giovedì 31 ottobre 2024

I PREFERITI DI OTTOBRE 2024

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

Happy Halloween!


Proprio in questo giorno “stregato” ci confrontiamo insieme sui nostri preferiti di ottobre. Non tutto è andato liscio in queste settimane, anzi, ci sono stati imprevisti, momenti di stress e giornate un po’ grigie come il cielo a Milano. 

Ma sapete che su questi schermi si cerca sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno… così eccoci a parlare di libri, film, festival letterari, atmosfere d’autunno e tutto ciò che c’è stato di bello!



Il libro del mese



Il romanzo preferito di questo mese non poteva non essere la conclusione della serie Percy Jackson e gli eroi dell’Olimpo, che ho iniziato lo scorso inverno, proseguito in primavera e concluso poco tempo fa. Ho scelto di alternare questa serie ad altre letture per non “esagerare” e non perdere il gusto, dal momento che si tratta di volumi ampi e sicuramente dallo stile più ricco rispetto a quello della serie degli Dèi, e penso di aver fatto bene.


La storia ha inizio dove La casa di Ade si è conclusa: i Sette semidèi, una volta recuperato Leo Valdez – che si è “perso” sull’isola di Ogigia e lì si è innamorato della ninfa Calipso – stanno partendo alla volta di Atene con la loro nave volante. È lì, in occasione della Festa della Speranza del 1 agosto, che Gea radunerà i Giganti e sferrerà l’attacco definitivo a Dèi ed eroi. Il guaio è che gli adepti della Dea della Terra stanno cercando ovunque i Sette, perché un’altra profezia sostiene che sarà “il sangue degli eroi dell’Olimpo” a riportare Gea in vita definitivamente. Ed i candidati perfetti sono Percy e Annabeth, in quanto figli di Poseidone ed Atena, i due fondatori di Atene.


Nel frattempo, il satiro-coach Hedge (che ha lasciato in America una moglie incinta), insieme a Nico Di Angelo ed all’ormai ex pretore romano Reyna, stanno cercando di trasportare la statua dell’Athena Parthenos al Campo Mezzosangue, a Long Island. Una legione di mezzosangue romani battaglieri non ha dimenticato quel che è accaduto all’inizio de Il marchio di Atena e non crede che sia stato un incidente – mentre invece lo è stato – perché è stata sobillata da Ottaviano, un augure bramoso di potere che si è autoeletto pretore. Così hanno avuto la brillante idea di andare a combattere contro i mezzosangue greci e di innescare una guerra civile proprio nel momento in cui sarebbe meglio unirsi tutti contro un comune e pericolosissimo nemico (non vi ricorda qualcosa, vagamente? Tipo la Guerra del Peloponneso? La butto lì, eh.) La consegna dell’Athena Parthenos ai Greci da parte di un pretore romano, per quanto ufficiosamente “destituito”, potrebbe essere un forte segnale di pace. Ma è una corsa contro il tempo.


La situazione è molto delicata. Da un lato i semidèi sulla Argo II, prima di raggiungere Atene – come se già questo non bastasse – devono riuscire ad imbrigliare e portare con loro la dea multiforme Nike/Vittoria, che fa il tifo sia per i Greci che per i Romani ed a volte è così confusa da colpirsi da sola, e poi devono andare da Esculapio, un medico che curerà le loro ferite del corpo e dell’anima, ma è “protetto” da guardie pericolose che non vogliono che il suo sapere si diffonda. Leo non sa come mantenere la promessa di ritorno fatta a Calipso; Jason e Piper vorrebbero un loro lieto fine romantico dopo tante tribolazioni, visto che la loro storia non ha avuto un solo giorno di tranquillità; Frank e Hazel hanno paura di morire subito dopo l’impresa, per motivi legati alle loro esperienze precedenti (il “legno della vita” da cui dipende Frank e la “non-morte” di Hazel); Percy ed Annabeth, figli dei fondatori di Atene, si sentono addosso la responsabilità più grande di tutti.


Dall’altro lato Nico porta con sé in un disperato viaggio tra le ombre una statua gigante, un satiro stravagante e l’amica più insperata che potesse trovare. E per fortuna che c’è il coach Hedge, sempre combattivo e felice per la sua famiglia, a rallegrare l’atmosfera. Nico ha sofferto troppo, tra il senso di esclusione e la sua omosessualità che non riesce ad accettare, e giorno dopo giorno si sente sempre più spento. Reyna continua a dover fare i conti con il suo passato, sia quello recente da inflessibile pretore romana che le sta un po’ stretto, sia quello dell’infanzia in Portorico che non ha ancora raccontato a nessuno.


