giovedì 30 gennaio 2025

I PREFERITI DI GENNAIO 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

eccoci arrivati alla fine di gennaio ed al primissimo appuntamento con i “Preferiti del mese”! Sapete che è già l’ottavo anno che faccio questa rubrica? Il tempo vola davvero moltissimo, ed in aprile, in men che non si dica, ci ritroveremo a festeggiare… dieci anni di blog!

Ma andiamo per ordine.


Il 2025 per me è stato un anno davvero iniziato “con il botto”: dopo una prima settimana di vacanza, c’è stato subito molto da fare. Comunque, fortunatamente, sono tutte cose impegnative ma belle o ordinarie, e, incrociando le dita, l’anno è iniziato bene.


Come al solito, vediamo insieme che cosa mi è piaciuto di più in questo lungo e gelido mese… dai libri ai film, dalla musica alla poesia alle foto del periodo!



Il libro del mese


Come fiori che rompono l’asfalto – Venti storie di coraggio di Riccardo Gazzaniga è un libro che ancora non avevo letto e già aveva una sua storia.


In un weekend di metà ottobre la mia città, Cernusco sul Naviglio, ha ospitato il Festival letterario “Un Naviglio di libri”: sono stati tre giorni molto piacevoli ed istruttivi, tra ospiti provenienti da case editrici importanti e scrittori noti che sono venuti in paese a fare interventi e firmacopie.


Uno degli incontri più belli è stato proprio quello con Gazzaniga, che è venuto a presentare una sua nuova raccolta di racconti (dedicata a storie che hanno per protagonisti gli animali), ma ha gentilmente firmato anche altri suoi romanzi, o portati da casa dagli altri partecipanti all’incontro, o comprati alla bancarella fuori dall’Auditorium. Personalmente ho scelto questa raccolta, perché i temi trattati mi incuriosivano, ed ho portato a casa la copia con dedica.


Si tratta di una raccolta di venti racconti, corredata dalle delicate illustrazioni di Piero Macola. Venti persone (o gruppi) che si sono contraddistinti per essere “fiori che rompono l’asfalto”: piccoli e grandi eroi che hanno avuto il coraggio di andare contro alle ingiustizie, alle dittature, ad un sistema soffocante, con la forza e la tenacia di un bellissimo fiore.


Ci sono storie che sicuramente molti di voi conosceranno: i ragazzi della Rosa Bianca, che ebbero il coraggio di andare contro Hitler e pagarono con la vita; Guido Rossa, un sindacalista italiano ucciso dalle Brigate Rosse perché, pur essendo d’accordo con la causa degli operai (ed operaio egli stesso), si era apertamente dichiarato contrario al terrorismo; la giornalista Anna Politkovskaja, che è stata uccisa dopo aver raccontato tante scomode verità della sua Russia; Cui Jian, protagonista delle rivolte che sconvolsero la Corea del Sud negli anni ‘80; Franca Viola, donna siciliana il cui coraggio pose fine all’ingiusta legge del matrimonio riparatore dopo una violenza.


Ed ancora tre ragazzi tedeschi che costruirono un tunnel tra la Berlino Est e la Berlino Ovest ai tempi del Muro; Dimitar Pesev, il vicepresidente bulgaro che si rifiutò di seguire Hitler quando quest’ultimo promulgò le leggi razziali; Sandro Pertini e la sua storia, da partigiano a Presidente della Repubblica; Marielle Franco, parlamentare brasiliana brutalmente uccisa pochi anni fa.



L’altra metà dei racconti, però, narra delle storie vere (sempre del XX secolo) di cui io non sapevo proprio niente, e, credetemi, leggendole mi sono davvero commossa. Mi sono resa conto che la storia del Novecento è così ampia che qualche storia, anche se si studia/lavora in campo umanistico, o ci si informa tanto e regolarmente, comunque rischia di sfuggire. Come quella di un giocatore di basket che boicottò le Olimpiadi per motivi di discriminazione razziale, o di un calciatore cileno che per tutta la durata della sua carriera fu fieramente avverso a Pinochet.


