giovedì 6 marzo 2025

DUE FILM PER L'8 MARZO

 Pellicole consigliate per la Giornata Internazionale della Donna




Cari lettori,

buon 8 marzo in anticipo!


Come vi anticipavo già nel post di lunedì, questa settimana è un po’ “a tema”, perché ci sono sia una festa sia una ricorrenza importante nella medesima settimana. Lunedì ci siamo occupati del Carnevale, con un post giocoso.


Oggi invece torniamo seri e ci dedichiamo alla Giornata Nazionale della Donna, che si celebrerà questo sabato. In occasione di questa ricorrenza ho scelto il più delle volte di proporvi qualcosa a temi libri, magari un excursus tra i classici o un booktag al femminile.


Quest’anno, però, non vi avevo ancora raccontato due film secondo me molto interessanti, che ho visto addirittura prima che arrivasse il Natale… così ho deciso di riservarli apposta per questa occasione. Si tratta di due pellicole francesi, con due protagoniste che vivono tempi diversi e sono molto distanti tra di loro per vari motivi, ma sono ugualmente forti e coraggiose.


Proviamo ad “andare al cinema insieme”!



Rosalie


Francia, fine ‘800. Al centro di una zona rurale piuttosto povera sorge un villaggio industriale, costituito dalla fabbrica che dà lavoro a molti, dai campi dove faticano tutti gli altri, da poche case e ancor meno esercizi commerciali. Il padrone del luogo, di fatto, è Monsieur Barcelin, il proprietario della fabbrica, che in teoria non riveste altre cariche, ma in pratica ha il potere di licenziare – e quindi di mettere in pericolo di vita – chiunque non faccia quel che dica lui.


Proprio qui, un giorno, arriva Rosalie, una ragazza timida e composta, sensibile ed intelligente. Ella ha vissuto per anni con il padre vedovo, che l’ha istruita il più possibile, sia dal punto di vista degli studi che da quello pratico di gestione della casa, in modo da trasformarla in una buona moglie. È quello che egli ripete ad Abel, il gestore del bar del villaggio, un uomo semplice che è tornato dalla guerra con una schiena semi paralizzata ed un corsetto da ferro da portare per stare in piedi. Abel, più che di una moglie, ha bisogno di qualcuno che renda meno pesante la solitudine e possa tenere aperto il bar quando i dolori sono troppo forti, così accetta di sposare Rosalie.


La ragazza, però, nasconde un segreto: soffre di ipertricosi, ogni giorno deve farsi di nascosto la barba, ed anche il suo corpo è ricoperto da peluria rossiccia. La prima notte di nozze Abel scopre il suo segreto e la allontana, convinto di essere stato ingannato. Essendo però una persona burbera ma non crudele, non se la sente di rimandare Rosalie dal padre, così decide di tenerla con sé.


Nel frattempo la ragazza, come le era stato richiesto, cerca di aiutare Abel nella gestione del bar, ma ben presto si rende conto che gli affari vanno malissimo. Monsieur Barcelin ha decretato che tutti i problemi del mondo derivano dall’alcool, e così ci sono ben pochi avventori, tutti svelti nel servirsi perché hanno paura di essere scoperti dal padrone. Quest’ultimo, in realtà, è tutt’altro che un puritano contrario all’alcool: vuole semplicemente che Abel rinunci all’edificio che comprende sia la sua casa che il bar e lo venda a lui, così egli potrà espandere un’altra sua proprietà.


Rosalie prova inizialmente ad essere gentile con gli ospiti ed a creare un’atmosfera conviviale, ma non basta. È solo dopo aver dato un’occhiata ai giornali che sfogliano i pochi avventori che le viene un’idea: se dentro il locale ci fosse una persona “fenomenale”, tutti pagherebbero più di una birra per poter entrare e poterla ammirare.


Così ella, con grande sconforto del marito, si fa crescere la barba per giorni, e poi si ripresenta in pubblico. La prima tentazione degli abitanti del paesino è quella di gridare allo scandalo; poi, però, la curiosità prevale. Giorno dopo giorno, il bar torna ad essere il centro del villaggio, e persino Abel, che non è più arrabbiato per l’inganno, inizia a rivalutare la moglie che gli è stata donata in sorte.