E il 1 agosto si avvicina…



Il sangue dell’Olimpo era una lettura che era sulla mia TBR da tempo, come immaginerete, e forse per questo… mi è piaciuto tanto, ma avrei voluto che mi piacesse ancora di più. Una parte di me preferisce ancora La casa di Ade tra i romanzi della serie degli Eroi, e Lo scontro finale come conclusione di serie. Quest’ultimo era sì molto più incentrato sulla battaglia – ed a lungo andare può essere impegnativo – ma quel che è accaduto mi è parso comunque più incisivo: c’erano dei chiari omaggi all’Iliade che hanno reso anche un libro così “guerresco” non scontato.


Il sangue dell’Olimpo dedica allo scontro finale solo l’ultima parte, e forse per questo la conclusione mi è sembrata un po’ più rapida del dovuto. Certo i nostri Sette eroi hanno combattuto già tantissime volte, dall’Alaska all’Epiro, e c’era una parte “on the road” che ancora meritava di essere raccontata (e che è la parte migliore del libro). Però mi è un po’ spiaciuto notare come la temibile Gea – che insomma, è la Madre Terra, è di sicuro più spaventosa di Crono – abbia “meritato” una battaglia forse un po’ breve.


A parte questo, il romanzo tira tutte le fila delle vicende raccontate nell’incredibile serie degli Eroi, una saga che comunque per me ha fatto un bel balzo di qualità rispetto a quella degli Dèi: tra l’inserimento di elementi romani oltre a quelli greci, il riferimento a storie e problematiche americane che si intrecciano con quelle del mondo classico (quasi a ribadire l’esistenza di corsi e ricorsi storici), l’introduzione di personaggi dalle storie personali complesse, l’esplorazione sempre più ampia del mondo mitologico, c’è davvero di che essere soddisfatti.


Il sangue dell’Olimpo pone le basi anche per la serie successiva, che se non erro dovrebbero essere Le sfide di Apollo. Il parere comune del Booktok e dintorni è che siano un gioiellino, ma voi sapete che io mi fido fino ad un certo punto delle “vox populi”. Tanto più che so già – impossibile evitare spoiler con una serie così amata anche a distanza di anni – che succederà una cosa che di sicuro non mi piacerà. Diciamo che per ora la TBR di novembre è ricca, che quella di dicembre comprenderà di sicuro delle letture natalizie e che prima dell’anno prossimo non se ne parla. Poi si vedrà…


Intanto vi lascio i link alle altre due “puntate precedenti” delle recensioni sulla serie degli Eroi:


Volumi 1 e 2


Volumi 3 e 4



Il film del mese



In occasione di Halloween, un film pauroso… Preparatevi a vivere un vero incubo con Cattivissimo me 4!


E vabbè, mi conoscete. Probabilmente non vedrò mai un horror in vita mia, men che meno quelli raccomandati per Halloween. Però questo periodo, che ai tempi in cui ero bambina io era fin troppo serioso tra Ognissanti e commemorazione dei Defunti, è diventato negli ultimi tempi un momento da vivere in famiglia con leggerezza ed esorcizzando quel che ci fa più paura. E so che sarò in controtendenza, ma a me questa cosa piace. Quindi eccovi un bel film con tanto di cattivi “spaventosi” per tutta la famiglia.



Ad un anno di distanza dagli eventi del terzo film, Gru e Lucy sono stati reintegrati nella Lega Anti-Cattivi, così come il loro capo, che è stato richiamato dalla pensione per combattere un avversario pericolosissimo. Si tratta dell’ex allievo modello della scuola superiore di Gru, il Lycée Pas Bon: Maxime Le Mal, ancora fidanzato con la “reginetta criminale” della scuola, Valentina, ed ancora molto più popolare di Gru tra professori e dirigenti. Maxime è un personaggio inquietante: alla rimpatriata della classe di Gru mostra di essersi reso invincibile acquisendo arti da scarafaggio. Gru tenta un arresto, ma il rivale fugge.


Gru, Lucy e famiglia sono in pericolo, perché Maxime ha riconosciuto il suo vecchio compagno di scuola. Così la coppia, le loro tre figlie adottate, il piccolo Junior nato da pochi mesi e qualche Minions (gli altri andranno alla Lega Anti-Cattivi) vengono trasferiti nella ridente Mayflower, una cittadina abitata da super ricchi. Lì essi assumono una falsa identità e fingono di avere lavori “normali”.


I problemi, però, sono ben lontani dall’essere finiti. Innanzitutto Maxime Le Mal è sulle loro tracce e cerca vendetta. Poi, una piccola ma molto sveglia vicina ha scoperto la vera identità di Gru e cerca di convincerlo a insegnarle il necessario per essere una “cattiva DOC”.



