Due romanzi di Gabriella Genisi
Cari lettori,
iniziamo la settimana con un post per le nostre “Letture...per autori”!
Lo scorso ottobre vi avevo parlato di Gabriella Genisi, scrittrice dalla cui penna è nato il personaggio di Lolita Lobosco, protagonista di una fiction su Rai 1. A questo link trovate la mia recensione sia di una delle indagini della poliziotta barese, sia di un romanzo che ha per protagonista un altro personaggio.
Durante l’inverno ho letto altri due romanzi dell’autrice, altre due indagini di Lolita. Oggi, in questo marzo ancora freddino che pare non decidersi ad annunciare la primavera, vi porto un po’ di sole e di mare con queste due storie!
Terrarossa
A Bari è arrivato agosto. Lolita Lobosco è in ferie e cerca di godersi qualche giorno di mare con Caruso, il fidanzato, che fa parte a sua volta delle forze dell’ordine. La loro storia è da tempo un tira e molla e solo una vacanza rilassante potrebbe salvarla.
Come però accade spesso nella vita lavorativa – e sentimentale – della commissaria, l’imprevisto è dietro l’angolo. Poco fuori Bari, nell’azienda agricola Terrarossa, specializzata in pomodori, l’anziano custode trova un cartello agghiacciante fuori dalla casa/ufficio della proprietaria: “Entrate, mi sono impiccata”.
Purtroppo, il cadavere che l’uomo attonito rinviene nei locali è proprio quello della titolare dell’azienda, Suni Digioia. Una donna, sì, benestante, potente e in carriera, ma che da poco aveva concluso una spiacevole relazione con un uomo impegnato, e che quindi, a quanto pare, si sarebbe uccisa perché rimasta sola.
I superiori di Lolita, però, non sono convinti di questa versione dei fatti. La commissaria, dopo l’ennesima litigata furiosa con Caruso, viene richiamata in servizio, anche se solo “provvisoriamente”, finché non si appura che si tratta davvero di suicidio.
Lolita, però, raccoglie le confessioni dell’amica giudice Marietta, che a differenza sua frequenta tranquillamente l’alta società, e scopre che la “relazione clandestina” di Suni era con un parente di “Nicolamio” (l’amante di Marietta) ed avveniva praticamente con il benestare della moglie di lui. La donna, dunque, non aveva sfasciato nessuna famiglia, né era rimasta sola, perché era stata sua la scelta di allontanarsi dall’amante. Un po’ poco per farla finita.
Molto più interessante si rivela invece tutto quel che riguarda il lavoro di Suni. Essere una proprietaria di azienda agricola significa avere a che fare con la piaga del caporalato, e la donna, a quanto pare, non ci stava.
Lolita inizia a fare domande a Terrarossa e scopre che Suni aveva salvato da altre aziende agricole – dove le condizioni erano terribili – alcuni immigrati, offrendo loro un alloggio ed un lavoro dignitosi. Inutile dire che altri proprietari vedevano la donna come il fumo negli occhi. Quando un ragazzo africano particolarmente legato a Suni viene trovato morto, “caduto” non si sa come dal tetto di un edificio isolato, Lolita non ha più dubbi: anche la morte della Digioia è stata voluta da qualcuno.
Terrarossa ci porta alla scoperta di che cosa ci sia davvero dietro alla coltivazione di quello che per noi italiani è un alimento fondamentale: il pomodoro.
Nel 2025 trovo ancora surreale che conosciamo, facciamo studiare ai nostri studenti e condanniamo le forme di schiavitù passate (chi non ha in mente il classico esempio degli afroamericani nei campi di cotone secoli fa?), eppure chi di dovere non è ancora riuscito a contrastare una forma di schiavitù che esiste ancora, e proprio qui da noi in Italia.
I grandi campi di pomodoro, di ortaggi, di cereali riescono a fruttare “grazie” alle condizioni inumane in cui versano moltissimi disperati, dai nullatenenti arrivati dal Terzo Mondo fino ad arrivare a qualche connazionale precipitato nell’indigenza (e questi ultimi sono sempre più frequenti). E, esattamente come accade nel romanzo, penso che chi cerchi di cambiare il sistema “dall’interno” si ritrovi a pagare un conto molto salato.
Per quanto riguarda invece il personaggio di Lolita e gli altri, confermo quel che avevo detto nell’altro post. Nella fiction sono state create delle spalle comiche – anche abbastanza convincenti, devo dire -, mentre secondo me la protagonista è un po’ troppo drammatizzata, soprattutto dal punto di vista sentimentale.
