giovedì 31 ottobre 2019

I PREFERITI DI OTTOBRE 2019

Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,
ultimo giorno di ottobre...e ponte di Halloween alle porte! Come al solito, oggi riepiloghiamo insieme i “preferiti del mese”, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro del mese



Credo che alcuni di voi conoscano già la serie della “Casa di ringhiera” di Francesco Recami, della quale vi ho parlato qui. Protagonisti di questi originali e piacevoli non-gialli sono gli abitanti di una vecchia casa di ringhiera di una zona popolare di Milano, in particolare il tappezziere in pensione Amedeo Consonni, vedovo, nonno e detective per hobby.


Questo romanzo, Il diario segreto del cuore, inizia con uno strano fuggi-fuggi generale: il Consonni è “morto” (e no, le virgolette non sono casuali); la signorina Angela Mattioli, ex compagna del tappezziere, è partita da un po’, così come il suo più caro amico, Luis De Angelis, che è stato recentemente visto con una misteriosa bionda; la banda di peruviani è momentaneamente assente, forse a causa di qualche offerta lavorativa altrove; il manovale Antonio è andato in Germania per qualche mese; perfino la signorina Mattei-Ferri, l’anziana e “disabile” (altre virgolette non casuali) pettegola dello stabile è in vacanza.


Nella casa di ringhiera è rimasta solo la famiglia Giorgi, composta dalla madre Donatella, purtroppo rimasta disoccupata e costretta ad arrotondare con alcune pulizie, dal figlio adolescente Gianmarco e da Margherita, che ha appena iniziato la seconda media. La famiglia è in forti difficoltà, non solo per la perdita del lavoro della madre, ma anche e soprattutto per i tanti problemi di alcoolismo del padre, che si è separato dalla madre, vive in una casa-famiglia ed è riuscito a trovare un lavoro come badante della signorina Mattei – Ferri.

Una mattina come tante, Donatella trova, in una sorta di cuscino-peluche, il diario di Margherita, insieme ad alcune recensioni dei romanzi che ha letto per la scuola e di altri – ben meno ortodossi – che ha letto per sua curiosità personale.

È un diario che, in un certo senso, è una sorta di parodia del famosissimo Cuore. Al centro dell’attenzione non c’è più la scuola di una volta, fatta di severe maestre dalla penna rossa, di buoni ed un po’ ipocriti sentimenti, di regole da rispettare, bensì il mondo scolastico di oggi, tra docenti precari, sottovalutazione dello studio, tante forme di bullismo ed una smodata curiosità nei confronti del sesso.

Margherita, purtroppo, subisce la cattiva influenza di alcune sue compagne di classe, ed è proprio contro di esse che si scatenerà la vendetta di una inviperita Donatella, ignara del fatto che le conseguenze delle sue gesta ricadranno su di lei e sulla sua famiglia.


Recami racconta sempre la “commedia umana”, fatta di equivoci e difesa dei propri interessi personali, con grande bravura. Quello che mi ha colpito di più di questo romanzo, tuttavia, è che esso dica molte cose vere sul mondo dell’istruzione e sugli adolescenti/giovani, cose che in ben pochi hanno il coraggio di dire perché politicamente scorrette… e che qui sono affrontate senza peli sulla lingua.

Perché tanti genitori hanno iniziato a svalutare l’importanza dell’istruzione riducendo la scuola ad un parcheggio? Che cosa ha spinto i nostri adolescenti ad avere sempre meno voglia di studiare ogni giorno, perché “tanto c’è la crisi, non troverò mai un buon lavoro nemmeno con la laurea, meglio fare il rapper o lo youtuber con la terza media” (discorsi che non sono solo nel libro, ma ho sentito con le mie orecchie)? Con quale coraggio continuiamo a commuoverci per le disgrazie che accadono dall’altra parte del mondo (ed a proporre letture su questi argomenti), se poi non aiutiamo chi tra di noi non ha nemmeno i soldi per la spesa? E perché facciamo finta che i nostri ragazzi non abbiano bisogno di un’educazione sessuale decente e lasciamo che si informino da soli con metodi discutibili, come i romanzi erotici biecamente messi in ridicolo da Margherita?

Questi ed altri gli importanti quesiti che solleva questa sorta di “Cuore alla rovescia”, una lettura davvero da non perdere.