Tra quattro film per la serie Cattivissimo me e due prequel sui Minions, questa serie ormai è un classico per famiglie degli ultimi anni. Credo che ormai sia stato inventato tutto l’inventabile e non sono sicura che ci sarà un nuovo capitolo, però devo dire che questo film, nonostante i protagonisti siano tutt’altro che nuovi, non manca di freschezza.


Sarà che Gru si deve confrontare per la prima volta con un figlio maschio che, a differenza delle sue tre figlie che non vedevano l’ora di essere adottate anche da un padre single, fatica a staccarsi dalla madre e ad affezionarsi a lui; sarà che la famiglia deve ricominciare da capo in una nuova casa molto poco “a prova di cattivi”; sarà che il mezzo scarafaggio Maxime Le Mal con la voce di Stefano Accorsi non fa certamente paura ma un po’ di schifo sicuramente…


Insomma, ancora una volta ho riso tanto dentro il cinema. I Minions per me sono un’invenzione geniale.



Comunque se c’è una cosa positiva che mi ha portato il maltempo di questo ottobre è che esso mi ha spinto qualche pomeriggio in più al cinema. 



La musica del mese



Halloween, come Carnevale, vuol dire travestimenti… anche se in versione “spaventosa”!


In un ventennio di danza i personaggi interpretati sono stati davvero tanti. Per esempio, nel post di febbraio vi ho raccontato di quando abbiamo interpretato Hollywood di Michael Bublé ed ognuna di noi ha scelto di travestirsi da un personaggio dei film o dei cartoni animati.


Il travestimento più in linea con le atmosfere ottobrine, però, è quello dei Jelicus Cats, che è tornato nella mia vita da ballerina due volte, una nel 2006 in versione trio ed una nel 2013 in versione gruppo. In entrambe le occasioni ho indossato dei colletti ed un cerchietto che aveva fatto la mia prozia con dei ritagli maculati, e che sono uno dei ricordi più cari che ho di lei. Trovate la colonna sonora di Cats a questo link.




Dovendo pensare ad una canzone “spooky” tra tutte quelle che abbiamo portato sul palco, una delle prime che mi vengono in mente è Yellow flicker beat di Lorde, la mia variazione del 2015. Ero stata particolarmente contenta sia della coreografia che del costume, al punto che nel marzo del 2020, quando c’è stata la grande chiusura per il Covid e pensavamo sarebbe stata solo questione di poche settimane (e vabbè…) avevo accarezzato l’idea di riproporla, perché immaginavo avremmo avuto “meno tempo” per preparare il saggio di giugno. Purtroppo sappiamo che le cose sono andate diversamente, e noi come scuola abbiamo saltato ben due spettacoli, sia quello del 2020 che quello del 2021.

Ma è una delle mie idee “in panchina” per qualche anniversario della scuola o occasione speciale! Trovate la musica qui.



La poesia del mese



Per il mese di ottobre ho pensato ad un componimento di Vincenzo Cardarelli, già poeta dell’autunno, dal titolo Abbandono.


Volata sei, fuggita

come una colomba

e ti sei persa, là, verso oriente.

Ma sono rimasti i luoghi che ti videro

e l’ore dei nostri incontri.

Ore deserte,

luoghi per me divenuti un sepolcro

a cui faccio la guardia.



Le foto del mese



L’ultimo weekend di settembre è stato dedicato a qualche tranquillo festeggiamento di famiglia per i miei 35 anni. Ecco un selfie di me incredula di essere arrivata “nel mezzo del cammin di nostra vita”, come diceva Dante!




Se ricordate, in settembre ho ripreso con le camminate al parco dopo una lunga estate di lungomare ligure, ma c’era un “falso autunno”: era tutto bruciato per il gran caldo. Fortunatamente le piogge sono arrivate – pure troppe, se volete il mio parere non richiesto – e pian piano la stagione ha fatto il suo corso. Un sabato di metà mese sono tornata e le atmosfere erano decisamente più autunnali!




Personalmente sono onnivora, ma in questo mese di ottobre, per una fortunata coincidenza, sono riuscita a tornare in un ristorante vegetariano/vegano che mi è sempre piaciuto e dove non andavo a mangiare da troppo tempo (mi sa anche prima del Covid). Convinta di fare un “apericena”, ho ordinato un antipasto misto vegetariano e mi sono trovata davanti a questo piattone che merita una foto! Quelli che vedete in foto sono: hummus di ceci con cracker ai cereali, “finto” vitello tonnato, insalata di farro con verdure, involtino di pasta fillo con tofu e insalatina di cavolo viola e mele marinata nel vino. Molto contenta di essere tornata!




