giovedì 2 ottobre 2025

AUTUNNO CON TAYLOR

 Le sue canzoni dalle vibes più autunnali




Cari lettori,

iniziamo ottobre con i nostri “Consigli musicali”!

In luglio vi avevo proposto una carrellata di canzoni di Taylor Swift dalle vibes estive (trovate il post a questo link) ed oggi vorrei fare la stessa cosa con le canzoni dalle sue atmosfere più autunnali, in modo da entrare ancora meglio nello spirito della stagione!


Una piccola precisazione. Come in luglio, ho scelto una canzone da ogni album (due dall’ultimo, The tortured poets department, che è doppio). Proprio domani uscirà nuovo disco di Taylor, The life of a showgirl.


Non so ancora dirvi se preparerò un post solo su questo disco, se inserirò qualche canzone nuova in altri post stagionali o altro ancora, per il semplice motivo… che non so ancora se mi piacerà!


Non vi nego che in questo momento ho il “timore” che, proprio come Midnights, nei primi tempi, era piaciuto solo a pochi di noi, me compresa (trovate il mio post su questo disco a questo link), questa volta potrei trovarmi invece ad essere parte una minoranza che non gradirà molto. 

Più che altro non sono una fan delle continue incursioni nel mondo del football americano – stavo bene anche senza - o delle canzoni a tema “mi sento di nuovo alle superiori” che ultimamente sono stati i suoi cavalli di battaglia. Comprendo le motivazioni personali – e mando tantissimi auguri per l’imminente matrimonio -, ma so che, musicalmente e soprattutto testualmente, lei può dare molto di più. Lo so, amici, sono vecchia dentro. Ma per ora coltivo la speranza che nel disco di domani si parlerà di temi più adulti e che potrò parlarvene con il mio solito entusiasmo. Vi farò sapere.


Nel frattempo, godiamoci insieme un po’ di vibes autunnali!



Da Taylor Swift: A place in this world


Non so quello che voglio, quindi non chiedermelo

perché sto ancora cercando di capirlo

non so che c'è in fondo a questa strada, so solo camminando

cercando di vedere attraverso la pioggia che viene giù

anche se sono l'unica a sentirmi in questo modo


Sono sola, per conto mio, ed è tutto quello che so

sarò forte, mi sbaglierò, oh, ma la vita va avanti

oh, sono solo una ragazza che sta cercando

di trovare un posto in questo mondo


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Da Fearless: Fifteen


Fai un bel respiro e attraversi le porte

è la mattina del tuo primo giorno

dici ciao ai tuoi amici, che non hai visto per un po’,

e cerchi di schivare la strada di tutti gli altri


È il tuo primo anno di superiori

e starai qui per i prossimi quattro anni,

in questa città


[...]


Nella tua vita farai cose più grandi

che uscire con il ragazzo della squadra di calcio

ma io non lo sapevo a 15 anni


Quando tutto quel che volevi era essere voluta

vorrei che tu tornassi indietro

e ti dicessi quello che sai adesso.

[…]


Perché quando hai 15 anni

e qualcuno ti dice che ti ama

tu gli crederai

e quando hai 15 anni

non dimenticare di guardare prima di cadere

ho capito che il tempo può guarire quasi tutto

e tu troverai quello che è giusto che tu sia

...io non sapevo chi sarei diventata, a 15 anni.


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Link al racconto che ho scritto sulle note della canzone



Da Speak Now: Haunted


Sono stata qui e ti ho visto camminare

lontano da tutto quello che abbiamo avuto

ma intendo ancora ogni parola che ti ho detto

lui proverà a portare via il mio dolore

e potrebbe anche farmi sorridere

ma io per tutto il tempo desidererò che lui sia te

ooh, trattenendo il mio respiro, non ti rivedrò

qualcosa continua a trattenermi nel nulla


Vieni qui, vieni qui, non lasciarmi così

pensavo di averti capito

qualcosa è andato terribilmente sbagliato

tu sei tutto quello che voglio

vieni qui, vieni qui, non lasciarmi così

pensavo di averti capito

non posso respirare ogni volta che sei intorno

non posso voltarmi indietro ora, sono ossessionata


Io e te camminiamo su una linea fragile

l'ho saputo tutto questo tempo

e non avrei mai pensato di vederla rompersi

non l'avrei mai pensato


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Da Red: All too well


Stiamo cantando nella macchina,

perdendoci da qualche parte fuori città

le foglie d’autunno cadono come pezzetti al loro posto

e posso ricordarmelo ancora, dopo tutti questi giorni…


[...]