O ancora Eddie Mabo, simbolo di tutti gli aborigeni ai quali, decenni fa, portarono via le terre con una legge ingiusta; Hyeonseo Lee, una delle poche persone a sfuggire dall’incubo della Corea del Nord; il premier del Burkina Faso e un importante politico nigeriano, entrambi disposti a dare la vita perché le loro nazioni potessero avere un domani migliore (ed in queste storie ci sono aziende occidentali che fanno una ben magra figura); Mother Jones, una donna irlandese che promosse moltissimi dei primi scioperi, all’inizio del XX secolo; Ruby Bridges, una bambina che diede scandalo nella conservatrice New Orleans perché era l’unica nera in una scuola di bianchi; l’ambasciatore italiano in Ruanda, che nel ‘94 si comportò da vero eroe; una giornalista iraniana che è simbolo della lotta al regime che sta ancora avendo luogo.


C’è spazio anche per la storia del nonno dell’autore, che fu parte degli IMI, gli Internati Militari Italiani, una pagina non proprio conosciuta della nostra storia.



Imparerete molto da questo libro, e vi emozionerete ancor di più. Non avrei potuto iniziare meglio questo anno di “Preferiti”!



Il film del mese


Pietro Rinaldi è stato uno scrittore di successo. Poi l’età è avanzata, la moglie è morta, i rapporti con figlia e genero si sono raffreddati – anche se essi continuano ad essere cordiali ed a riempirlo di inviti – ed i suoi romanzi sono finiti negli autogrill al costo di un euro o due.


Deciso a farla finita, Pietro, il giorno del suo compleanno, risponde svogliatamente ad una telefonata dei suoi familiari (che gli hanno fatto una torta e lo aspettano per festeggiare) e poi ingurgita moltissime pillole. Quando sta per iniziare a sentirsi male, però, qualcuno suona alla porta. Sono le forze dell’ordine, che gli danno una notizia che nessuno vorrebbe mai sentire: la figlia ed il genero si sono schiantati con l’auto, e non c’è più niente da fare.


Lo shock procura a Pietro un conato di vomito che lo salva dal suicidio, ma lo restituisce, vivo ed allucinato, ad una terribile realtà. Non solo altre due persone a lui carissime – per quanto egli fingesse indifferenza – se ne sono andate per sempre, ma egli è rimasto l’unico punto di riferimento per Mattia, suo nipote.


Mattia ha sempre visto poco il nonno, lo chiama “Pietro”, non lo conosce bene. Al dolore immenso per la perdita dei suoi genitori si aggiunge una grande rabbia, perché egli vorrebbe restare solo, e non dover convivere con questo pseudo-nonno di cui non sa nulla. Purtroppo per lui, però, egli è ancora minorenne.


Mentre Pietro e Mattia sono ancora in fase di scontro, arriva una telefonata inattesa. Si tratta del fratello del genero di Pietro, con il quale i rapporti si erano rotti da tempo. L’uomo è benestante, ha una famiglia ed una barca con cui sta per salpare, e gli piacerebbe portare con sé Mattia in vacanza, in modo da conoscerlo meglio e considerare un eventuale affidamento.


Pietro e Mattia, insieme al cane del ragazzo, partono alla volta del mare – e dell’attracco della barca - su un’auto che potrebbe essere considerata d’epoca a voler essere generosi (o un vecchio scassone, più prosaicamente). Ma il viaggio cambierà intenzioni, pensieri e sentimenti di entrambi.



L’ultima settimana di settembre è uno di quei film che non sapresti se definire “commedia” o “drammatici”. Certo la storia raccontata è tutt’altro che allegra, ma tanti momenti consentono comunque di sorridere o anche di ridere.


Potremmo considerarla una storia di formazione, e sinceramente colui che si deve formare di più, tra i due protagonisti, non è il 17enne. Pietro è un uomo che voleva fare la “grande uscita di scena”, decidere della sua vita perché pensava di non avere più nulla da dare, ed invece aveva ancora moltissimo: una famiglia che si ostinava a non considerare per partito preso. Nel momento in cui ne perde una buona parte, egli si trova a fare il contrario di quel che avrebbe voluto: è la vita a decidere per lui.


Ho letto che è un film tratto da un romanzo, che però non conosco. Personalmente ho già consigliato ad altre persone questa pellicola ed è piaciuta, quindi la segnalo anche a voi!