Un’attività fiorente ed un matrimonio che sta iniziando ad ingranare: Rosalie non potrebbe chiedere di meglio. Ma Monsieur Barcelin non si arrende…



Rosalie è un film storico in bilico tra commedia e dramma, una storia d’amore davvero inusuale, un inno all’autenticità.


L’attrice protagonista secondo me è bravissima: interpreta il ruolo di Rosalie con una fisicità molto espressiva, quasi si identifica nel suo personaggio. Giorno dopo giorno, Rosalie impara a non vergognarsi di quella che oggi sarebbe semplicemente considerata una patologia ormonale da risolvere con una cura apposita (e con depilazione definitiva laser) e che ai suoi tempi era considerata una vergogna, quasi una colpa.


Il film è tratto da una storia vera, anzi, direi da molte. Non ho potuto non pensare al musical The greatest showman (ve ne avevo parlato anni fa a questo link), alla donna barbuta dalla voce soave che intona la maggior parte delle canzoni, all’attrazione che le persone subiscono nei confronti di chi è “particolare”. Il destino di chi è nato diverso è quello di essere vittime di questo interesse altalenante, che a volte si trasforma in repulsione. Rosalie ha molto coraggio e, nonostante gli ostacoli che il destino le metterà sulla strada, fa il possibile sia per mettere a frutto quello che ha studiato e tenersi il lavoro, sia per conquistare la stima e l’affetto del marito.


Una storia dolce e commovente che vi consiglio per questo weekend!



...E la festa continua!


Francia del Sud, giorni nostri. Rosa è una donna francese di origini armene, di età matura, quasi sull’orlo della pensione. Per tutta la vita ella ha portato avanti due lavori: quello di infermiera, che a breve lascerà, e quello politico. Da sempre militante nei partiti più progressisti della sua città, ella ha ricoperto anche cariche istituzionali a livello locale, e proprio nel momento in cui inizia la nostra storia c’è una nuova campagna elettorale di cui occuparsi.


Dal punto di vista privato, Rosa non ha un uomo accanto a sé da tempo, ma ha comunque una famiglia numerosa che non la fa annoiare mai: innanzitutto il fratello, che si definisce “l’ultimo comunista”, un personaggio stravagante che da mesi ha iniziato una convivenza (non sentimentale) con una giovane collega di Rosa; e poi i due figli, uno con famiglia e l’altro libero, che la vedono ancora come una guida da tanti punti di vista.


È proprio il figlio finora rimasto single che un giorno chiede a Rosa di organizzare un pranzo tradizionale (con la pasta “noci e acciughe”, ingredienti tipici della storia armena) per presentare a tutti la nuova fidanzata.


Inaspettatamente, nella sua nuova nuora Rosa rivede qualcosa di se stessa da giovane: il lavoro nel sociale, l’idealismo, un po’ di rigidità che nasconde la paura di “lasciarsi travolgere” dai sentimenti. E l’amore, a sorpresa, sta per sconvolgere anche Rosa.


L’incontro con il padre della ragazza, infatti, si trasforma ben presto in un’amicizia, e poi in qualcosa di più. Rosa per la prima volta pensa davvero a se stessa ed alla sua felicità, e questo la spinge a cambiare in modi che non si sarebbe aspettata.


È giunto il momento di dare una scossa alla sua lista civica, che da tempo si parla addosso mentre l’opposizione macina una vittoria dietro l’altra; di passare il testimone al lavoro, perché da tempo ella è stanca e fa finta che la routine ospedaliera non le pesi più di tanto; di trasmettere un po’ di coraggio ai suoi figli, che fanno fatica a staccarsi dalla sua ombra.



...E la festa continua! è una commedia che riflette sulla Francia di oggi, una nazione che da un lato vuole essere aperta e progressista (e diciamocelo, secondo me il più delle volte ci riesce meglio di quanto noi facciamo qui in Italia), dall’altro vive dei momenti in cui ha quasi paura di questo slancio verso l’ignoto.


