giovedì 19 giugno 2025

LA TBR DELL'ESTATE - SUMMER COUNTDOWN 2025 #4

 Consigli stagionali di lettura



...mancano due giorni al Solstizio d'estate!


Cari lettori, 

siamo quasi in dirittura d'arrivo con il nostro "Summer countdown"! 

Come già fatto in autunnoinverno e primavera, ho pensato di proporvi un booktag con consigli stagionali di lettura. Romanzi che richiamano l'estate, ma per tutti i gusti!



Un giallo “on the road” sullo sfondo della Sicilia


La magna via”, di Gaetano Savatteri


Torna la bella stagione a Màkari!


Saverio Lamanna, ex giornalista rimasto disoccupato e tornato nella casa al mare di famiglia, vorrebbe soltanto occuparsi della sua neonata carriera di romanziere e godersi la bella stagione. Lo attende però una sorpresa: suo padre, professore in pensione, si è fatto coinvolgere dalla moda dei cammini ed ha deciso, insieme all’amico di sempre Mimì, di intraprendere la Magna Via Francigena, che taglia in due l’entroterra siciliano.


Saverio, preoccupato per il padre e la sua salute, non ascolta i saggi consigli dell’amico Peppe Piccionello, che vorrebbe persuaderlo a vivere e lasciar vivere, ed organizza una partenza di gruppo: lui, la fidanzata Suleima, Peppe e la zia Rosina (moglie di Mimì) si uniranno all’insolita vacanza.


Il viaggio è lungo e, ad un certo punto, si tinge di mistero. Ma la vera impresa sarà rivitalizzare un rapporto padre/figlio che con l’età ed i cambiamenti ha portato con sé anche molti “non detti”.


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Un romance ideale per affrontare il difficile periodo prima delle ferie


Sono esaurita”, di Sophie Kinsella


Sono esaurita di Sophie Kinsella è la storia di Sasha, una trentenne sovraccarica di lavoro e di responsabilità che ben presto si trova in pieno burnout.


Una vacanza al mare nel luogo dove ha passato le sue estati da adolescente potrebbe essere una buona idea, ma il posto non è più come Sasha lo ricordava e ci sono molte sorprese, da un hotel popolato di personaggi eccentrici ad un ospite scorbutico… ed addirittura dei misteriosi messaggi sulla spiaggia.


Per me, l’anno scorso, la lettura giusta al momento giusto!


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La storia di un’estate di studio… e di rinascita


L’ora di greco”, di Han Kang


In estate, a Seoul, presso il centro di studi linguistici ci sono le ultime lezioni di greco antico prima della pausa per ferie. Il professore, molto appassionato della materia, ha trovato la sua pace in Corea dopo molti anni che si è dovuto dividere tra Oriente e Germania, ma ora deve affrontare una nuova difficoltà: una malattia lo sta portando a perdere la vista.


Tra i pochi alunni del suo corso c’è una signora misteriosa, che però mostra molta tenacia nell’apprendimento. Si tratta di una donna che a sua volta si è dedicata a lungo all’insegnamento, ma dopo aver divorziato ed aver perduto la custodia del figlio si è ritrovata di fronte ad un vecchio fantasma: il mutismo selettivo.


Il greco antico, tra la sua complessa grammatica e le idee di Platone, costituirà un ponte ideale tra i due protagonisti.


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Le estati dei primi anni 2000 e un’amicizia indissolubile


Acciaio”, di Silvia Avallone


Acciaio di Silvia Avallone è un caso letterario di quasi quindici anni fa.


La storia è ambientata nei primi anni Duemila, a Piombino, tra casermoni popolari, una spiaggia tutt’altro che turistica e un’acciaieria che dà lavoro a condizioni durissime.


Le protagoniste, Anna e Francesca, sono due ragazze che hanno appena terminato la scuola media e, mentre sognano di fuggire da quel luogo difficile, si accontentano di essere le più popolari del gruppo.


Ma anche la loro amicizia, che è una vera e propria alleanza contro tutti, è destinata a cambiare.


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Il viaggio nel Mediterraneo più importante di tutti


Resisti, cuore” di Alessandro D’Avenia


Resisti, cuore di Alessandro D’Avenia è stato il mio libro preferito del 2024.