La musica del mese


Nuovo anno, nuovo tema! Abbiamo dedicato un anno a Taylor Swift, un altro anno alla mia scuola di danza.


Negli ultimi mesi, però, mi sono resa conto che ho sentito tanta musica soprattutto… in macchina. Ammetto che, da brava millennial un po’ nostalgica, qualche tempo fa mi sono stufata delle radio, sia per la troppa pubblicità – che non mi faceva ascoltare niente se il tragitto era breve – che per la musica stessa, non sempre di mio gusto.


Così ho rispolverato un po’ di vecchi cd che in casa, per via dell’inevitabile cambio tecnologico, non ascoltavo più da tempo. Per la serie “canta che ti passa”, mi piace affrontare una fredda mattina d’inverno o un blocco in mezzo al traffico con un po’ di musica alla guida.


Quest’anno, ogni mese, vi proporrò una canzone che mi piace cantare in macchina. Vi avviso che saranno quasi tutte piuttosto “vintage”, perdonatemi!


Per iniziare bene l’anno ho pensato ad una delle mie canzoni preferite degli 883, che ultimamente sono tornate di gran moda (mi sa che non sono l’unica nostalgica, quindi…): Un giorno così. Per partire con ottimismo! Potete ascoltarla a questo link.


Scorre piano piano la Statale 526

passa posti che io mai e poi mai

avrei pensato fossero così

ancora come quando qui

il cinquantino mi portava via dai guai

invece di svoltare a scuola

andava giù alla ferrovia

due minuti di paura

poi pronti, via!


...Basta un giorno così

a cancellare 120 giorni stronzi e

basta un giorno così

a cacciarmi via tutti gli sbattimenti che

ogni giorno sembran sempre di più

ogni giorno fan paura di più

ogni giorno, però non adesso, adesso, adesso

che c’è un giorno così!



La poesia del mese



Oggi vi propongo una poesia per tutta la famiglia che rappresenta appieno lo spirito della stagione: L’inverno di Roberto Piumini.


Quando la terra

è fredda e dura,

sembra un guerriero

con l’armatura,

quando si chiude

nel ghiaccio e nel gelo,

quando son nude

le piante in cielo

e le cornacchie

sopra la neve

sembrano macchie

sul tuo quaderno:

questo è l’inverno!



Le foto del mese


L’anno nuovo è iniziato a Varazze con la mia famiglia… e con un vassoio di pasticcini! Notare i cavolini alla panna, che sono una specie di nostra tradizione…



La sera del 1 gennaio c’è stato uno spettacolo di fuochi artificiali: faceva freddissimo, ma ne è valsa la pena!



Sono stata al mare dal 29 dicembre al 4 gennaio, ed il 3 è stata una delle giornate più belle: il mare era alto, ma il sole era caldissimo. Ho fotografato dei paesaggi che… insomma… giudicate voi! A me piange un po’ il cuore a rivederli…



Dopo essere tornata dal mare ed aver festeggiato l’Epifania, il resto del mese è stato più ordinario. Ho passato i weekend soprattutto in tranquillità, con lunghi pranzi in famiglia (e tante cose dolci e salate dei pacchi natalizi da smaltire…)



Un pomeriggio però sono riuscita ad andare alla mostra Wildlife Photographer a Milano! È un po’ un mio classico del periodo autunnale/invernale… se tutto va come spero, settimana prossima ve ne parlerò!




Ecco il mio gennaio in breve!

Raccontatemi il vostro, se vi va… Come sono andate le vacanze di Natale? Come avete affrontato questo lungo e gelido mese? Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in febbraio :-)


lunedì 27 gennaio 2025

27 GENNAIO: GIORNATA DELLA MEMORIA

 Due letture a tema




Cari lettori,

iniziamo la settimana con una ricorrenza molto particolare ed importante: quella della Giornata della Memoria.


Un anniversario ahinoi discusso negli ultimi tempi, perché nel mondo non hanno mai smesso di esserci conflitti e genocidi, in particolare in Palestina. È tragico pensare che chi un tempo è stato oppresso ora sia diventato oppressore: è la terribile lezione del ciclo della violenza, e l’uomo sembra non impararla mai.