La lista civica di Rosa è una metafora di questa contraddizione: ogni persona che la compone è seria, onesta e di mentalità aperta, ma… la frangia più ecologista vede male quella più moderata; le femministe più giovani e radicali litigano regolarmente con la vecchia guardia; in questo modo la nostra protagonista, che ricopre un ruolo di leadership, si ritrova sempre e solo a fare da mediatrice di litigi tutto sommato evitabili, mentre fuori dal bar che è loro ritrovo i partiti conservatori impongono la loro volontà con la prepotenza e con la forza. E questo non accade assolutamente anche in Italia, no no…


Anche in Rosa convivono sia il desiderio di crescere e di migliorarsi che mille dubbi ed insicurezze, provocate anche dal fatto che tutte le persone intorno a lei, magari inconsciamente, non facciano che rubarle tempo ed energie: il fratello che vive nel passato, la collega che non se la sente di prendere il suo posto dopo la pensione, i figli in perenne crisi lavorativa e/o sentimentale. Non è facile essere, contemporaneamente, una lavoratrice ancora a tempo pieno, la leader di una lista civica, una madre di famiglia, una donna che desidera di nuovo aprire le porte all’amore.


Certo, non è la prima volta, specie in questi ultimi anni, che un film pone l’accento sull’impossibilità, per la donna contemporanea, di riuscire a gestire tutte le sfaccettature della sua vita. Però il taglio di questa storia è originale ed intelligente. Una commedia tutt’altro che scontata che, sono sicura, non vi deluderà!




Questi sono i due film che consiglio, se in questo weekend vi va di guardare qualcosa a tema “8 marzo”!

Fatemi sapere se avete visto queste pellicole e che cosa ne pensate, oppure quali sarebbero state le vostre scelte cinematografiche. Sono curiosa di conoscere altre storie al femminile!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


lunedì 3 marzo 2025

CARNAVAL BOOK TAG

 Un romanzo per ogni tema del Carnevale brasiliano




Cari lettori,

inauguriamo marzo con una settimana “a tema”!

Oggi ci dedichiamo al Carnevale; giovedì penseremo alla Giornata della Donna. L’anno scorso vi avevo proposto un booktag ispirato alle figure tradizionali del Carnevale veneziano (lo trovate a questo link); quest’anno invece ho trovato un questionario dedicato al Carnival brasiliano, popolarissimo in tutto il mondo!


Ringrazio la youtuber Lou reading things, perché ho preso l’idea del tag dal suo canale! Spero che le mie scelte vi piacciano…



Bibita di Carnevale


Un libro di cui sapevi avresti rimpianto la lettura,

ma lo hai letto lo stesso.


La coscienza di Montalbano di Andrea Camilleri è una raccolta di racconti, sei storie dell’indimenticabile commissario Montalbano. Un’operazione nostalgia in piena regola, che da una parte conforta noi lettori, rimasti senza il Maestro… e dall’altra scatena dell’inevitabile malinconia. Pazienza, vale sempre e comunque la pena di tornare tra le pagine scritte da Camilleri…


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Glitter


Un libro che ti è rimasto appiccicato


Come fiori che rompono l’asfalto di Riccardo Gazzaniga è una raccolta di racconti che in realtà sono storie vere. Una collezione di eroi del Novecento, personaggi che è impossibile dimenticare.


In ottobre, nel corso di un festival letterario che si è tenuto proprio nel mio paese, ho incontrato l’autore ed ottenuto una copia autografata! L’ho letto nel corso dell’inverno, e ho scelto di inserirlo tra i preferiti di gennaio di quest’anno…


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Marcia di Carnevale


Qualcosa di vecchio, ma sempre bello



Come non citare uno dei classici, anzi forse il classico di Carnevale per eccellenza? L’anno scorso, fedele al mio buon proposito di leggere “un classico per ogni bimestre”, per luglio/agosto ho scelto Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Una immortale commedia degli equivoci, un must per questa ricorrenza!


