Due romanzi di Mauro Marcialis e Marilù Oliva
Cari lettori,
è il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Per la nostra rubrica “Letture… a tema”, oggi ho pensato che potremmo allontanarci dalla contemporaneità (sulla quale sono sicura che oggi ci saranno tanti ottimi contenuti) a favore di due romanzi storici che ho letto recentemente.
La storia antica è già ricca di donne che hanno dovuto lottare per l’affermazione dei loro diritti, e tante di loro non solo hanno dovuto affrontare una realtà molto dura, ma sono state anche severamente punite per aver cercato solo un briciolo di libertà.
Queste due storie targate Solferino ci portano rispettivamente nell’antica Roma e nella Grecia micenea, e ci presentano alcuni straordinari personaggi femminili.
Conosciamoli meglio insieme!
Colosseum – Il silenzio degli dèi, di Mauro Marcialis
Roma, età dei Flavi. L’imperatore Vespasiano ed il figlio, il generale Tito, stanno finanziando a piene mani la costruzione del Colosseo, il più grande anfiteatro mai visto. Il popolo romano va matto per gli spettacoli circenses, uno dei più grandi affari della Roma antica, e non vede l’ora di avere un proprio anfiteatro, più grande di quelli della provincia.
Ai lavori partecipa anche Arild, uno dei due amici protagonisti, un “barbaro” ridotto in schiavitù e costretto da una vita molto amara: alcuni giorni egli è gladiatore, altri è operaio al cantiere del Colosseo. Non ci sono tracce del suo amico del cuore Derek: ad un certo punto si diffonde la voce che sia morto, ma non è così. Egli è stato sfregiato per sempre dal figlio folle e crudele del suo padrone, che fa paura anche al padre, e si è messo a dipingere e scolpire per il generale Tito, e quindi per il Colosseo.
Arild e Derek lavorano insieme al cantiere, rischiano la loro vita in combattimento, eppure non si incontrano mai a causa dei guai del secondo, tra la maschera che è costretto ad indossare e la sua necessità di nascondersi da colui che lo ha aggredito.
Nel frattempo, nella splendida villa di uno dei senatori più vicini a Vespasiano si consumano dei veri e propri orrori. La schiava Brynja, sorella di Derek e primo grande amore di Arild, è costretta a farsi picchiare ed abusare sia dal senatore che dagli ospiti della domus. La moglie del senatore, Flaminia, che odia il marito despota e da tempo implora invano il perdono della figlia Giulia, obbligata a diventare sacerdotessa, non ha che due fonti di consolazione: la prima è la stessa Brynja, che considera come un’altra figlia, e la seconda è il centurione che è suo amante da tempo.
È proprio per vedere i loro due amanti - ed avvertirli di eventuali pericoli – che le due donne, con la complicità di alcuni servi, studiano dei piani per potersi allontanare dalla domus di nascosto, senza incorrere nell’ira del despota. Ma un tiranno ha occhi ovunque…
Il silenzio degli dèi è una delle letture che ho trovato in biblioteca, al banco delle novità; l’elemento che mi ha incuriosito è il fatto che il romanzo sia in collaborazione con Valerio Massimo Manfredi, autore che per me è stato tra i più importanti negli anni dell’Università (vi racconto qualche suo romanzo qui). Sappiamo che purtroppo, dopo il suo incidente domestico di qualche anno fa, il professore ha scritto ben poco, ma per nostra fortuna egli sembra aver deciso di affiancare altri autori di romanzi storici.
Si tratta del secondo volume di una tetralogia, già tutta uscita nel corso del 2024, quindi non escludo di trovare gli altri volumi prossimamente.
È una lettura abbastanza breve ma molto intensa: una storia che non idealizza la classicità, anzi, racconta un mondo crudele in cui le persone si vantavano di far parte della grande e civilizzata Roma, ma poi si divertivano crudelmente con combattimenti pieni di sangue o esecuzioni “fantasiose”. Vi avviso che, tra le scene nell’arena e le crudeli punizioni del padrone di Brynja, certe cose non sono proprio per stomaci delicati, ma se ho retto io…
Le due protagoniste femminili di questa storia sono due donne incredibili, forti e coraggiose, che rischiano la vita pur di poter vivere un attimo di felicità e di ribellarsi a chi le considera oggetti senza alcun valore.
I colpi di scena finali suscitano il desiderio di scoprire come finirà la storia!
L’Iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva
Tra le rovine di Troia, mentre la città sta bruciando dopo una guerra infinita, si leva un grido: è quello di Creusa, moglie di Enea, lasciata indietro dal marito. Ella sa che presto sarà destinata a svanire come un fantasma, così fa la sua invocazione: le donne mortali sono state schiacciate in guerra dagli uomini di entrambe le fazioni, gli dèi sono presi dai loro interessi, e non restano che le dee.
