giovedì 9 luglio 2020

LE INDAGINI DEL COMMISSARIO SONERI

Tre romanzi del commissario Soneri




Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Letture… per autori”, vi parlo nuovamente di Valerio Varesi, creatore del personaggio del commissario Soneri. In questo post vi avevo presentato due suoi gialli, ambientati tra Parma e la Bassa del Po, raccontandovi quanto mi avessero colpito sia per l’ambientazione che per le tematiche.

Oggi vi propongo altri tre gialli, più “cittadini” rispetto ai romanzi fluviali Il fiume delle nebbie e La casa del comandante, protagonisti del post di qualche tempo fa.

Ognuno di essi è caratterizzato da una tematica, un mondo con cui il commissario Soneri si deve di volta in volta confrontare. A me sono piaciuti molto, spero che interesseranno anche voi!



Il cineclub del mistero


Il cineclub “Minerva” è un ritrovo abituale per tanti appassionati di pellicole gialle che amano ancora il cinema in vecchio stile. Lì vengono proiettati molti film poco conosciuti, spesso vecchi di qualche anno, e talvolta si organizzano delle serate in cui si omaggiano proprio i classici del genere. Una sera come tante, Beppe, l’assistente dei proprietari, che si occupa della proiezione e di mantenere pulito il teatro, scende in platea alla fine dello spettacolo e trova un uomo nelle prime file che sembra addormentato. Prova inutilmente a scuoterlo, ma si rende conto, con suo grande orrore, che egli è morto.

Anche se l’uomo sembra essere deceduto per un infarto, la polizia viene comunque convocata per accertamenti. Soneri, sulle prime, tende a pensare ad una morte naturale, ma un esame autoptico rivela un avvelenamento. 
Il veleno non è nel cibo e l’unica opzione è che qualcuno gli abbia fatto un’iniezione letale mentre era dentro al cinema, ma il medico non riesce a trovare il punto del corpo in cui essa è stata praticata. Grazie ad un’intuizione del commissario Soneri, il medico comprende che essa è stata fatta in un grosso livido della schiena, il che porta a due dirette conseguenze: l’assassino conosceva benissimo il corpo della vittima ed è molto esperto di iniezioni, perché l’uomo non ha urlato per la sorpresa ed il dolore, anzi, probabilmente non se n’è nemmeno reso conto.


La vittima, Palmieri, era un assiduo frequentatore del cineclub: non si perdeva una pellicola, anzi, a detta di tanti, a volte saltava persino la cena pur di essere presente. Ancor più del cinema, però, egli era legato ad un circolo di amanti del giallo, “Il Fotogramma”, che si appoggia al cinema Minerva per una sua inusuale attività: creare dei veri e propri misteri e sfidare gli altri appartenenti al circolo a risolverli. 

Soneri, che affronta le indagini per lavoro e non sopporta chi “gioca” a fare il detective, inizia ad interrogare gli amici di Palmieri, e si rende conto che essi prendono molto sul serio questo loro gioco di ruolo: il presidente ha affittato una villa fuori città, alcuni attori interpretano con abilità le vittime e gli indagati, i partecipanti del club che vengono sfidati a risolvere i misteri ci mettono giorni, lasciando perdere il loro lavoro e gli impegni di altra natura. I gialli che inventava Palmieri erano in assoluto i più complessi, e tanti sono rimasti irrisolti.

Qualcosa suggerisce al commissario che la pista giusta potrebbe essere proprio questo club del mistero, perché chi è così ossessionato dal mondo dei polizieschi, secondo lui, prima o poi subisce la tentazione di passare dalla finzione alla realtà. Questa, però, non è l’unica pista, perché ci sono altri due personaggi che lo insospettiscono molto. 

Il primo è Lora Recanati, una donna con cui Palmieri aveva una relazione, già vedova di un primo marito, in apparenza sfortunata e sconfortata ma in realtà piuttosto reticente e misteriosa con il commissario. Il secondo è Manfred Stork, un giovane uomo che lavorava con Palmieri, che ha preso il posto del padre senza averne le capacità e dissipa tutto il suo denaro per i suoi molti vizi: egli odiava la vittima e sembra non fare nulla per nasconderlo.


Il cineclub del mistero è forse il giallo più “filosofico” di Valerio Varesi: il commissario Soneri, infatti, si trova a dover riflettere molto su ciò che è reale, ovvero l’indagine che sta conducendo, e ciò che invece è solo un tentativo di trasportare la letteratura poliziesca nella realtà. Il confine sembra più che mai labile, soprattutto considerato che le trame di alcune pellicole riprodotte al cineclub si ripetono in modo inquietante nel momento in cui indaga. Soneri discute queste tematiche con i compagni di avventura di sempre (la fidanzata avvocato Angela, il suo braccio destro Juvara, il capo della scientifica Nanetti) e con un nuovo amico, un rigattiere che nel retro del negozio gli offre sempre affettati, formaggi e vini di prima qualità.