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Panino Podrao


Un libro che ti tirerà sempre su quando ti senti triste


Non è Carnevale senza l’autore italiano che più mi fa ridere, Andrea Vitali! Per questo tag sceglierei Sua eccellenza perde un pezzo, uno dei suoi ultimi romanzi.


Siamo a Bellano, negli anni ‘30. Nel negozio più tranquillo e anonimo del paese, il panificio dei fratelli Scaccola, arriva una strana missiva: il rappresentante del sindacato dei panettieri vorrebbe organizzare una gita proprio nella ridente cittadina. I due interpellati non sanno che fare, così si rivolgono al Comune, suscitando subito l’interesse delle autorità. Ben presto la gita dei panettieri diventa un affare istituzionale che coinvolge tutti, dai commercianti agli insegnanti, fino ad arrivare al Maresciallo Maccadò ed ai suoi uomini della caserma. Si attende addirittura l’arrivo del Federale di Como. Che sia la volta buona per riabilitare Bellano? O anche stavolta i cittadini, un po’ involontariamente, faranno fare al partito l’ennesima figuraccia?


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Bloquinho” (compagnia) di Carnevale


Un libro che leggi perché anche i tuoi amici lo leggono


I romanzi di Sophie Kinsella piacciono tanto anche ad alcune mie amiche ed a tante ragazze che conosco!


Sono esaurita è la storia di Sasha, una trentenne sovraccarica di lavoro e di responsabilità che ben presto si trova in pieno burnout. Una vacanza al mare nel luogo dove ha passato le sue estati da adolescente potrebbe essere una buona idea, ma il posto non è più come Sasha lo ricordava e ci sono molte sorprese, da un hotel popolato da personaggi eccentrici ad un ospite scorbutico… ed addirittura dei misteriosi messaggi sulla spiaggia!


Il romanzo giusto al momento giusto, una storia che mi ha davvero emozionato.


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Scuola di samba


Un libro solo di intrattenimento, ma che ami lo stesso


Deadly Sins.1 – Pride di Raffaella Spano è un romanzo di cui vi ho parlato poche settimane fa. Solitamente non leggo dark romance, non lo considero proprio il mio genere, tant’è vero che anche un altro libro di quest’autrice non mi aveva convinto.


Ma la storia di Reed (il primo dei sette fratelli Bedlam, che gestiscono il club notturno di Las Vegas “Deadly Sins”) e di Victoria (un’intraprendente organizzatrice di eventi) mi ha preso molto e sarei curiosa di scoprire che cosa accade nei volumi successivi della serie!


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Colpo di fulmine a Carnevale


Un libro dal breve e dolce romanticismo


Matrimonio di convenienza è una delle opere prime di Felicia Kingsley. Protagonista è Jemma, una ragazza che vive nella Londra popolare insieme ai genitori hippies e scopre di aver ricevuto un’eredità molto consistente dalla nonna. Per entrarne in possesso, però, ella dovrà sposare un nobile. Una clausola davvero assurda, ma l’amico avvocato ha una soluzione: un buon candidato potrebbe essere Ashford, giovane duca sull’orlo della rovina con madre vedova a carico. Superate le prime contrarietà, i due si sposano di nascosto in Comune ed iniziano una convivenza piuttosto difficile nel castello di campagna di Ashford…


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Area toilette/ristoro


Un libro che è stata un’impresa terminare


Il colore del tempo di Federico De Roberto è l’unica opera di saggistica che ho letto nel 2024, per la rubrica “Il momento dei classici” ed in particolare il bimestre novembre/dicembre. Una lettura molto tosta, ma ne è valsa la pena!


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Mercoledì delle Ceneri


Un libro che ti ha assolutamente rovinato


Se solo il mio cuore fosse pietra è un romanzo docu-fiction che racconta una storia vera: quella delle “case d’accoglienza senza punizione” fondate da Anna Freud, figlia del celebre inventore della psicoanalisi, per ospitare i bambini sopravvissuti agli orrori dei lager. La storia è ambientata a Lingfield, una casa inglese diretta da Alice Goldberger, straordinaria psicologa ed educatrice. Una storia di ritorno alla vita, di amore e di dedizione, che indaga le ingiustizie subite dai bambini nei campi di concentramento e racconta il loro graduale ritorno ad una vita piena e, quando è stato possibile, alle loro famiglie. Una lettura che non solo ha smosso tante emozioni dentro di me, ma mi ha aiutato a riflettere anche da punti di vista più personali.