Di questi tempi, mi sembra più opportuno che mai informarsi ed istruirsi. Per questo motivo, oggi, per le nostre “Letture...a tema”, ho scelto due romanzi che potremmo accostare al genere giallo, ma che presentano, come tema fondamentale, il ricordo della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto.


Uno dei due è l’ultima uscita di Maurizio De Giovanni, autore che sapete essere tra i miei preferiti. L’altro, invece, esula un po’ dalle mie solite letture: abituata a leggere gli autori italiani targati Sellerio, stavolta mi sono cimentata con un’opera internazionale!



Volver- Ritorno per il commissario Ricciardi, di Maurizio De Giovanni


Avevamo lasciato il commissario Ricciardi nel pieno del primo Natale di guerra (a questo link trovate la recensione di Soledad) e lo ritroviamo nel luglio del ‘40, quando ormai anche l’Italia è diventata parte attiva del conflitto.


Ricciardi si è visto costretto a fare quel che non avrebbe mai immaginato. Suo suocero, il cavalier Giulio Colombo, pur essendo cristiano osservante da anni, è di famiglia ebraica. Di conseguenza, lui, la moglie e perfino la piccola Marta, figlia del commissario e della scomparsa Enrica, sono stati inseriti nelle liste di chi è discriminato e potrebbe essere deportato da un momento all’altro. Nel 1940 non si conosce ancora la terribile realtà dei campi di concentramento, ma anni ed anni di condannati al confino sono bastati ad instillare una grande paura.


Così per il commissario è giunto il momento di cambiare vita. Lasciato (per ora o per sempre) il posto in polizia, e con esso Napoli, egli è tornato a Fortino, nel Cilento, ed è tornato ad essere il barone di Malomonte. Con sé ha portato la piccola Marta, la fedelissima governante Nelide ed i suoceri Giulio e Maria.


Avrebbe tanto voluto avere con sé anche il fedele amico di sempre, il dottor Modo, ormai andato in pensione. L’uomo, però, è da sempre un fervente antifascista e negli ultimi anni è entrato a fare parte di un gruppo di rivoluzionari. Egli rischia la vita ogni giorno, è sopravvissuto per un soffio ad una retata – grazie ad un salvataggio per mano di un giovane collega dell’ospedale che riteneva una spia e che invece fa parte dei suoi – e non vuole mettere a repentaglio la vita di amici innocenti facendosi seguire fino a Fortino.


A Napoli è rimasto anche il brigadiere Maione, più triste e sconfortato che mai. La vita ha riservato già delle amarezze a lui ed alla moglie Lucia, prima tra tutti la morte violenta del primogenito Luca (che aveva scelto di fare il poliziotto come il padre). Niente però li aveva preparati allo scoppio della guerra in Italia e soprattutto alla reazione entusiastica dei loro quattro figli, imbevuti fino al midollo di retorica fascista e convinti che il conflitto sia qualcosa di “nobile e giusto”. Maione sente che questa volta non basta rimproverare i figli, perché l’ideologia fascista si è radicata in loro troppo a fondo, e teme che tanti altri ragazzi d’Italia la pensino come loro.


Il commissario Ricciardi vorrebbe godersi il pseudo-idillio tra le montagne cilentane, esattamente come cercano di fare i suoi suoceri, ma il pensiero della guerra lo affligge e lo rattrista, ed ogni angolo della sua terra gli ricorda un’infanzia ed un’adolescenza molto sofferte.


C’è in particolare un fantasma che lo tormenta: quello del suo “primo morto”, del primo uomo che ha visto in versione spettro, quando era ancora un bambino. Si tratta dell'ombra di un giovane accoltellato che si era accasciato tra le vigne della tenuta dei Malomonte. Il piccolo Ricciardi, ancora bambino, aveva assistito a quella strana apparizione ed aveva chiesto spiegazioni alla madre, la quale, con sua grande disperazione, aveva capito che suo figlio era afflitto dalla sua medesima condanna: quella di vedere i fantasmi di chi è morto in modo violento, destinati a restare sulla Terra finché giustizia non è fatta.