Il film del mese



Siamo in Sicilia, negli anni ‘80, e tutti gli “uomini d’onore” dell’isola sono stati invitati dal boss della vecchia mafia palermitana, Stefano Bontate, ad una festa in occasione di Santa Rosalia. Il vero motivo di questa convocazione è un altro: stipulare la pax mafiosa tra la vecchia guardia ed i Corleonesi, guidati da Totò Riina.

Alla festa è presente anche Tommaso Buscetta, uomo di fiducia di Bontate, insieme alla terza moglie brasiliana ed ai figli dei due precedenti matrimoni. Egli, tuttavia, è lì solo di passaggio: egli non si fida della sete di potere dei Corleonesi ed ha già intuito che presto si scatenerà una guerra di mafia. È deciso a tornare in Brasile, ma, prima di partire, affida i suoi due figli maggiori a Pippo Calò, suo amico d’infanzia.

Una volta giunto in Brasile, egli vive serenamente per un po’ di mesi, ma poi viene arrestato dalla polizia locale con un’accusa di traffico di droga, viene estradato e, nonostante il suo tentativo di suicidio con la stricnina, giunge in Italia.

Mentre era in Brasile, egli ha perduto i suoi due figli maggiori, che non erano stati adeguatamente protetti da Pippo Calò, che, addirittura, da anni è passato dalla parte dei Corleonesi. Sentendosi tradito dalla mafia, che è diventata una realtà che non riconosce più, egli decide, a sua volta, di “tradire”, e diventa ufficialmente uno dei primi pentiti (insieme all’ex compagno Totuccio Contorno).

È solo l’inizio di una vicenda diventata cruciale per la storia contemporanea italiana: l’incontro con i giudici Falcone e Borsellino, il maxi processo, il programma protezione testimoni in America, fino ad arrivare alle accuse rivolte ad importanti politici italiani.


Il titolo del film, Il traditore, è fortemente ambivalente: se dal punto di vista di Cosa Nostra Buscetta è diventato un pentito, per il protagonista, interpretato davvero magistralmente da Pierfrancesco Favino, è esattamente il contrario. Egli si sente tradito soprattutto da Pippo Calò, che era come uno zio per i figli maggiori e che li ha consegnati ai carnefici senza alcun rimpianto. Questo senso di tradimento è condiviso dal personaggio di Contorno, altrettanto ben interpretato da Luigi Lo Cascio, che fino alla fine è in cerca di vendetta.

La pellicola è lunga, ma, a mio parere, non lo si avverte: alcune scene, come quelle relative al maxiprocesso, sono incredibilmente avvincenti, e, anche se si tratta di un film storico e tanti eventi sono più che noti, non mancano i colpi di scena.

Il traditore è stato, secondo me meritatamente candidato agli Oscar come miglior film italiano… e chissà che non vinca questo ambito premio!



La musica del mese



Per il mese di ottobre ho pensato di consigliarvi due canzoni a tema “Halloween”.


Se l’atmosfera horror vi piace, non posso non segnalarvi Everybody wants to rule the world di Lorde, colonna sonora di un recente film di Dracula. Si tratta di una cover di una famosa hit del 1985 dei Tears for Fears, con arrangiamenti di tutt’altro genere… e da brividi!


Benvenuto nella tua vita, non c’è modo di tornare indietro
anche quando dormi ti troveremo
mentre ti comporti con il tuo miglior atteggiamento,
gira le spalle a Madre Natura,
tutti vogliono dominare il mondo…
[…]
C’è una stanza dove la luce non ti troverà
tenendoci per mano mentre i muri crollano giù
quando lo faranno, sarò proprio dietro a te
sono così felice che ce l’abbiamo fatta
così triste che loro abbiano dovuto nasconderlo
tutti vogliono dominare il mondo…





Se invece vi piace il lato più allegro di Halloween, quello delle feste in maschera e dei cartoni animati come Hotel Transylvania (che ho inserito nei preferiti di ottobre dell’anno scorso), vi consiglio una delle canzoni che fanno parte della colonna sonora: I’m in love with a monster delle Fifth Harmony (l’ex gruppo di Camila Cabello).


Gli amici mi dicono che sono stupida e fuori di testa
ma senza di te, ragazzo, sarei annoiata tutto il tempo
no, non mi interessano le solite conversazioni,
ho tutto quello che mi serve, e preferisco
cercare l’amore con un mostro…
...sono innamorata di un mostro!