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Eccoci arrivati alla fine!

So che per la maggior parte di voi oggi siamo in pieno ponte di Carnevale. Noi milanesi, invece, quest’anno avremo chiacchiere e mimosa nello stesso weekend, ma poco importa. L’importante è che il ponte porti a tutti noi momenti di relax e divertimento!

Fatemi sapere se conoscete i libri che ho menzionato e che ne pensate; raccontatemi anche se avreste fatto altre scelte… 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 27 febbraio 2025

I PREFERITI DI FEBBRAIO 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

penultimo giorno di questo mese di febbraio così insospettabilmente breve!

Si sa, gennaio è piuttosto lungo da far passare. Febbraio, invece, in un attimo ci ha portati a metà mese. Solitamente esso porta con sé la piccola pausa di Carnevale e qualche timido segno della stagione che in marzo cambierà.


Quest’anno, la prima delle due cose è rimandata: Carnevale, per noi in zona ambrosiana, si festeggerà tra il 7 e l’8 marzo. Quanto all’arrivo della primavera, la prima metà del mese ci siamo trasformati in funghi, e non ne potevo più; poi un po’ di sole, a sprazzi, ci ha sorpreso, ma c’è poco da fare, siamo ancora in inverno.


Personalmente però, nonostante l’assenza di “stacchi” e la stagione non sempre entusiasmante, è stato un mese più che accettabile. Intanto oggi, come al solito, ricapitoliamo insieme i miei “Preferiti”, dai libri ai film, dalla musica alla poesia alle foto del periodo!



Il libro del mese


Ostia, piena estate. L’ispettore Ferraro, a corto di finanze come sempre – ed ancor più dopo il divorzio - , è riuscito a trovare una soluzione tutto sommato indolore e non troppo dispendiosa per la sua parte di estate e vacanze insieme alla figlia adolescente Giulia.


Mentre padre e figlia si stanno godendo una bella nuotata al largo, però, accade un evento imprevedibile. Una piccola barca da pesca, che sembra non essere governata da nessuno, quasi si scontra con la ragazza. L’ispettore riesce a bloccare il mezzo ed a salirvi sopra, ma non c’è niente e nessuno, se non un portafoglio consumato dall’acqua. Non soldi all’interno, ma un biglietto che sembra la confessione di un suicida, e qualche documento che attesta la proprietà del portafoglio a Giovanni Tolusso, professionista milanese.


Ferraro contatta subito le autorità locali e le mette in guardia: nel mezzo del mare ostiense potrebbe esserci il corpo di un probabile suicida. Dopodiché, finita la vacanza, torna a Milano con Giulia, città dove anch’egli vive e lavora, e, tra una corsa in bicicletta ed una passeggiata con la figlia, inizia ad indagare sull’esistenza di Giovanni Tolusso, che effettivamente non si trova più nel palazzo dove abitava.

L’unica persona che si curava davvero di lui è la moglie, con la quale però era rimasto solo un grande affetto. Da tempo i due facevano vite separate.

Pochi giorni dopo, il mare restituisce il corpo. Sembrano non esserci dubbi: suicidio. A poco a poco, Ferraro ricostruisce la storia della vittima, che potremmo definire “banalmente tragica”.


L’esistenza di Giovanni Tolusso è quella di una persona che ha sempre voluto riscattarsi dalle umili origini della famiglia e dagli studi che le erano stati imposti. Il padre, manovale in trasferta, lo aveva infatti convinto ad intraprendere scuola e carriera da geometra, che per lui era il meglio a cui aspirare. Giovanni, invece, dopo un primo periodo di incertezza giovanile, era riuscito a seguire le sue ispirazioni creative ed a diventare sceneggiatore.