E forse ci siamo persi nel viaggio, forse ho chiesto troppo

o forse questo era un capolavoro prima che tu strappassi tutto

correndo via spaventata, c'ero, mi ricordo tutto troppo bene


E mi chiami di nuovo, per spezzarmi come si fa con una promessa

così disinvolto e crudele, nel nome dell'essere onesti

ed io sono un pezzetto di carta accartocciato

perché ricordo tutto, tutto troppo bene


Il tempo non volerà, è come se fossi paralizzata

mi piacerebbe essere ancora la vecchia me stessa,

ma sto ancora cercando di trovarla

dopo giorni sotto il plaid e notti in cui mi hai fatta tua

ora tu rimandi indietro le mie cose e vado a casa da sola

ma tu hai tenuto la mia vecchia sciarpa da quella primissima settimana

perché ti ricorda l'innocenza, e sente di me

non puoi sbarazzartene, perché ti ricordi tutto troppo bene


Perché eccoci, siamo qui di nuovo, quando ti amavo così tanto

prima che tu perdessi l'unica cosa che hai davvero conosciuto

era una cosa preziosa, io c'ero, ricordo tutto troppo bene


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Da 1989: Suburban legends


Avevo la fantasia che forse i nostri segni zodiacali mal associati

avrebbero sorpreso l’intera scuola.

Quando sono entrata alla nostra riunione di classe

attraversando l’ingresso con te

tu saresti stata più di un capitolo nei miei vecchi diari

con le pagine strappate.

Sono qui ferma in una palestra degli anni ‘50

e posso ancora vederti ora


Non sono venuta qui per fare amicizia

siamo nati per essere leggende suburbane

quando mi abbracci, mi tieni insieme

e mi baci in un modo che mi rovinerà per sempreverde


So che te lo ricordi ancora

siamo nati per essere tesori nazionali

quando mi hai detto che prima o poi saremmo tornati insieme

e mi hai baciato in un modo che mi rovinerà per sempre…


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Da Reputation: Call it what you want


E so che faccio gli stessi errori ogni volta,

brucio i ponti, non imparo mai, almeno

ho fatto una cosa giusta,

ci sono occhi stellati che illuminano le mie notti più scure


[…]


Voglio indossare il suo nome su una catenina

intorno al collo, non perché gli appartengo,

ma perché mi conosce davvero, che è più di quello che loro possono dire,

mi ricordo novembre inoltrato, mentre trattenevo il fiato,

lentamente ho detto: “Non hai bisogno di salvarmi,

ma fuggiresti con me? Sì?”


Il mio tesoro è perfetto come un sogno ad occhi aperti,

cammina a testa bassa, sono io quella da cui sta andando,

quindi chiamatelo come volete, chiamatelo come volete,

il mio tesoro è in alto come la scia di un jet,

al di là di tutta la scena, mi ama come se fossi nuova di zecca,

quindi chiamatelo come volete, chiamatelo come volete


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Da Lover: Cornelia Street


Finestre lasciate aperte, aria d’autunno,

la giacca intorno alle mie spalle è la tua,

abbiamo benedetto le piogge in Cornelia Street,

abbiamo memorizzato i segni sul pavimento,

ripensando a quando eravamo carte da gioco

e facevamo giochi, pensavo che tu mi stessi ingannando,

ho fatto le valigie e lasciato Cornelia Street

prima che tu sapessi che me n’ero andata


Ma poi tu hai chiamato, hai mostrato la tua mano,

mi sono girata prima di entrare nel tunnel

e ci siamo seduti sul tetto, io e te


E spero di non perderti mai, spero che non finirà mai,

io non percorrerò mai più Cornelia Street di nuovo,

questo è il genere di cuore spezzato che il tempo non curerà,

io non percorrerò mai più Cornelia Street di nuovo,

e, tesoro, sono meravigliata da come questa città urli il tuo nome,

e sono così terrorizzata dall’idea che se mai te ne andrai via

io non percorrerò mai più Cornelia Street


Tu mi tieni per mano per strada, e mi conduci

in quell’appartamento, anni fa eravamo proprio lì dentro,

a piedi nudi in cucina, con dei sacri nuovi inizi,

che sono diventati la mia religione, ascolta...