L’autore ripercorre interamente l’Odissea, tra analisi letteraria, studi derivanti da discipline affini, ricordi e riflessioni personali di cui far tesoro. Pagina dopo pagina, anche io, come Odisseo, ho sentito il profumo della “mia Itaca”.


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Per assaporare appieno le atmosfere marittime…


Una fantastica vacanza in Grecia”, di Karen Swan

Una fantastica vacanza in Grecia è la storia di Chloe, ragazza fuggita a New York con il cuore spezzato e costretta a per motivi di lavoro a seguire un pretenzioso cliente, Joe, su un’isola greca.


Ricordo di aver letto questa storia nell’ormai tristemente famoso febbraio 2020, quando stava per avere inizio il lockdown collettivo, e di aver fatto un vero e proprio viaggio immaginario in Grecia con questa storia, proprio nel momento in cui a tutti noi stava per essere vietato anche solo andare nel parco sotto casa.


Il romanzo, tuttavia, non idealizza soltanto: si racconta un reale e difficoltoso percorso di crescita della protagonista.


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...e per esplorare l’Italia!


Summer – Sulla mia pelle” di Elisa Sabatini


Il primo volume di questa dilogia romance con un tocco spicy racconta l’estate di Lavinia, una ragazza spagnola che da poco ha perso la madre ed interrotto il suo percorso di studi musicali.


La vita l’ha messa già alla prova più volte in poco tempo, così, quando ella trova un diario di una vacanza in Italia della madre, decide di partire e di compiere il suo stesso percorso.


Dalle ville fiorentine alle Alpi, dalle vie di San Gimignano alla costiera amalfitana, tante sorprese attendono Lavinia… compresi degli incontri indimenticabili.


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Un’estate indiana ed un thriller storico


L’uomo di Calcutta” di Abir Mukherjee


Questo romanzo è un giallo storico che ha per protagonista il capitano Sam Wyndham, arrivato da poco in India dopo la Prima Guerra Mondiale e dopo aver perduto affetti importanti in Europa.


La morte di un inglese, un personaggio importante, in un quartiere malfamato di Calcutta, desta la preoccupazione delle autorità a proposito dei ribelli indiani che non si sono mai arresi al dominio inglese.


Il capitano ed i suoi sono chiamati ad una vera e propria caccia all’uomo, per cercare di catturare il capo dei rivoltosi che da tempo è latitante. Egli, però, è convinto che la risoluzione del caso stia da un’altra parte.


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Un’indagine in Liguria, la mia “seconda casa” estiva


Il rappresentante di cartoline”, di Roberto Centazzo


Questa “commedia gialla”, com’è stata definita dall’autore, ci fa tornare nel paesino ligure di Cala Marina. L’estate del ‘67 è arrivata e per tutti i protagonisti della stazione ligure, cuore della serie, c’è molto da fare.


In un giorno di luglio, un personaggio molto elegante e dall’aria furba scende dal treno proveniente da Milano. Egli si presenta come fotografo e rappresentante di cartoline, si sistema nella piccola pensione della giovane Maria Sole e ben presto inizia i suoi giri per affari, proponendo a tutti gli esercenti di Cala Marina di stringere un accordo con lui.


Il maresciallo Norberto della Polfer, però, è infastidito sia dai modi falsi dell’uomo, che fa il brillante anche con la cara barista Ludovica, che dalla sua propensione a puntare persone fragili e sole.


L’uomo è davvero un truffatore, o solo un antipatico rivale del geloso Norberto?


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In riva al lago per l’estate… ma con humour


Sua Eccellenza perde un pezzo”, di Andrea Vitali


Bellano, anni ‘30. Nel negozio più tranquillo ed anonimo del paese, il panificio dei fratelli Scaccola, arriva una strana missiva: il rappresentante del sindacato dei panettieri vorrebbe organizzare una gita proprio nella ridente cittadina.


I due interpellati non sanno che fare, così si rivolgono al Comune, suscitando subito l’interesse delle autorità. Ben presto la gita dei panettieri diventa un affare istituzionale che coinvolge tutti, dai commercianti agli insegnanti, fino ad arrivare al maresciallo Maccadò ed ai suoi uomini della caserma.


