Dai "Preferiti del mese", una raccolta di componimenti per la stagione
...mancano 3 giorni a Natale!
Cari lettori,
buon inverno! Oggi, per il nostro "Angolo della poesia", proprio come ho fatto in estate e in autunno, ho pensato di raccogliere le mie poesie invernali del cuore, tra quelle che ho pubblicato man mano nei "Preferiti del mese".
Siccome siamo ancora in piena atmosfera prefestiva (anzi, siamo proprio nel clou!), ho cercato di alternare componimenti natalizi ad altri che raccontano il cuore dell'inverno.
Spero che li apprezzerete... vi lascio alla lettura!
Natale, di Giuseppe Ungaretti
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Inverno a Roma, di Alfonso Gatto
I bambini che pensano negli occhi
hanno l’inverno, il lungo inverno. Soli
s’appoggiano ai ginocchi per vedere
dentro lo sguardo illuminarsi il sole.
Di là da sé, nel cielo, le bambine
ai fili luminosi della pioggia
si toccano i capelli, vanno sole
ridendo con le labbra screpolate.
Son passate nei secoli parole
d’amore e di pietà, ma le bambine
stringendo lo scialletto vanno sole
sole nel cielo e nella pioggia. Il tetto
gocciola sugli uccelli della gronda.
Natale, di Padre David Maria Turoldo
Ma quando facevo il pastore
allora ero certo del tuo Natale.
I campi bianchi di brina,
i campi rotti dal gracidio dei corvi
nel mio Friuli sotto la montagna,
erano il giusto spazio alla calata
delle genti favolose.
I tronchi degli alberi parevano
creature piene di ferite;
mia madre era parente
della Vergine,
tutta in faccende,
finalmente serena.
Io portavo le pecore fino al sagrato
e sapevo d’essere uomo vero
del tuo regale presepio.
Campagna d’inverno, di Attilio Bertolucci
Inverno…
Giardini lontani fra nebbie
Nella pianura che sfuma
In mezzo alle luci dell’alba…
Cacciatori che attraversano un ruscello
Mentre uno stormo d’uccelli s’alza a volo
Laggiù quella casa
Che ospitale appare
Coperta di bianco
In un silenzio di fiaba
E attraverso i vetri
Si vede la fiamma
Nel caminetto vacillare.
I treni arrivano,
È domenica, è Natale?
Più non scende lieve
Sulla terra la neve.
Lettera, di Carlos Drummond De Andrade
È molto tempo, sì, che non ti scrivo.
Sono invecchiate tutte le notizie.
Sono invecchiato anch’io: guarda, in rilievo,
questi segni su di me, non delle carezze
(così leggere) che mi facevi in viso:
sono ferite, spine, sono ricordi
lasciati dalla vita al tuo bambino, che al tramonto
perde la sapienza dei bambini.
La mancanza che ho di te non è tanto
all’ora di dormire, quando dicevi
“Dio ti benedica”, e la notte si spalancava in sogno.
È quando, allo svegliarmi, vedo a un angolo
la notte accumulata dei miei giorni,
e sento che sono vivo, e che non sogno.
Voce, di Maria Luisa Spaziani
Natale è un flauto d’alba, un fervore di radici
che in nome tuo sprigionano acuti ultrasuono.
Anche le stelle ascoltano, gli azzurrognoli soli
in eterno ubriachi di pura solitudine.
Perché questo Tu sei, piccolo Dio che nasci
e muori e poi rinasci sul cielo delle foglie:
una voce che smuove e turba anche il cristallo,
il mare, il sasso, il nulla inconsapevole.
Quando sarai vecchia, di William Butler Yeats
Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta,
e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro
e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo
che avevano un tempo i tuoi occhi,
e la loro ombra profonda.
In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia
e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,
ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina,
e amò le pene del viso tuo che incessante mutava.
Piegati ora accanto all’ardente griglia del camino
e sussurra, con qualche tristezza,
come l’amore scomparve,
e vagò alto sopra le montagne,
e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.
Antico inverno, di Salvatore Quasimodo
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po’ di sole, una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.
Il cuore che ride, di Charles Bukowski
La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano
nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce
ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere
la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso: gli dei aspettano
di compiacersi in te.
La luna, di Jorge Luis Borges
C’è tanta solitudine in quell’oro.
La luna delle notti non è la luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l’hanno colmata
di antico pianto. Guardala. È il tuo specchio.
Gelo, di Mario Luzi
Il giorno schietto
d’inverno inasprisce le carraie,
aguzza il taglio della pietra, sopra i poggi pelati
brucia i pochi fili d’erba.
Chi affastella legna, chi sciorina
panni s’affretta; sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l’uscio di casa.
È un tempo che fa bruschi i conciliaboli,
ruvide le parole e i commiati.
… Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…
I vecchi hanno il pianto facile, di Leonardo Sinisgalli
I vecchi hanno il pianto facile
In pieno pomeriggio
in un nascondiglio
della casa vuota
scoppiano in lacrime seduti.
Li coglie di sorpresa
una disperazione infinita.
Portano alle labbra uno spicchio
secco di pera, la polpa
di un fico cotto sulle tegole.
Anche un sorso d’acqua
può spegnere una crisi
e la visita di una lumachina.
La credenza, di Arthur Rimbaud
È una larga credenza lavorata, la quercia
antica e scura, ha preso l’aria buona dei vecchi,
la credenza si è aperta e nell’ombra sua versa,
come un fiotto di vino, allettanti sentori.
Pienissima, è un emporio di vecchie cose vecchie:
panni odorosi e gialli, straccetti di vestiti
di donne o di fanciulli, scialli della nonna.
Qui sono i medaglioni, le bianche e bionde ciocche
di capelli, i ritratti, e quei fiori appassiti
dal profumo confuso con quello della frutta.
Quante storie conosci, antica mia credenza!
Vorresti raccontarci i tuoi racconti e gemi,
quando s’aprono piano i tuoi battenti neri.
Luna d’inverno, di Maria Luisa Spaziani
Luna d’inverno che dal melograno
per i vetri di casa filtri lenta
sui miei sonni veloci di ladro
sempre inseguito e sempre per partire.
Come un velo di lacrime t’appanna
e presto l’ora suonerà…
Lontano
oltre le nostre sponde, oltre le magre
stagioni che con moto di marea
mortalmente stancandoci ci esaltano
e ci umiliano, poi splenderai lieta
tu, insegna d’oro all’ultima locanda
lampada sopra il desco incorruttibile
al cui chiarore ad uno ad uno
i visi in cerchio rivedrò che un turbine
vuoto e crudele mi cancella.
Con questa carrellata di poesie e immagini... è terminato anche il "Christmas Countdown" di quest'anno! Anche quest'anno mi sono divertita a proporvi booktag a tema, consigli di lettura prenatalizi, location carine per le passeggiate di dicembre.
Il blog non va propriamente in vacanza: ci saranno i soliti post festivi! Recap a tema libri del 2025, preferiti di dicembre, buoni propositi per il 2026... Ci riaggiorniamo sabato con una nuova pubblicazione.
Nel frattempo auguro di cuore un Buon Natale a voi ed ai vostri cari!
Silvia
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