La poesia del mese



Per il mese di Ottobre ho scelto un componimento di Arthur Rimbaud, uno dei miei poeti preferiti, del quale vi ho già parlato in questo post. La poesia si intitola La credenza e, tra tardo romanticismo e decadentismo, affronta il tema dei ricordi, che, a mio parere, si sposa bene con l’atmosfera autunnale.


È una larga credenza lavorata, la quercia
antica e scura, ha preso l’aria buona dei vecchi,
la credenza si è aperta e nell’ombra sua versa,
come un fiotto di vino, allettanti sentori.
Pienissima, è un emporio di vecchie cose vecchie:
panni odorosi e gialli, straccetti di vestiti
di donne o di fanciulli, scialli della nonna.
Qui sono i medaglioni, le bianche e bionde ciocche
di capelli, i ritratti, e quei fiori appassiti
dal profumo confuso con quello della frutta.
Quante storie conosci, antica mia credenza!
Vorresti raccontarci i tuoi racconti e gemi,
quando s’aprono piano i tuoi battenti neri.



Le foto del mese



Il primo weekend di ottobre sono riuscita a fare una scappata a Varazze… ed ho scoperto che lì l’estate non era affatto finita! Ho affittato un lettino, ho goduto di questo bellissimo panorama e sono addirittura riuscita a rimettermi il costume! Un colpo di coda della bella stagione…



L’inizio dell’autunno spesso mi porta a fare lunghe passeggiate nel parco cittadino. Amo fotografare gli alberi che lentamente cambiano colore!



Anche gli ultimi fiori dell’autunno sono da immortalare!





Dopo qualche mese, sono arrivati gli scatti che abbiamo fatto a scuola di danza con i costumi del saggio di giugno! Eccomi in versione “West Side Story” per la mia variazione!




Vi auguro anche...Happy Halloween! Che lo festeggiate con un party in maschera, che scegliate di accompagnare i vostri bimbi a fare “dolcetto o scherzetto” o che semplicemente vi riposiate per qualche giorno… spero che sia una festa serena per tutti!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo in novembre :-)


lunedì 28 ottobre 2019

REVIEW PARTY - STELLATO IL CIELO COM’È

Recensione del romanzo di Giacomo Assennato




Cari lettori,
per le nostre rubriche “Letture...consigli in primo piano” e “Progetti condivisi”, oggi partecipo ad un review party organizzato da Simona del blog Il mondo di Simis, che saluto e ringrazio per l’invito a partecipare.



Il romanzo che io e tante colleghe blogger (i cui nomi potete trovare nel banner soprastante) abbiamo recensito nel corso di questa settimana si intitola Stellato il cielo com’è. L’autore è Giacomo Assennato, uno scrittore self già piuttosto conosciuto all’interno della blogosfera. Vediamo insieme il libro un po’ più nel dettaglio!



Dati e sinossi



Titolo: Stellato il cielo com'è

Autore: Giacomo Assennato

Genere: Contemporaneo M/M

Pagine: 160

Editore: Self Publishing

Data di uscita: 2 Ottobre 2019

Link Amazon: https://amzn.to/2oCfpMN


Sinossi da Amazon:

Federico ha un dolore accecante, una sofferenza atroce che ha spazzato via la sua vita gioiosa sostituendola con un presente in cui si muove smarrito e incattivito.
Ha due strade davanti a sé: perdersi in quel niente che gli è rimasto della sua storia con Patrizio, continuando a nutrirsi dei momenti belli che l'hanno accompagnato negli ultimi otto anni, oppure riuscire a ricostruirsi.
"Ma il tempo aggiusta tutto", gli suggeriscono le persone intorno a lui, e Federico sente che in fondo è vero, ma, a ogni piccolo passo che compie verso la serenità, aumentano in lui i sensi di colpa: non vuole dimenticare, non vuole lasciare svanire nel nulla la sua grande storia d'amore.
La vicinanza di due amici, che gli trasmetteranno la loro vitalità, gli permetterà di trascorrere momenti sempre più sereni e lo aiuterà a capire che non c’è nulla di sbagliato nell’andare avanti e nel ritrovare la gioia di vivere.