Qualcosa, però, è andato storto, a partire da una cartella di Equitalia contenente una multa esorbitante. Forse una gestione sbagliata della partita IVA. Un commercialista che da serio e preparato si è fatto sempre più sfuggente. Pagamenti e fatture continue che rendevano il totale delle sue uscite molto più alto di quello delle sue entrate. Persino le spese condominiali erano diventate un peso insostenibile. Una catena di tragedie economiche che sembrerebbe aver portato l’uomo a compiere il tragico gesto. Eppure nulla, davvero nulla è come sembra…



Fino a Cronaca di un suicidio, non avevo ancora mai letto niente di Gianni Biondillo, autore che non conoscevo affatto. A quanto ho capito, quella dell’ispettore Ferraro, squattrinato poliziotto che ama la “vecchia Milano” ed ha tanti utili contatti per risolvere le sue indagini, è una serie, ma io sono partita dal volume un po’ più stravagante.


Leggendo qualche altra trama sulle quarte di copertina, mi è sembrato di capire che altre sue indagini seguano la linea tradizionale del giallo classico. Cronaca di un suicidio, invece, per restare curiosamente in tema con quello che poi vi proporrò come film del mese, è una sorta di tragedia pirandelliana, un assurdo che però si rivela essere drammaticamente vero.


In un Paese in cui fior fior di criminali si ritrovano ad essere indagati più e più volte ma grazie ad avvocati ammanicati ed “agganci” vari riescono ad avere notevoli sconti di pena, un onesto professionista che a volte, in questi tempi di crisi, lavora pure “per la gloria” e attende un pagamento che arriverà chissà quando, commette un paio di errori burocratici accidentali… e viene travolto da una valanga di disgrazie.


Questo è un romanzo che vi stringerà lo stomaco, che ad ogni capitolo vi farà sperare che non accada esattamente quel che temete stia accadendo. E sono certa che i notevoli colpi di scena non vi lasceranno delusi.


Lo stile di Biondillo mi è piaciuto molto (non posso negare di essere stata trascinata!), ed anche il personaggio dell’ispettore Ferraro, per quanto non propriamente nuovo, potrebbe essere una nuova, discreta guida alla scoperta di un universo milanese poco conosciuto.


Per ora non so se leggerò altri gialli della serie perché tra gennaio e febbraio mi sono dedicata parecchio ad intrighi e delitti e vorrei tornare su altri generi, ma senz’altro lo terrò in considerazione per il prossimo futuro.



Il film del mese


La storia del biopic Eterno visionario ha inizio ad Amburgo, nella notte tra l’8 e il 9 dicembre del 1934. Luigi Pirandello sta andando a Stoccolma per ritirare il Premio Nobel per la Letteratura, che ha appena saputo di aver vinto.


Ad accompagnarlo c’è solo il suo agente letterario, una figura a metà strada tra un confidente in materia lavorativa ed un segretario particolare, l’unico che, con la sua riservatezza, possa interagire al meglio con il carattere schivo del maestro.


Mentre il treno scorre, ora dopo ora, egli, dopo aver rifiutato sia di mangiare che di dormire (con grande sconforto del suo accompagnatore), resta solo e si trova a trascorrere quel momento, di agitazione ed emozione al tempo stesso, ripercorrendo la sua vita e la sua carriera.


I momenti dolorosi, segnati soprattutto dalla scoperta della malattia della moglie Antonietta Portulano; la donna era sicuramente affetta da qualche patologia psichica che ai nostri tempi avrebbe un nome ed una terapia indicata, ma i medici di allora la bollarono come “pazza” ed invitarono il marito a farla rinchiudere. Lo spettro della pazzia inseguirà Pirandello per tutta la vita e diventerà una delle tematiche ricorrenti nelle sue opere.


Il rapporto molto travagliato con i tre figli: soprattutto la femmina, Lietta, sarà sempre molto dura con lui, anche se, da un certo punto di vista, sarà anche la più legata. Per questo Pirandello soffrirà immensamente quando, dopo sposata, ella andrà a vivere in Sudamerica.