Questo romanzo è tra quelli riproposti in versione televisiva nella fiction Nebbie e delitti, ma in modo molto libero: l’ambientazione cinematografica resta, ma i personaggi sono altri.



Il commissario Soneri e la strategia della lucertola


Sono ben tre le indagini che il commissario Soneri deve affrontare in questo romanzo.

La prima è un curioso episodio avvenuto fuori città: su indicazione di Angela egli si ritrova a camminare in campagna, sull’argine del fiume, in mezzo alla neve, perché una vecchia amica della sua compagna afferma di aver sentito più volte il trillo insistente di un cellulare. Egli, in effetti, trova un apparecchio di ultima generazione sulle rive del fiume, ma non capisce chi dovrebbe disfarsi di un oggetto così di valore e perché. Durante le sue perlustrazioni notturne, egli conosce un personaggio interessante: ad una prima occhiata sembra un tranquillo signore con il suo cane, ed il commissario scambia con lui qualche chiacchiera di cortesia, ma si rende conto ben presto che l’uomo conosce meglio di lui la zona. Egli è un abile falsario che riproduce opere di pittori famosi per gli arricchiti di vecchia generazione, in quanto sostiene che quelli della nuova non provino nemmeno a fare sfoggio di una finta cultura, ma si vantino addirittura della loro ignoranza. Il commissario visita più volte il suo appartamento e da lui apprende molto a proposito di alcune dinamiche interne alla Giunta ed al Consiglio comunale di Parma.

La seconda è la sparizione da una casa di riposo di un anziano signore incapace di intendere e di volere che, non si sa come, è riuscito ad aprire una scala antincendio che usavano solo gli infermieri per andare a fumare, è uscito all’esterno della struttura, si è ritrovato a passare la notte al gelo e si suppone che sia fuggito nel migliore dei casi, morto assiderato nel peggiore.

La terza è la più misteriosa ed inquietante: mentre Soneri ed i suoi affondano nella nebbia e nel nevischio misto a fango, il Sindaco di Parma, un giovanotto brillante e spregiudicato che è diventato in pochi anni il “volto nuovo” dei soliti vecchi maneggioni, è andato in una rinomata località sciistica insieme a dei ragazzi extracomunitari che abitualmente vivono in una comunità del luogo. Potrebbe sembrare l’ennesimo atto di “beneficenza” volto solo a farsi pubblicità, ma ad un certo punto il Sindaco sparisce.


I tre filoni d’indagine, anche se non sembra, sono collegati tra di loro. Ognuno di essi contribuisce a delineare il quadro di una Giunta corrotta e di un’Amministrazione comunale collusa con la criminalità. Commerci poco leciti, trasporto di droga, eliminazione di testimoni compromettenti: sembra che tutto sia consentito ai nomi più importanti della politica parmigiana. Con uno di essi, Ugolini, altro ospite fisso del falsario, Soneri ha degli importanti confronti a proposito di svariati temi, come la politica, l’etica ed altre questioni filosofiche. Osservando gli occhi del suo rivale, infiammati dalla prepotenza ed annebbiati da alcool e droghe, Soneri si rende conto di avere a che fare con un nemico composto da più unità, che, proprio come la lucertola, lascia indietro la sua coda (ovvero le persone che, pur appartenendo a questa catena, sono più deboli ed esposte) per proteggere il corpo e soprattutto la testa (chi detiene davvero il potere).


La strategia della lucertola è un romanzo dettagliato e riflessivo, nello stile di Valerio Varesi, che, proprio come gli altri libri dell’autore, pone al centro dell’attenzione un tema particolare con cui il commissario Soneri è costretto a confrontarsi. Stavolta, a differenza de Il cineclub del mistero, non c’è molta filosofia sull’idea stessa di indagine e di poliziesco, bensì un problema molto concreto e sempre più di attualità: le amministrazioni comunali, realtà che solo nel Secondo Dopoguerra erano semplici unioni di cittadini più volonterosi e più influenti degli altri e che, decennio dopo decennio, si sono sempre più corrotte, giungendo a fare affari con la malavita ed a gestire in prima persona loschi traffici. I personaggi che incontra Soneri nel corso del romanzo, primo tra tutti lo spavaldo Ugolini, sono simboli della spregiudicatezza di chi finge di fare gli interessi di un paese ormai indifferente, se non compiacente, ma in realtà curano semplicemente i propri affari.

Il commissario, di fronte a questo desolante scenario, è deluso, arrabbiato, spesso sconfortato, ma, grazie alla sua abilità e determinazione, riuscirà a comprendere come si siano svolti davvero i fatti.



