venerdì 16 ottobre 2015

IL MIO NOME è NESSUNO

L'Ulisse di Valerio Massimo Manfredi in scena al Teatro Carcano

 

Uno dei personaggi chiave della stagione teatrale di Milano di quest'autunno è senza dubbio Ulisse. 
 

Se nello scorso post vi avevo consigliato di andare a vedere Odyssey di Bob Wilson, che è un'interpretazione del tutto contemporanea ed innovativa dell'Odissea omerica, questa volta vi segnalo uno spettacolo molto più vicino alla tradizione del personaggio così come lo conosciamo, ma ugualmente affascinante.


La storia di Il mio nome è Nessuno è tratta dall'omonima trilogia di libri dello scrittore Valerio Massimo Manfredi, ma la messa in scena del Teatro Carcano ha aggiunto alcuni elementi assolutamente originali all'intreccio del romanzo.




Non nascondo che, così come con Odyssey, anche questa volta sono completamente di parte: amo il modo di scrivere di Manfredi, il suo modo di riportare in vita letteratura e storia antica, i suoi libri che spesso mi lasciano con il fiato in sospeso.

Credo però di non fare un errore consigliandovi di cuore questa rappresentazione.

Il mio nome è Nessuno è imperdibile perché…





...perché è un ottimo ripasso dell'epica antica. Come già immaginavo, non appena sono entrata a teatro ho avuto la sensazione di non essere ancora uscita dal lavoro. 
Ho trovato infatti altri studenti, altri prof e persino vecchi compagni di scuola diventati a loro volta insegnanti. Lo spettacolo ripropone, in un modo tutto suo, i due poemi omerici, l'Iliade e l'Odissea, ed è per questo che molti miei colleghi hanno pensato di organizzare un'uscita con i ragazzi. 
 

Personalmente, tuttavia, credo che Il mio nome è nessuno possa essere altrettanto (forse più) utile agli adulti che non hanno per niente a che fare con il mondo della scuola. Penso soprattutto a chi svolge dei lavori in un ambito lontano da quello umanistico, a chi non ha fatto studi classici, a chi li ha fatti ma li considera un ricordo del liceo ormai chiuso in un cassetto insieme agli anni dell'adolescenza. Questo spettacolo costituisce un'ottima occasione per (ri)scoprire il mondo perduto degli dèi e degli eroi.





...perché è uno spettacolo che sorprende! La scenografia è essenziale ma curatissima e gli attori si muovono su un piano inclinato.


I costumi riprendono in modo evocativo l'epoca classica senza riprodurre ogni dettaglio in modo cinematografico. 
 

Il vero elemento originale di questa messa in scena, però, è l'orchestrina composta da 12 elementi (principalmente sassofonisti, insieme a qualche clarinettista e percussionista) che compongono la scena ed accompagnano gli attori. 
 

Ci si aspetterebbe che la tipologia di musica scelta crei un contrasto con i restanti elementi che compongono la scena; il risultato, invece, è armonioso in maniera sorprendente. Quanti di voi si sarebbero aspettati di sentirsi narrare le avventure della guerra di Troia ed ascoltare un motivetto jazz nello stesso momento?





...perché è una prova d'attore davvero straordinaria. Anche se accompagnato da altri due attori ed un'attrice che interagiscono con lui durante le parti dialogate, Sebastiano Lo Monaco, di fatto, regge lo spettacolo, e lo fa con un'energia davvero inesauribile. 
Il suo Ulisse, in un'ora e quarantacinque minuti di seguito, prova un'infinita gamma di sentimenti ed emozioni, dalla felicità più pura all'orrore più profondo, senza mai un momento di stasi.

Si tratta di un'interpretazione di grande intensità, e per lo spettatore è davvero difficile distogliere lo sguardo.





perché potreste avere la possibilità di incontrare Valerio Massimo Manfredi in persona! Ammetto che questo è un motivo molto poco culturale e molto più da “fan”. Tuttavia, sono rimasta davvero colpita, mercoledì sera, nel vedermi passare di fianco uno dei miei scrittori preferiti mentre chiacchierava con gli ospiti in sala! 
Molti lettori accaniti come me concorderanno nell'affermare che è sempre un'emozione ritrovarsi faccia a faccia con uno dei propri autori prediletti.





perché la storia di Ulisse viene raccontata da un punto di vista del tutto nuovo. È nota quasi a tutti l'origine della guerra di Troia: il rapimento di Elena, la donna più bella della Grecia, compiuto da Paride, principe troiano. 

Un po' meno noto è l'antefatto. Nel momento in cui Elena è in età da marito, infatti, tutti i principi greci vorrebbero sposarla, e rischiano di litigare tra loro. 

È proprio Ulisse a proporre un giuramento per evitare spargimenti di sangue: sarà Elena a scegliere suo marito, e tutti i principi rifiutati si impegneranno a difendere l'onore di questa unione.


Il romanzo di Manfredi e lo spettacolo presentano questa storia da un'altra prospettiva: si immagina, infatti, che Elena voglia come marito proprio Ulisse, ma che quest'ultimo, spaventato dal fascino della donna, che considera pericoloso, la rifiuti. In questo senso, la scelta di Menelao, marito di Elena, costituisce un ripiego e soprattutto la decisione di fuggire con Paride è una vendetta nei confronti di Ulisse e del giuramento che ha proposto.


Mi è molto piaciuta questa interpretazione, perché Ulisse, in questo modo, diventa il personaggio chiave di entrambi i poemi, e la sua storia personale finisce per guidarci, dall'inizio alla fine, attraverso il mondo dell'epica antica.


Ancora una volta, una storia vecchia di millenni ci offre ulteriori informazioni, dubbi, idee.





Lo spettacolo resterà al Teatro Carcano fino al 25 ottobre.

Spero di essere riuscita ad incuriosirvi almeno un po'!


Qualcuno di voi è già andato a vedere lo spettacolo? Che cosa ne pensate?

Fatemi sapere!


Grazie, come sempre, a chi mi legge.









Nessun commento :

Posta un commento