lunedì 4 maggio 2020

EROI DELLA STORIA E DELLO SPORT

Lirici greci  #6




Cari lettori,
oggi, per il nostro “Angolo della poesia”, concludiamo il nostro viaggio immaginario alla scoperta dei lirici greci.

Gli ultimi tre autori che vi propongo affrontano un tema simile a quello dei primissimi frammenti che abbiamo letto insieme: l’eroismo, sia storico che sportivo. 
Vediamo questi brani più nel dettaglio!



SIMONIDE


Dei tre frammenti che vi propongo di Simonide, due sono di carattere morale e pongono al centro dell’attenzione alcuni precetti già ampiamente trattati da altri poeti lirici (ed anche dai tragici), come la brevità della vita, la sorte che non perdona né buoni né cattivi, il Fato che rovescia ogni destino. Il terzo, invece, è probabilmente la parte di un poemetto di carattere storico, che racconta la guerra tra Greci e Persiani ed in particolare la strage delle Termopili ed il sacrificio dei 300 spartani e del loro generale, Leonida.


1.

Degli uomini poca
è la forza, e vane sono le pene:
nella vita breve, fatica s’aggiunge a fatica;
e sovrasta la morte, che non può fuggire.
Parte uguale ne ebbero in sorte
i buoni e tutti i cattivi.


2.

Poiché sei uomo, non dire mai quel che accadrà
domani; e se vedi uno felice,
per quanto tempo lo sarà:
veloce è il mutamento, come neppure lo scarto
della mosca dalle ali distese.


3.

Di coloro che morirono alle Termopili
la sorte è gloriosa, bello il destino,
e un altare è la tomba; al posto dei gemiti è il ricordo,
e il compianto è lode.
Una tale veste funebre la ruggine
non oscurerà, o il tempo che tutto doma.
Questo sacro recinto d’eroi scelse ad abitare con sé
la gloria della Grecia. Testimone è Leonida,
il re di Sparta, che un grande ornamento di valore ha lasciato,
e una fama perenne.



BACCHILIDE


Il poemetto di Bacchilide è dedicato al vincitore di una gara di pugilato ed è uno dei primi esemplari di un nuovo filone lirico: i canti di vittoria per i risultati sportivi. 

Come forse noterete, molte tematiche e figure retoriche sono le medesime della fase più arcaica della lirica, quella dedicata ai canti di guerra. I concetti di onore, di gloria, di un’impresa che dona l’immortalità rimangono immutati, ma passano dal contesto bellico ad uno molto più civile.


1.

Per Argeo di Ceo pugile ragazzo,
vincitore nelle gare istmiche

Balza, o Fama che doni la gloria,
verso la sacra Ceo, recando
la notizia grata
che nella lotta delle mani audaci
Argeo riportò la vittoria.

Di imprese belle ha suscitato il ricordo,
quante nel glorioso collo dell’Istmo,
lasciata l’isola divina
Euxantide, noi mostrammo
con settanta corone.

La Musa indigena evoca
uno strepito dolce di flauti,
onorando con epinici
il caro figlio di Pantide.



PINDARO


Anche Pindaro compone questo ed altri poemetti per gli sportivi, ma il suo stile è molto più interessante e complesso. Egli, infatti, spesso compie i cosiddetti “voli pindarici”, ovvero delle digressioni, anche piuttosto lunghe, di carattere storico o mitologico. 

In questo caso, il lottatore Teeo di Argo viene paragonato a Castore e Polluce, due eroici gemelli considerati, secondo la mitologia, figli di Zeus, e destinati a condividere lo stesso destino di morte e gloria.


2.

Per Teeo di Argo lottatore

Mutando a vicenda la sorte,
essi un giorno dimorano presso Zeus,
il padre diletto; un altro, nelle cavità della terra,
nei recessi di Terapne,
compiendo un uguale destino. Questa vita
scelse Polluce, più che essere in tutto un dio
e abitare nel cielo, poi che era morto
Castore in guerra.
L’aveva trafitto Ida
irato per i buoi, con la punta della lancia di bronzo.

Dal Taigeto, spiando, Linceo
lo scorse acquattato nel cavo
di un tronco di quercia: ché di tutti i mortali
egli aveva più acuto
lo sguardo. Con corsa veloce subito
lo raggiunsero, e ordirono in breve il grande misfatto.
Ma dalle mani di Zeus una pena terribile patirono
gli Afaretidi. Inseguendo,
giunse presto il figlio di Leda; ed essi si opposero
a lui presso la tomba del padre.

Divelta di qui una pietra levigata, ornamento di Ade,
la scagliarono contro il petto a Polluce; ma non lo schiacciarono
né lo respinsero. Balzò egli con la lancia veloce,
e immerse il bronzo nel fianco a Linceo.
Contro Ida scagliò Zeus il suo fulmine, portatore di fuoco fumoso:
insieme essi arsero, in solitudine. Difficile è per i mortali
lottare con i più forti.

Subito il figlio di Tindaro
tornò indietro presso il forte fratello:
non morto ancora, ma per l’affanno
scosso da rantoli convulsi lo trovò.
Versando lacrime calde, tra i gemiti,
gridò: «Padre Cronide, quale rimedio sarà
ai miei dolori? Ordina anche a me,
insieme a lui, la morte, o Signore.
Per l’uomo privato dei suoi cari
perduta è la gloria: nell’affanno, sono pochi i mortali

che, fedeli, partecipano alle pene.» Così
disse. Zeus davanti gli venne
e pronunciò queste parole: «Tu sei mio figlio;
poi, congiuntosi alla madre tua,
l’eroe suo sposo stillò
il seme mortale. Ma orsù, questa scelta
io ti concedo: se evitata la morte
e la vecchiezza aborrita,
tu vuoi abitare con me nell’Olimpo,
con Atena e con Ares dalla lancia nera,
è possibile a te questa sorte. Ma se per il fratello combatti,
e ogni cosa pensi dividere con lui in parte uguale,
metà del tempo vivrai sotto la terra,
e metà nelle dimore d’oro del cielo.»
Così parlò. E Polluce non pose alla mente un duplice pensiero:
sciolse l’occhio e poi la voce
di Castore dalla cintura di bronzo.



Siamo arrivate all’ultimo appuntamento del nostro excursus nel mondo dei lirici greci. Vi lascio tutti i link dei post precedenti:




Alceo




Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno letto e commentato i vari post. 
Come sapete, tengo tanto a questi progetti letterari e mi fa piacere sia scriverli che parlarne con voi. Grazie ancora per la lettura e al prossimo post :-)

4 commenti :

  1. Cara Silvia, è sempre bello passare da te, qui troviamo tanto di storia...
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Sono contenta che ti piacciano questi miei post :-) Un abbraccio e buona settimana!

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  2. Questi tuoi post sono sempre molto interessanti soprattutto perché hai la capacità di renderli fruibili in modo semplice e accattivante. Grazie Silvia. Buona settimana.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Sono davvero contenta di essere riuscita a rendere chiari per tutti questi contenuti letterari :-) Grazie a te per il tuo supporto! Buona settimana :-)

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