L’evento più bello di questo mese è stata per me la prima edizione di “Un Naviglio di libri”, un festival letterario dedicato soprattutto a famiglie ed insegnanti che si è tenuto tra il 10 ed il 13 ottobre proprio nel mio paese, Cernusco sul Naviglio. C’era davvero l’imbarazzo della scelta, ma alla fine ho partecipato a tre incontri. Venerdì sera in biblioteca c’è stata una tavola rotonda per genitori ed insegnanti sulla lettura per l’infanzia e l’adolescenza che mi ha fornito più spunti di riflessione. Sabato pomeriggio, il primo di due incontri è stato con Riccardo Gazzaniga, autore di Colpo su colpo (di cui vi ho parlato qui), che ha presentato le sue raccolte di racconti scritte negli ultimi anni e mi ha gentilmente firmato Come fiori che rompono l’asfalto. Lo leggerò a breve…




Il secondo incontro del sabato pomeriggio è stato con Enrico Galiano, il “prof scrittore” che penso ormai non abbia bisogno di presentazioni. Ammetto di non aver letto ancora nulla di suo, anche se mi piacerebbe molto. L’incontro è stato un ottimo biglietto da visita: lui tiene il palco quasi come un attore, e ci siamo pure fatti delle gran risate…





Non mi resta che augurarvi un tranquillo e felice ponte di Halloween! 

Se vi interessa, a questo link trovate i miei consigli di lunedì per due letture “spooky”. Fatemi sapere com’è andato il vostro ottobre e che ne pensate dei miei consigli.

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in novembre :-)


lunedì 28 ottobre 2024

THRILLER PER LA SPOOKY SEASON

 Due romanzi per la settimana di Halloween




Cari lettori,

siamo arrivati all’ultima settimana di ottobre (non si sa bene come… un altro mese volato, direi) e il ponte lungo di Halloween/di Ognissanti e morti è alle porte!


Come già fatto l'anno scorso, anche oggi vorrei proporvi un paio di letture che richiamino le atmosfere di questa settimana un po’ spooky. Nel 2023 avevo scelto La libreria dei gatti neri, un noir agghiacciante con un detective per caso immerso in un’ambientazione autunnale, e Oscura e celeste, un giallo storico “notturno” con un protagonista d’eccezione: Galileo Galilei.


Probabilmente avrete notato che mediamente le mie letture sono un po’ diverse da quelle di altri bravissimi blogger/bookstagrammer/tiktoker che da inizio ottobre stanno consigliando romanzi horror ed opere di letteratura gotica. Così anche quest’anno ho escluso romance, storici e storie di narrativa generale che trattavano tutt’altro ed ho puntato su due thriller/noir dalle atmosfere buie ed inquietanti.


Il primo è sempre di Pulixi, lo stesso autore de La libreria dei gatti neri, ed è l’ultima – per ora – indagine di Vito Strega, personaggio che vi avevo raccontato un po’ in questo post. Il secondo è di Maurizio De Giovanni, autore di cui ormai non vi dico più nulla perché sapete che è uno dei miei preferiti.


Partiamo insieme per questo viaggetto spooky!



Per un’ora d’amore, di Piergiorgio Pulixi



Maria Donata è una donna di trent’anni fuggita al Nord per lavorare, e dopo tante traversie si è sistemata in una grande azienda ed in un appartamento da sola con il figlioletto. Maria Donata è affascinante, tenace e determinata. E qualcuno la sta uccidendo. Chiusa in casa sua, costretta ad indossare un abito da sposa, agonizzante sul letto, la donna ripensa con intensità a dei momenti di felicità con il padre, i più belli della sua infanzia.


Poche ore dopo, il signor Italo, viticoltore nel Sud della Sardegna, riceve la tragica notizia. Egli è molto anziano, in difficoltà economiche perché la sua vigna è ormai un relitto del passato, a stento autonomo, ma niente conta di fronte alla morte della figlia ed alla solitudine del nipotino: in un attimo egli è a Milano. Il piccolo Filippo gli viene affidato dai servizi sociali, che però hanno molti dubbi a proposito dell’anzianità e delle disponibilità economiche dell’uomo.


L’indagine viene invece commissionata a Vito Strega ed alla sua squadra, composta dalla riservata Eva Croce, dal simpatico Bepi Pavan e dalla “rinunciataria” Mara Rais, che si è sentita tradita da Vito – di cui era innamorata – per non essere stata messa a conoscenza di alcuni segreti professionali, e ha deciso di uscire dalla squadra, almeno momentaneamente. In generale, tra la defezione di Mara, il dolore rinnovato di Eva (che ha appena venduto la casa in cui viveva con l’ex marito e la figlia, morta di malattia) e la recente decisione di Bepi di mollare nutrizionisti e centri di dimagrimento a favore di una spietata psicologa che lo sta facendo digiunare a furia di sensi di colpa, l’umore del gruppo non è al top.