Si attende addirittura l’arrivo del Federale di Como. Che sia la volta buona per riabilitare Bellano? O anche stavolta i cittadini, un po’ involontariamente, faranno fare al partito l’ennesima figuraccia?


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Sicuramente ho dimenticato qualche lettura, ma spero che queste possano interessarvi!

Fatemi sapere che cosa vi incuriosisce di più o se avete già letto qualcosa. 

Aspetto i vostri commenti! 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 16 giugno 2025

ESTATE E NUOVI AMORI - SUMMER COUNTDOWN 2025 #3

 Due romanzi di Felicia Kingsley e Anna Premoli



...mancano 5 giorni al Solstizio d’estate!


Cari lettori,

nuova settimana, nuovo doppio appuntamento con il “Summer countdown”!


Settimana scorsa è stata dedicata alle gite fuori porta, questa invece avrà per protagonisti i nostri amati libri. Penso di avervelo già scritto su questi schermi, ma per me il romance è spesso un genere estivo. Così, per le nostre “Letture… a tema”, oggi ho pensato di raccontarvi due rosa della Newton Compton, scritti da due autrici italiane conosciutissime ed amate di cui ho già letto altri romanzi in passato.


Si tratta tra due tra le loro uscite più recenti, anche se forse – se non vado errata – non sono proprio le ultimissime. Comunque sono sicura che di questi due romanzi avrete già sentito parlare un bel po’. Conosciamoli meglio insieme!



Una conquista fuori menù, di Felicia Kingsley


Dwight Faraday è un agente dell’FBI, nonché il più caro amico di Blake, lo scrittore protagonista di Due cuori in affitto (a questo link la recensione).


La sua vita è una vera avventura: egli vive costantemente sotto copertura ed ogni sei mesi si reinventa una nuova identità. Nonostante il temperamento un po’ indisciplinato e l’intolleranza a certe regole, è uno dei pupilli del suo capo e degli agenti più promettenti, e riesce sempre a far arrestare i suoi “target”.


Per questo motivo, appena conclusa un’operazione in mezzo ad una banda sudamericana che spacciava stupefacenti, egli vorrebbe disperatamente una vacanza, ma viene subito richiamato in servizio per una nuova operazione sotto copertura.


Dwight ha un talento che presto si rivelerà molto utile: è un cuoco straordinario, anzi, se volesse, potrebbe fare lo chef. Per questo motivo il Capitano, suo diretto superiore, ha pensato di infiltrarlo in un ristorante italiano a New York, gestito dalla famiglia Villa, che è sospettata di avere importanti contatti con un boss della malavita italo-americana.


Dwight assume l’identità di Romeo Corelli, cuoco italiano che si è fatto le ossa sulle navi e vorrebbe mettere radici in qualche ristorante, e si presenta a Gualtiero Villa, il proprietario. Con sua grande sorpresa, però, egli scopre che a gestire il personale – ed il grosso dell’andamento del ristorante – è Julia, una ragazza con cui egli ha già avuto un battibecco dopo averla investita con l’acqua di una pozzanghera mentre sfrecciava in moto.


Julia lo riconosce ed all’inizio si vendica mandandolo via; poi, però, convinta anche dall’amica del cuore Liza, si decide a dargli una possibilità, ma lo relega al ruolo di lavapiatti.


Nei primi tempi Romeo/Dwight mastica amaro, ma ben presto si rende conto che Julia ha un gran bisogno di una persona come lui in cucina. In teoria il ristorante sarebbe intestato al fratello di mezzo, Angelo, ma il ragazzo non ha mai avuto una gran voglia di lavorare ed ora, con una gamba rotta, è del tutto fuori servizio; il fratello maggiore, Pete, ha già il suo panificio e non può far altro che provvedere al pane; il resto del personale del ristorante è composto da ragazzi giovani che sembrano “tirati via dalla strada” dopo un passato nella micro criminalità e non hanno una particolare competenza.