Quello spettro è ancora lì, tra le vigne e la campagna: non si è mai trovato un colpevole. Ricciardi lo sogna mentre ripete “Tutti quei morti ammazzati, e io ancora senza giustizia”. Il pensiero di questo suo primo caso insoluto si fa così pressante che il commissario inizia a credere di essere stato chiamato a Fortino per questo: per chiudere il cerchio, per risolvere il caso che ha aperto le porte alla sua dannazione.


Non è un caso facile, perché è un cold case, si tratta dell’omicidio di un pover’uomo e l’archivio della polizia di Fortino conserva poche e frammentarie informazioni sulla vicenda, che alla fine è stata archiviata. Eppure il mistero di quella morte tra le vigne nasconde dei segreti che riguardano sia il passato che il futuro dei baroni di Malomonte.


Nel frattempo, Nelide, oberata di lavoro perché “il signorino” non si occupa degli affari di Fortino e della gestione di campi e proprietà, affida Marta alle cure di Filomena, la sorella maggiore della defunta Rosa, una signora molto anziana e sordomuta che ha l’abitudine di cucire sotto un grande albero. Nelide non sa perché, ma Marta è felice di stare tranquilla accanto a Filomena. L’anziana donna, in realtà, non è mai stata sorda, solo muta. E può comunicare benissimo con la bambina, che non ha ereditato dal padre la dannazione di vedere i morti, ma è nata con il dono di poter sentire i pensieri dei sordomuti. Così le racconta una lunga storia…



Non ho inserito Volver nei preferiti di gennaio solo perché i suoi precedenti Caminito e Soledad sono già parte di un post di quella rubrica, ed è giusto che nei preferiti sia inserito un po’ di tutto (per esempio, questo giovedì penso proprio che vedrete una raccolta di racconti). Volendo però fare una scelta meno ponderata e più di cuore, vi direi sinceramente che qualsiasi cosa riguardi la storia del commissario Ricciardi va di diritto tra i miei preferiti.


Caminito, Soledad e Volver fanno parte di quella che Maurizio De Giovanni ha definito una trilogia, arrivata dopo quella che sarebbe dovuta essere la conclusione della serie (Il pianto dell’alba, di cui trovate la recensione a questo link). Dopo aver fatto sì che il commissario Ricciardi andasse incontro alla tragica morte di Enrica ed allo scoppio della guerra, l’autore sembrava intenzionato a salutare il suo personaggio, ma fortunatamente ha cambiato idea.

Volver, come gli altri due, come tutti i romanzi del commissario Ricciardi, è una storia che si divora, che ti fa fare nottata, che ti porta direttamente in un altro mondo.


In questo caso, poi, l’ambientazione è diversa dalla caotica Napoli anni ‘30 a cui noi lettori siamo stati abituati: ci spostiamo a Fortino, dove tutto è più lento, la guerra sembra lontana, l’atmosfera è quasi onirica. Eppure è proprio lì che si crea un ponte tra passato e presente e si compie l’idea di “ritorno”, non solo fisico ma anche soprattutto spirituale.


Ancora una volta Maurizio De Giovanni ha annunciato la sua intenzione di chiudere con Ricciardi, forse una volta per tutte. È vero che tante questioni rimaste in sospeso trovano una loro conclusione in questo romanzo, ma altre no. Due su tutte: Livia (vecchia amica del commissario, da sempre innamorata di lui) che vuole tornare dall’Argentina ed il segreto di Marta, che Ricciardi ancora non sa.


Non so, questa volta (l’autore mi perdonerà) non credo al 200% alla tesi “la serie è finita qui”. Siamo già stati smentiti una volta. Vedremo…



Il crimine del buon nazista, di Samir Machado de Machado


La storia ha inizio nell’ottobre del 1933, a bordo di un dirigibile LZ 127 Graf Zeppelin, che è partito dall’Europa e sta sorvolando il Brasile.


Sono tempi in cui gli aerei di linea non sono ancora proprio una realtà collaudata ed i ricchi notabili europei preferiscono spostarsi con queste sofisticate ed enormi aeromobili.


A parte il capitano, suo figlio che è il timoniere e l’equipaggio, sono pochi gli ospiti di rilievo del dirigibile. Innanzitutto c’è Bruno Brückner, che potremmo considerare il protagonista di questa storia: un funzionario della polizia berlinese, e membro del partito nazista. Poi la baronessa Van Hattem, alcoolista e fervente sostenitrice del partito; il medico Karl Vöegler, che ha raggiunto il successo professionale con discutibili (per usare un eufemismo) studi sull’eugenentica; l’inglese William Hay, ricco di famiglia fannullone e provocatorio.