L’incontro con Italo, però, scuote le coscienze di tutti, in particolare quella di Bepi, che è un padre di famiglia un po’ maldestro ma di cuore, ed entra subito in confidenza con quell’uomo semplice, che si ritrova ad essere l’unico genitore di un piccolo quando ai suoi tempi c’era ancora l’idea che il padre provvedesse al lavoro e la madre a pannolini, nutrizione a quant’altro.


Tra ottime referenze lavorative e grande amore materno, c’è purtroppo una zona oscura nella vita di Maria Donata: il padre di Filippo, un uomo violento da cui ella si è separata in modo burrascoso. L’uomo, però, ha un alibi di ferro: una serie di controlli medici in una clinica proprio nel giorno del delitto.


Un alibi troppo clamoroso per non puzzare di montatura. Soprattutto considerando che l’indagato era vicino a gruppi dalle idee conservatrici, per non dire pericolose.


Mentre tenta di risolvere il mistero legato alla morte di Maria Donata, Vito Strega deve affrontare un altro problema: una misteriosa stalker che lo controlla con dei device informatici consentiti soltanto a chi fa parte delle forze dell’ordine… e di cui non è ancora riuscito a scoprire l’identità.



Per un’ora d’amore indaga in quella che, se me lo chiedete, per me è una delle fogne più pericolose degli ultimi anni: i gruppi social/Telegram o anche di deep web di “uomini che odiano le donne”. Troppo a lungo questo problema è stato minimizzato, persino quando questi soggetti sono passati dall’odio online ad atti di bullismo o vere e proprie aggressioni. Con il tempo, però, sia le forze dell’Ordine che le autorità giudiziarie si sono rese conto di ciò che tanti attivisti e giornalisti sostenevano da tempo: questi gruppi non sono solo estremamente pericolosi per tutte le donne (e i figli di donne) che hanno avuto a che fare con uno dei componenti – e già solo questo basterebbe – ma possono fungere anche da serbatoio di voti per correnti politiche estremiste, da “luogo virtuale” per reclutare picchiatori e criminali, ed altro ancora.


La cosa peggiore è che secondo me tanti italiani non si sono resi conto della gravità di questi gruppi: tra persone di una certa età che pensano ancora che il virtuale non abbia importanza rispetto alla “vita vera” ed altre che banalizzano la questione dicendo alle donne coinvolte di “ignorarli perché sono solo bulletti”, va a finire che le vittime spesso si trovano sole. E il numero di Maria Donata cresce ogni giorno.


Apprezzavo già Pulixi come autore, leggevo già i suoi romanzi per vari altri motivi, ma devo dire che stavolta gli sono veramente grata per aver scelto di trattare questo tema. Credo che ci sia sempre bisogno di un uomo con una voce pubblica che si espone condannando queste pericolose realtà. Lui e Massimo Carlotto – di cui presto vi riparlerò – sono due scrittori “sempre sul pezzo” di cui leggerei volentieri anche il punto di vista su tante questioni di attualità. Sono sicura che nei prossimi romanzi non mi deluderanno…


Anche questa volta Vito Strega riuscirà a scoperchiare un brutto affare, ma le sue tribolazioni personali e professionali non sono finite qui. Vedremo che cosa gli succederà nelle sue prossime avventure…



Pioggia per i Bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio De Giovanni



Non è usuale che a Napoli piova così tanto, ma da giorni e giorni l’acqua cade incessantemente. In un appartamento lussuoso dei quartieri alti, il quasi ottantenne Leonida Brancato, un tempo penalista di grido, oggi pensionato come tanti, è costretto a lasciare il suo letto caldo per andare in bagno. Non ha alcuna voglia di alzarsi, soprattutto perché da tempo le giornate per lui hanno perso ogni senso – specie quelle di pioggia -, è solo costretto dalle circostanze a farlo. Ma non fa in tempo nemmeno a terminare la sua routine quotidiana: qualcosa, qualcuno lo colpisce. Non resta altro che un bagno disordinato, un cadavere sul pavimento ed il rumore incessante della pioggia, parzialmente coperto da una radio che va a tutto volume.


È questa la scena che si trovano di fronte i Bastardi di Pizzofalcone, che occupano il commissariato di uno dei più particolari quartieri di Napoli: una striscia verticale che taglia la città, dal centro alle periferie. La conformazione della loro zona dà loro la possibilità di occuparsi sia dei più bisognosi che dei lavoratori di classe media, sia degli uomini d’affari che dei più ricchi della città, e stavolta è proprio il caso di questi ultimi.


