venerdì 26 aprile 2024

POESIE TRA CIELO E MARE

 Spazio Scrittura Creativa: aprile 2024



Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di aprile con la rubrica Spazio Scrittura Creativa!



Prima di entrare in tema, una necessaria precisazione. Penso che ormai tutti sappiate che generalmente pubblico il lunedì e il giovedì. Se pubblico oggi invece di ieri non è perché il 25 aprile è un festivo – come avevo fatto a Pasquetta, per esempio – ma perché, vista l’importanza della ricorrenza (soprattutto di questi tempi…), non mi sembrava rispettoso postare qualcosa che non c’entrasse niente, e non avevo nuovo materiale a disposizione.


Ci tengo comunque a lasciarvi tre link a post proprio sul 25 aprile:

- Il racconto del 2020, La staffetta (Link)

- Qualche consiglio di lettura (Link)

- L’analisi di una poesia di Alfonso Gatto (Link).



Per oggi ho deciso invece di onorare l’appuntamento con la scrittura creativa. Non pensavo che ad aprile ci sarei riuscita, tra eventi da recensire, il compliblog e ricorrenze, ma alla fine ho pensato di proporvi qualcosa comunque!


Torniamo a rileggere insieme le mie poesie. Inizialmente avevo pensato di proporvi alcuni dei miei componimenti a tema primavera, così come avevo fatto a gennaio con l'inverno. Sfogliando qua e là tra quello che avevo scritto, però, mi ha stuzzicato di più un altro tema, comunque legato alla natura: il cielo ed il mare. Oggi vi lascio quattro mie poesie – come sempre un po’ datate, ma spero ancora piacevoli da leggere – delle quali una è proprio dedicata al mare, una tra cielo ed oceano, una basata su una metafora piena di luce e l’ultima che è la mia versione della classica metafora classica/dantesca/letteraria della vita come barca in tempesta.


Quanto alle poesie dedicate alla bella stagione, magari vi sorprenderò verso l’estate!

Per il momento spero che apprezzerete queste…



Il mare


Il mare,

calmo o mosso,

pulito o sporco,

ma sempre, sempre blu…

Se t’immergi noti

pesci e sassi,

conchiglie ed alghe,

ed è come entrare

in un secondo mondo misterioso.



Volo bianco


Su una tavola azzurra,

dipinta con i colori dell’aria,

gli angeli del destino

spiegano le loro ali bianche e grigie

e planano sullo sporco condotto,

diretti verso la voragine blu.

Bassi, sempre più bassi,

corrono al gran raduno

e i loro calzari alati sono lambiti

dalla schiuma fresca.

Si consultano: no,

il messaggio non è dei migliori.

Cupi risalgono; e girano sulla voragine,

poi via sulle onde del vento.

A spezzare quel funesto incanto

ci pensa il fragore d’un tuono,

in lontananza.



Come una pianta


Case e alberi di luce sono;

luce vera e brillante, non ricordo quando

il ciel si tinse di tale tono

azzurro intenso, libero, e mai affranto.


Mille scintille di puro bianco

filtrano fasci di grandi emozioni

come intonando un melodico canto

che d’acqua prende altrettante direzioni.


Oggidì d’altro il cor mio

non necessita: luce e acqua, fonte pura

di gioia e vita per una pianta… e per me.


Perché come una pianta oggi è il mio spirito

che si rinnova, esplodendo nei ricordi

di un’epoca felice in cui la pianta ero io.



Quale conforto?


Una piccola barca solo con buoni propositi costruita

che rimedio alla tempesta in cui è caduta

spinta da polemici venti trovare vuole,

ed insegue gli azzurrini sprazzi d’incanto

per raggiungere il tanto cercato sole:

ecco dell’animo mio il più efficace ritratto.


In questi brillanti giorni che d’aria pura si riempiono,

se non in tali immagini quale conforto v’è?

Inutili sono i miei saldi principi,

se essi da rabbiosi sentimenti, come spazzatura,

sono gettati alla deriva, ed a me

consolazione non rimane che nell’andare avanti.


Ma

in queste cupe sere che di rosei rimpianti si nutrono,

se non nel ricordo quale conforto v’è?

Inutili sono le mie ormai antiche convinzioni

se esse da dolci rivelazioni come ruggine

sono rimosse e gettate in oblio, ed a me

non rimane consolazione che nel fingere.


Ma

quale conforto in tutto ciò?

Forse solo il sentirsi viva,

ancora, sorprendentemente.




Sapete che vi dico? Ogni volta che tiro fuori dal mio cassettino qualche mio lavoro creativo vecchiotto mi dico sempre: certo che ero una ragazza pesantella, eh… ed ho la sensazione di non essere granché migliorata. 

Ultimamente tanti fattori mi hanno riflettere parecchio sul mio essere stata una bambina/ragazzina “dotata”, sul senso del dovere che non mi molla mai anche adesso che non sono più una studentessa impeccabile bensì un’adulta precaria ed incasinata come mille altre, su come abbia imparato anche a godermi la vita un po’ troppo tardi (e forse sto ancora imparando), sull’overthinking senza il quale evidentemente non riesco a campare. 

Forse per questo ho sempre avuto bisogno di scrivere qualcosa, prima il diario e le poesie, poi le fanfiction e le prime storie originali, infine tutto l’universo del blog.

Danzare libera il mio corpo e scrivere libera il mio spirito.

Scusate lo stream of consciousness, ogni tanto ci vuole evidentemente!

Fatemi sapere i vostri pensieri. Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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