Federico e Patrizio



Il protagonista del romanzo, Federico, è un architetto di circa trent’anni che per otto ha vissuto e lavorato con Patrizio, titolare dello studio e suo compagno di vita.
Per vivere serenamente il loro amore, essi sono andati contro tutto e tutti, dalle rispettive famiglie ai pregiudizi della gente, senza dare importanza né alla differenza d’età che li divideva, né ai rispettivi caratteri, talvolta troppo diversi tra di loro.

La loro felicità viene improvvisamente spezzata da una tragedia: Patrizio si ammala in modo incurabile e muore nel corso di pochi mesi.


All’inizio del romanzo, il lettore conosce un Federico distrutto, che risponde male ai colleghi (i quali cercano soltanto di essere gentili), che respinge i tentativi dei genitori di riavvicinarsi a lui, che spesso non ha nemmeno la forza di uscire di casa.

Paradossalmente, l’unica persona che Federico ascolta è Patrizio: egli lo sente ancora ed immagina i monologhi che gli rivolgerebbe se lo vedesse così, inconsolabile e senza energie.


Le pagine in corsivo in cui Patrizio, da un misterioso Aldilà, si rivolge a Federico e lo invita a reagire, anche soltanto concedendosi una colazione al loro bar preferito, sono di rara delicatezza. Bastano poche righe perché il lettore si renda conto di quanto Patrizio sia un personaggio intelligente e sensibile, anche se compare solo in forma di ricordo. Si comprende anche con facilità come per Federico egli non fosse soltanto un compagno, ma anche una guida ed un esempio di vita.



L’amicizia con Martino e Filippo



Due sono le figure chiave che, nel corso del romanzo, aiutano lentamente Federico a superare il suo gravissimo lutto.


La prima è Martino, primo amore del Federico quindicenne, che, dopo una breve relazione adolescenziale, è sempre stato il suo più caro amico. Di professione infermiere, egli ha dovuto imparare a sdrammatizzare le situazioni gravi sul lavoro ed il suo atteggiamento ironico si rivela una risorsa anche in amicizia. Con le sue continue battute, la sua generosità, le sue geniali trovate dell’ultimo minuto, egli diventa un importante sostegno per Federico, e spesso è così esilarante che il lettore non può non amarlo.


La seconda è Filippo, amico di Martino, un ragazzo un po’ più giovane degli altri due e decisamente più tormentato. Dopo varie vicissitudini personali e lavorative, egli si sta gradualmente ricostruendo una vita, dividendosi tra una lavanderia ed una coppia di anziani a cui fa da badante. Egli custodisce degli importanti segreti, ma l’aura di mistero che lo circonda non gli impedisce di affezionarsi sinceramente a Federico, di confrontarsi con lui, di aiutarlo a guardare avanti.



L’ambientazione milanese



L’ultima “protagonista” del romanzo, costantemente sullo sfondo, è Milano, che, come tanti di voi ormai sapranno, è la “mia” città (anche se vivo in provincia), ed è descritta molto bene dall’autore, che, a mio parere, ha scelto l’ambientazione ideale per la sua storia.


Milano, innanzitutto, si fa vanto di essere una delle città d’Italia più tolleranti, ed ogni anno il Milano pride è la manifestazione più importante del mese di giugno (che da qualche tempo è considerato il “Pride month”), ma alcune pagine del romanzo, come quelle dedicate alle famiglie di Federico e di Patrizio, lasciano intuire che talvolta c’è solo tanta ipocrisia.

Inoltre, Milano è una delle capitali del design, quindi quale luogo migliore di uno studio di architettura per poter sorridere delle assurdità di questo mondo? Esemplare, in questo senso, la vicenda del centro commerciale di Segrate, che mi ha anche strappato qualche risata.

Molto bella è anche la scelta delle terme di Porta Romana come luogo dove Federico, Martino e Filippo passano una giornata di relax, non solo perché si tratta di un posto davvero piacevole, ma anche perché è ben descritto, tanto che, ad un lettore che, come me, le ha visitate, sembra quasi di vedere i personaggi che attraversano le varie sale ed i corridoi.



Le tematiche del romanzo



Stellato il cielo com’è è la storia dell’elaborazione di un lutto e del graduale ritorno alla vita di chi ha perduto la persona che per lui era la più importante… ma non solo.