Tutto, nella casa di Leonida Brancato, testimonia opulenza: ovunque ci sono tracce di ricchezza. E di solitudine. Dopo la scomparsa della moglie, l’uomo era rimasto solo in una casa troppo grande, in un palazzo parzialmente composto da uffici e parzialmente vuoto per via di alcuni lavori di ristrutturazione. L’unica sua interazione quotidiana era con la portiera. I suoi parenti rimasti in vita sono la nipote, alla quale ha lasciato lo studio, una donna pratica che ha rilevato con successo l’attività di famiglia ma di certo non provava grande affetto per il defunto, ed il figlio, che si era dimostrato, a detta del padre, poco ambizioso ed inadatto alla direzione dello studio. Il litigio tra padre e figlio potrebbe essere l’unico elemento di interesse nel presente della vittima, ma Lojacono ed i suoi non sono convinti.


Se il presente non soddisfa, occorre allora guardare al passato. Nella sua lunga e soddisfacente carriera, Leonida Brancato ha difeso i peggiori criminali, dai trafficanti di droga agli esponenti della criminalità organizzata, tirando fuori dal carcere persone che avrebbero meritato di marcirci ed invece, pagando il principe del foro, erano riusciti ad uscirne ben prima del previsto. A quanto pare, però, uno di questi “gentiluomini” non è stato contento del trattamento riservato al figlio, ed ha preferito interpellare ancora una volta il vecchio ex avvocato piuttosto che la nipote. Che sia questa la pista giusta?



Pioggia pone al centro della scena un elemento che sembra essere caro a Maurizio De Giovanni: la pioggia scrosciante che sconvolge una città come Napoli, abituata al mare, al sole ed al cielo azzurro che si staglia dietro il profilo del Vesuvio. Già due romanzi della serie del commissario Ricciardi, Il giorno dei morti e Serenata senza nome, erano ambientati nel corso di “una maledetta settimana di pioggia”.


In questo romanzo lasciamo gli anni ‘30 e le malinconie di Ricciardi per tuffarci nei problemi e nella frenesia della quotidianità, che la pioggia ininterrotta sembra avvolgere in un’atmosfera ovattata. Sembra, perché si tratta solo di un’illusione. Questa è una storia di “danni collaterali”, di vittime di cui nessuno si ricorda, di rancori sopiti per anni ma mai spenti.


Anche le vite dei Bastardi, nonostante la pioggia inviti a stare a casa, non potrebbero essere più movimentate. Lojacono ha perso sia l’ultima compagna che l’amica fidata, ma si ritrova ad affrontare il dolore della figlia Marinella, che è profondamente triste ma non vuole dargli nessuna spiegazione. Romano non può più negare di essere innamorato della dottoressa Susy, ma se cedesse a questo sentimento non potrebbe più adottare la piccola Giorgia insieme alla moglie che non ama più. Alex Di Nardo accetta un incontro con la madre, temendo che ci saranno altre cattive notizie dalla sua famiglia. Pisanelli, in pensione “per modo di dire”, ed il giovane Aragona continuano la loro tragicomica convivenza, e sembrano sempre più padre e figlio. Ottavia ed il vicequestore Palma non riescono a dimenticarsi l’uno dell’altra, anche se la donna non riesce ad immaginare di separarsi dal marito e di creare un trauma a Riccardo, il suo unico figlio, affetto da disabilità mentali. La piccola Vittoria, infine, figlia del viceispettore Elsa Martini, ha capito da tempo che suo padre è il pm Diego Buffardi e lo incontra all’oscuro della madre; l’uomo, però, insiste per chiarire la situazione.


I romanzi dei Bastardi si leggono in un attimo: ogni volta sembra di incontrare nuovamente dei vecchi amici. In particolare Pisanelli e Aragona, che insieme fanno proprio spaccare dalle risate, e meno male, visto che altri componenti della squadra stanno vivendo dei veri e propri drammi. Forse c’è un nuovo incontro all’orizzonte per il nostro sfortunato Lojacono, ma è presto per dirlo. Anche Vittoria, una ragazzina delle medie che è più sveglia di madre e padre messi insieme, è un personaggio a cui ci si affeziona facilmente.


A differenza di quanto l’autore ha scelto di fare con il commissario Ricciardi, chiudendo la serie (e poi riaprendola dopo un’ellissi temporale di qualche anno), non penso che saluteremo presto i Bastardi. Per fortuna!





Queste sono le mie letture “spooky”, a prova di fifoni (spoiler: sono io la fifona) e dedicate soprattutto agli appassionati di gialli e noir. Tra travestimenti spaventosi, delitti efferati ed atmosfere uggiose, spero comunque di aver reso giustizia all’atmosfera del periodo.

