakistan per iniziare un lungo percorso di punizione e rieducazione.



Cosa dirà la gente è un titolo veramente emblematico, dal momento che l’unica preoccupazione dei genitori di Nisha sembra essere la reputazione e la posizione all’interno della comunità pakistana.

Questa pellicola, che presenta delle scene davvero dolorose e difficili da sopportare, è un vero e proprio atto di denuncia nei confronti di quelle famiglie islamiche immigrate che puniscono severamente e talvolta arrivano ad uccidere le giovani donne che vogliono vivere all’occidentale. Purtroppo il film mostra anche come i servizi sociali europei abbiano le mani legate nei confronti di questa realtà, perché le ragazze non testimonierebbero mai contro le loro famiglie.

Un “lieto fine” c’è, ma è davvero a caro prezzo.


Valutazione: quattro stelle



IL FILO NASCOSTO, di Paul Thomas Anderson



Daniel Day-Lewis è Reynolds, il proprietario, nonché mente creativa, di una maison di moda tra le più rinomate nell’Inghilterra degli anni ‘50.

È un uomo difficile da sopportare, esigente fino all’assurdo, scontroso e sposato unicamente con il suo lavoro.

L’unica donna con la quale va realmente d’accordo è la sorella Cyril, dal carattere altrettanto difficile. Le sue brevi e giovani conquiste vanno e vengono a seconda del suo umore, finché nella sua vita non entra Alma, una cameriera dall’aspetto ordinario, che sembra volerlo compiacere in tutto.

La ragazza nasconde un temperamento tenace e non sopporta che Reynolds non voglia realmente impegnarsi con lei. È costretta così a ricorrere ad un terribile sotterfugio, che rende il suo amante e carnefice una vittima inerme.


Questo film è stato premiato ed elogiato in diverse occasioni. Di sicuro i punti forti sono l’intreccio piuttosto originale, l’ambientazione davvero superba e la fotografia magnifica.

Purtroppo, però, il ritmo talvolta è un po’ lento, ed i personaggi sono spesso insopportabili: non so cosa sia peggio tra il paternalismo di Reynolds, la cattiveria di Cyril e la lucida follia di Alma!

Per quel che mi riguarda, è un film che incuriosisce, ma che lascia anche un po’ malinconici.


Valutazione: tre stelle



SI MUORE TUTTI DEMOCRISTIANI, de Il terzo segreto di satira



Fabrizio, Enrico e Stefano sono tre quasi quarantenni che gestiscono un’attività di film-making che frutta loro non più di 800 euro al mese. Essi sognano la svolta con un filmato politico, ma si ritrovano sempre ad arrotondare con i classici filmini dei matrimoni.

Ognuno di loro ha una preoccupazione personale: Fabrizio ha un suocero mobiliere e conservatore che continua a ritenerlo un fannullone e si trova più volte a rimpiangere di non aver sposato una ex fidanzata; Enrico sta per diventare padre ed il suo “secondo lavoro” all’Università gli frutta un compenso ridicolo; Stefano è costretto suo malgrado a dividere l’affitto con degli studenti universitari che tollera sempre meno ogni giorno che passa.

Un giorno, quasi all’improvviso, un loro conoscente rivela loro di aver iniziato a lavorare per un’importante organizzazione internazionale, e che i suoi capi hanno bisogno di una società di film-making per un documentario a tema socio-politico.

I tre provano subito un grande entusiasmo, che però ha vita breve: essi, infatti, scoprono con grande sconcerto di stare per accettare il lavoro di un truffatore. L’idea di scendere a compromessi non piace a nessuno dei tre, ma sono molti i fattori da considerare…


Questo film è il primo lungometraggio di tre youtubers che ormai dal 2011 diffondono video di contenuto politico in rete. “Diventare democristiani” è un’espressione qui utilizzata per indicare l’imborghesirsi, il conformarsi, l’entrare a far parte di un sistema dopo aver passato tutta la vita a lottare contro di esso.

Ci sono tanti camei di personaggi più o meno famosi del teatro, del cinema e della tv, ed i momenti ironici sono tanti, così come non mancano quelli divertenti.

Non nego, però, che allo spettatore rimane anche un fortissimo senso di amarezza a film concluso.


Valutazione: quattro stelle e mezzo




Aspetto, come sempre, il vostro parere!
Conoscete questi film? Li avete visti? Vi sono piaciuti?
Spero che questa serie di recensioni cinematografiche vi abbia interessato ed incuriosito!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)