Capitolo dopo capitolo, ogni dea ripercorre i momenti salienti dell’Iliade, ponendo l’accento su ciò che l’ha coinvolta maggiormente.
La saggia dea della guerra e della strategia Atena parteggia per i Greci, restituisce il senno a chi sta per perderlo e guida soprattutto lo scaltro Odisseo. In squadra con lei c’è Era, la regina degli dèi, che però deve inventarsi dei veri e propri sotterfugi per sfuggire al controllo di Zeus.
La dea Teti segue passo passo le vicende del figlio Achille: ella cerca di aiutarlo più che può, ma purtroppo nemmeno lei può interferire con un destino di morte e distruzione.
Dalla parte dei Troiani c’è invece Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, che sa ben poco di guerra, ma pur di aiutare il figlio Enea ed il suo protetto Paride entra in battaglia a sua volta, rimanendo ferita.
E dentro le mura di Troia ci sono le uniche due mortali (oltre a Creusa) che contribuiscono alla narrazione: Cassandra, la “profetessa di sventure” destinata a non essere mai creduta, ed Elena, additata da tutti come causa della guerra, anche se si sa bene che gli interessi che hanno scatenato l’assedio sono ben altri. Due donne che sono state in qualche modo toccate (e maledette) dagli dèi, che vengono ostracizzate dagli uomini e che si comprendono davvero solo tra di loro.
Con L’Iliade cantata dalle dee Marilù Oliva conclude una trilogia ideale composta anche da L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (qui)e L’Eneide di Didone (qui).
L’Odissea resta forse la mia preferita per quanto sono legata a questa storia (che è stata anche parte della mia tesi della Magistrale); L’Eneide si è rivelata la più sorprendente per la svolta narrativa che davvero non mi aspettavo.
L’Iliade è invece la lettura più femminista delle tre; sembra davvero un atto di restituzione di dignità storica e letteraria a tutte le donne del poema, umane e dee, che, mentre gli uomini agiscono, si ritrovano in un angolo, spesso a subire soprusi o ad avere paura per il futuro.
Chi è abituata a mostrarsi fredda e razionale scopre le sue fragilità; chi non ha potuto essere madre da vicino riesce ad esserlo almeno da lontano; chi è sottomessa al marito ha un’opportunità di ribellarsi; chi è considerata debole e frivola tira fuori il coraggio e combatte; chi è odiata dagli uomini trova la sua consolazione in altre donne. Ognuna, in questo romanzo corale, ha il suo riscatto.
Mi piacerebbe leggere una versione di quest’autrice anche di opere letterarie meno antiche, o magari favole (ho visto che è uscito un libro su Biancaneve). In caso vi farò sapere!
Queste sono le mie scelte per l’importante ricorrenza del 25 novembre. Vorrei dire molto altro, ma quello che penso ogni anno è che questa giornata sembra, appunto, solo una giornata, anche piena di retorica, e poi i fatti, spesso anche drammaticamente, confermano quanta strada ci sia da fare ancora, anzi, quante persone addirittura auspichino una regressione.
Nel mio piccolo ho cercato di raccontarvi due storie molto lontane nel tempo proprio per ribadire quanto anche allora, in due società schiavistiche e profondamente maschiliste, bastasse un piccolo gesto per fare la differenza. Sono la lotta e la sorellanza che consentono alle donne di progredire, e questo è innegabile, eppure, nel 2024, sarebbe giunto il momento di un vero e proprio supporto da parte della società, di una parità che sia effettiva e non solo a parole.
Invece no, ci troviamo ancora con politici che sbraitano “donne,
avete già ottenuto tanto, state calmine, che altro volete?”,
ancora con scrittrici/giornaliste/attiviste che vengono insultate e
ridicolizzate per aver espresso con chiarezza quel che dovrebbe
essere il minimo sindacale della parità di genere, ancora con
fidanzati che frignano fuori dal cinema perché “Barbie è un film
che fomenta l’odio contro gli uomini”, ancora con uomini che
escono da teatro dopo uno spettacolo sulle donne della rivoluzione
francese dicendo “ma che significa femminicidio, l’omicidio
è sempre grave, se uccidi un bambino è peggio”, ancora con le
rispettive fidanzate/mogli che rispondono “Ma dai, amore,...”
invece di mandarli a
prender ricci di castagne col posteriore
perché ci hanno insegnato che bisogna essere sempre comprensive col
proprio compagno.
Esperienze personali discutibili a parte, spero di avervi consigliato due buone letture.
Fatemi sapere se le avete lette, che cosa ne pensate, o se vi hanno incuriosito.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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