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Da Folklore: My tears ricochet


Ci ritroviamo qui, ci disponiamo in fila,

e piangiamo in una stanza illuminata dal sole

e se io sono in fiamme, anche tu sarai fatto di cenere.

Anche nel mio giorno peggiore, tesoro,

ho forse meritato tutto l’Inferno che mi hai fatto vivere?

Perché ti amo, giuro che ti ho amato

fino al giorno della morte...


Non sono riuscita ad andarmene con grazia

e tu sei l’eroe che va in giro salvandosi la faccia

e se sono morta per te, perché sei alla veglia?

Maledicendo il mio nome, desiderando che io fossi rimasta

guardando come le mie lacrime rimbalzano


[...]


E posso andare ovunque io voglia,

ovunque io voglia, solo, non a casa

e potrai volere il mio cuore, prenderti il mio sangue,

ma sentiresti sempre la nostalgia di me nelle ossa,

e parlo ancora con te… quando sto urlando al cielo,

e quando non riesci a dormire la notte… senti le mie ninne nanne rubate


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Da Evermore: Evermore


Grigio Novembre, sono stata giù fin da Luglio

la tecnologia mi ha messo in cattiva luce.

Ripeto i miei passi ad ogni pietra che mi fa inciampare

provando a trovare quello che mi ha fatto sbagliare,

e scrivendo lettere destinate al caminetto…


Ehi Dicembre, credo di sentirmi instabile

non riesco a ricordare per cosa ero solita combattere

rimando indietro la registrazione nella mia testa

ma tutto quello che fa è fermarsi

a quel momento in cui tutto è stato perduto

e mi manda segnali sul fatto che sono stata ingannata


[…]


E cercavo di recuperare il mio respiro

i pavimenti della baita scricchiolavano sotto il mio passo

e non potevo esserne sicura, ma avevo la peculiare sensazione

che questo dolore non sarebbe stato per sempre.


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Da Midnights: Maroon


Quando il silenzio è arrivato,

noi stavamo tremando, ciechi e nella nebbia

Come diavolo abbiamo potuto perderci di vista di nuovo?

Singhiozzando con la tua testa tra le mani,

non è forse in questo modo che finiscono sempre le cose?

Tu stavi lì, con lo sguardo vuoto, nel corridoio

Garofani che avevi pensato fossero rose, questi siamo noi,

eppure io ti sento in ogni caso

sento i rubini ai quali ho rinunciato


Ed ho perso te, colui con cui stavo danzando

a New York, senza scarpe,

ho guardato in alto nel cielo ed era marrone


Il borgogna sulla mia maglietta quando mi hai versato addosso il tuo vino

e come il sangue è salito fino alle mie guance

così scarlatto, era marrone

Il segno che hai visto sul mio colletto, la ruggine che è cresciuta tra i telefoni

le labbra che ero solita chiamare “casa”,

così scarlatte, erano marroni


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Da The tortured poets department: So long, London


E tu mi hai detto che ho abbandonato la nave

ma stavo affondando con lei

con le nocche delle mani bianche e la presa morente

mi tenevo stretta al tuo quieto risentimento

ed i miei amici dicono che non è giusto essere spaventati

ogni giorno in una relazione

ogni respiro sembra l’aria più preziosa

quando non sei sicura che lui voglia stare qui


Quindi quanta tristezza pensavi che io avessi in me?

Quanta tragedia?

Quanto in basso pensavi che sarei scesa?

Quanto a lungo pensavi che sarei andata avanti?

Prima di implodere

Prima di dovermene andare, libera


Hai giurato che mi amavi, ma dov’erano gli indizi?