L’unica che ha talento e passione per la cucina e vorrebbe davvero fare la chef è Julia, che però si trova sola su una barca in tempesta, ed è molto limitata dalla sua malattia, il morbo di Crohn, che comporta anche una sacca che ella deve sempre portare sullo stomaco ed un sacco di cibi proibiti (anche solo per un assaggio). In più Julia è asfissiata dalle premure del padre, che è vedovo ed ha paura di perdere anche lei, e tormentata dal suo ex, Dominic, un tipo veramente losco. Se non fosse per Liza, ella sarebbe del tutto sola.


Per Dwight è relativamente facile, giorno dopo giorno, conquistarsi la fiducia di Julia: egli si dimostra un bravo chef (sprecato come lavapiatti), istruisce il resto del personale, fa sì che il ristorante riscuota un grande successo, rassicura Gualtiero a proposito delle mosse di Julia ma poi, segretamente, la accompagna al suo book club ed a praticare gli sport estremi che le piacciono tanto.


Una bella amicizia, in teoria. Ma Julia è il target di Dwight/Romeo, ed il Capitano preme perché il nostro protagonista chiuda il caso, magari facendo anche credere a Julia di essere innamorato di lei. Cosa che pian piano, però, sta diventando vera…



Una conquista fuori menù è stato il tormentone editoriale dello scorso settembre/ottobre e devo dire che in proposito ho letto davvero di tutto e il contrario di tutto. 

Felicia Kingsley è un’autrice le cui storie solitamente mi prendono molto, ed alcuni dei suoi romanzi mi sono proprio piaciuti, però l’anno scorso ho avuto anche una cocente delusione (con Il mio regalo inaspettato, qui) e quindi non sapevo bene cosa aspettarmi, così ho scelto di fare passare l’hype, e l’ho trovato in biblioteca proprio il mese scorso. 

Responso: i suoi romanzi che preferisco forse restano Una ragazza d’altri tempi e Ti aspetto a Central Park (qui), ma anche questo mi è molto piaciuto.


È un “grumpy/sunshine” piuttosto inaspettato, perché qualcuno potrebbe aspettarsi che un agente dell’FBI sia rigido e tutto d’un pezzo, ed invece, devo dire… no!

Dwight/Romeo ha un carattere solare, indossa camicie improponibili e boxer con scritte discutibili, mangia continuamente lecca-lecca per resistere alla tentazione di riprendere a fumare e nel tempo libero si diverte con libri e film romantici (c’è anche un simpatico momento “books on books”, quando al club del libro di Julia si parla di una saga che, se non erro, dovrebbe essere quella di Sarah J Maas). Tutt’altro discorso è Julia, una ragazza che a ventotto anni ne ha viste davvero tante: la morte della madre, la sua malattia, la relazione con un uomo che sembrava affidabile e si è rivelato pericoloso, il dover fare da collante all’interno di una famiglia che è effettivamente molto ambigua (e qui mi fermo per non fare spoiler). Quel che più di tutto Julia desidera è sentirsi libera, e chi può essere meglio di un ottimista come Dwight/Romeo, che la accompagna persino a fare moto d’acqua?



Veniamo alla questione più discussa. Quel che più mi aveva fatto rimandare la lettura lo scorso autunno erano state le tante recensioni che sembravano includere questo romanzo nella categoria dei “mafia romance” (termine che mi fa ribrezzo anche solo scrivere, scusate). E ad essere sincera io non sono poi così d’accordo.


Certo, mi unisco al coro di chi considera questo “sottogenere” puro pattume, pure offensivo per noi italiani (considerato che quelle storie sono scritte quasi sempre da americane troppo fantasiose che ignorano persino i più celebri casi di cronaca). Però il problema di quelle storie è proprio il glorificare ciò che è drammaticamente sbagliato, esaltare la violenza, raccontare in modo edulcorato o persino romantico la storia di “famiglie” devote soltanto alla criminalità. E qui non è così.


Questa è la storia di un rappresentante delle forze dell’ordine che, a differenza di altri colleghi, indaga con onestà e senza pregiudizi, e capisce chi, tra le persone su cui sta svolgendo la sua inchiesta, è davvero colluso, e chi è innocente o trascinato in situazioni più grandi di sé. Ferma restando la condanna per chi fa del male.