Durante la prima cena insieme mentre sorvolano il Brasile, i tre compagni di viaggio di Brückner si divertono a mettere in difficoltà un quarto passeggero, un certo Otto Klein, che ha raccontato di aver appena avuto un importante scatto di carriera: da proprietario di un piccolo emporio è diventato un importatore su scala internazionale. I tre commensali, sotto lo sguardo piuttosto critico di Bruno (che sembra aver aderito al nazismo più per dovere professionale che per una vera lealtà alla causa), prima insinuano che Klein sia stato promosso perché ha fatto qualche favore sporco al partito, poi cambiano registro e addirittura affermano che sia un ebreo sotto copertura. L’uomo, indignato, abbandona la cena, ed i tre, in apparenza soddisfatti del loro atteggiamento da bulli, riprendono tranquillamente la discussione a proposito dell’ “arte contemporanea degenerata”.


Bruno va a dormire e passa una notte tranquilla, ma al risveglio ha una brutta sorpresa. La porta del bagno degli uomini è chiusa dall’interno, ed Otto Klein non è nella sua cabina. Il commissario di bordo ha il passepartout ed è così che fa un’amara scoperta: il cadavere dello scomparso è proprio nella toilette chiusa.


Bruno avverte subito un odore di mandorla amara e comprende che l’uomo si è ucciso – o è stato ucciso – con il cianuro. Il capitano del dirigibile, nonostante la sua posizione fieramente antinazista, comprende che il funzionario di polizia è l’unico a bordo che può fare luce sul mistero (nonché, probabilmente, l’unico che non agirebbe con fanatismo). Al nostro protagonista non resta dunque che tentare di fare luce su un mistero che non ha niente di scontato.



Questo romanzo breve (sono meno di 200 pagine) di Samir Machado de Machado può a tutti gli effetti considerarsi una “scoperta”. L’ho trovato in biblioteca, al banco delle novità, dove spesso mi capita di trovare dei casi editoriali di narrativa generale molto acclamati sul web. Il crimine del buon nazista è invece un titolo che non avevo mai sentito, che ho portato a casa con me per curiosità e che mi ha molto sorpreso.


La prima impressione, leggendo sia la quarta di copertina che le prime pagine, è quella di un “Assassinio sull’Orient Express”, ma in dirigibile. E in effetti, pur non conoscendo l’autore, mi è sembrato di intuire un intento di omaggio, innanzitutto al genere del giallo, e poi ad altri titoli noti della letteratura e del cinema (ad un certo punto un personaggio fa una sorta di parodia del famoso discorso “Ho visto cose che voi umani...”).


La scrittura è fin dall’inizio ironica e brillante, ma c’è una vena di satira ed aspra critica sociale che secondo me si comprende appieno solo alla fine. Questa è un’indagine che finge di appoggiarsi ai ruoli tradizionali del romanzo giallo, e poi li stravolge. Non anticipo niente, ma credo che rimarrete sorpresi fino alle ultime pagine.


Per quanto riguarda il tema odierno, la morte di Otto Klein è doppiamente sconvolgente non solo per l’assassinio a bordo, ma anche perché nella cabina della vittima viene ritrovato un passaporto con un nome ebraico. E di discriminazione nei confronti degli ebrei si parla molto, ma ancora di più si narra di quella contro gli omosessuali. Personalmente non lo sapevo, ma ve n’erano molti all’interno dello stesso partito nazista, ed Hitler, approfittando del marasma durante la Notte dei lunghi coltelli, li fece uccidere, parlando di un’operazione di “pulizia interna” ed ovviamente eliminando così dei rivali pericolosi.


Vi basta un weekend per questa storia breve e folgorante. Personalmente ve la consiglio!





Queste sono le mie scelte per la Giornata della Memoria del 2025!

