lunedì 7 febbraio 2022

IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D'AMORE

 Challenge "La donna verde": prima tappa




Cari lettori,

oggi sono particolarmente contenta di pubblicare, perché questo post è il primo di una nuova serie, dedicata alla challenge di lettura “La donna verde”!


Come quasi sempre mi succede durante le vacanze di Natale, anche quest’anno ho visto tante challenge di lettura che mi attraevano, ma la maggior parte di esse era davvero troppo stringente e complicata. Poi ho scoperto “La donna verde”, creata da Seli Rowan, Stefania SianoI libri di CristinaAlemagikfantasy (cliccando potete accedere ai loro profili Instagram).

Si tratta di un progetto molto semplice e libero: sei volumi da leggere nel corso del 2022, uno ogni due mesi.


Come recita la didascalia ai post di Instagram delle organizzatrici, “La Donna verde è una challenge che ruota intorno alla figura della donna, della magia e della natura. Ogni tappa proporrà un tema legato a questi argomenti, ma saranno sempre versatili, così che possiate interpretarli a modo vostro e scegliere il titolo più adatto ai vostri gusti ed interessi”.


Ad una prima occhiata, mi è piaciuto tutto di questa challenge. Apprezzo il fatto che non sia un’impresa titanica, ma qualcosa di assolutamente fattibile (un libro ogni due mesi è tranquillamente inseribile nella TBR ordinaria). Mi piace la libertà di scelta, senza imposizione di alcun titolo. Soprattutto, ciò che mi stuzzica sono i temi trattati: se ben ricordate, tra i “Buoni propositi per il blog” (dei quali ho parlato in questo post) c’era quello di diventare una lettrice più onnivora e di fare qualche incursione nel mondo della fantasia e dell’avventura. Inutile dire che i temi di questa challenge cadono davvero a fagiolo!


Un’ultima precisazione per chi magari fosse incuriosito e volesse aggregarsi last minute: si tratta di una challenge per cui basta avere Instagram e pubblicare una foto a tema, cosa che probabilmente farò domani. Avendo anche il blog, ho ritenuto valesse la pena di fare una recensione più approfondita del romanzo che ho scelto, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore!



Il tema di gennaio e febbraio: il realismo magico


La tematica di gennaio e febbraio ha suscitato in me qualche iniziale perplessità, e, a quanto ho capito, non sono stata l’unica ad avere dei dubbi. Purtroppo si tende a confondere il genere del realismo magico con altri, in particolare con l’urban fantasy.


Il realismo magico, invece, a differenza di altri sottogeneri di fantasia più recenti, ha una florida tradizione, soprattutto tra gli scrittori sudamericani o comunque nell’immaginario della letteratura extraeuropea. Si tratta di storie talvolta romantiche, altre volte storiche, altre ancora d’avventura, ma tutte caratterizzate da un denominatore comune: alcuni elementi di fantasia sono del tutto connaturati alla realtà. Leggendo una storia di realismo magico vi ritroverete a chiedervi: “Ma com’è possibile che per tutti le cose stiano così? Questo avvenimento, in realtà, non può esistere!”


Le organizzatrici della challenge ci hanno dato tanti preziosi consigli, anche contemporanei, ma io alla fine ho scelto una lettura che potesse rientrare sia nella sfida che nella rubrica “Il momento dei classici”.



La mia scelta: “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Luis Sepúlveda


Avevo già conosciuto l’autore con la celeberrima favola Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, ma non avevo mai sperimentato una sua lettura per adulti (anche se avevo da tempo in casa un’edizione utile anche per le scuole).


Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è Antonio José Bolívar Proaño, un ex nativo di una zona montuosa dell’America Latina, vicino al vulcano Imbabura, che ha vissuto per tanto tempo nel cuore della foresta amazzonica ed ora si è stabilito a El Idilio, un paesino appena fuori dal verde, le cui autorità cercano di omologarsi al mondo civilizzato.


All’inizio del romanzo troviamo Antonio José intento a chiacchierare con il suo amico dentista, un uomo singolare che ogni tot mesi sbarca a El Idilio portando con sé attrezzi da macellaio, lamentele contro il governo e… libri rosa per il suo amico.


Antonio José è un uomo che, come scopriremo leggendo, vive da solo di caccia e pesca, difficilmente si spaventa, ha affrontato molte incredibili avventure. Eppure non sono i romanzi con protagonisti spericolati ad attrarlo, né tantomeno i giornali, pieni di incomprensibile politica: egli vuole i romanzi d’amore, e non di qualunque tipo, bensì desidera espressamente quelli che lo faranno “piangere a fiumi”.


A questa scelta narrativa si potrebbero dare molte interpretazioni. Forse la più immediata è quella di una catarsi: Antonio José è costretto dalla vita a tenere alta la guardia e presentarsi al suo prossimo con aspetto da duro, ma solo quando legge (con istruzione da autodidatta e tante difficoltà) può dare sfogo alla sua parte più sensibile e sentimentale, quella di un uomo solo che ha perso la moglie troppo presto e talvolta cova il desiderio di risposarsi. 

Io ci vedo anche una sorta di critica alla società, che non dà a tutti le stesse possibilità di istruzione e formazione, ma fa dipendere molto dal luogo nel quale una persona è nata. Uno come Antonio José, se fosse nato in Europa ed in un contesto borghese, sarebbe stato un fine studioso, un intellettuale di rara sensibilità, ma la vita ha voluto che leggesse romanzi d’intrattenimento – procacciati da un dentista e da una prostituta amica di quest’ultimo – su un tavolaccio senza neanche una sedia, chiuso in una palafitta, tra una battuta di caccia ed una pesca ai gamberi di fiume. 