Quindi sì, l’autrice si è lanciata in qualcosa di diverso dal solito, sì, forse dà comunque il suo meglio quando al centro dell’attenzione ci sono settori a lei più noti (come la scrittura in Due cuori in affitto e l’editoria in Ti aspetto a Central Park), però non direi che questo romanzo glorifica la violenza, anzi.


A me comunque è piaciuto, e lo stile dell’autrice ha fatto volare le 500 pagine, quindi ve lo consiglio.



L’amore non è mai a prima vista, di Anna Premoli


Benjamin Waters è un uomo di nemmeno trent’anni, che però sente di dover ricominciare da capo. Insieme al suo socio ed amico del cuore, egli ha creato Zero, uno dei social network più famosi del mondo. Egli sperava che la sua “creatura” consentisse alle persone di ritrovare i loro vecchi amici, di chattare con loro anche a distanza, di creare una nuova dimensione sociale che (forse) avrebbe reso un po’ più felici tutti.


Non è andata così, purtroppo. L’egoismo e la voglia di mettersi in vetrina hanno prevalso, e così Zero ha mostrato ben presto molti dei suoi lati oscuri: le persone che mettono in mostra qualsiasi cosa (anche intima e privata) pur di fare tanti like; i litigi furibondi e gli odi immotivati; l’individualismo esasperato; le persone violente e pericolose che hanno trovato un modo per conoscersi ed allearsi tra di loro.


Disgustato dal suo stesso lavoro, Benjamin ha lasciato tutto in mano al suo socio, ha dato le dimissioni dalla sua stessa azienda e per molti mesi ha viaggiato in posti “spirituali” (e soprattutto scomodi) dall’altra parte del mondo, solo per scoprire che, come diceva Seneca, cambiare il cielo non sempre fa sì che cambi anche il tuo animo.


Ancora tormentato da inappetenza, insonnia e sensi di colpa, Benjamin prova allora a godersi almeno un po’ i suoi ricavi milionari e si compra una bella villa a Laguna Beach, in California, deciso a starsene un po’ in pace ed a meditare sulle sue prossime mosse.


Dall’altra parte del suo giardino, però, anche la villa accanto, disabitata da tempo perché apparteneva ad un’anziana signora che era andata a vivere in una struttura, è stata appena comprata. E l’acquirente è Ava Fisher, una delle popstar più famose del mondo, bionda e bellissima, amata dalle teenager ma anche dalle donne più mature.


Certo, non è tutto oro quello che luccica. Anche per Ava questo acquisto è stato più che altro la scelta di un rifugio. Da tempo ella è in crisi con il suo lavoro, perché è da troppo che canta brani scritti dal suo team, e non le basta più: vorrebbe tirare fuori dal cassetto quelle canzoni che ha scritto di suo pugno con il pianoforte e che non hanno la loro occasione da anni. Lei stessa non ha un’occasione per essere se stessa da anni: tutto è deciso da altri, dai ristoranti in cui mangia agli abiti che indossa, dai mobili da tenere per casa alle persone con cui farsi vedere.


Inoltre, gli uomini le hanno spezzato il cuore più volte e con la madre è guerra aperta per via di una enorme causa legale. Le uniche persone che la fanno stare davvero bene sono il suo manager e la sua amica influencer.


Sono proprio loro due a convincere Ava a dare una festa di inaugurazione della sua nuova villa. Lei non vorrebbe, perché da anni le feste sono diventate per lei serate inutili in cui sconosciuti si divertono nella sua stessa casa e lei non parla con nessuno, ma alla fine accetta. La musica della festa, però, arriva alle orecchie di Benjamin, che decide di andare a vedere con i propri occhi chi sia il suo rumoroso vicino.


Il primo incontro tra Ava e Benjamin non è dei più cordiali, anzi. La ragazza si scusa, addirittura regala al nuovo vicino una friggitrice ad aria in segno di pace, ma lui, convinto che una popstar mondiale incarni tutto quello che egli detesta, resta molto freddo.


