lunedì 1 dicembre 2025

APPIANI: NEOCLASSICISMO A MILANO

 Un tour della mostra di Palazzo Reale




Cari lettori,

diamo il benvenuto a dicembre con i nostri “Consigli artistici”!


Come già vi anticipavo nei Preferiti di novembre, questo mese, com’è ormai tradizione, sarà speciale. Questa settimana ci saranno ancora post ordinari (oggi questo percorso artistico, giovedì l’ultima tappa del progetto su Shakespeare); dall’8 al 22 dicembre avremo cinque post del nostro tradizionale "Christmas Countdown"… e poi ci daremo appuntamento a dopo Natale per la solita classifica di fine anno ed i preferiti di dicembre.


Nonostante un po’ di stanchezza dovuta al periodo prefestivo ed ai tanti impegni, creare contenuti in questo periodo mi diverte particolarmente e non vedo l’ora di condividerli con voi!


Tornando a oggi, in questo autunno sono riuscita a ritagliarmi dei pomeriggi liberi per andare nella mia sempre amata Milano e vedere qualche mostra a Palazzo Reale.


In ottobre vi ho parlato dell’esposizione monografica su Leonora Carrington a questo link e della mostra gratuita a tema arte e informatica qui.


Oggi invece vi porto in una bellissima sezione del Palazzo per la mostra monografica su Andrea Appiani, uno dei nomi più importanti del neoclassicismo italiano, diventato persino il “pittore di Napoleone”.


Facciamo una gita insieme!



Il ritratto ed i soggetti sacri


Il primo amore di Andrea Appiani è il ritratto, sia degli altri che di se stesso. 

Una sua opera giovanile lo ritrae in scala di grigi, con pochi tratti essenziali e le parti del corpo inferiori e superiori che sembrano quasi scomparire. Anche se egli è passato alla storia come pittore, questo ritratto, considerato l’aspetto, i modi e l’atteggiamento pensoso, sembra collocarlo tra i pensatori illuministi del suo tempo.



Uno dei suoi maestri, fonte anche di un fidato confronto nel corso dell’età adulta, è stato proprio Giuseppe Parini, letterato di punta del Secolo dei Lumi. Appiani lo ritrae sia in veste tradizionale…



che in versione allegorica. In questa tela Atena, dea della razionalità, ed Apollo, patrono delle Arti e delle Muse, lo incoronano insieme ad un angelo alato. Il Pegaso in secondo piano è simbolo di uno spirito libero e creativo, di un genio che non si può controllare. È curioso che una simbologia molto simile (il cavallo selvaggio) sia presente anche in tante opere di Leonora Carrington, artista che, per tanti motivi, non potrebbe essere più diversa da Appiani, ma che per puro caso si ritrova a “condividere” con lui Palazzo Reale e, a quanto pare, non solo…



Altri soggetti per lui importanti nel primo periodo della sua formazione artistica sono quelli di carattere religioso. Infatti, anche se la mostra propone moltissime tele di Appiani, è necessario precisare che egli è stato un artista stimatissimo anche per i suoi affreschi. 

Ho scoperto, con mia grande sorpresa, che ci sono resti di sue opere di genere religioso in molte chiese e ville della mia zona, da Monza a Cinisello. Altri suoi affreschi sono stati purtroppo distrutti dai bombardamenti che Milano ha subito negli anni ‘40, ma la mostra conserva molti schizzi preparatori. Angeli e santi sembrano essere il soggetto più gettonato.



Tra le tele di carattere religioso, invece, mi ha colpito molto questa Madonna con Bambino. Fin qui abbiamo parlato di Illuminismo, ma la delicatezza di questi volti mi fa quasi pensare ad un anticipo di Romanticismo (che comunque, come vedremo, ci sarà, dal momento che l’artista è vissuto tra Settecento e Ottocento).



Mitologia e letteratura greca


Da buon artista neoclassico, Appiani considera come soggetto privilegiato le storie della mitologia e della letteratura greca e latina. Anche se negli ultimi anni egli si dedicherà molto di più a ritrarre persone importanti per la storia e per la politica, egli non abbandonerà mai del tutto la sua passione per il mondo classico. L’esposizione mette in luce il suo grande amore per le storie dei grandi protagonisti della mitologia.


In una bellissima sala della mostra ci sono quattro dipinti che ritraggono dei momenti della vita di Ares e Afrodite, da quelli più importanti e drammatici, dal tradimento con Adone alla rabbia del dio tradito…



a quelli più quotidiani, come la toeletta della dea della bellezza, attorniata dalle sue ancelle ed amiche.