Consigliatemi voi qualche lettura a tema Halloween! Tanto per il prossimo mese si può restare ancora nel mood. Io di solito aspetto l’ultima settimana di novembre per cambiare completamente atmosfera…

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 24 ottobre 2024

HO VISTO GLI OCCHI TUOI

 Spazio Scrittura Creativa: ottobre 2024




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di ottobre con la rubrica “Spazio Scrittura Creativa”!

Prima di tuffarci nel racconto che oggi vi propongo, una piccola introduzione. Secondo i miei progetti, infatti, il post odierno sarà solo l’inizio di un piccolo filone di sette.


Come vi ho già raccontato in altre occasioni, una mia passione degli anni dell’Università sono le fanfiction a tema Harry Potter, diventate super popolari proprio nel periodo tra i miei 18 ed i miei 25 anni. Ultimamente mi è capitato di rileggere un mio vecchio progetto precedente al blog, ai tempi condiviso su altre piattaforme. Non lo avrei proposto sul blog così come l’ho trovato, perché uno dei sette “capitoletti” per me sarebbe proprio da ripensare, e gli altri sono comunque da sistemare, almeno dal punto di vista dello stile. Così ho deciso di dare inizio ad una piccola operazione di restyling, perché l’idea di base mi piace ancora moltissimo.


Si tratta di sette racconti in prima persona, sette confessioni da parte di personaggi dell’universo potteriano. Il tema sono i peccati capitali: ognuno dei nostri protagonisti ne incarnerà uno. Tra fughe nel passato e prospettive future, momenti di debolezza ed inaspettati punti di forza, sentimenti dirompenti ed azioni impreviste, cercherò di darvi una mia interpretazione di personaggi che secondo me o sono sottovalutati o sono così conosciuti da essere dati un po’ per scontati.


Iniziamo dall’invidia e da una giovane donna che so essere molto amata!



Ho visto gli occhi tuoi

(Capitolo dell’Invidia

Voce narrante: Ninfadora Tonks)



Poi ho visto gli occhi suoi

come grano in mano al vento

son ciliegie del mio pianto

così tanto io ti sento sai

ho visto te con lui

quando scende la tristezza dentro al cuore…”


È un pomeriggio come tanti alla Tana. Lambiente caldo ed accogliente è quello di sempre e nellaria si sparge il consueto, gradevole odore di torta di mele appena fatta.


È una calda giornata di fine agosto ed in questa stagione la campagna del Devon è quanto mai piacevole: un vento dolce porta con i primi sentori dellautunno ed avvolge tutti i colori in una splendida armonia.


Oggi, però, è come se io non vedessi niente. Da troppi giorni ormai per me non ci sono stagioni, non ci sono giornate da godersi, nemmeno in questo periodo di inizio autunno che mi è sempre tanto piaciuto. Sorseggio con ben poca voglia il mio e ascolto i discorsi di Molly cercando di concentrarmi su quello che mi sta dicendo.


So che vuole distrarmi: sicuramente pensa ancora che io stia ancora soffrendo per la morte di Sirius, mio cugino, avvenuta due mesi fa in modo tragico e improvviso. Molly, cara amica mia. Non sai quanto ho pianto per lui, per il piccolo Harry che è rimasto di nuovo senza una figura paterna. Lo sconforto che sto provando in questi giorni, però, è riuscito a spazzare via persino il dolore per questa tragedia.


* * *



Molly pensa di recarmi conforto parlandomi della sua situazione familiare che, in questo momento, sembra proprio uscita da una di quelle buffe commedie babbaneavete presente? Quelle storie in cui due giovani si sono innamorati e vogliono sposarsi e cè qualche genitore che si oppone fieramente alla loro unione. In casa Weasley questo copione è recitato alla perfezione: Bill, il primogenito, ha appena annunciato di essersi fidanzato con una giovane collega francese, Fleur, e, non contento, se lè portata alla Tana a conoscere tutta la famiglia. Senza interpellarla, come Molly mi ha fatto notare.


“…e poi, è una tale oca! La classica bellezza senza cervello! Oh, certo, avrà pure partecipato al torneo Tremaghi, avrà delle qualità se è stata assunta alla Gringottma ha un pessimo modo di dimostrarlo!va avanti, imperterrita. E non si accorge che continua a girare il dito in una piaga che mi fa soffrire.



* * *



Poi, ho visto gli occhi tuoi

rotolando verso casa

chiamare i miei

che bella sei

che belle fai

le belle sere, sai

ho visto gli occhi tuoi

quando scende la bellezza

dentro il cuore”


Proprio in quel momento, come se fossero stati evocati da Molly stessa, arrivano Bill e Fleur, di ritorno dalla loro passeggiata a Diagon Alley. Il mio sguardo non si perde nulla della loro entrata: lo sguardo allegro e rilassato che ci rivolgono, le loro risate, lattenzione con cui lui aiuta lei ad avviarsi su per le scale


Bill, tesoro! Guarda chi cè! La cara Tonks è venuta a trovarci!sviolina Molly senza minimamente curarsi della futura nuora. Non creda che non labbia capito: cè sempre un angolino della sua testa che vorrebbe che Bill si innamorasse di me.