Il periodo berlinese e l’illusione di far diventare film una delle sue opere: purtroppo il cinema resterà un sogno, ma Pirandello finirà per innamorarsi una volta di più del teatro, la sua dimensione ideale.


L’amore complesso e tormentato per la giovane attrice Marta Abba: un sentimento che Pirandello si nega più e più volte, sia per la differenza d’età che per il senso di colpa nei confronti della sua famiglia (e soprattutto della moglie).


La disastrosa serata della prima de Sei personaggi in cerca d’autore, da lui vissuta – comprensibilmente – come un grande fallimento, oggi un esempio immortale di quel che accade quando una persona è davvero artista ed anticipa i tempi.


Più ombre che luci, insomma. Eppure l’artista sta andando verso il più grande, innegabile trionfo della sua vita…



Ho già visto, abbastanza recentemente, un altro biopic su Luigi Pirandello, La stranezza (ve ne avevo parlato qui), e devo ammettere che un po’ l’ho preferito. Mi è piaciuta un po’ di più la malinconica ironia di Toni Servillo, insieme a Ficarra e Picone, con la regia di Roberto Andò, rispetto all’atmosfera decisamente più drammatica che avvolge la storia diretta da Michele Placido.


Però Eterno visionario è comunque un ottimo film, una chicca per chi è appassionato o lavora con la letteratura, e, nonostante qualche momento più lento, la visione regala delle scene molto emozionanti.


In autunno ho visto forse un po’ più film del mio solito, l’inverno è stato più nella norma (ovvero: purtroppo meno film visti di quanti vorrei), però sono contenta di aver avuto tempo e modo di vedere questa pellicola.



La musica del mese


Continuiamo il nostro giro in macchina un po’ vintage con una canzone che omaggia San Valentino! Più di vent’anni fa (eh già, siamo così anziani!) Latin lover di Cesare Cremonini, tratta dal suo primo album da solista dopo il periodo di debutto con il Lunapop, è stato un successo! La potete ascoltare a questo link.


Fidati di me, un latin lover

non canta l’amore, lo vuole per sé!

Ecco perché non sono un latin lover:

io canto l’amore sì, ma solo per donarlo a te!


Vuoi ballare con me?

Non mi dire che poi, giocherò, con te

vuoi parlare con me?

Senza dire che poi, ci proverò…


Se gli amori passati non contano niente

e sono lontani da noi

gli errori che ho fatto col senno di poi…

Baciami adesso, se vuoi!

Amore, baciami adesso, se vuoi!



La poesia del mese


Prima di passare all’atmosfera festosa del Carnevale e poi a quella primaverile, salutiamo l’inverno con Fior di neve di Umberto Saba.


Dal cielo tutti gli Angeli

videro i campi brulli

senza fronde né fiori

e lessero nel cuore dei fanciulli

che amano le cose bianche.

Scossero le ali stanche di volare

e allora discese lieve lieve

la fiorita neve.



Le foto del mese


Ogni tanto c’è voluta qualche dolce consolazione! Una piccola pausa aiuta a ritrovare concentrazione ed energia. In foto con un succo, un’ottima torta di mele!



I giorni di sole non sono stati tanti, ahinoi, ma almeno qualche volta sono capitati nel weekend. Così sono potuta tornare al parco qui a Cernusco, e mi sono goduta un po’ di luce e di verde. La terra è ancora “a riposo”, ma presto torneranno le aiuole fiorite…



Lo ammetto: il più delle volte sono stata in maglione e jeans al lavoro, e con tute sportive o pile nel weekend. Ma un paio di domeniche sono riuscita a tirare fuori qualche outfit elegante! 



Questo mese non sono riuscita ad andare nella mia cara Liguria, ma una sera mi è venuto in soccorso il polpettone della zia! Si tratta di una ricetta tipica genovese, a base di patate, fagiolini e basilico con parmigiano, uovo e pangrattato. Prima o poi imparerò a cucinarlo anche io... 



Ecco il mio tranquillo febbraio! 

Raccontatemi com'è stato il vostro, se vi va... sono sempre in cerca di consigli a tema libri, film, musica! 

Grazie per la lettura, ci sentiamo in marzo :-)