Sono morta sull’altare aspettando la prova

ci hai sacrificato agli dèi dei tuoi giorni più cupi

e mi sta tornando proprio ora il colore sulla faccia

e sono arrabbiatissima perché amavo questo posto


Addio, Londra

abbiamo fatto una bella corsa

un momento di sole caldo

ma non sono quella giusta…


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Da TTPD – The Anthology: The Black Dog


Sono qualcuno con cui, fino ad eventi recenti,

hai condiviso i tuoi segreti e la tua localizzazione

che hai dimenticato di spegnere

e così ti sbircio mentre entri in qualche bar chiamato “Il cane nero”

e fai dei nuovi buchi nel mio cuore

che hai dimenticato di spegnere

e mi colpisce, perché proprio non capisco […]


Sei settimane che respiro aria pulita, mi manca ancora il fumo

stavi per caso prendendomi in giro con qualche gioco esoterico?

Ora voglio vendere la mia casa, bruciare tutti i miei vestiti,

ed affittare un prete che venga ad esorcizzare i miei demoni

anche se muoio urlando

e spero che tu lo senta


E spero che sia una serataccia al “Cane nero”

quando qualcuno suona “The starting line” e tu salti su

ma lei è troppo giovane per conoscere questa canzone

che era intrecciata alla tragica fabbrica dei nostri sogni

perché, con la coda tra le gambe, te ne stai andando

non posso ancora crederci

perché le vecchie abitudini muoiono urlando


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Eccoci arrivati alla fine!

Spero di avervi fatto vedere, leggere ed ascoltare un po’ di autunno. Sapete che non è proprio la mia stagione preferita, ma tanto vale vederne il lato positivo, no?

Fatemi sapere quale canzone vi è piaciuta di più!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 29 settembre 2025

I PREFERITI DI SETTEMBRE 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese



Cari lettori, 

siamo al penultimo giorno di settembre... ed anche questo mese è volato! 

Devo confessarvi che ho avuto dei settembri più lenti, da vari punti di vista. Quest'anno è ripartito tutto con il botto, dal lavoro allo sport a vari impegni extra. 

Quindi un mese pieno, dopo un'estate bella e rilassante, e direi... bene così!

Oggi cerco di raccontarvelo con i nostri "Preferiti del mese"!



Il libro del mese


Genova, luglio 2001. Sonia, una giovane donna che vive a Genova, si sta preparando a manifestare con i suoi compagni in occasione del G8. Lei ed i suoi amici più stretti sono il cuore del gruppo dei manifestanti e, più la data si avvicina, più cresce l’attesa.


Un giorno, però, Sonia legge un necrologio che non avrebbe mai voluto trovare. È morto Giannetto, il marito di Jolanda, una donna che è mancata nel 1984 e che per lei è stata importantissima. 

Quando era bambina, per molti anni, ella ha trascorso le estati a Ca’ Mimosa, una villa sulle basse montagne liguri, in un paesino a picco sul mare e poco fuori Albenga. Era insieme ai suoi nonni ed ai proprietari della villa, Giannetto e Jolanda, che occupavano l’altro appartamento e per loro tre erano come un custode ed una governante. In compagnia di quell’insolita “coppia di nonni”, Sonia, figlia di separati, considerata da pochi suoi coetanei in paese perché era una bambina di città, aveva trovato una vera famiglia.


Sonia si sente richiamata a Ca’ Mimosa da quell’annuncio funebre, come se, venuti a mancare entrambi gli occupanti, quella villa avesse, in qualche modo, bisogno di lei. Con grande rabbia e delusione da parte dei suoi compagni di lotta, ella decide di rinunciare alle manifestazioni pre-G8 (e, se la questione si prolungherà, anche all’evento stesso) per tornare nella casa delle estati della sua infanzia e capire.


Ella non sa ancora che cosa cercare o chiedere. Sa solo che vuole conoscere il destino della villa e sente che è il momento buono per saperne qualcosa di più su Jolanda, che per lei è stata come una seconda madre, ma era anche una donna piena di segreti.