Bill, figuriamoci! Lui e suo fratello Charlie sono quasi dei fratelli per me, ci conosciamo da molto ormai e abbiamo caratteri fin troppo simili. Non cè mai stato nulla tra noi. Ma si sa: se le madri si mettono in testa una cosa, beh, cè poco da fare: è quella.


In tutta sincerità, non capisco perché Molly preferirebbe così nettamente me a Fleur. Se sapesse che in realtà noi due siamo fin troppo simili!

Stiamo combattendo entrambe per la realizzazione di un amore, ed io la invidio, oh sì, la invidio come non mai, perché è riuscita a farsi accettare dal suo uomo nonostante tutti gli ostacoli che avrebbero potuto dividerli.

In fondo, anchio sto lottando contro gli stessi nemici: disapprovazione da parte di alcuni genitori (i miei, stavolta), alcuni anni di differenza, due condizioni e due stili di vita molto diversi. E la mia profonda tristezza è dovuta al fatto che lui mi rifiuta.


* * *



Dov’è che il vento ti porta via

dov’è che il cielo tramonta

quando scende la tristezza e invade gli occhi...”


Lho incontrato, ieri sera.


Cosa ci fai qui, Dora? Potrebbe essere pericoloso!Pericoloso, dannazione!


Come se non sapesse che sono diventata Auror dopo anni di addestramento. Che sono la pupilla del leggendario Malocchio Moody, il più grande cacciatore di maghi oscuri degli ultimi anni. Che ho già affrontato i licantropi.


E allora, perché vuole proteggermi?

Solo perché io ho 24 anni, lui 36 e sono lapiccolada proteggere? Solo perché per lui sono ancora lacuginettadel suo amico Sirius, che ormai ci ha lasciato? O forse perché ha paura dei suoi sentimenti?


Ne abbiamo già parlato, Doraquello giusto per te è un altro!


Vorrei solo che non dubitasse dei miei sentimenti. Sono una donna ingenua e pasticciona, considerata da tutti un soggetto pieno di allegria e voglia di vivere (anche se ultimamente non lho dimostrato molto)ma cosa c’entra il fatto di essere tanto diversa da lui con quello che provo? Lo amo e lho sempre amato, fin da quando l'ho visto per la prima volta. Ed ora non sono più ladolescente rockettara di un tempo, anche se i vestiti sono rimasti gli stessi. Sono cresciuta e so cosa voglio.



E mentre guardo Fleur che, con una risatina ed un mulinare dei suoi biondi capelli, dice al futuro marito di volersi fare una doccia e si avvia al piano superiore, non riesco a capire quale differenza ci sia fra me e lei che abbia consentito a lei di riuscire nellintento ed a me di continuare a fallire. Forse il fatto che è così bella. Forse perché riesce ad imporre la sua volontà, a differenza di me, che sul lavoro potrei affrontare un troll a mani nude e davanti a lui mi sento del tutto incapace di esprimermi. Qualunque cosa sia, la invidio per questo.


Oh, Remus, perché non capisci che noi e loro siamo così simili, che abbiamo la stessa storia? E se loro sono felici, perché non possiamo esserlo anche noi, per sempre?

Chissà se riuscirò mai a dirtelo.


E te ne vai, te ne vai, te ne vai

Via, via, via.”



FINE PRIMO CAPITOLO




Qualche piccola precisazione, in coda:


1) La canzone che ci accompagna è Occhi di Zucchero, che potete ascoltare a questo link. Ognuna delle sette storie sarà ispirata o da una musica o da una citazione letteraria.


2) Il “primo capitolo” è concluso, ma questi sette racconti sono una raccolta, non una serie. Se un personaggio non è di vostro interesse, potrete benissimo saltare, o comunque leggere i racconti nell’ordine che preferirete.


3) Non avremo per sette mesi di fila questi racconti. Mi rendo conto che Harry Potter piace a tanti ma non a tutti, e poi comunque vorrei che questa rubrica rimanesse un mix: un mese ci sarà una di queste storie, un altro seguirò l’ispirazione del periodo – per Natale ho già una mezza idea -, un altro ancora ci saranno le mie poesie o una mia “pagina di diario” come a giugno… un pochino di tutto come al solito, insomma!


4) Se vi piace l’universo potteriano, ne approfitto per segnalarvi le altre due mie fanfiction presenti sul blog: Natale a Hogwarts (Link) e Digitale purpurea (Link).



Ora lascio la parola a voi!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)