È anche un romance vero e proprio, perché ognuno dei protagonisti ricorda una storia d’amore ormai conclusa, ne inizia di nuove, si ritrova deluso da persone che credeva diverse, ha paura di innamorarsi ancora.

Non sono un’esperta di M/M, ma mi permetto anche di dire che questo romanzo tratta in modo serio, senza però risultare pesante, il problema dell’accettazione del diverso. Chi, come Federico e Patrizio, vive un amore che ad alcuni risulta “sbagliato”, purtroppo va incontro ancora oggi ad alcune difficoltà, talvolta anche per mano di chi in teoria dovrebbe volerti più bene.

Infine, in poco più di 160 pagine di romanzo si possono trovare riflessioni sull’infanzia, sulle malattie terminali, su questioni lavorative, su alcuni stigmi sociali.

Una bella lettura, non solo per gli appassionati del genere.


Valutazione: quattro stelle




Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno permesso di partecipare a questo review party, dall’autore a Simo a tutte le persone che, come me, hanno recensito questo romanzo in settimana.
Come sempre, attendo un vostro parere!
Conoscete il romanzo? Vi ho incuriosito?
Avete letto altri libri di Giacomo Assennato? Che cosa ne pensate?
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

giovedì 24 ottobre 2019

CANZONI PER IL COMMISSARIO RICCIARDI

Una lettura cantata della serie di Maurizio De Giovanni al Teatro Carcano




Cari lettori,
nuovo appuntamento con i nostri “Consigli teatrali”, che, questa volta, sono anche un po’ libreschi!

Lo scorso autunno, se ricordate, vi avevo parlato con entusiasmo della serie di Maurizio De Giovanni ambientata negli anni ‘30 di Napoli, che ha per protagonista il commissario Ricciardi.

In questo post vi avevo presentato la prima parte della serie, in questo la seconda. Inoltre, quest’estate, ho inserito nei preferiti di agosto il capitolo conclusivo di questa bellissima storia.


Potete immaginare quanto sia stata contenta, poche sere fa, di assistere allo spettacolo Canzoni per il commissario Ricciardi, di e con Maurizio De Giovanni, davvero imperdibile per chi, come me, ha amato leggere i romanzi. 
Vediamo insieme in che cosa consiste!



La cornice canora e musicale



Più che di uno spettacolo teatrale vero e proprio, si tratta di una lettura recitata e cantata di alcune pagine dei romanzi della serie.

Maurizio De Giovanni, creatore di Ricciardi, qui nella veste (per lui tutt’altro che insolita) di cantastorie, legge ad alta voce, accompagnato da Marianita Carfora, la quale intervalla la lettura con le canzoni più belle della tradizione napoletana, alcune delle quali sono citate all’interno dei romanzi stessi.

L’accompagnamento musicale di Giacinto Piracci, Zac Alderman e Marco Zurzolo (chitarra, fisarmonica, sax) contribuisce a creare una bellissima atmosfera che non può non rimanere impressa nel cuore dello spettatore.


Oltre alla cornice musicale propriamente detta, ve n’è un’altra narrativa, sempre e comunque a tema musica. Maurizio De Giovanni, insieme ad Annamaria Russo, che ha curato la scrittura scenica, immagina che a raccontare le storie siano due suonatori: il giovane apprendista ed il vecchio insegnante che il lettore ha conosciuto leggendo Serenata senza nome e Rondini d’inverno

Il suonatore più anziano imbraccia lo strumento, che al lettore sembra una chitarra ma poi si rivela essere il mandolino, uno degli oggetti chiave della tradizione partenopea, ed il ragazzo si chiede che cosa quell’uomo, ormai diventato leggenda, possa ancora suonare, dal momento che le sue mani sono tutte deformate dall’artrosi. Il vecchio insegnante, che ha intuito i pensieri del suo apprendista, gli fa notare che non si suona solo con le mani, ma anche e soprattutto con il cuore, e gli insegna alcune storie, che poi si trasformano in canzoni.



Le storie raccontate



La serie del commissario Ricciardi è fatta di personaggi che il lettore ha ormai imparato a conoscere ed amare: il protagonista, tanto giusto e determinato quanto malinconico; il brigadiere Maione, devoto alla famiglia ed agli amici; lo scanzonato e ribelle dottor Modo; la materna tata Rosa; la timida vicina di casa Enrica; l’affascinante cantante d’opera Livia; il misterioso Falco, poliziotto fascista… e tanti altri ancora.