Ava, allora, passa al contrattacco. E per giorni i due si fanno i peggiori dispetti, rovinandosi a vicenda le case ed i giardini. Ma, una volta stufatisi di quell’atteggiamento puerile, i due si rendono conto di avere molte più cose in comune di quel che potrebbe sembrare…



Anna Premoli è un’autrice che a periodi compare sul mio blog: anche lei, come Felicia, mi ha reso più soddisfatta alcune volte ed altre meno, però secondo me c’è da riconoscerle il fatto che sia rimasta fedele a se stessa ed al suo stile. In un periodo in cui le tre parole magiche “romantasy”, “dark” e “spicy” sono garanzia di vendite da capogiro, sarebbe stato facile switchare, magari anche solo con una svolta inaspettata a metà romanzo, e forse nessuno l’avrebbe davvero biasimata. Invece lei è rimasta fedele ai suoi contemporary romance, ai suoi enemies to lovers, alla sua ironia ed alle sue storie con “il giusto” spicy, ed ha fatto bene, perché credo che il pubblico l’abbia premiata.


Inoltre, dovendo proprio trovare l’unico punto su cui io e l’autrice ci “prendevamo” un po’ meno, ovvero le digressioni di stampo soprattutto economico (perdonatemi, io proprio non ne capisco niente), sono felice che questa volta il tema sociale della storia si sia spostato su comunicazione e social, perché secondo me ci sono riflessioni attualissime su come l’utilizzo di certe app sia “sfuggito di mano” alla nostra società.


Per non parlare del lavoro in quel campo, che per moltissimi miei coetanei (che non prendono certo lo stipendio di Benjamin…) è fonte continua di periodi di burnout – perché non si riesce mai a staccare -, e della relazione parasociale che tante persone sono convinte di avere con i VIP (sapete bene che anche io sono molto fan di una “Ava Fisher” altrettanto bionda e famosa, ma proprio non mi spiego perché ci sia così tanta gente che vuole mettere il naso nella sua vita privata con invadenza).


Quindi confermo che io continuo a leggere questa autrice con piacere. Ho visto che tra i suoi romanzi ce n’è uno in cui si parla di politica che mi incuriosisce particolarmente. Vi farò sapere!




Ecco i miei due “consigli di lettura romance” per l’estate 2025!

Ci aggiorniamo giovedì per una TBR estiva che comprenda più generi. Nel frattempo, però, visto che sono sicura che tanti di voi conoscano le autrici, fatemi sapere che ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 12 giugno 2025

UN GIRO A...SONCINO - SUMMER COUNTDOWN 2025 #2

 Vi racconto la mia gita fuori porta



Cari lettori,

eccoci al secondo appuntamento con il nostro “Summer countwdown”, in attesa del Solstizio d’estate!


Come già fatto lunedì, anche oggi vi racconto una mia gita fuori porta. Lo scorso post è stato dedicato al giretto fatto tra Melegnano e Lodi in data 2 maggio, e lo trovate a questo link.


Oggi vi parlo invece più nel dettaglio della gita fatta il giorno dopo, sabato 3 maggio, approfittando del ponte. Sempre con la mia famiglia, sono stata a Soncino, una bellissima cittadina vicino a Crema, che conserva ancora moltissimi beni culturali e storici che risalgono prevalentemente al Medioevo.


Con un solo biglietto cumulativo – che, a dirla tutta, è poco più della metà di quanto potrebbe costare una singola mostra a Milano – vi è possibile visitare tutto ciò che offre la cittadina, impostando il percorso come meglio preferite, a seconda del giro che volete fare. Vi mostro che cosa ho visto io!



La rocca sforzesca


L’attrazione principale della cittadina, quella intorno alla quale – credo – sono sorte tutte le altre, è il castello medioevale in pieno centro città. Una rocca che è stata abitata da regnanti appartenenti alla famiglia Sforza per diverse generazioni e che presenta uno straordinario stato di conservazione.



Non solo si sono conservate le mura e le torri, ma anche alcuni dei ponti levatoi che separavano il castello dal resto della città. Se si sale su uno di essi, la visuale è davvero uno spettacolo: si scopre la profondità del fossato che divideva la rocca da quello che c’era tutt’intorno, e ci si rende conto di quanto dovevano sentirsi “in alto” (in vari sensi…) i nobili che abitavano il castello.