Mi piace molto come l’autore ha presentato il protagonista, perché è quasi come se lanciasse un guanto di sfida al lettore: siamo davvero sicuri che Antonio José sia un intellettuale “di serie B” perché si è fatto da solo? E siamo convinti che il genere rosa, da sempre piuttosto denigrato, sia qualcosa di riservato solo alle fanciulle romantiche o a chi non ha potuto studiare, e che quindi non abbia proprio niente da insegnarci?



Un nemico da sconfiggere


La situazione di pace apparente all’inizio del romanzo viene presto interrotta da quello che sembra un terribile delitto: sul fiume viene rinvenuto il cadavere di un uomo, che pare avere la gola squarciata dal machete. Il Sindaco di El Idilio, un uomo gretto, violento ed ignorante che tutti chiamano La Lumaca, punta subito il dito verso alcuni indigeni Shuar dell’Amazzonia che vivono in povertà, da lui ritenuti dei selvaggi, ma Antonio José, vista la ferita, chiarisce subito il mistero.


Il morto è un cacciatore di frodo che ha avuto la spavalderia di uccidere dei cuccioli di tigrillo (come si deduce dalle minuscole pelli che porta con sé) e che forse ha anche ferito il maschio della coppia. Questo significa che la madre, folle dalla rabbia, non solo ha ucciso il cacciatore, ma ora, con ogni probabilità, è appena fuori dai confini del paese, in cerca di vendetta.


Antonio José è preoccupato, non solo perché sa che il tigrillo, grosso felino tipico dell’Amazzonia, è un animale pericoloso, e che una madre ferita è mille volte più temibile di un esemplare semplicemente a caccia. Lui sa che, di lì a poco, il Sindaco, un po’ perché nonostante tutto riconosce la sua bravura ed esperienza, un po’ perché lo odia e vorrebbe vederlo cadere in un incidente mortale, gli chiederà di condurre una battuta di caccia contro il misterioso animale.


La spedizione punitiva contro il tigrillo occupa la seconda parte del romanzo e per il lettore è un vero e proprio tuffo nell’avventura, tra scenari mozzafiato, tensione, imprevisti, colpi di scena.


Sarebbe logico supporre che il nemico naturale di Antonio José sia il temutissimo tigrillo, un importantissimo personaggio della storia anche se la sua natura non è umana, simbolo della vendetta cieca che si avventa contro la sua immensa saggezza. In realtà, più la lettura procede, più il lettore ha l’impressione che i due siano le facce della stessa medaglia: la vita nel rispetto delle regole della natura.


Il vero nemico da sconfiggere è il Sindaco, e con lui tutti coloro che, come i bracconieri ed i cercatori d’oro, si nutrono di odio, praticano la violenza in pubblico ed in privato, pensano solo al loro interesse e sfruttano le risorse del pianeta per il puro guadagno o per il potere.



Le magie ed i misteri della Foresta Amazzonica


Antonio José, nel prepararsi alla battuta di caccia, che egli sente potrebbe essere l’ultima della sua lunga vita, ripercorre tutte le tappe dell’esistenza che lo hanno portato a El Idilio, ed in particolare gli anni che ha trascorso nel cuore della Foresta Amazzonica, tra gli indigeni Shuar.


È in questa parte del romanzo che si trovano tanti elementi di realismo magico, perché il popolo della foresta vive in un mondo tutto suo, fatto di leggende a cui credono ciecamente, previsioni che puntualmente si avverano, creature del mondo animale che hanno quasi una sensibilità umana.


La foresta stessa diventa un misterioso personaggio della storia, simbolo della “natura matrigna” di leopardiana memoria: un’autorevole madre che accoglie i suoi figli, ma li abbandona malamente se questi ultimi non sanno stare alle regole, sia nel caso di una sprezzante indifferenza, come quella del Sindaco e dei bracconieri, sia a seguito di un tragico destino.


Antonio José e il tigrillo hanno proprio questo in comune: sono due fuoriusciti della foresta, due che hanno dovuto abbandonarla perché la barbarie umana ha drammaticamente cambiato le loro vite… ed è proprio per questo che il loro scontro sembra così alla pari.


Vi avverto: non mancheranno momenti da singulto improvviso e lacrime agli occhi…




Come avrete capito, la prima tappa della challenge mi ha soddisfatto… al 101%!

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è, secondo me, un romanzo davvero straordinario, un classico tra quelli che vanno letti una volta nella vita.

Già “tremo” al pensiero della tappa di marzo/aprile, perché credo che, essendo il tema designato le creature fantastiche, dovrò proprio fare un tuffo nel fantasy, genere che, Harry Potter a parte, è un mondo alieno… anche se mi attira molto. Comunque seguirò i consigli delle nostre bravissime organizzatrici e qualcosa di bello verrà fuori di sicuro!

Nel frattempo, fatemi sapere che ne pensate di questo romanzo: l’avete letto? Vi è piaciuto? E qualcuno di voi parteciperà alla challenge “La donna verde”?

Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :

  1. Ogni anno partecipo a una Challenge, lo trovo un modo stimolante per uscire dai miei gusti e generi ("comfort") soliti e spaziare in altri mondi.
    Vedo che questo primo libro ti ha colpito positivamente🙂
    Ciao Silvia.

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    1. Ciao Angela! Sono contenta anche io di avere accettato, credo proprio che sarà una bella avventura :-) Spero che anche la tua challenge stia procedendo bene!

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