Fatemi sapere quali sono i vostri consigli di lettura in merito, se vi va. Nel frattempo vi lascio i link a qualche altro post a tema:


- Racconto “Una bambola rotta” (Link)


- Due letture: “Un caso maledetto” di Marco Vichi e “Scolpitelo nel vostro cuore” di Liliana Segre (Link)


- Canzoni contro la guerra (Link)


- La Giornata della Memoria in poesia (Link)


- I classici del 27 gennaio (Link)


Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


giovedì 23 gennaio 2025

FROZEN BOOKTAG

 Un romanzo per ogni personaggio di Frozen




Cari lettori,

oggi ci divertiamo un po’ con un booktag invernale creato dalla bravissima Cristina del blog "Il mondo di Cry", che ringrazio e saluto!


Ero alla ricerca di un booktag adatto alle atmosfere di gennaio, ma ho già fatto qualche variazioni sul tema “neve, inverno, elementi di stagione”. Così ho deciso di puntare su un cartone animato invernale, anzi, ghiacciato!



Elsa


Un libro in cui la protagonista è sempre pronta a combattere per amore


Fiore di roccia di Ilaria Tuti è un romanzo ispirato alla storia vera delle portatrici carniche, donne che più di cent’anni fa, durante la Prima Guerra Mondiale, portavano il necessario ai soldati con le loro gerle, affrontando innumerevoli pericoli.


Agata Primus, la protagonista, è una di loro, divisa tra un padre malato, delle amiche che ama come sorelle e la paura per il conflitto e per un prepotente che minaccia i suoi cari.


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Anna


Un personaggio dal cuore puro e incontaminato


Il motto di Fixie, la protagonista di questo romance di Sophie Kinsella, è proprio il titolo del libro, ciò che le ripeteva il padre prima di morire: La famiglia prima di tutto!


Quando però sua madre, alla quale è stato diagnosticato un affaticamento, decide di partire per la Spagna, la gestione del negozio di famiglia diventa di fatto sua. Purtroppo per lei, sono in molti a metterle i bastoni tra le ruote: il fratello spendaccione, la sorella distratta, lo zio maschilista, l’ex fidanzato rispuntato all’improvviso.


Fixie è decisamente troppo buona con tutti ed in nome della famiglia perdona anche quel che non dovrebbe, finendo pure per sentirsi un po’ sola in mezzo a quella caotica folla familiare. Che sia il caso di farsi aiutare da un gentile sconosciuto che le deve un favore?


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Olaf


Un personaggio capace di strapparti un sorriso


La ballata dei padri infedeli è l’ultima avventura (almeno per ora) delle tre “donne del casello” nate dalla penna di Rosa Teruzzi: la protagonista Libera, sua madre Iole e sua figlia Vittoria.


La piovosa estate del 2014 si è trasformata in un autunno spento, ma non per Libera: lei ed il commissario Gabriele sono appena tornati da una vacanza. La loro storia però è piuttosto ostacolata, sia da alcune persone che si mettono in mezzo (dal cuoco Furio ad una collega di lui) sia dal fatto che egli non approvi le indagini clandestine che ella svolge con la madre Iole.


Questa volta, però, Libera non può proprio tirarsi indietro: a chiederle aiuto è Diego Capistrano, un vecchio amore della madre che potrebbe essere suo padre. Un uomo del suo palazzo è scomparso nel nulla e potrebbe esserci dietro un brutto giro di criminalità. Un’inchiesta piuttosto difficile per le “Miss Marple del Giambellino”!


Iole, hippy nostalgica dai molti interessi e dai mille amanti, è un personaggio che strappa sempre una risata!


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Kristoff


Un personaggio inizialmente scontato,

ma che nel corso della storia diventa importante


Vincenzo Malinconico non è più l’uomo che era, semi avvocato, semi divorziato, semi felice. Ora ha uno splendido studio in società con lo spassoso Benny La Calamita, ha una relazione serena con Veronica (ex moglie di un esimio collega), ha superato la malattia e sta per diventare nonno.


Anche questa sua versione felice, però, attira solo casi stravaganti. In questo caso si tratta di una class action di amanti traditi e maltrattati, che chiede un risarcimento per il tempo perso e l’amore sprecato per persone che li hanno resi infelici. Vincenzo stesso ha preso tante batoste in amore e non può esimersi dall’aiutare il gruppetto degli “amanti anonimi”.