La Lolita dei libri è invece una donna che impiega la razionalità quasi soltanto sul lavoro (e in modo lucidissimo): per il resto è tutta emozioni, ed il suo umore è molto mutevole, sia nella gioia che nella rabbia e nella tristezza. L’autrice ha creato un personaggio femminile che “sorvola” sulle cose con leggerezza piuttosto invidiabile: litiga con i suoi cari anche per sciocchezze ma poi fa presto a fare pace, si infiamma ma non si “culla” nella rabbia e nella tristezza, ritrova l’allegria con quello che le piace fare ogni giorno.
L’estate in questo momento è ancora un miraggio, ma nel romanzo, nonostante ci siano tante pagine dedicate a tematiche serie, si assapora eccome. Spero che, leggendo questo libro, la sentirete anche voi!
Lo scammaro avvelenato (e altre ricette)
L’estate barese è finita, ed anche l’autunno è a buon punto: è appena iniziata l’ultima settimana di novembre, e il Natale è alle porte, soprattutto per la mamma e la sorella di Lolita, che hanno trasformato la loro casa in un Bed and Breakfast.
Il sole caldo, però, fa pensare più ad una tiepida primavera che ad un autunno inoltrato. Così, quando Lolita va a trovare madre e sorella, le trova tutte indaffarate a cucinare pietanze ancora estive.
Da qualche giorno il Bed and Breakfast ha un ospite d’onore: Enrico Fasulo, scrittore in cerca d’ispirazione. Tra lui e Carmela, la sorella di Lolita, è nata una storia senza capo né coda, considerando che l’uno è di passaggio e l’altra vive da tempo un tira e molla con un “ragioniere”.
In realtà Fasulo non è chi dice di essere: per anni ha fatto lavori che non c’entrano nulla con la scrittura, è diventato scribacchino di poco successo quando si è reso conto che i tour per presentare i libri sono a carico della casa editrice e sta intortando Carmela con false promesse per vivere una facile avventura.
Una sera la sorella di Lolita, sconvolta da un primo ed inaspettato litigio con l’uomo, decide di preparargli lo scammaro, una sorta di frittata di spaghetti, secondo la ricetta della nonna Dolò. Il giorno dopo, però, Enrico Fasulo viene trovato morto in camera sua. A quanto pare egli ha mangiato dei peperoni al botulino, e lo scammaro di Carmela conteneva proprio dei peperoni.
Lolita ha già dovuto affrontare giorni molto difficili: ha appena scoperto che Caruso, il fidanzato con cui è in sempiterna crisi, è stato trasferito dall’altra parte della Puglia per motivi disciplinari. Oltre al problema della relazione a distanza, si rende conto di star perdendo la stima per un uomo che credeva diverso e che invece ha commesso degli sbagli sul lavoro non solo gravi, ma anche e soprattutto voluti.
La disgrazia dello scammaro avvelenato ribalta il suo mondo già traballante: Carmela viene arrestata e la sua posizione, come sorella di indagata, diventa davvero delicata.
Lolita, però, come sempre, non si perde d’animo, soprattutto perché crede nell’innocenza della sorella – anche se le due non sono andate d’accordo un solo giorno della loro vita – e fa di tutto per venire a capo del misterioso incidente/delitto.
Lo scammaro avvelenato è in realtà un libro diviso in due parti. La prima è costituita dalla storia che vi ho appena raccontato, che è più che altro un racconto lungo.
La seconda invece è uno sterminato ricettario pugliese, preziosissimo per chi ama cucinare… soprattutto se siete più bravi di me.
Lo so, anche a me piace mettermi ai fornelli, e questo blog ha una rubrica intitolata “Menù e ricette”, ma posso assicurarvi che io sto mooolto più sul semplice rispetto a Gabriella Genisi ed alla sua Lolita. Queste ricette sono uno spettacolo.
Anche se non avete nessuna intenzione di cucinare, io vi consiglio comunque di leggerle, o almeno di scorrerle rapidamente. Ci sono delle pietanze incredibili. Sformati di pasta in tutti i modi, dolci per ogni festività, contorni che non hanno niente da invidiare ai secondi veri e propri.
Lolita e la sua famiglia hanno davvero molte idee da condividere in cucina! Tutte tranne lo scammaro avvelenato, ovviamente…
Che ne dite? State sognando un po’ il sole e il mare?
Scherzi a parte, consiglio questa serie se siete in cerca di un giallo che tratti temi seri ma lasci anche spazio alla leggerezza. Fatemi sapere se conoscete questi romanzi, se ne avete letto qualcuno, se vi sono piaciuti!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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