Arrivata in paese, Sonia ritrova Silvia, l’unica amica sua coetanea che aveva, e Paolo, il nipote di Giannetto e Jolanda. Viene a sapere che la villa è andata in rovina e che per ora il suo destino è incerto. Ella riesce però a farsi dare le chiavi ed è così che, per la prima volta, dopo averlo sognato per tutta la vita, può entrare nella “stanza verde” di Jolanda, uno spazio vietato a tutti, persino a Giannetto.


Sonia trova il diario di Jolanda. E viene a scoprire cose che non avrebbe mai voluto sapere. L’infanzia poverissima della donna, che ha avuto una madre del tutto indifferente e un fratello che la abusava. Il viaggio della disperazione di lei e tante altre verso la Libia, dove venivano inviate prostitute italiane per soldati e coloni, per evitare che essi facessero figli con le donne del luogo. Le orribili giornate nella casa chiusa. L’insolita amicizia con il misterioso signor P, un gerarca che voleva soltanto parlare, e la fuga rocambolesca verso l’Italia con la famiglia di lui. L’incontro con Giannetto, il matrimonio, la decisione di entrambi di aiutare i partigiani poco distanti. E ancora, dei segreti che Sonia non avrebbe proprio potuto immaginare.



Come le lucciole di Francesca Pongiluppi è il primo dei sei romanzi che sono stati presentati nel corso della rassegna estiva “Varazze Cult Fest – Parole al femminile”. 

A inizio mese vi ho parlato degli altri due che ho letto, Racconti al faro di Susy Zappa e Degna sepoltura di Cristina Rava (trovate le recensioni a questo link). I tre mancanti sono La prima regina di Alessandra Selmi, La grande sete di Erica Cassano e Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile: il terzo per ora resta in wishlist, sugli altri due mi riservo di informarmi visto che purtroppo non c’ero alle presentazioni.


C’è davvero tanto in questo romanzo dal POV alternato (quello di Sonia e quello di Jolanda). 

Da una parte i primi anni 2000: una grande stagione di manifestazioni che verrà repressa nel sangue con quella che è ricordata come “la più grande violazione dei diritti umani dopo la Seconda Guerra Mondiale”; le radici e le ali di una donna che vive tra due secoli, anzi millenni (come molti di noi); le estati dell’infanzia che sono mitizzate nei ricordi ed invece, rilette con oggettività tramite il diario di Jolanda, assumono il drammatico colore della realtà. 

Dall’altra la Storia del XX secolo che investe una donna che avrebbe voluto una vita semplice ed ordinaria, ed invece si è trovata ad assistere alle pretese di grandezza degli anni ‘30, agli orrori del colonialismo in Libia, alla ferocia della guerra in Italia dopo l’8 settembre 1943, alla lotta tra partigiani e fascisti che non si erano arresi, ed a tanto altro ancora.


Eppure Sonia e Jolanda hanno avuto bisogno l’una dell’altro in vita, ed il legame non si è estinto dopo la morte. Con Sonia, Jolanda ha potuto crescere la figlia che non ha mai avuto e, in quelle estati ormai lontane, ha trovato la pace che aveva sempre sognato. E Jolanda, con il suo diario postumo, insegna a Sonia che persino per una militante come lei non tutto è bianco o nero, e che gli ideali duri e puri servono a poco se non ci si avvicina alle persone che si vorrebbero aiutare e non si ascolta la loro storia.


Questa è sicuramente una delle letture più belle che ho fatto quest’anno. Tra il mio amore per la Liguria, la componente storica, il confronto tra due donne nel passato e nel presente… sono rimasta colpita fin dalla presentazione, e la lettura è stata un’esperienza da ricordare. Sono contenta anche di aver incontrato l’autrice e di aver portato a casa il romanzo con dedica!



Il film del mese


La storia di Theo e Ivy ha inizio a Londra, in un ristorante. Theo, architetto, è insieme ai suoi colleghi per festeggiare l’apertura di una serie di palazzi, ma non è per niente soddisfatto del progetto e non ha nemmeno voglia di stare seduto a pranzo, così si alza, apre la prima porta che trova e in un attimo è in cucina. Di fronte ad Ivy, che è arrabbiata quanto lui perché lo chef non le permette di aggiungere un suo condimento al salmone.