In Sono felice, dove ho sbagliato? Benny LaCalamita, che nei romanzi precedenti della serie ha rivestito il ruolo di spalla comica, diventa a tutti gli effetti socio di Vincenzo Malinconico, e suo confidente più stretto. Io l’ho sempre trovato un personaggio super divertente, quindi sono stata ben contenta!


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Hans


Un cattivo che ti ha sorpreso per i suoi colpi d’ingegno


La Svedese di Giancarlo De Cataldo racconta la storia di una giovanissima donna che è al tempo stesso protagonista e villain.


Sharon è una ragazza di vent’anni delle periferie romane dal presente tutt’altro che roseo, tra madre invalida, pochi soldi, l’impossibilità di studiare e lavori molto precari. Un giorno Sharon subisce un incidente in monopattino insieme al fidanzato e scopre che quest’ultimo è in un piccolo giro di spaccio.


Solo per non perdere i soldi, ella accetta di fare la consegna al posto del ragazzo (che si è infortunato), ma finisce per trovarsi a casa di un signore anziano e molto ricco che le propone di diventare suo unico intermediario. È solo l’inizio di una scalata al crimine sempre più rapida e pericolosa.


Sharon, per tutti diventata “La Svedese” per i colori di capelli e occhi, è intelligente e furba, ma non ha ancora capito di essersi messa in qualcosa di più grande di lei. Un thriller inquietante come una pioggia gelata!


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Gran papà


Il saggio dai consigli che ascolteresti


Atlas di Lucinda Riley e Harry Whittaker è l’attesissima conclusione della saga delle Sette Sorelle, che ha commosso e tenuto in scacco un mare di lettori in tutto il mondo.


È passato ormai un anno dalla morte improvvisa del magnate Pa’ Salt e le sei figlie adottive stanno per partire a bordo dello yacht Titan per una commemorazione funebre al largo delle coste greche. In questo anno ognuna di loro ha compiuto un avventuroso percorso per scoprire la sua famiglia d’origine ed insieme hanno trovato la settima sorella, quella perduta, Merope detta Merry.


È proprio lei a portare sul Titan un diario che Pa’ Salt voleva venisse consegnato a lei. Finalmente riunite, le sette donne scoprono finalmente la storia del loro papà, tanto amato ma anche così misterioso. Un “Gran papà” davvero!


Non ci sono parole che possano esprimere quello che mi ha dato questa saga nel corso degli anni. Otto volumi meravigliosi, emozionanti ed istruttivi, e quest’ultimo, terminato dal figlio di Lucinda, è il più bel dono che potessimo ricevere.


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Duca di Wasalton


Un personaggio di un libro con poche apparizioni

ma che ti ha colpito


La Casa di Ade, quarto e penultimo romanzo della serie di Rick Riordan Percy Jackson e gli eroi dell’Olimpo, inizia con un colpo di scena drammatico: Percy e Annabeth si sono sacrificati per il resto del gruppo e sono precipitati insieme nel Tartaro. Il loro compito è chiudere il pericoloso passaggio che Gea ha aperto tra il mondo terreno e quello di Ade.


Il resto del gruppo sta andando in Epiro con la nave volante per aiutare gli amici “dall’altro lato”. Il tutto deve avvenire entro il 1 agosto, quando Gea attaccherà gli dèi e gli eroi dell’Olimpo. Due dei nostri eroi attraversano il Tartaro, gli altri cinque le “antiche terre”, tra Roma e Grecia. Ma il loro viaggio sarà soprattutto spirituale e li renderà più pronti allo scontro finale.


Ecco, per restare nel mondo della classicità, in questo romanzo c’è un idillio: quello tra Leo Valdez, uno dei Sette semidei, e la ninfa Calipso. Sono pochi capitoli romance all’interno di un fantasy di grandi dimensioni, eppure vi assicuro che vi sembra di andare in un altro mondo. Probabilmente perché Calipso è uno dei personaggi della letteratura classica a cui mi sono sempre sentita più vicina e, tra tutti, ha scelto proprio il personaggio maschile che avrei scelto pure io.


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Fatemi sapere che ne pensate delle mie scelte! Conoscete questi libri?

Vi sono piaciuti? Avreste scelto qualche altro abbinamento?

Sono curiosa di sentire i vostri pareri!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)