I cortili interni sono perfettamente conservati ed il cotto rosso dà proprio la sensazione di essere in un’altra epoca. A destra vedete il pozzo davanti al quale ho fatto una foto anche io!



Non so voi, ma io resto sempre un pochino… delusa e ammirata allo stesso tempo, quando visito gli interni dei castelli medioevali. Già, perché si pensa sempre ai castelli delle favole, enormi, barocchi, pieni di stanze arredate… e spesso si finisce per trovarsi davanti delle rocche fortificate il cui cuore erano le mura e le torri, che dovevano essere alte e ben difese. Gli interni spesso sono scarsi ed essenziali. Questa, per esempio, è la camera personale del capitano delle guardie. Considerato che comunque stiamo parlando di Medioevo, tuttavia, qualche piccolo lusso c’è.



Ad essere sincera, ci sono più sotterranei che ariose camere dentro le torri. La stanza in questa foto sembra essere parte dell’alloggio della servitù: o una sala da pranzo dove si riuniva il personale di servizio, oppure una cucina dove le pietanze per i padroni del castello venivano preparate e poi portate al piano di sopra.



Una delle torri sembra essere stata la cappella di famiglia, e forse è per questo che è l’unica riccamente affrescata (o meglio, era, visto che è rimasta solo una parte dei dipinti). Spicca il simbolo della famiglia Sforza…



e questo candido levriero, simbolo del popolo di Soncino, che aveva dimostrato di essere un popolo leale e fedele, senza che gli Sforza dovessero utilizzare il pugno di ferro che spesso li aveva contraddistinti.



Questo bassorilievo ha per protagonista Ezzelino da Romano, un signore medioevale tristemente noto per la sua crudeltà: chi di voi ha letto/visto le sue gesta nella serie di romanzi di Alessia Gazzola che ha per protagonista la studiosa Costanza? Adesso c’è anche la serie tv…



I musei del Castello


Alcuni interni del Castello, a piano terra, sono stati ristrutturati in stile moderno e trasformati in musei. Il Museo Archeologico custodisce soprattutto quei reperti che sono stati trovati intorno a Soncino.



Non sapevo che la zona fosse così ricca dal punto di vista archeologico, ma lo è eccome. In poche stanze si va dalla scoperta del ferro da parte degli uomini primitivi alle ceramiche rinascimentali, ed è davvero incredibile quanto si sia potuto trovare in una zona così circoscritta. Senz’altro la presenza del Castello – un tempo queste rocche fortificate creavano dei micro mondi intorno a loro – ha fatto sì che ci fosse un significativo aumento della popolazione.



Il Museo dei Combattenti, invece, è una sola grande stanza, ricchissima di oggetti, foto, lettere, testimonianze varie che sono appartenute a tutti coloro che, volenti o nolenti, si sono trovati coinvolti nei due conflitti mondiali. Ci sono borracce, borse, scarpe, vestiti; ma anche immagini, attestati, medaglie al valore.



Alcuni di questi oggetti sono stati donati anche da sopravvissuti ai lager, che hanno voluto lasciare così la loro testimonianza.



In giro per Soncino


Anche una semplice passeggiata per il centro di Soncino può rivelare delle sorprese. Una piazza situata poco prima della via che conduce al Castello, per esempio, è dedicata all’artista novecentesco Piero Manzoni.



I portici si trovano sia in centro che appena fuori, nella zona residenziale.



Il municipio è sovrastato da una torre con l’orologio e da una campanella “suonata” da due personaggi in ferro.



Compreso nel prezzo del biglietto c’è anche la “Sala di usi e costumi medioevali”, all’interno di un piccolo chiostro. Tra suppellettili per la tavola e strumenti musicali antichi, banchi a cui si sedevano gli amanuensi e prime pratiche mediche, c’è davvero di tutto!



Questa riproduzione di una “S” istoriata da un amanuense è particolarmente bella!