Dieci anni dopo, Theo e Ivy sono sposati, hanno due figli e vivono in California. Lui ha successo nel suo lavoro e sta per inaugurare un museo dalla curiosa forma marittima, mentre lei ha scelto di fare la madre a tempo pieno e cucinare solo per la sua famiglia. Theo, però, sa che Ivy vorrebbe tornare al lavoro e così le compra un piccolo ristorante, dove la donna, insieme ad un’assistente e un cameriere, serve piatti di pesce a pochi avventori solo per due volte a settimana: una piccola attività che aiuta a tenere insieme una famiglia che – fino a quel momento – è stata molto unita.


La sera dell’inaugurazione del museo progettato da Theo, però, tutto cambia. Un terribile uragano si abbatte sulla cittadina.

La buona notizia è che la strada viene deviata, un mare di gente arriva al ristorante di Ivy perché è l’unico aperto e tra di loro c’è una critica gastronomica che rimane entusiasta.

La cattiva notizia è che Theo è stato troppo sicuro di sé progettando una gigantesca vela sopra il museo: il vento eccezionale la fa rovesciare ed il museo crolla in pezzi.


Da un giorno all’altro, i Roses vedono la loro situazione familiare completamente ribaltata: la carriera di Ivy sta prendendo il volo ed il suo ristorante diventa prima un posto super gettonato e poi addirittura il primo della catena; Theo, invece, ha fatto una figuraccia in diretta nazionale, è stato licenziato dalla sua compagnia e non viene più chiamato da nessun cliente, nemmeno come freelance, così decide di occuparsi lui dei bambini.


L’intesa di coppia, finora quasi perfetta, inizia a sgretolarsi. Ivy prova a porre rimedio acquistando un terreno e finanziando il progetto di sempre di Theo: la “casa dei sogni”, che darà loro una nuova dimora e permetterà all’uomo di rimettersi sul mercato lavorativo. 

La crepa nel matrimonio, però, si fa di giorno in giorno più grande…



I Roses sono il remake della tradizionale tragicommedia La guerra dei Roses, un classico del cinema che, ammetto, non ho visto. Questa nuova versione, però, secondo me affronta da vicino proprio i problemi delle coppie del terzo millennio. Theo e Ivy si sono sempre visti come una squadra e, da tanti punti di vista, sono l’uno l’anima gemella dell’altra: sono ambiziosi, creativi, ironici, tengono molto alla famiglia. 

Ma entrambi hanno un ego troppo grande, si auto proclamano “geni” nel loro settore, non sono disposti al compromesso, e inseguendo i loro sogni non si rendono conto di spegnere pian piano quello familiare, che dovrebbe essere non solo il più importante, ma anche e soprattutto condiviso. 

E invece la fine dell’armonia di coppia si vede soprattutto nell’educazione dei figli, che con Ivy erano completamente senza regole e con Theo diventano come dei soldatini, senza un giusto e ragionevole mezzo. La cuoca creativa e hippy da una parte, l’architetto determinato ed inflessibile dall’altra. Per amor di verità, lei all’inizio fa qualche sforzo in più, ma poi pecca di scarsa empatia, annullando i suoi stessi passi in avanti.


Questa è la storia, a grandi linee, ma il grosso del film lo fanno Benedict Cumberbatch e Olivia Colman, produttori della pellicola ed amici da tempo anche nella vita. Una prova d’attore davvero incredibile, che tiene incollati allo schermo e spesso fa ridere, ma amaramente.


È uno di quei film a cui, secondo me, ripenserò anche più in là, perché mi ha smosso qualcosa a cui devo dare ancora un nome. E sono piuttosto sicura che lo farà anche con voi!



La musica del mese


Continuiamo il nostro viaggio in macchina alla scoperta di qualche canzone italiana non proprio nuovissima. Per questo mese la scelta è stata piuttosto semplice, perché settembre mi fa venire in mente da sempre Maggese di Cesare Cremonini, un brano che racconta qualcosa su ogni mese… e parte proprio da questo! Potete ascoltarla a questo link.