I personaggi principali dei romanzi saranno sicuramente protagonisti della fiction che è in lavorazione e che credo uscirà nei primi mesi del 2020, ma non sono al centro delle storie raccontate in questo spettacolo teatrale.


Oltre a Ricciardi ed ai suoi, infatti, c’è una moltitudine di personaggi secondari che popola questi bellissimi romanzi: si tratta degli abitanti della Napoli anni ‘30, che, tra un capitolo e l’altro delle (dis)avventure di Ricciardi, si raccontano al lettore.

Maurizio De Giovanni ha scelto queste storie ed ha fatto sì che questi personaggi in secondo piano diventino protagonisti per una sera. 


Le pagine lette ad alta voce sono tratte principalmente dai romanzi relativamente più recenti di Ricciardi (In fondo al tuo cuore, Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il Purgatorio dell’angelo). Le scelte dell’autore mi sono piaciute molto; credo che anche i primi romanzi, quelli dedicati alle stagioni ed alle festività, ci avrebbero dato delle soddisfazioni, ma forse, chissà, saranno protagonisti di un prossimo spettacolo!



La felicità e la miseria dell’uomo



I personaggi secondari dei romanzi di Ricciardi contribuiscono a far comprendere al lettore quanto possa essere difficile, per il commissario, vivere nella Napoli degli anni ‘30, una città brulicante di passioni, di contrasti sociali, di difficoltà quotidiane, e non avere altra scelta che vedere e sentire tutto, compresa l’ultima frase di chi è appena andato incontro ad una morte violenta.


I protagonisti che Maurizio De Giovanni porta sul palcoscenico non potrebbero essere più diversi dal punto di vista sociale: un importante medico e professore, il malvivente che controlla un rione, un attore famoso, una portinaia, un maestro di musica in pensione, un ex pugile, una poverissima venditrice di fiori…

Tutti, però, sono accomunati da due importanti caratteristiche. 

La prima è la costante ricerca della felicità, che spesso corrisponde all’amore vero e che dona all’uomo attimi di pura beatitudine, prima di sparire, forse per sempre. 

La seconda è la miseria che invade i cuori degli uomini quando la felicità è stata crudelmente sottratta, oppure quando sembra troppo difficile da raggiungere. È quella sensazione di disperazione che spinge le persone a vendicarsi, a far involontariamente del male a chi amano, a litigare per poche monete, ad illudersi che chi non c’è più sia ancora con noi… ed a commettere quei delitti che il commissario, tormentato dal “Fatto” (la visione dei morti), non può non risolvere.


Quelle che vengono lette sul palcoscenico sono pagine che al lettore di Ricciardi sono note da tempo, e sono persino attese, perché sono una vera rarità, se non un unicum, nel panorama dei gialli italiani. Per ogni romanzo di questa serie c’è un tema da rispettare: una stagione dell’anno, una importante Festività, il cuore (sia nel senso di passione che di ex voto), la confessione (non solo religiosa), l’alba, le falene, persino la musica ed il palcoscenico. A dispetto di questa straordinaria varietà di tematiche, che la penna di De Giovanni esprime con incredibile emozione, l’essere umano resta sempre uguale, in bilico tra gioia e disperazione, e, nel caso di questi romanzi, costretto anche a vivere un momento storico particolarmente delicato.


Per Maurizio De Giovanni, dopo le tante presentazioni de Il pianto dell’alba, la lettura recitata non è più una novità: tuttavia, la bravura della cantante e dei musicisti e la straordinaria bellezza delle canzoni partenopee proposte trasformano la lettura in un vero e proprio spettacolo teatrale che pone al centro il potere evocativo della parola e della musica.




Lo spettacolo è stato in scena il 21 ottobre al Teatro Carcano di Milano, poi ha proseguito in direzione di Bologna e di altre città d’Italia. So che Maurizio De Giovanni è spesso in “tour”, tra questo spettacolo, presentazioni e letture accompagnate dalla musica, quindi vi consiglio, se siete interessati, di seguire i suoi social per avere qualche news in più.

Voi avete visto questo spettacolo? So che è già stato messo in scena a Napoli, a “casa” del commissario, ed in altre città d’Italia!
Che ne pensate dei romanzi? Vi sto convincendo ad iniziare la serie? :-)
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)