L’arte sacra


Come già successo a Lodi, anche qui ho trovato tantissima arte sacra. Gli esterni delle chiese sono tutti di epoca romanica, ma gli interni non hanno niente a che fare con la semplicità di quei secoli… sono di epoca successiva e, lasciatemelo dire da persona che preferisce altre forme d’arte: sono bellissimi.



Questa è San Giacomo, la chiesa a fianco del municipio: lascio giudicare a voi…!



La chiesa che però merita più di tutte è la Pieve: un trionfo di oro e blu che io penso mi ricorderò sempre.



La porzione di soffitto corrispondente alla posizione dell’altare presenta questo bellissimo affresco con i quattro Evangelisti.



Al di fuori della cerchia delle mura medioevali di Soncino, tra mucche e campi (perché sì, appena si esce dal centro ci si trova in aperta campagna) c’è la chiesa antica di Santa Maria delle Grazie. È stata l’ultima tappa del nostro viaggio e ci siamo arrivati un po’ stanchi, ma vi assicuro che appena abbiamo visto la chiesa abbiamo cambiato idea. Anche qui gli affreschi sono stupefacenti.



Vi lascio anche la foto di un dettaglio per farvi capire la bellezza ed il realismo di ogni singolo dipinto.



Museo della Seta e Casa degli Stampatori


La vecchia Filanda di fronte al Castello di Soncino è stata riconvertita in una struttura moderna con un piccolo Museo della Seta. Nei giorni in cui l’abbiamo visitata c’era anche una mostra fotografica tutta dedicata alle persone che abitavano quelle zone quando la Filanda dava lavoro a tanti di loro. Fotografie di vita semplice, tra matrimoni, gruppi di amici e famiglie intere che si mettevano in posa.



Il Museo della Seta è costituito da due stanze ricchissime, che – con tanto di video – raccontano in che cosa consisteva il lavoro in Filanda, dalla coltura dei bachi all’estrazione della seta.



Alcuni strumenti sono gli originali dell’epoca e sembra incredibile pensare che sia passato così poco tempo da allora… e, allo stesso tempo, così tanto. Anche io vi avevo raccontato qualcosa sul lavoro delle donne in Filanda, ricordate? Lo trovate a questo link.



Soncino è stata anche sede di lavoro e di produzione per un’importantissima famiglia di stampatori. Di origine ebrea, perché all’inizio il cattolicesimo rifiutava tutto ciò che non era scritto con sudore e fatica dagli amanuensi, e la stampa era considerata un mezzo troppo “povero e veloce”. Oggi la Casa degli Stampatori è un museo dove è possibile osservare le prime macchine da stampa ed anche avere in omaggio un foglio stampato con la tecnica dell’epoca (nel nostro gruppetto per la visita non lo voleva nessuno, quindi indovinate chi se l’è portato a casa?).



Anche le prime macchine da scrivere hanno trovato alloggio in questa Casa – Museo tutta dedicata alla scrittura!



Pranzetto in campagna


Come lunedì, non può mancare il consiglio gastronomico, no?

Dal momento che il centro non offriva molto, a parte il bar vicino al castello, quello del municipio e poco altro, siamo usciti – di pochi passi, davvero! - dalla cerchia delle mura e ci siamo trovati in un attimo nei campi coltivati. Così abbiamo deciso di mangiare in un agriturismo lungo una delle stradine.



A sorpresa, aspettandoci affettati e formaggi come nella gita del giorno precedente (che comunque abbiamo molto apprezzato), abbiamo scoperto che c’era un menù di pesce (a prezzi che lungo la Riviera non trovi sempre, devo ammettere). Personalmente ho preso il classico polpo e patate – più olive taggiasche e rucola – e degli ottimi cannelloni di pesce (con baccalà, crema di patate e porri e bottarga).



Sono stata l’unica golosa a prendere il dolce ma a questa mousse di cioccolato bianco non ho potuto dire di no :-)




Un bellissimo viaggio nel passato, vero?

Personalmente sono stata contentissima, mi piacciono molto queste gite e sono felice di essere riuscita a farne due in un unico ponte.

Fatemi sapere se siete già stati a Soncino e se vi è piaciuto!

Spero di avervi incuriosito… se siete della zona, secondo me ne vale davvero la pena!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)