Settembre

Tu mi hai lasciato con un messaggio

e io non ho detto niente

le cose giuste non hanno un gran bisogno di parole

Ottobre

oggi è arrivato Ottobre

col suo cappotto nero e piove

sulle finestre dove milioni di persone sole

vanno avanti e indietro, in cerca del presente

cercando una risposta a questo cielo a specchio di Novembre…


Dicembre, erano mesi che non usciva il sole

è sempre così difficile, dicevi, l’amore…

Cambieranno nome ma tu,

mese dopo mese di più, sei presente


Cos’avrò se la notte mi dà nostalgia?

Se non ho fantasia? Non posso scegliere!

Ogni volta, ogni maggese che ritorna

a dar vita a un seme

sarà vita nuova anche per me…



La poesia del mese


Per il mese di settembre ho scelto un componimento di Vincenzo Cardarelli, un poeta che ha cantato anche l’autunno, la stagione che è appena iniziata. La poesia si intitola Abbandono.


Volata sei, fuggita

come una colomba

e ti sei persa, là, verso oriente.

Ma sono rimasti i luoghi che ti videro

e l’ore dei nostri incontri.

Ore deserte,

luoghi per me divenuti un sepolcro

a cui faccio la guardia.



Le foto del mese


I primi giorni del mese sono stati ancora piuttosto estivi e caldi. 

Ho potuto ammirare, passeggiando, molti girasoli! Un tempo non erano così coltivati, ora vanno decisamente più di moda, anche nei giardini...



Dopo un’intera estate in cui prima ho rimandato per il caldo e poi sono stata altrove, finalmente mi sono decisa a riordinare la mia libreria. Soprattutto mi ero stancata della disposizione in verticale, del fatto che i libri cadessero costantemente a mo’ di domino sul legno lucido e della necessità di usarne altri di traverso per fermare lo scivolamento. 

Sono passata direttamente alla disposizione orizzontale, creando delle piccole pile e dividendo nuovamente per generi, visto che si erano mescolati. Per ora questa disposizione mi piace di più, mi ha permesso di dare spazio anche ad alcuni soprammobili che ormai erano praticamente sepolti dai libri. 

E poi ricorrerò il più possibile alla biblioteca, se no tra un po’ esco di casa io…



Prima di riprendere con la scuola di danza a metà mese, ho continuato con la buona abitudine estiva delle passeggiate e sono tornata al parco dopo parecchio. Ci sono ancora moltissime aiuole fiorite che creano un effetto quasi primaverile!



Anche nel giardino del Comune e della biblioteca i fiori di vetro si sono moltiplicati, creando dei cuscini multicolori davvero scenografici. 

Come se si volesse allungare l’estate un altro po’…



Domenica 14 ho partecipato, insieme alla mia famiglia, alla “Zac Run”, una corsa/camminata non competitiva in ricordo del nostro sindaco, che purtroppo ci ha lasciato la scorsa estate. È da tantissimo che non corro (e comunque, come tante ballerine, l’ho sempre fatto piuttosto male…), così mi sono limitata ad una camminata sostenuta, ma mi sono proprio divertita!



Proprio ieri, il 28 settembre, ho spento... 36 candeline! 

Sabato abbiamo festeggiato in famiglia, sia il mio compleanno che quello di mio fratello, che l'ha fatto in agosto ma non era insieme a noi. Abbiamo fatto un aperitivo con salatini e una sorta di spumante rosso, poi abbiamo mangiato i primi piatti autunnali di stagione... ed abbiamo concluso con i pasticcini!


Ieri sera, invece, insieme a mia zia (che mi ha regalato i biglietti), alla mia insegnante di danza e ad alcune mie compagne, sono andata a vedere questo splendido balletto, di cui cercherò di parlarvi presto!




...e questo è stato il mio settembre! 

Agosto sembrava terminato ieri, ed invece è già passato un altro mese. Ci stiamo addentrando in una nuova stagione e spero che avrò ancora qualcosa di bello da raccontarvi. Nel frattempo fatemi sapere com'è stato il vostro settembre! 

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in ottobre :-)