Quattro (per me splendidi) dipinti rettangolari hanno per protagonista Europa, la principessa di Tiro e regina di Creta per la quale Zeus si tramutò in un toro.



La coppia composta da Apollo e Artemide, fratello e sorella, sole e luna, è sempre fonte d’ispirazione per Appiani, anche se, nei dipinti che li vedono protagonisti, spessi essi cedono ai loro istinti peggiori e non danno certo il buon esempio. Mentre Artemide punisce Atteone, cacciatore reo di averla osservata mentre faceva il bagno…



Apollo cerca di catturare la povera Dafne, che di lì a poco verrà tramutata in una pianta dal padre.



Appiani ama riprodurre su tela soprattutto le dee, e proprio per questo motivo, in età più matura, non può mancare la più importante di tutte: Era/Giunone, la regina, moglie di Zeus/Giove.



Napoleone ed altri notabili dell’epoca


Come già detto, la maturità dell’artista è caratterizzata da un sostanziale cambio di soggetto: dalla materia religiosa e classica alle figure di potere. 

Ci sono alcuni quadri in cui personaggi militari, come, ad esempio, questo generale, vengono ritratti con delle fattezze che sembrano quelle degli antichi condottieri greci, dalla postura al naso importante.



La figura che più affascina Appiani, quella a cui si dedicherà con passione, è quella di Napoleone… e forse non dovrebbe sorprenderci! L’ambizione e il desiderio di conquista di questo generale arrivato dalla periferia della Francia, che in pochi decenni diventa imperatore e padrone di mezza Europa, lo avvicinano molto a figure di rilievo dell’antichità, come i re di Atene o di Sparta, o Alessandro Magno. 

Questi due ritratti giovanili di Napoleone e della sua prima moglie Giuseppina sono diventati così celebri che io stessa sono sicura di averli visti su diversi libri di scuola…



...così come di sicuro tutti voi avete visto questo ritratto di “Napoleone Re d’Italia”. 

Forse, però, non sapete che Appiani ha dipinto questo quadro come parte di una coppia. Accanto a Napoleone prende posto Francesco Melzi d’Eril, viceré d’Italia. Ora che ho visto entrambi i dipinti dal vivo, posso dirvi che secondo me Appiani ha colto perfettamente lo spirito dei due personaggi. 

Con tutto il rispetto per il viceré Melzi, è evidente che si tratti di un solerte funzionario, e niente di più. Un uomo certamente stimato da alcuni suoi contemporanei, ma non destinato a passare alla storia. Nello sguardo di Napoleone, invece, c’è proprio la furia di chi ha un disegno di potere e non ha nessuna intenzione di fermarsi… nel bene e nel male. E infatti, tra i due, noi studiamo il secondo…



Oltre a generali e politici, Appiani ritrae molti nobili di epoca napoleonica. Personalmente mi sono piaciuti molto i ritratti femminili, tra vesti delicate e preziosi gioielli.



Appiani a Palazzo Reale


Come già vi dicevo, la mostra ha luogo in un’ala di Palazzo Reale che forse non avevo mai visto e che mi ha stupito moltissimo, tra le ricchissime tappezzerie…



e i soffitti da lasciare senza fiato!



Non poteva esserci luogo migliore per ospitare un’esposizione di Andrea Appiani, che ha lavorato anche a Palazzo Reale. Egli, infatti, ha creato degli affreschi a mo’ di arazzo che possiamo ammirare ancora oggi...



ed altre opere che purtroppo sono state distrutte da un bombardamento a Milano nel ‘43. Sfortunatamente sono rimasti solo disegni preparatori di questo grande affresco di “Napoleone in trono”, con l’imperatore assiso sul trono, ritratto con l’iconografia solitamente utilizzata per Zeus/Giove. I suoi due grandi amori (l’epoca classica e quella napoleonica) in un’opera sola… e possiamo solo immaginarla.



Non c’è più traccia nemmeno dei “Trionfi di Napoleone”, che un tempo ornavano la Sala delle Cariatidi. Gli allestitori della mostra, però, li hanno riprodotti su dei pannelli con retroilluminazione, così, per chi visita la mostra, è possibile almeno farsi un’idea di com’era la sala prima del ‘43.





Avete tempo fino all’11 gennaio per visitare la mostra!

Ci sono ancora tutte le vacanze di Natale, se pensate di fare un salto a Milano… spero proprio di avervi incuriosito!

Sono molto contenta di questa “stagione di mostre” autunnale e spero che anche l’inverno e la primavera mi porteranno dei bei pomeriggi a tu per tu con l’arte.

Fatemi sapere se siete stati alla mostra o se vi piacerebbe andare!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)