Il commissario Soneri e la legge del Corano


Parma, un tempo città piuttosto “rossa” di pensiero, improntata all’accoglienza ed alla comunione dei beni, è cambiata. In alcuni quartieri, essa è diventata multietnica, e l’integrazione non è sempre riuscita così bene: spesso odio e paura si rivelano più forti di qualunque tentativo di accoglienza.

Il commissario Soneri, mentre fa le sue consuete ronde lavorative serali e notturne, si accorge con amarezza di non essere più l’unico a farlo: ci sono altri gruppi non autorizzati, prevalentemente appartenenti al centro destra della città, che si sono arrogati il diritto di far rispettare le regole e girano in gruppo di notte, in teoria per mantenere l’ordine e proteggere i loro quartieri, in pratica per incutere un po’ di paura, soprattutto agli immigrati. Soneri fatica a tollerare questi gruppi, sia per i metodi, sia perché la loro esistenza testimonia il fatto che tante persone non si sentono più rassicurate dalle forze dell’ordine che lui rappresenta.


Un giorno egli viene convocato perché un giovane ragazzo tunisino, Kalimi, che viveva in Italia da un po’ e lavorava saltuariamente come porta pizze, è stato trovato assassinato nella casa del suo coinquilino, Gilberto Forlai, un uomo italiano di oltre settant’anni diventato cieco da ormai diverso tempo. Mentre Kalimi veniva ucciso, l’uomo era alla stazione, dove tutti lo conoscono, per un suo abituale passatempo: ascoltare l’arrivo dei treni. La casa di Gilberto e Kalimi era misera, sporca, molto povera, ma Soneri, ascoltando l’uomo addolorato per la perdita del ragazzo, capisce di nutrire un grande rispetto per lui, e resta molto affascinato dalla sua storia.

Poco tempo dopo, un altro ragazzo nordafricano, Jassine Jella, che era rimasto ferito in una rissa fuori da un bar e che era inspiegabilmente scappato dall’ospedale in pessime condizioni di salute, viene trovato morto, forse suicida, in un casolare di un paesino di montagna, Tizzano, appena fuori Parma.


Nei giorni successivi a queste due morti diversi ragazzi della comunità nordafricana già noti alle forze dell’ordine come spacciatori o ladruncoli vengono portati all’ospedale dopo essere stati accoltellati alle gambe o nei glutei. I colleghi di Soneri iniziano a sospettare che ci sia una guerra tra bande per il controllo del mercato della droga, ma il commissario è convinto che questi accoltellamenti siano fatti ad hoc per confondere le acque: a detta dei testimoni, infatti, Kalimi e Jella erano spaventati e disperati prima di morire, mentre i ragazzi feriti, oltre ai reati per cui sono già noti, sembrano non avere poi molto da nascondere. 
Che cosa, dunque, si cela realmente dietro la morte dei due?


Il tema chiave de Il commissario Soneri e la legge del Corano è il confronto tra il mondo europeo e cristiano e le comunità musulmane provenienti da altri stati. Purtroppo, persino in una regione piuttosto aperta e storicamente non conservatrice come l’Emilia Romagna l’integrazione tra questi due mondi è difficile e portatrice di tanta diffidenza e mille paure. Soneri stesso si deve confrontare con chi ostacola un sereno clima di accoglienza, come certi professori e sedicenti filosofi italiani che insistono ancora sull’importanza della “razza ariana”, oppure degli Imam che si sentono padroni anche se sono ospiti di un altro Stato. Non è davvero facile trattare un simile tema senza trasformare un romanzo in un saggio politico e senza inserire luoghi comuni e cliché, ma la scrittura sapiente di Valerio Varesi, ancora una volta, affascina e convince.


In questo romanzo, comunque, il commissario deve affrontare anche un’altra sventura, personale e tragicomica: il colesterolo troppo alto. Come già raccontato nel primo post in cui vi ho parlato di Soneri, egli è un amante della tipica cucina emiliana: gnocco fritto, affettati, anolini al prosciutto crudo, formaggi tipici, arrosti, vino rosso… 
Dopo aver visto le sue ultime analisi, però, la compagna Angela prende la decisione di aiutarlo (leggi: obbligarlo) a mettersi a dieta, e così il commissario dovrà confrontarsi con quello che per lui è un nemico davvero temibile: la cucina vegana! 
Risate garantite…




Come al solito, tocca a voi! Avete letto questi romanzi? Che ne pensate?
Conoscete Valerio Varesi o qualche altra sua opera?
Personalmente ho “conosciuto” il commissario Soneri quasi per caso, ma sono contentissima di averlo fatto e non escludo che leggerò qualche altra sua avventura.
Fatemi sapere che ne pensate!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

2 commenti :

  1. Cara Silvia, io ti lascio il mio caloroso saluto...
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso! I tuoi saluti sono sempre una bella sorpresa, buona serata anche a te 🥰

      Elimina